Non voglio
perdere tempo con spiegazioni inutili - che saranno
prontamente scritte a fondo pagina! - ma per chi non
ha mai letto la saga di Wild Boys che ho in corso probabilmente troverà un
personaggio mai sentito in Slam Dunk. Tale personaggio è Hime Sakuragi, la
sorella gemella di Hanamichi, mia creaturina proveniente direttamente dalla mia
mente bacata.
Sparisco,
ci leggiamo dopo... Sperando che non siate già
scappati via! XD
Hysteria
- Quando Slam Dunk ti fa impazzire
Ho
sempre amato il mio letto. Non è troppo morbido e né
troppo duro, è semplicemente perfetto.
O
meglio, era perfetto. Almeno finché
quell'esagitato di Hanamichi non è comparso dal nulla tuffandosi direttamente
sul materasso... E rompendolo.
«Hanamichi!
Quella non è una piscina!», esclamo, andando a
sincerarmi delle precarie condizioni del letto.
«Vai e
spiegaglielo.» Kaede è appoggiato contro l'anta bianca del mio armadio, intento
a lanciare occhiatacce prima al suo compagno di squadra, poi alla mia felpa -
per altro bellissima.
«Tifo i
Lakers, quindi?», gli chiedo, mentre vengo
letteralmente investita da un treno in corsa.
«Ah,
ragazza mia, tu sì che te ne intendi!», strilla entusiasta Hime, strapazzandomi
di baci e bacetti.
«Ci
mancherebbe, ti ho creata io!»
«Infatti non poteva uscirne peggio.», commenta serafico Ede,
scuotendo la testa.
«Ehi!»,
esclamiamo in coro io e la rossa.
«Ohi,
mezza sega! Che diavolo ci fai lì sdraiato a poltrire? Vieni giù in cucina a
sistemare il casino che hai fatto con gli amici tuoi, o chi la sente quella rompip---!»
Alzo lo
sguardo su Ryota, che ha appena rifilato una potente gomitata alle costole di
Hisashi. Questo, accorgendosi di me, mi saluta con un'incredibile faccia tosta. «Ciao, nanerottola! Stavo
giusto parlando di te!»
«Nanerottola
a chi?!», m'inalbero.
«Marta,
hai tutta la mia solidarietà.», mi dice melodrammatico Ryo-chan, dandomi
consolatorie pacche sulla spalla.
«E
certo, tra bonsai ci si intende.», dice (non troppo)
saggiamente Hanamichi, che due secondi più tardi si ritrova soffocato dai cuscini
che io e il mio alleato migliore gli stiamo lanciando contro. Tanto ormai il
letto è passato all'altro mondo, tanto vale usarlo per una buona casa:
ammazzarlo!
Hime,
intanto, sta strillando come un'invasata nel guardarsi intorno. Le piace tutto
il rosso Ferrari e l'arancione che c'è!
«Guarda, Ede! Queste tende non sono bellissime?», chiede all'amico, avvolgendosi peggio di un salame con il
tessuto del tendaggio.
«Hn, un
amore.», risponde più addormentato che mai, sedendosi alla scrivania e
spostando senza grazia tutto il casino che la sommerge. Testa sopra le braccia
e addio Rukawa, bello che partito nella fase rem, seduta stante.
«E'
proprio senza speranza.», commenta Mitchi, scuotendo il capo.
«Senza
speranza siete voi!», grida con un diavolo per ricciolo Ayako, brandendo il suo
micidiale ventaglio e spalmandolo sulla testa di ognuno... Me
compresa. «Andate subito a riordinare la cucina, maiali!»
«E io che c'entro?!», piagnucolo, accarezzandomi
amorevolmente il bernoccolo. Quella, accortasi dell'errore, biascica qualche
scusa e se ne va ridendo nervosamente, trascinandosi dietro anche Miyagi.
Incuriosita
da questo fantomatico casino, e anche parecchio terrorizzata conoscendo gli
elementi, mi dirigo in cucina e quello che i miei poveri occhi vedono non mi
piace per niente.
«Disgraziati!
Quella torta era per mio padre!», strillo sull'orlo di
una crisi di nervi alla volta della ciurma Sakuragi, che mangia tranquillamente
il dolce cioccolato e cocco che avevo preparato con le mie manine per il
compleanno di papà.
«Che
diavolo, Marta! Non hai neanche una rivista sportiva, in casa? Tutto su cinema
e architettura!», sbraita Akagi, tornando dal salotto
dove era spaparanzato con Kogure.
«C'è
un'edicola qui vicino, eh.»
L'occhiataccia
che mi lancia mi fa rabbrividire. E che ho detto di male?!
«Comunque
è stato quella fogna di Takamiya a iniziare.», si giustifica Yoehi, accusando
l'amico obeso, che guarda caso aveva la bocca piena.
«Ohi!
Qui state facendo baldoria e nessuno mi dice niente?»,
esclama Hime, fiondandosi sul dolce.
Mi passo
stancamente una mano sul viso, mentre Ryota mi commisera ancora una volta.
«La
prossima volta falla più grande, quelli sono così fogne da non avermene
lasciato nemmeno un pezzo.», si lamenta la Sakuragi, indignata.
«Ma uffa!», mi lagno. «Neanche le briciole!»
«Ecco,
ci mancava solo lui.», biascica Hisashi, guardando il nuovo arrivato, entrato
chissà come in casa.
«Chi...?» Inutile dire che appena vedo Akira che illumina d'immenso la casa con il suo
immancabile sorriso da pubblicità di dentifrici mi dimentico di quegli
esagitati che hanno fatto razzia della mia torta, che mi hanno sfondato il
letto, che stanno lottando a suon d'insulti e pezzi di cibo in cucina.
«Akira!»,
esclamo saltellando a tre metri da terra.
«Ciao
nanetta!»
Hisashi
mi guarda malissimo. «Ehi, perché diavolo a lui sorridi come un'ebete se ti
chiama così, mentre e a me ogni volta cerchi di farmi fuori?»
«Io
posso!», dice candidamente Akira, con un sorriso sornione da orecchio a
orecchio. «Comunque, state dando una festa e nessuno mi ha invitato?»
«Veramente
non sapevo che ci fosse una festa...», mormoro,
guardando il caos intorno a me.
«Più che
festa mi pare un incontro di matti.», commenta Akagi, che si gratta
le mani, preso da un incredibile prurito.
«No,
Capitano, fermo! Non voglio spargimenti di sangue in casa mia!»
«E chi
ha detto che ci sarà del sangue?», risponde il Gorilla, con un'espressione
diabolica e poco promettente.
Un
istante dopo il casino viene sedato dalle sapienti
mano del Capitano, mentre ululati di dolore aleggiano per le stanze.
«Fatto!
E che ci voleva?»
Lo
sguardo di puro panico che lancio al Gorilla deve compiacerlo, altrimenti non
starebbe ghignando in quel modo spaventoso, no?
«Su,
Takenori, portiamoli via e lasciamo questa povera ragazza un po' in pace.»
Santo
ragazzo di un Kogure! Dovrei fargli una statua, un
giorno di questi!
«Ottimo...
Così si diverte lei a ripulire tutto!», sono le ultime
parole che sento da qualcuno. Cinque secondi dopo sono già tutti spariti,
persino Rukawa che, evidentemente sentendo l'odore del pericolo, si è
risvegliato dal letargo e se l'è data a gambe.
«Perfetto!»
Akira,
l'unico che ha avuto il coraggio di restare, inizia a spanciarsi dalle risate,
e ho la tremendissima voglia di spaccargli la prima cosa che trovo in quella
bella testa da Porcospino che si trova. Ma con che
coraggio potrei farlo? La sua testa è troppo bella per
rovinarla così! ...Oltre al fatto che lui non
si farebbe niente, con tutto quel gel che usa ha un'armatura al posto dei
capelli.
«Perché
non mi dai una mano invece che ridere? Iena!»
«Ohi,
l'influenza di Hanamichi per i soprannomi animaleschi si fa sentire, eh?»
«Più
che altro sono maledettamente azzeccati! E' proprio un genio, quel ragazzo.»
Mai.
L'avessi. Detto.
«Chi
sarebbe un genio? Quella Scimmia Rossa? Ma non farmi
ridere!»
Ora,
qualcuno mi spieghi perché diavolo stanno venendo
tutti in casa mia! Quei disgraziati non hanno neanche avuto la decenza di
chiudere la porta d'ingresso!
«Nobunaga
Kiyota, ti prego, ti scongiuro! Non ti ci mettere anche
tu!»
Maki,
dietro di lui, si gratta pensieroso il mento mentre si guarda intorno, curioso.
«Terza guerra mondiale o semplicemente c'era il raduno dello Shohoku?»
Il mio
sguardo rassegnato dice tutto.
«Ok,
ti diamo una mano a sistemare tutto! Andiamo, Kiyota, rimbocchiamoci le maniche!»
Quello
guarda il suo Capitano con gli occhi fuori dalle orbite. «No, spiegami perché
dovrei ripulire il casino che hanno fatto quei mentecatti?!
Mi manca un passaggio.»
Akira
gli fa un cenno della testa per indicarmi e probabilmente gli occhioni lucidi
da gattino di Shrek che sto facendo lo commuovono... Almeno
un po'.
«Va
bene, ma solo se mi offri la cena.» Appena vede anche il labbro inferiore
iniziare a tremare pericolosamente, allunga le mani. «D'accordo,
ho capito! Schiavizzami pure, maledetta pazza!»
«Yattaaa!», esclamo saltando, tant'è che quell'improvviso
grido di battaglia fa scendere un colpo ai tre superstiti.
Sono
così contenta di aver trovato tre baldi giovincelli da schiavizzare peggio del
Gorilla con i suoi ragazzi, che non sento il commento di Nobunaga al suo
Capitano abbronzato: «Ricorda, appena usciamo da qui
andiamo subito a comprare quelle camicie dalle maniche lunghe... Quelle che si
annodano dietro la schiena.»
«Si
chiamano camicie di forza, Kiyota.»
«Sì, sì,
quella robaccia lì.»
Akira
arriva quatto quatto dietro di loro, ridacchiando. «Hai capito le vostre
perversioni?»
«Idiota,
è per quella scellerata che ti sbava dietro!», sbraita la Scimmia del Kainan.
«Dimmi tu se è normale una che usa il manico della scopa come microfono?!»
Tutti e
tre si voltano a guardarmi in una delle mie splendide esibizioni di Hysteria, dei Muse.
Il
senpai Maki sospira, mestamente. «Spero che il titolo della canzone sia
casuale, altrimenti c'è da preoccuparsi sul serio.»
That's all folks!
Angolino autrice.
Ok,
passiamo alle spiegazioni! XD
Non mi
assumo responsabilità, non ero capace di intendere e volere ieri notte, alle
tre, quando non riuscivo a prendere sonno e ho scritto questa Cosa.
Sì, insomma, tra caldo, noia e Slam Dunk questo è il risultato!
Forse è
meglio se la camicia di forza me la compriate veramente, mi servirebbe. @.@
Anyways!
Il titolo Hysteria, come ho già
scritto nella shot, è una splendidissima canzone dei miei adoratissimi Muse
(evviva con i superlativi a casaccio!). Ho sempre detto che per me Slam Dunk è
una droga, e infatti gli effetti allucinogeni si
vedono.
Piccola
follia tra un capitolo di Bar America
e l'altro, spero vi sia piaciuto... Che parolone! Ci
vuole solo il mio coraggio a pubblicare una roba del genere... E infatti eccolo qua!
Vado a
farmi una bibita ghiacciata, magari mi rinfresca le idee.
A presto,
sperando che il caldo non mi uccida!
Marta.
PS:
pensavo che magari potrebbe diventare una raccolta... di shot
demenziali del genere, ovvio. xD Dipende da cosa mi
suggerisce l'omino del cervello. Nel caso: salvatevi!