Per te.
Perché sei
mia amica.
Perché non mi
lasci sola.
Perché sei
speciale ed unica.
Perché ti
voglio bene, Kate.
Pace
~Pace
cercare solamente un po’ di pace
Per chi non parla e per chi troppo dice
Così che ogni momento sia felice
Sapessi amore mio come mi piace
Quando mi dici ti amo sottovoce
Perché la vita sai va via veloce
E viverla con te mi fa felice.~
Per
quanto si
sforzi di essere carina nei gesti, nelle parole, Meredith non fa che
complicare
le cose.
E’ più forte di lei, non può
controllarlo.
Cerca di essere il più naturale possibile, ma non ci riesce.
Per quando cerchi
di essere se stessa, appare sempre quella che non è.
Scontrosa, cattiva,
noiosa, antipatica… vuota.
Vorrebbe dimostragli che non
è così,
ma non fa che peggiorare la situazione già complessa.
Vorrebbe mostrargli chi è realmente, ma non ci riesce.
Qualcosa la blocca
impedendole di essere la Meredith di sempre. E’ frustrante e
la gelosia non fa
che peggiorare le cose.
Sì, per quanto si sforzi di non ammettere a se stessa
ciò che il suo cuore
canta, Meredith è gelosa.
E’ gelosa perché mille altre persone possono avere
ciò che lei cerca di
conquistarsi. Che non sta solo nell’accarezzargli la guancia
e baciargli le
labbra, ma nel poter dialogare di qualsiasi cosa, con naturalezza,
limpidezza,
trasparenza. E si odia per questa sua incapacità di non
riuscire a rapportarsi
agli altri, nonostante i suoi diciannove anni.
Vorrebbe essere come le sue amiche: fiere, indipendenti, socievoli.
Durante la sua adolescenza a dovuto lottare contro se stessa, cercando
di
migliorare, delle volte modificare, quel suo pessimo lato, quella sua
timidezza
che le impediva di essere se stessa con tutti, sempre.
Cos’ha, in fondo, lei che non va?
Mille domande non fanno che affliggerla, mentre si porta una ciocca di
capelli
dietro un orecchio e guarda il buio pesto, fuori dal finestrino.
L’auto radio
diffonde le note di Sometimes You
Can’t
Make It On Your Own degli U2 e Liam non fa che battere il
tempo sul
manubrio dell’auto. La fredda aria serale -grazie al
finestrino aperto- le
carezza il viso e le frusta i capelli scuri sul viso.
Nessuno fiata e, in questo momento, Meredith non fa che odiarsi di
più. Non
solo perché non riesce a dare il via ad una conversazione,
ma soprattutto
perché sa che con Liam è una causa persa. Lui le
avrebbe già mostrato un
interesse se ci fosse stato. E questo, non è accaduto.
Chiude gli occhi e sospira, chiudendo il finestrino perché i
capelli non fanno
che finirle davanti agli occhi.
Quando li riapre nota Liam rivolgerle frequenti e fugaci occhiate.
Lo stomaco della ragazza comincia a contorcersi e sembra che voglia
risucchiarla. Si volta, ma sa che non dovrebbe farlo. Il suo viso, i
suoi occhi
color del mare non fanno altro che disarmarla rendendola vulnerabile,
facendole
sognare un mondo in cui le cose andavano secondo il suo volere.
«Tutto okay?» chiede Liam corrugando la fronte.
Meredith sente la bocca secca e aspetta qualche attimo prima di
rispondere.
«Sì.» mormora con la lingua impastata.
Lui annuisce piano, ma non le chiede più nulla.
Stupida!, si sgrida lei. Stupida!
«Wanda come sta?» chiede poi lui e il cuore di
Meredith incespica, dolorante.
Deglutisce rumorosamente, conscia però che Liam non
può sentirla.
Wanda. La sua migliore amica. Amica di Liam. Meredith è
convinta che per lui
non è solo amicizia.
Quel pensiero le procura una fitta, una lenta pugnalata in pieni petto.
«Bene.» risponde la ragazza abbassando lo sguardo e
giocherellando con la lunga
collana.
«Quando torna?»
«Fra un paio di giorni.» risponde atona.
Lui non risponde immediatamente. Si limita a guardarla con la coda
dell’occhio,
prima che lei volti il capo e torni a guardare oltre il finestrino.
«Okay.» mormora infine, tornando a guardare la
strada.
Wanda è partita per alcuni giorni. E’ andata a
trovare sua nonna. E manca ad
entrambi.
Questa sera Meredith, Liam ed alcuni amici sono usciti. E per grande
fortuna di
Meredith, o sfortuna, lei si è ritrovata sola con lui.
E’ combattuta. E’ affranta, conscia di essere una
totale inetta nei rapporti
umani.
Non fa che chiedersi perché per gli altri non sia problema,
cos’hanno gli altri
di diverso da lei. Cosa le impedisce di rapportarsi come vorrebbe, di
essere se
stessa.
Per il resto del viaggio, rimangono in silenzio. Un silenzio che,
Meredith,
avverte come opprimente ed imbarazzante. Vorrebbe riempirlo, ma non sa
come. Teme
di rendersi più ridicola di quanto già
è.
Le luci si fanno sempre più forti, mano e mano che i due
entrano in paese.
Lei non fa che rivolgere fugaci occhiate a Liam, ed osservarlo con la
coda dell’occhio,
come sempre.
E’ bello Liam, e non sa come ha fatto a rendersi conto solo
ora di quanto la
sua anima lo anelasse. Ama i suoi occhi turchese, i capelli biondi che
gli
carezzano la nuca, le labbra piene, la pelle chiara, il fisico atletico
ed
asciutto.
«Ti accompagno a casa, no?»
«Sì.» dice lei con tono indecifrabile e
per alcuni istanti gli occhi di lui
indugiano confusi nei suoi.
Stupida. Stupida. Stupida, non fa
che
ripetersi. Morirai sola. Con
trentatré
gatti e gli Alsaziani a nutrirsi dei tuoi resti. Sola.
La macchina ad un tratto si ferma e, in un primo momento, Meredith non
capisce perché.
Poi alza lo sguardo, guardandosi intorno.
«Oh. Siamo arrivati.» mormora. China per un memento
il capo, lasciando che i
capelli le finiscano davanti al viso, come i sipari di un teatro, e
impedendo a
Liam di vederla. Serra gli occhi. Gli riapre a si volta verso il
ragazzo e
tutto accade tanto velocemente che l’è impossibile
assimilare il tutto, subito.
Le labbra di Liam sono su quelle di Meredith.
Il cuore, all’istante sembra scoppiarle, palpitante
d’amore e trattiene il
respiro, mentre una miriade di farfalle spiccano il volo
all’interno del suo
stomaco.
Piano diversi particolari le si fanno più chiari. Sente una
mano di Liam
premere sul suo braccio e l’altra carezzarle
l’incavo del collo.
Le labbra di lui, piano, si muovono su quelle di Meredith .
Sotto il tocco leggero di Liam lei freme. Si accorge di aver trattenuto
il
respiro. Dischiude ancor di più le labbra, respirando. Il
bacio si fa più
intenso ed è come se il corpo di Meredith prendesse fuoco,
all’istante. Ogni
fibra del suo essere è proiettata verso Liam e
così, gli circonda le spalle,
stringendolo a sé.
Le mani di lui si muovono velocemente sul suo ventre piatto, sopra la
leggera
camicia. Si sporge sul sedile di lei, che si poggia allo sportello,
lasciandosi
guidare dalle sue labbra. Le dita di Liam si muovono frenetiche,
sbottonando un
paio di bottoni della camicetta di Meredith. Una sua mano, calda, le
carezza il
ventre, lasciando una scia lavica sulla pelle di lei.
Meredith freme ancora, mentre Liam le bacia il collo, disegnando mappe
invisibili con il suo respiro.
Lei chiude gli occhi imprimendo nella mente quelle sensazioni tanto
agognate.
Liam le bacia la base del collo, fermando la sua mano, ancora sotto il
tessuto,
sul fianco di lei. Poggia il viso sulla spalla di Meredith.
Per alcuni istanti restano in quella posizione. La ragazza è
incapace muoversi.
Non ha ancora realizzato ciò che è successo e
fatica a crederci. Il cuore
galoppa e il respiro è troppo veloce ed irregolare per
essere controllato.
Piano, col dolcezza, Liam le bacia ripetutamente l’incavo del
collo beandosi del
profumo dei suoi capelli.
«Parla, Meredith.» soffia sulla sua pelle
accaldata. «Ti prego, parla.»
Lei non risponde subito. Ci sono parole che le vorticano in testa. Ma
si
arrende. Chiude gli occhi e sospira. «Credo di essermi
innamorata di te.» mormora,
e il cuore le salta in gola.
Liam non risponde. Poggia le labbra sulla pelle di lei, chiudendo gli
occhi.
«Da quanto?» chiede in un sussurro.
«Da un po’.»
«Un po’ quanto?»
«Okay, da molto a un po’.» ammette lei in
un sospiro, giocando con una ciocca
di capelli di Liam,
Lui sorride. «Perché non me l’hai mai
detto?»
«Timore.»
«Di cosa?»
A questo punto, non ha più senso mentire e le parole le
escono fuori come una
cascata. «Di rovinare tutto. Di non riuscire ad essere
all’altezza, di essere
crudelmente rifiutata. Non sono nessuno, Liam.»
Il ragazzo corruga la fronte, mettendosi a sedere, allontanandosi
così da
Meredith, la cui pelle piange il contatto.
«Stai scherzando, vero?»
«No.» ammette lei avvampando di rossore.
Lui le prende in viso fra le mani e la guarda negli occhi.
Meredith non sa che aspettarsi. Trattiene il respiro in ansia, incapace
di
muovere ancora un solo muscolo.
«Tu all’altezza? Oh, piccola, temo di non esserlo
io. Spero davvero tu non sia
nessuno per gli altri.» mormora sorridendo e qualcosa nel
petto di Meredith si
rompe, con lo stesso suono del vetro infranto.
Lei lacrime le inumidiscono gli occhi.
Poi lui le bacia le labbra morbide e sa che non vorrebbe altro,
né in quel
momento, né il girono dopo e quello dopo ancora.
«Perché
sei tutto per me, Meredith.»
«Ci vediamo domani?» chiede lei col cuore che
scoppia di gioia.
«Sì. Ti passo a prendere alle nove.»
«Buona notte.» mormora lei avvicinandosi al suo
viso.
Liam preme il palmo della sua mano sulla guancia di Meredith,
baciandole con
estrema dolcezza.
«Sogni d’oro.»
E così Meredith scende dall’auto.
Negli occhi, l’amore.