Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: zero2757    01/08/2010    1 recensioni
I veri sognatori non dormono mai.

Mi è sempre piaciuto Edgar Allan Poe per i suoi racconti e, questa, mi rappresentava in modo mostruoso.

L'ultimo capitolo di Roulette Russa e Rose Blù!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Roulette Russa Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Secret Hands

Chapter One - Merry Me














Fan Fiction Dedicata alle persone indecise e confuse,
spaventate all'idea del matrimonio.




But, oh, what
beautiful things I'll wear
What beautiful dresses and hair
I'm lucky to share his bed
Especially since I'll soon be dead

Merry Me








Through Bella


Sono passati all'incirca sette anni da quel vanticinque Giugno e sono, oramai, cinque anni che sono fidanzata ufficialmente con Jacob Black.
Da quando Jake è venuto a prendermi a scuola, quel lontano Novebre, Edward si era, letteralmente, incollato a me. Non riuscivo a comprenderne il motivo finché, un giorno, si presentò a casa mia con un mazzo di rose rosse in mano; per poi dirmi che ero l'amore della sua vita.
Ovviamente lo rifiutai, sbattendogli la porta di casa in faccia. Ma lui non si arrese e continuò a farmi la corte, ovviamente, questo atteggiamento disturbò Jacob che, inizialmente divertito, divenne una furia arrivando a sbattere Edward al muro dicendogli di lasciarmi in pace. Quel gesto mi distrusse.
Quando conobbi Jake, a Settle, eravamo solo buoni amici finché una notte, avendo bevuto troppo entrambi, siamo finiti a letto insieme. Fu allora che Jake mi nominò sua, sua per l'eternità e a me stava bene. Non dissi nulla ad Alice fino al Diploma, non si sorprese perché aveva intuito qualcosa e, il giorno del Diploma, successe. Edward mi aveva portato via a forza dopo la cerimonia; per poi rinchuiderci in palestra, forse la mia testa non ragionò lucidamente, forse aveva qualche cosa fuori posto perché rifinii a fare sesso con lui.
La cosa mi sconvolse non poco, lo odiavo. Lo odiavo così tanto eppure... non riuscii a trattenermi, non potei. Quando quell'episodio si concluse le nostre strade, finalmente, si divisero ed io andai alla Columbia University di New York assieme ad Alice e da quel giorno finì tutto.



In sù e in giù, continuavo ad andare aventi ed indietro. Mentre mi dondolo guardo la mia immagine allo specchio, i capelli lunghi castani, gli occhi cioccolato, il piercing al sopracciglio, l'anello di fidanzamento all'anulare sinistro. La canotta nera ed i pantaloni della tuta blù-scuro, le unghie delle mani laccate di nero.
Poso lo sguardo all'interno del polso sinistro dove una piccola scritta fa bella mostra di sé, mi sono fatta questo tatuaggio il giorno dopo l'incidente, lo definisco tale, con Edward. La frase in questrione era:

I veri sognatori non dormono mai.

Mi è sempre piaciuto Edgar Allan Poe per i suoi racconti e, questa, mi rappresentava in modo mostruoso.
Mi risveglio da i miei pensieri e incomincio a vestirmi, jeans strappati chiari, non mi separo da questi jeans da sette anni, una felpa aderente nera, anfibi e sono pronta!
Butto i pantaloni della tuta e la canotta malamente sul letto per poi uscire dalla stanza. Mi dirigo in bagno dove mi trucco leggermente e mi faccio una coda di cavallo. Fatto.
Prendio le chiavi e, finalmente, esco dall'appartamento che ho in comune con Alice.



Salgo le scale dell'appartamento il più infretta possibile, le lacrime mi bagnano il viso copiose. Come aveva potuto, come?! Mi aveva definito 'sua' e poi va a scoparsi la mia professoressa, per giunta della mia stessa età! Fottuto, fottutissimo bastardo, altroché amore, altroché fidanzata, altroché scrittore e 'notti di lavoro'!
Se potessi gli strapperei i suoi fidati gioelli di famiglia mettendoglieli in un posto dove non batte il sole, altroché!
Mi butto sul letto, Alice è da Jasper, un ragazzo che ha conosciuto in discoteca qualche tempo fà, ed io sono sola. Piango, piango tutte le mie lacrime ma sta volta sarà l'ultima lo prometto!



Un rumore mi sveglia, guardo la sveglia è l'una e mezza di notte. Qualcosa finisce per terra ed una voce mi fa intuire che non è Alice, impugno la mazza da baseball, che Phil si era premurosamenteprocurato, e scendo. Una figura arranca nel buio, con l'adrenalina a mille faccio un balzo, che nemmeno il più brvao atleta di atleticaleggera si aspetterebbe da me, arrivando all'interruttore della luce; accendendola. Non appena guardo in faccia il 'rapinatore' il battito cardiaco accellera.
« Edward? » dico al ragazzo, ma che dico, uomo di fronte a me. I capelli ramati sono più lunghi, la barba, che prima non aveva, è leggremente visibile ed ispida. I jeans scoloriti e strappati, la maglietta nera gli segnava perfettamente gli addominali ed i pettorali, sopra ad essa una camicia a scacchi bianca e nera.
Mi mordo il labbro inferiore per evitare che la mia bocca dica qualcosa di sbagliato, lui ancora non si è mosso e continua a fissarmi. « Bella » dice infine, dopo un silenzio durato anni.
« Che cosa ci fai qui Edward? Chi ti ha dato la chiave? » chiedo fredda mentre continuo a stringere la base della mazza, i suoi occhi verde smeraldo si incupiscono un momento per poi sputare fuori parole dalla sua bocca.
« Alice mi ha detto che posso dormire qui, sono tornato oggi da Sitka e sono sfinito. Domani riparto, vado a Forks » abbassa gli occhi su di me, dopo essersi eclissato su una foto io ed Alice.
Il mio cuore batte all'impazzata, dopo sette anni non sono più immune al suo fascino, purtroppo. « Allora -incomincia, mettendosi le mani in tasca- come va con... Jacob? » chiede, abbasso gli occhi e contemporaneamente la mazza. « Ci siamo lasciati e... va bene. Sta notte puoi dormire qui, prendi la camera di Alice » e detto questo mi avvio in camera, in cerca di conforto da quel dolore che mi squarciava il cuore.



Three Years Later


« Alice ho paura! » le dico acchiappandole il braccio, « Bella la vuoi smettere? E' una cosa normale, poi passa tutto! » mi dice mentre si libera il braccio dalla mia morsa. Una voglia di vomitare assurda mi assale, così incomincio a espirare ed inspirare girando in tondo.
Improvvisamente, una porta si apre scoprendo Rosalie, mia cognata.
« Allora come procede... Ma Bella! I tuoi capelli sono tutti in disordine, non puoi presentarti così. No, no » e mentre dice ciò mi acchiappa e, con molta forza, mi fa sedere sulla sedia lavorata. Incomincia ad intrecciare, liecsiare, spazzolare, piastrare... insomma di tutto e di più. Dopo un'oretta abbondante sono ptonta. Prendo il mazzo di margherite bianche e mi ammiro allo specchio, il corsetto bianco con laccetti blù mette in risalto il mio punto vita per poi proseguiore con una gonna a strati, uno di velo e l'altro di stoffa; dando un'aria vagamente strappata e logora.
Al colla fa bella mostra di sé un girocollo con il cinturino di stoffa nera ed un dimante in mezzo, il trucco leggero ed il rossetto color mattone. Sì, sono pronta ma ho una paura fottuta!
« Su Bella è il tuo turno! » mi sussurra Alice con aria vagamente maliziosa, faccio un bel respiro ed esco dalla stanza. Mio padre, con le lacrime a gli occhi, mi accompagna all'altare.
Il mio sguardo è solo per lui, che quel giorno mi fece sua. Mi ricordo ancora cosa mi disse prima che io salissi le scale per tornare in camera...


« Bella.. -incominciò- io volevo chiederti scusa. Sono stato indiscreto » disse, potevo sentire chiaramente che era dietro di me. Fremevo, fremevo perché volevo essere toccata da lui. Ma con enorme sforzo riuscii a parlare « Non fa niente » e dicendo questo incominciai a salire.
« Sposami! » quasi urlò ed io mi bloccai, mi girai lentamente guardandolo con occhi sgranati. « Sposami... » ripetè.



Il sacerdote ci aveva proclamato marito e moglie ed io sono felice. Edward mi guarda in modo dolce, mi aveva fatto sua. Anzi, lo ero sempre stata da quel venticinque Giugno. Tutta questa storia era iniziata con il dolore da parte di entrambi ed era finita con qualcosa di meraviglioso, le nostra labbra si sfiorano leggermente per sugellare questo contratto fatto con Dio. Scrosci di applausi si diffondono per tutta la chiesa e, mano nella mano, ci dirigiamo verso l'uscita dove una pioggia di riso ci viene addosso. Edawrd con le sue mani segrete, invisibili aveva accolto e strappato il mio cuore. E, adesso, sono qui e sono felice, senza più paure. Senza più timori, grazie alle mani segrete di mio marito.








The End








   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: zero2757