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Autore: Ginsecure    02/08/2010    1 recensioni
La mia prima FanFiction. Una folle idea nata mentre rileggevo "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" e pensavo a come sarebbe cambiata la vita di una babbana allo scoprire che esiste un altro mondo. La domanda che mi sono posta é: Se Voldemort non avesse scelto Draco? Se la sua vittima da sacrificare non fosse stata il giovane Malfoy, ma qualcun altro?
Dedicate un pò del vostro tempo a questa storia e RECENSITE. Spero vi piacerà.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Voldemort | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 1: Bonnie

Bonnie piangeva. Bagnava il suo cuscino, bagnava quella dannata lettera. Una rettifica, una correzione. Cosa c'era di peggio del sapere che esiste quel mondo magico, quell'universo parallelo in cui pensavi di poter essere accettata e non riuscire a farne parte? Niente. Eppure era così. Non sarebbe potuta entrare ad Hogwarts. C'era stato un errore madornale, unico nel suo genere. Lei non aveva poteri magici, lei era un’umana qualunque. Una babbana qualunque. Allora Bonnie piangeva. Sarebbe stato meglio sapere che l'unica realtà era quella che conosceva. L'illusione faceva male. L'effimera felicità provata nel vedere una civetta poggiarsi sul suo balcone, nello scoprire dietro quella calligrafia sbilenca la possibilità di sorridere veramente. Ora tutto svaniva. Bonnie piangeva.


Bonnie era stata una bambina solare e un'adolescente depressa. Era un camaleonte, un essere mutevole e instabile. All'età di dieci anni aveva un viso delicato incorniciato da boccoli castani e illuminato da occhi bronzei velati dalla tristezza per una sofferenza inflittale troppo presto. Perdere la mamma senza nemmeno conoscerla, mentre ti dà alla luce con un padre che ti attribuisce la colpa per la perdita della donna che amava, che anche tu avresti amato, ti segna inevitabilmente l’esistenza. A undici anni aveva pianto per essere stata rifiutata dall'unico posto che avrebbe potuto chiamare “casa”. Dopo le lettere ricevute da Hogwarts era scattata la scintilla. Era vissuta nei libri che parlavano di magia, incantesimi, streghe, fate, folletti e draghi. Erano il suo sorriso, meglio della quotidianità. Loro non l'avrebbero abbandonata. L’avevano tradita. In un giorno solo era venuta a conoscenza di un segreto lo e aveva provato un dolore inimmaginabile: un mondo magico esisteva. Lei ne faceva parte. Dopo un ora passata a fantasticare un’atra lettera. Il preside Albus Silente si scusava. C’era stato un errore, dei maghi sarebbero venuti a cancellarle la memoria. Ma nemmeno la magia può rimuovere ciò che ti ha reso felice e ti ha procurato un vuoto così grande. Un rifiuto  Erano passati ventiquattro mesi bui. Sentiva un senso di oppressione, abbandono e rigetto, ma, senza i suoi ricordi, il dolore non aveva una causa. A quattordici anni Bonnie aveva tinto i capelli. Tutte le punte avevano dei riflessi rame, tendenti al rosso. Copriva gli occhi con lenti a contatto nere. Era sempre sola, ai margini della società. Esclusa da tutti. Non leggeva più, passava il tempo a scrivere. A sedici anni voleva la sua giustizia. Ricordava. La sua sete di vendetta richiamò Lui.

Le sue pupille si assottigliarono. Il bronzo si tinse di rosso. Il sangue scorreva nel suo iride. Il suo cuore divenne di ghiaccio. Bonnie non esisteva più. Il signore Oscuro la prese con sé. L'errore di Silente si sarebbe rivelato doppiamente fatale.

- Domani avrà inizio la tua vendetta. 
- Signore, quella di cui sta parlando non è la sua vendetta? – marcò quel “sua” con particolare enfasi e malizia.
- Lingua biforcuta taci! Tu mi devi tutto. Senza me non saresti più niente. Sono l'unico per te - il sibilo della voce echeggiava nel maniero, penetrava nelle ossa. 
Lei tacque si credeva amata, era convinta di quelle parole. Ma lui, non provava sentimenti. Lui la stava usando.

  
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