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Autore: CastelliPerAria    01/08/2010    3 recensioni
Duff Mckagan e una misteriosa ragazza punk, un incontro casuale, una serata indimenticabile passata insieme. Spero vi piaccia il mio sforzo di ricreare un amore maledetto, almeno per una notte.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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ehia Duff cammina per le vie della Città degli angeli.  Jeans di pelle, giacca blu chiaro aperta sul petto nudo e il solito lucchetto dorato:stasera è stranamente elegante.
Tiene tra le labbra una Winston Blue e in mano la solita, vecchia lattina di buona birra fresca.
E’da solo, stasera i ragazzi hanno preferito sfondarsi di birra, droga e sesso nel loro microappartamento ma lui ha preferito dileguarsi e godersi una buona birra da solo con i suoi pensieri.
Molta gente si volta ad osservarlo, tanti sono perbenisti sconvolti dal suo aspetto punk, ma il ragazzo nota, non senza una punta di soddisfazione, che sono più che altro le ragazze ad ammirarlo con occhi sognanti.
Si liscia un ciuffo ribelle ossigenato e aspira l’ultima boccata per poi gettare il mozzicone consumato sul marciapiede già lurido di fronte ad un vecchio pub. Si ferma un istante ad osservarlo mentre si spegne lentamente e poi alza gli occhi, attirato dall’insegna al neon che reca la scritta gialla Guinness beer.
Entra senza fare complimenti:è un pub piuttosto squallido, nell’aria suona una vecchia hit dei Sex Pistols. Sorride riconoscendo le note di Pretty Vacant e si avvicina al vecchio bancone di legno. Si siede con fatica su uno sgabello malandato, a causa delle sue gambe lunghissime. Slash lo chiama spilungone gambalunga da una vita, ma lui ormai lo ignora.
Alza lo sguardo verde sulla barista, una ragazza carina con una coda di cavallo e ordina una pinta di birra sorridendole. La ragazza sgrana gli occhioni azzurri e ammicca, riempiendo subito un bicchierone di vetro.
Glielo porge sorridendo e Duff la ringrazia con un semplice sorriso, per poi bere un lungo sorso di birra.
“Ah, con ghiaccio, ci voleva proprio…” pensa il bassista. Le sue riflessioni vengono interrotte da un urlo.
- E LASCIAMI CAZZONE!- una ragazza è strattonata da un ragazzo con i capelli visibilmente tinti di rosso. Indossa un chiodo di pelle, calze a rete strappate e decolletès di vernice nera.
Duff non riesce a vederla in faccia ma si alza immediatamente dallo sgabello e si avvicina al ragazzo, sovrastandolo.
- Ehi, tu, lasciala subito.- dice con voce calma. Il ragazzo alza gli occhi scuri e incontra lo sguardo gelido di Duff, mollando la presa quasi immediatamente.
Si allontana facendo il medio al bassista, che però lo ignora, occupato ad aiutare la ragazza ad alzarsi.
Quando la vede in faccia, è quasi uno shock per lui:non ha mai visto una ragazza così bella. O meglio, è carina, non bellissima, ma ha qualcosa che lo attira. Ha degli occhioni scuri grandissimi, quasi sproporzionati, enfatizzati da pesanti righe di trucco nero, e labbra a cuore rosso fuoco. I capelli, spettinati e cotonati, sono neri con delle specie di meches più chiare.
La ragazza si rialza spolverandosi il chiodo, coperto davanti da una miriade di spille da balia e borchie, e si aggiusta i capelli. Indossa una canottierina striminzita leopardata e una minigonna stretch nera così corta che Duff pensava indossasse solo i collant.
- Stai bene?- domanda apprensivo.
Le lo fissa con gli occhioni sgranati e annuisce con vigore:- Sì, grazie.-
Duff nota che anche lei indossa un lucchetto simile al suo al collo.
- Posso offrirti qualcosa da bere?- domanda lui.
Lei annuisce di nuovo, mentre un sorriso infantile le illumina le labbra rosse.
Entrambi si siedono sugli sgabelli e ordinano due birre.
- Allora, io mi chiamo Duff e tu?-
- Io? Io sono Grace…piacere di conoscerti, Duff.- disse la ragazza sorridendo e stringendo con vigore la mano al bassista. Lui rimase sorpreso per quel sorriso così da bambina e leggermente scombussolato da tutto quell’entusiasmo.
- Piacere mio…scusa, ma perché quel tipo ti stava dando fastidio?- chiese lui.
La ragazza si rabbuiò e si morse un labbro:- Gli dovevo dei soldi…per la roba, sai, no?-
Duff annuì tristemente:gli spiaceva che una ragazza così giovane, aveva sì e no diciotto anni, e così vitale e allegra si drogasse.
- Grazie comunque per avermi difesa…senza di te mi avrebbe sicuramente spezzato un braccio.- disse Grace rabbrividendo e sgranando di nuovo gli occhi neri. Duff ne rimaneva ogni volta incantato:erano due pozzi scuri, due macchie oscure in cui sprofondare e lasciarsi andare lentamente…
Duff sorrise:- Non c’è di che.-
Le birre erano ormai finite e i due uscirono dal bar, non senza rammarico della giovane barista.
Appena usciti Grace sogghignò:- Non  sembrava molto contante di vederti con me.-
Duff alzò le spalle:- Preferisco la tua compagnia alla sua.-
Grace sorrise ingenuamente e prese Duff sottobraccio:- E poi io ascolto punk come te, non te lo dimenticare!-
Avevano parlato per quasi un’ora dei loro interessi:Duff le aveva parlato dei Guns N’Roses e lei del suo gruppo punk di sole donne, in cui faceva la cantante. Avevano entrambi un grande passione per i Sex Pistols e, se Duff venerava Sid Vicious, lei era una fan di Nancy Spungen.
Passeggiavano tranquilli per Los Angeles, fumando entrambi una sigaretta:se Duff aveva le sue amata Winston, Grace preferiva le Black Devil, le sigarette nere all’aroma di vaniglia.
Tranquilli, scherzando e ridendo, parlando del più e del meno, arrivarono sotto l’appartamento di Duff:il bassista non si aspettava nulla, gli piaceva stare con Grace ma non voleva costringerla a fare nulla che lei non volesse.
La ragazza aspirò l’ultima boccata e gettò via il mozzicone nero, per poi sorridere di nuovo a Duff:il ragazzo le rispose con un ennesimo sorriso, adorava vederla sorridere, le si illuminavano gli occhi e sembrava una bambina troppo cresciuta.
- Bene, Grace, io abito qui…- disse lui indicando il piccolo balconcino sporgente dall’alto.
- Ok…allora io vado, ciao Duff.- disse lei, cercando di nascondere un’espressione delusa.
Duff la guardò allontanarsi, ma non resistette e con un balzo la raggiunse, agguantandola per un braccio.
- No, dai Gracie, aspetta!  Se vuoi puoi salire…- disse lui speranzoso. La ragazza sorrise e gli occhi le si illuminarono come sempre, mentre annuiva con energia.
I due salirono ridendo e Duff aprì la porta facendola entrare per prima.
- Prima le signore…- disse scherzosamente guardandosi attorno -…non sarà il massimo ma almeno è casa.-
I ragazzi per fortuna erano nelle loro stanze, preda degli effetti di una delle loro solite serate-devasto.
Grace si guardò attorno interessata, scavalcò un mucchio di mutande e si sedette sul divano malconcio. Duff la raggiunse subito con altre due lattine di birra in mano.
Parlarono ancora un po’, finchè Grace non si avvicinò a Duff sgranando nuovamente gli occhioni scuri e poggiò le labbra morbide sulle sue.
Duff spalancò gli occhi sorpreso, assaporando il gusto di ciliegia del rossetto della ragazza.
Quando si staccarono lui si leccò le labbra ormai color amarena e lei sorrise di nuovo infantilmente.
Si baciarono ancora per un bel po’, poi Grace si tolse il chiodo buttandolo malamente per terra. Duff la osservò per un istante, i muscoli tesi e i seni sodi sotto la canottierina aderente, e poi si tolse anche lui la giacca, rimanendo a torso nudo.
Grace gli posò con delicatezza le mani sul petto, accarezzando i muscoli appena accennati che parevano disegnati nel marmo.
Duff le sfilò la canotta, ammirando il suo seno adolescenziale, acerbo, e sfiorandolo con dolcezza. Grace spalancò gli occhi e lo baciò con più ardore, i loro corpi uniti in un abbraccio.
Lei con calma si sfilò la gonna e poi i collant con lentezza esasperante, rimanendo in mutandine bianche di cotone, e poi armeggiò con la zip dei pantaloni di Duff, che ben presto finirono vicino alla giacca. Grace rimase ad osservarlo incantata:il bassista aveva un corpo da dio greco, gambe affusolate, torace magro ma spalle ben piantate.
In breve anche le mutandine di Grace e i boxer attillati di Duff raggiunsero gli altri abiti e i due si rimirarono contemporaneamente nella tenue luce della luna, che entrava dall’unica finestra aperta.
Duff era ipnotizzato dalle curve sinuose di Grace, era incredibile quanto una ragazzina così giovane e all’apparenza così innocente potesse avere una sensualità così spiccata. Ma erano soprattutto i suoi occhi e il suo sorriso ad averlo incantato:quel sorriso da bambina, così dolce e vitale, e gli occhioni neri, pozzi profondi in cui perdersi.
Anche la ragazza era come ipnotizzata da Duff:raramente aveva conosciuto un ragazzo così bello, ma anche così divertente e dolce. Si era rivelato molto premuroso nell’aiutarla e nell’assicurarsi che stesse bene e non riusciva a fare altro che guardarlo nei suoi incredibili occhi verde scuro.
I due si baciarono e di unirono sul divano:Duff penetrò Grace delicatamente, con spinte dolci e quasi amorevoli, come se avesse paura di vedere il suo sorriso trasformarsi in un’espressione di sofferenza.
Raggiunsero l’orgasmo insieme, gemendo e abbracciandosi stretti. Grace stava lentamente annegando tra le forti braccia del bassista, Duff dal canto suo si trovava bene come non mai con il viso affondato nei soffici capelli di Gracie.
Stettero insieme sul divano, abbracciati, fumando una sigaretta in religioso silenzio.
Nell’aria, solo una sottile scia di fumo al profumo di vaniglia nel buio della notte.

Torno con una one-shot sul nostro bassista preferito...stasera su Mtv davano "Sid & Nancy" e, ho deciso di scrivere questa one-shot basata sul loro amore tormentato.  Duff ormai ai miei occhi è il degnissimo successore di Sid (per non dire migliore) e mi sono divertita a creare un peronaggio che assomigliasse a Nancy, o almeno a come la immagino io, lontana delle dipendenze con cui viene sempre dipinta.









 


 

  
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