“TRAGICA SCOMPARSA NEL
MONDO DELLA MUSICA”
“SMARRITO NEL NULLA: IL
FRONTMAN DEI GREEN DAY INTROVABILE”
“FUGA DEL RE DEL PUNK”
Clarissa era sotto shock,
continuando a leggere l’ articolo di Repubblica:
BERKELEY- Non dà notizie
di sé da ormai due settimane il cantante e chitarrista dei Green Day, Billie
Joe Armstrong. “Non si sa dove sia, temo che sia stato rapito” esclama tra le
lacrime la moglie del musicista, Adrienne Nesser, ai
microfoni della CNN. A quanto si è saputo dalla polizia, l’ uomo era uscito di
casa come faceva regolarmente ogni mattina per andare a comprare il giornale,
quando non era più rincasato. Si sospetta rapimento da parte di gruppi
terroristici, probabilmente legati ad Al Qaeda. Lo scopo sarebbe..-
Non ebbe il coraggio di
continuare a leggere. Oddio, come era stato possibile? Rapimento? Probabile
omicidio? Non ci volle nemmeno pensare: afferrò il telefono e chiamò a
Berkeley.
…
Accidenti, ma chi era tanto rompiscatole da disturbarla in
certe circostanze? Eleonora era distesa sul letto, in un groviglio di lenzuola
ancora calde e umide e non aveva alcuna voglia di destarsi dallo stato
paradisiaco in cui si sentiva.
Cazzo, mia sorella.. ora che faccio?
Si schiarì la voce e,
sfoggiando un tono di voce smagliante, si affrettò a rispondere.
-clarissa, che piacere!
Tutto ok?-
-un corno. Non hai saputo
niente? E meno male che vivi a Berkeley! Dove sei ora?-
Tzè, Berkeley, e chi se la ricordava più? Le aule
affollate dell’ università, i libri pesanti come mattoni, gli esami, l’ ansia,
gli squallidi appartamenti in cui si tenevano festicciole per festeggiare un
buon voto.. tutte realtà oramai lontane. Era alle Hawaii di nascosto, in un
hotel facoltoso con spiaggia privata e centro benessere, con la consapevolezza
che a casa i miei immaginavano che fossi immersa nello studio. Cosa potevo
desiderare di più?
Soffocando una risata di
soddisfazione allo stato puro, risposi:
-nei cortili
universitari.. cosa c’ entra, non sono mica un’ agenzia di gossip! Ma che è
successo di così importante?-
Immaginavo già cosa mi
avrebbe detto, difatti:
-oddio, Ele, Billie Joe dei Green Day è sparito! Scomparso! È
ricercato dalla polizia e si suppone rapimento da parte di Al Qaeda. Non so che
pensare.. e se fosse già morto?-
-dai, non disperare, non
credo che sia morto, non credo proprio.- già, non lo credeva proprio.
-tu se sai qualcosa
dimmelo, ok? Ma che è quello scroscio d’ acqua?-
-no, no, niente, una
fontana che hanno piazzato da poco.- mentì spudoratamente. Ma proprio ora
doveva decidere di farsi la doccia quell’ altro?
-non mi stai mica
prendendo in giro, vero?-
Assolutamente NO!-
esclamò con fin troppa veemenza –come potrei? Tornando all’ affaire Billie Joe, da quanto sarebbe
scomparso?-
-due settimane, e nessuno
ne sa niente! Adrienne pensava che fosse una banale fuga ma, a quanto pare,
vedendo che non è tornato dopo una settimana, ha scatenato un pandemonio con la
polizia e adesso lo stanno cercando ovunque negli Usa. I giornali lo hanno
saputo da poco, ecco perché gli articoli sono usciti solo oggi. Tu che pensi
che sia? rapimento terroristico?-
-accidenti, non lo so!-
c’ era una nota di preoccupazione, VERA preoccupazione, nei suoi occhi e nel
tono di voce – spero che si risolva tutto il più presto possibile. Ti saluto,
ciao Clà.-
-ci sentiamo.-
Chiuse la telefonata e
cominciò a rimuginare e chiarire i punti della faccenda. Dunque: sparizione..
probabile sequestro.. polizia.. giornali.. gran casino nel mondo dello
spettacolo.. Al Qaeda sospettato di c’ entrare qualcosa.. cazzo che Casino con la
C maiuscola. Ma che eccitazione che avvertiva nel profondo: adorava gli
imprevisti, Eleonora! cosa c’ era di meglio? Non si potevano certo paragonare
film d’ amore tra gli agrumeti in fiore a scene d’ azione e passione criminale!
Ma.. se fosse successo qualcosa di DAVVERO grave?
Le sue preoccupazioni
sparirono vedendo entrare in camera Lui, appena uscito dalla doccia, con un
asciugamano legato ai fianchi. Spalle piene, sode, ampie e spaziose, braccia
forti e di esperienza, tatuate al punto giusto, da scoprire all’ occhio e al
tatto, collo lungo e stretto, invitante non solo per i vampiri, capelli
ribelli, eternamente scompigliati, neri come la notte e morbidi come seta che
ricadevano sulla pelle chiarissima come rugiada su un fiore primaverile, con la
stessa limpidezza, la stessa eleganza. La pelle, bianca come la luna e liscia
come il ghiaccio, ma calda come il sole dell’ Africa, la bocca appena schiusa,
morbida come un cuscino e rosea, piccola e perfetta, senza un’ esagerazione,
senza una nota che stonasse. Solo qualcosa era quasi troppo da vedere su un
essere umano; quei due fari nella notte, quelle due guide e, allo stesso tempo,
quei due universi in cui perdersi, in cui cullarsi nell’ oblio del mistero provocato
da tanta bellezza, quelle due incredibili pietre filosofali che cambiavano
colore mille volte al giorno, che custodivano i sentimenti ma che, ad un occhio
attento, li lasciavano sfuggire per farli custodire alla persona che fosse
stata in grado di scorgerli, quelle due sfere magiche che avrebbero fatto
girare la testa a chiunque, facendolo cadere subdolo e terribilmente innamorato
del loro padrone. Eleonora aveva sempre pensato che quei due magnifici occhi
avessero qualcosa di stregato, un dono particolare che li rendeva tanto unici
quanto incredibilmente lontani da lei, inarrivabili, irraggiungibili, come le
comete, come l’ arcobaleno, che portava i suoi attimi di gioia dopo la
tempesta, ma si lasciava solo guardare, lasciava solo che una bimba bionda lo
ammirasse dalla finestra. Tutto questo aveva sempre pensato fino alla notte
precedente, fino a quel calore che la aveva accolta, fino a che non aveva
sentito anche dentro di sé il contatto con il possessore di cotanta meraviglia,
finché non aveva visto gli stessi occhi irraggiungibili e meravigliosi scrutare
ogni angolo del suo corpo, con quel desiderio e quella sfumatura di malizia
che, se possibile, li rendevano ancora più belli. Avevano raggiunto un colore
unico gli occhi di Lui, quella notte, un colore che Eleonora, nonostante avesse
passato tanto a guardarli in ogni situazione, non era mai riuscita ad ammirare:
il colore della lussuria. Sentiva ancora caldo tra le gambe ripensando a quei
momenti, come se fosse riuscita a fermarli per sempre per riviverli ogni volta
che avrebbe voluto, ogni volta che si fosse sentita sola, ogni volta che avesse
voluto provare di nuovo quel desiderio, quel piacere.
Si voltò appena per
guardarlo nei minimi particolari, per scrutare il suo corpo perfetto da lucida,
con la vista non offuscata dalla voglia e dai pensieri più sconci, come era
accaduto ieri. Era perfetto: la non grande altezza era ben concepita e gli
anche scarsi centimetri si distribuivano alla perfezione su tutto il corpo,
sulle gambe snelle, sul busto, sul collo raffinato. Era fine, bello, mai
volgare, non stancava starlo a guardare per ore, perché si scopriva sempre
qualcosa di diverso, un particolare unico che lo rendeva ancora più prezioso.
Ed ora era suo; non ci poteva credere, non poteva credere che sarebbe arrivata
a possederlo, a poterlo toccare senza farsi problemi, a poterlo amare senza
nascondersi. Era un sogno, ed Eleonora non voleva svegliarsi. Era tutto così
confuso, ma aveva raggiunto l’ obiettivo.
Quanto è bello poterti avere, Billie Joe.
…
-si può sapere dove è
andato, quel coglione?- stava sbraitando Trè da ormai una buona mezz’ oretta,
senza sapersi dare una risposta, e senza riceverne una.
-non lo so, non ne ho
idea. Non mi ha detto niente.- rispose l’ interlocutore, ormai esasperato dalla
“conversazione”.
-cazzate, Mike. Tu ce lo
stai nascondendo, lo so. Sei d’ accordo con lui, ovviamente.-
-oh, Trè, ma lo sai o no
che stavolta hai davvero rotto? Si può sapere che vai dicendo? Come ti permetti
anche solo a insinuare che se sapessi che Billie Joe è da qualche parte non te
lo direi?! Siamo tra noi tre, ci siamo sempre detti tutto.-
-un cazzo, Mike! Io sono
sempre stato l’ ultimo a sapere ogni cosa! Tutto era tra voi due, voi due, voi
due! Siete voi i Green Day, io sono solo un batterista di supporto della
coppietta del secolo! Io sono sempre l’ ultimo a sapere, sempre! Ti ricordi
anche tu, vero, quando scoprii delle vostre notti di fuoco? Da chi lo venni a
sapere? Da Adrienne! Mi avete sempre lasciato fuori e vi siete fatti i cazzacci vostri per anni, scopando come gatte in calore. Ve
l’ ho sempre permesso per rispetto, mi sono fatto coinvolgere qualche volta e
mi è piaciuto andare a letto con Billie Joe, ma è finito tutto lì. Mi sono
sempre sentito usato e messo da parte, ma sai perché ho resistito? Perché a voi
due ci tengo! Ma adesso giuro che se scopro qualcosa che io non sapevo e tu
conoscevi su questa faccenda, Mike, sono davvero fatti vostri.-
-aspetta, Trè, ci sono
state cose che non ti abbiamo detto, va bene, ma non erano faccende importanti
per il gruppo..-
-ah, no? Sapere che il
frontman e il bassista di una band vanno a letto assieme da anni pur essendo
sposati e con figli non crea scompiglio? E se non lo avessi saputo prima degli
altri non creerebbe ancora più casino? La fate troppo facile, voi due, troppo.-
-Trè, si ok abbiamo sbagliato ma cosa credi, che non
ci abbiamo pensato, a dirtelo prima? Tante volte, ascoltami.. non c’ è stato
mai il momento adatto e tutto è uscito fuori alle “sedute” prima di American
Idiot. Ma cerca di credermi, abbiamo pensato a te sempre.. e giuro che stavolta
non so nulla nemmeno io di Billie, so solo che sto male, che mi manca e sono
terribilmente in pensiero, che ho paura e sono solo, perché devo fingere con Brittney che la faccenda mi riguardi relativamente, che io
non sia coinvolto come lo sono nelle realtà. Sono solo, Trè, solo, se non ci
sei tu.-
Era sincero, si notava
dagli occhi. Quello sguardo si riconosceva lontano un miglio, profondo, triste
e smarrito, senza punti fermi, senza certezze, come quando Anastasia gli aveva
chiesto il divorzio. Ma, quella volta, Billie, la persona che Mike amava più di
ogni altra, era lì, accanto a lui, ad ascoltarlo e ad asciugargli le lacrime.
Non poteva lasciarlo, si sarebbe sentito un vigliacco.
Si sedette accanto a lui.
Mike vacillò sul divano, poi appoggiò la testa sulla spalla di Trè e scoppiò in
lacrime, in un pianto liberatorio ma disperato, il pianto di chi non sa cosa
pensare, di chi si sente sconfitto dagli eventi, di chi non sa dove rifugiarsi
per sfogare il suo dolore, troppo per una persona sola, tanto opprimente da
schiacciare qualsiasi forma di razionalità e lucidità. Un pianto dimesso,
silenzioso ma potente, dolce come il miele ma potente e amaro come acido..
…
John sedeva sulla sua
poltrona preferita, nella sua dimora a Berkeley, mentre leggeva il giornale,
rilassandosi dopo una dura giornata di lavoro. Ah, la cronaca, che noia, pensò, meglio passare a qualcosa di più leggero. La pagina di Cultura e
Spettacolo del New York Times fu la prima che gli venne in mente, ma quando la
vide sentì il sangue raggelarsi nelle vene per un eterno secondo, per poi
defluire bollente al cervello e al cuore. Non era possibile.
SCOMPARSO
BILLIE JOE ARMSTRONG DEI GREEN DAY
Billie Joe? Il suo ex
compagno di band era scomparso nel nulla? Il frontman di una delle più
importanti band della Terra non si trovava? L’ uomo per cui, circa ventidue
anni fa, aveva letteralmente perso la testa aveva fatto perdere le sue tracce?
Impossibile. Non poteva essere sparito, John ricordava come fosse ieri l’
ultima volta che lo aveva incontrato per strada e, dopo averlo salutato e
oltrepassato, non aveva resistito alla tentazione di girarsi indietro per
ammirarlo e oscillare le pupille al movimento del suo sedere ancora a dir poco
perfetto, sodo e alto. Sulla scia argentea di quel pensiero, sprofondò nei
ricordi.