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Autore: Mikaeru    31/07/2010    6 recensioni
Raccoltina di drabble che crea una storia unica; partecipava ad una challenge di it100, community di LJ :3
"È strano, no?, rendersene conto. Di essere innamorati, dico. È tutto un casino. È una fregatura, è… Cristo, la più grande scocciatura del pianeta."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È strano, no?, rendersene conto. Di essere innamorati, dico. È tutto un casino. È una fregatura, è… Cristo, la più grande scocciatura del pianeta. Tu vivi la tua vita, no?, tutto tranquillo, il mondo è sempre quello che è (insomma, fa sempre schifo – okay, c’è qualche eccezione, ogni tanto, ma nel complesso è un grandissimo schifo) e tutto okay. Poi un giorno ti svegli e PAM! Il mondo è tutto diverso. È come svegliarsi nel mezzo di un terremoto:  tu rimani fermo, i tuoi occhi sono sempre quelli, eppure tutto davanti a te cambia – si crea, si distrugge, cazzo sembra il Big Bang. L’ho già detto che è un casino assoluto? Beh, lo ribadisco. È proprio un grandissimo casino, uno dei guai più grossi in cui io mi sia mai cacciato.

 

Insomma, un giorno, no?, mi sveglio tutto allegro – chissà perché, in fondo il mondo è una schifezza. Chissà davvero, forse avevo il compito di chimica – sì, io mi esalto con la chimica, e quindi? Non è colpa mia se tutti gli altri imbecilli che popolano questo gran ammasso di schifo non capiscono niente. Beh, stavo dicendo. Mi sveglio, no, e guardo Al. Ah, sì, Al è il diminutivo di Alphonse, è mio fratello. È questo il guaio peggiore. Lo guardo e comincia a battermi il cuore, e mi chiedo: ma che cazzo, ma sono diventato una cazzo di ragazzina di un manga?! (ripeto un po’ troppe volte cazzo, è il mio subconscio che mi fa capire che sono frocio? Pensandoci, può essere) Beh, non ho trovato risposta, ma Dio, è stato come risvegliarmi da un coma di secoli – ho solo sedici anni ma valgono come secoli. L’ho guardato svegliarsi, e guardandolo tutto i pezzi del puzzle hanno preso posto e, cazzo, ho capito tutto: lo amo. Da sempre.

Cazzo!

 

Lui è nato perché sono nato io. Per compensarci. Lui è la parte che ho lasciato dentro la mamma quando sono venuto al mondo. L’ho sempre saputo, anche prima di rendermi conto di tutto sto casino. Siamo sempre stati una cosa sola. In fondo andiamo sempre d’accordo, anche se litighiamo spesso, ma lo facciamo solo perché ci assomigliamo. Siamo testardi, convinti delle nostre posizioni; ma io sono collerico là dove Al riesce a mantenere un po’ più di calma, lui ha quel modo strano di imporsi, tranquillo, ti parla con quel suo tono placido ed è così convincente che woh!, ci credi un sacco anche tu a quello che dice. È straordinario.

 

Ed è proprio qua la magagna più grossa, porco cazzo! Non è che posso spuntare, bello come il Sole, e fare “Al, c’è da comprare il caffè, la mamma ha detto di buttare la spazzatura e, oh sai, ti amo”! È impossibile, inconcepibile. No, non ce la posso fare. Cioè, boh. Non credo lui potrebbe mai ricambiare. Mi vuole bene, tanto, sono il suo idolo (modestamente lo capisco appieno), e basta, cioè, credo di aver detto tutto. Merda, ciò che mi spaventa di più non è tanto quello che provo per lui (andiamo, sono sempre stato un tipo strano, da piccolo credevo di avere poteri magici e lo credo ancora, tipo trasformare roba in altra roba – beh, mi sono trasformato da coglione che viveva alla giornata in filosofico pensatore, a parte le mie emo pippe mentali non è che ci badi molto, a tutto il resto – no, non è vero, stronzata, penso pure troppo, ma mai in modo filosofico, ecco), perché quello in fondo credo di averlo sempre provato – solo che quella mattina mi si è palesato con così tanta forza che mi ha spaventato, mozzandomi il fiato – ecco, mi perdo. È solo che, cazzo, tutta sta confusione – merda, ma sto diventando ripetitivo come la zia Pinako! Ricomponiamoci. Se il mio amore per Alphonse può essere spiegato con qualche, boh, tarlo psicologico di cui in realtà mi fotte men che meno, la cosa che mi spaventa, che mi secca la bocca e mi cuce le labbra, è rompere questo equilibrio. Dividerci – e sarebbe tutta colpa mia, e… no, non ce la potrei fare.

Sono un egoista di natura, preferisco sacrificare una parte di me e avere sempre Al accanto.

Fanculo!

 

Stavo dicendo, prima di sclerare. Beh, l’ho visto: non l’ho guardato e basta, l’ho visto. È stato come farlo per la prima volta; non avevo  mai notato come fossero belli i suoi capelli, quanto grandi fossero i suoi occhi. Cioè, l’ho sempre preso in giro dicendogli che con i capelli lunghi sembrava una femmina, ed era un aspetto accentuato dai suoi occhi grandi come piattini da the. Eppure ora sono dettagli che amo – che schifo, sono io la femmina ora! Dio.

Non so cosa fare. Sono incastrato in questo casino, e come al solito mi fascio la testa prima di essermela rotta ma – Cristo! Me la spaccherà in un miliardo di pezzi da qui a poco! So solo che lo amo, e che altro non posso fare. Ma è tutto così fottutamente sbagliato.

Dico cose così prevedibili che mi prenderei a schiaffi. È tutto così fottutamente, fottutamente, FOTTUTAMENTE sbagliato – ma come parlo?! Ci dovevo solo arrivare prima.

 

È la consapevolezza che è arrivata troppo all’improvviso che mi fotte. Cioè, cazzo, uno non può neppure vivere con questo bel sentimento nel cuore che se ne sta lì, buono buono, che non gli da nessun fastidio; EH NO!, troppo facile! Tuo fratello deve improvvisamente essere bellissimo. Fanculo! Non è giusto, non vale! No, assolutamente!

E Alphonse, Cristo! Non credo abbia capito nulla, per quanto io, propriamente, non sia uno che tiene nascosto ciò che prova; soprattutto con lui è impossibile avere segreti. Però mi sto sforzando un sacco, e ci provo. Ci provo a provarci – non con lui, ma a tenere segreto tutto. Mi sforzo di non fissarlo mentre si cambia, di non essere geloso marcio appena qualcuno barra a gli guarda il culo. Ci provo. A volte fallisco.

Vita di merda.

 

Allora, contando oggi, sono tre mesi che mi sono reso conto di tutto – sì, di tutto il casino, giusto perché non l’ho detto almeno un trilione di volte. Beh, oramai ci sono dentro fino al collo, sono un’ape ficcata nel miele. Uao, che paragone poetico. Sono un figo.

Macché figo, sono uno sfigato! Tre mesi e non ci ho ricavato un ragno dal buco! Continuo a sbavare su di lui e spararmi seghe su seghe. Un po’ mi sono rotto.

Ma è mai possibile che io mi agiti come una ragazzina quando siamo da soli in una stanza? Mi ha anche chiesto se lo odio, perché me ne vado. Ommioddio, ma come pensi che io possa odiarti! Mi ti farei in ogni posizione su ogni supporto in ogni luogo oh dio sto IMPAZZENDO. Come potrei odiarti, mio Dio…

Bene. Sono calmo. Devo prendere in mano le redini di tutta sta cosa. Non è proprio da Edward Elric farsi trascinare dal destino.

Ho passato tre mesi a pensare. Mi è sembrato di captare messaggi subliminali. Ma potrebbero essere solo pippe mentali. In fondo sto mondo di merda mi fotte ogni volta.

… okay, basta robaccia emo.

Dicevo.

Ho pensato. Ho pensato tanto.  Non ha fatto una piega davanti alle cose più torbide e scabrose (che non ricorderò, mi sembra inutile e doloroso per me), quindi ho un po’ di speranza.

Bene, siamo da soli, in camera.

Ce la posso fare.

Calma, calma, calma.

 

Un cazzo. Non ce la posso fare. Oddio, respiro troppo veloce.

“Niisan, che succede?”

Cazzo, sembra che abbia un attacco d’asma. E io nemmeno soffro d’asma, è per questo che Al si inquieta. Mi si avvicina – oddio, il suo respiro sulle mie labbra.

Oddio, sto diventando completamente deficiente.

La mia isteria è tradotta nelle mani contorte, nel labbro morso. I miei occhi schizzano di qua e di là, non si fermano – oddio, non riesco a guardarlo fisso per cinque secondi di fila. È di fronte a me, lui ce la fa invece, mica è un impedito come me, mi guarda preoccupato. È stupito già dal fatto che non sia fuggito da qualche parte. Mi guarda con quei suoi occhi giganteschi. Quanto sono belli. Quanto è bello, Al.

“Al, io… ti devo parlare.”

 

“Beh, dimmi. Prima però cerca di respirare decentemente, sembra tu debba avere un arresto cardiaco da qui a tre secondi. Calmati.”

Ma cosa sto facendo?

Lo perderò, lo perderò di sicuro. Ma la sicurezza chi cazzo me l’ha data? Ma cosa vuol dire che ha accettato le mie nefandezze? Ma sono deficiente? Ma cosa ho fumato? Cioè, io non fumo, ma devo essermi fatto di qualcosa mentre non ero cosciente, perché è impossibile. Come posso credere che prenda sta cosa senza schifarmi, insultarmi, picchiarmi a sangue? Oddio oddio oddio.

Vabbeh. Oramai. Sono in ballo. E balliamo.

“Ti amo.”

“Anch’io ti voglio bene, ma mi devi chiedere qualcosa? Non ti faccio i compiti, non ne ho proprio voglia.”

“No no, ti amo. Ti amo.”

“Non ti faccio i compiti.”

“Ti amo, cazzo, ti amo, come… merda, tutti quei paragoni romantici, come il Sole ama la Luna, come Romeo amava Giulietta… no, come Romeo amava Mercuzio! Come Haruka amava Michiru, come, come, come… ommioddio, capiscimi!”

I suoi occhi sono due crateri lunari.

Sti paragoni romantici di merda.

 

È tutto andato a fare in culo. Lo sapevo. Cazzo, lo sapevo, ma perché non ti tappo la bocca e il cervello, eh?! Sono. Un. Deficiente. Ora mi picchia. Ora mi ammazza. Oppure mi sputa. O mi insulta. Mi prende fisicamente il cuore tra le dita e lo spappola.

Creepy. E disgustoso.

Mi costringo a guardarlo fisso in volto. Se non lo facessi le mie parole, la sicurezza della mia dichiarazione scemerebbe, si dissolverebbe. Non sembrerei serio. E lo sono, cazzo, anche se sono un completo idiota.

Sospira.

… sospira?

Che cazzo succede?

Perché cazzo sospira?!

“Certo che ce ne hai messo di tempo per rendertene conto.”

E mi guarda e tutto riacquista senso, è come se lui fosse la luce – non alla fine del tunnel, quella alla fine del fottuto bosco in cui ho girato per anni senza ritrovare la via d’uscita; ho ritrovato il mio mondo, e Dio solo sa se non mi sembra vero.

 

“… cosa?”

Al sbuffa, mi guarda tenendo le braccia incrociate. Sbuffa di nuovo, e il ciuffo onnipresente si solleva dalla fronte, si ferma in su e poi cade sui capelli. Ha le ciglia foltissime, sembra che sia truccato. È ancora più femmina. È sempre più fottutamente bello, ma non dovrebbe essere vietato e/o illegale?

Credo di essere in un sogno. Non può mica essere vero. Cioè, io non mi faccio che pippe mentali e lui arriva tranquillo e mi rimprovera anche perché sono tardo? Sono in una famiglia di malati di mente!!

… Dio, che sollievo.

Al, Al, il mio Al.

Allora… allora non mi odi?”

“Dovrei?”

“Sono uno schifoso incestuoso.”

“Lo sono anch’io.”

“Allora non mi odi?”

“No. No, che non ti odio. Scemo.”

 

Sto per esplodere. O per morire. O per esplodere morendo. Il che sarebbe naturale, non ho mai visto nessuno esplodere e sopravvivere.

Cosa succede? È di nuovo il terremoto? L’apocalisse? Sto fottuto casino dell’amore. Trema tutto, cazzo. O forse sono io che tremo e non riesco a calmarmi.

Al, Al, Al.

“Mi ami?”

“Oddio, ma oggi sei particolarmente scemo, niisan?”

“Tu dimmelo, rispondimi, stupido fratello!”

“E come devo risponderti?”

“Mi ami?”

“Sì. Certo che ti amo. Ti amo. Come solo un fratello può fare, come solo un fratello profondamente innamorato di quell’idiota di suo fratello maggiore può fare. Sei tutto. Sei ogni cosa. La mia parte mancante.”

Merda. Esplodo ora.

Mi prende, mi abbraccia. Mi bacia. Fortissimo. Mi ficca la lingua giù per la gola. Occazzo, voglio scoparmelo ora. Mamma non c’è.

Perfetto.

Alla fine sto mondo di merda non fa così schifo. E alla fin fine dai casini ci si tira fuori bene.

Sono Edward Elric, dopotutto.

Colui che è riuscito a sconfiggere l’inviolabile tabù dell’incesto tra fratelli.

L’avevo detto che ho poteri magici.

  
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