A little pain…
Chiuse
la porta dietro di sé e si avviò lungo il corridoio con la solita nonchalance –
o almeno così avrebbero detto tutte le altre ragazze che la incontravano lungo
il cammino. Quel pomeriggio, in realtà, Rima aveva la testa da tutt’altra parte.
L’assenza di sonno – ormai non ricordava più quanti fossero i giorni in cui non
dormiva – cominciava a farsi sentire e poi… c’era quell’ormai abituale fastidio
alla bocca dello stomaco che proprio non la lasciava in pace.
Scese
le scale ancora pensando a cosa le stesse succedendo, quando urtò
maldestramente contro Senri. Il rosso la guardò sorpreso.
«Rima.
Va tutto bene?» chiese col il solito sguardo chiaro e penetrante.
Rima
pregò che le sue guance non si fossero imporporate. Che assurdità! Da quando lei arrossiva se vedeva Shiki, come
tutte le ragazzine della Day Class?
«Sì,
non dovrebbe?» chiese con non curanza.
Lui
si piegò un po’ nelle spalle dubbioso, senza staccarle gli occhi da dosso.
«Non
so…» rispose enigmatico «Ti va di passeggiare?»
Senza
dargli risposta, Rima aprì il suo ombrellino e si avviò fuori, in cortile,
seguita da Shiki.
Avrebbe
creduto che un po’ d’aria fresca avrebbe fatto bene al fastidio allo stomaco,
nonché al mal di testa che sentiva nascere alle tempie, come se fosse stanchezza.
Invece, lo stonaco si chiuse in una morsa che le tolse vistosamente il fiato,
tanto che perfino Senri, dopo un po’ che camminavano silenziosi, si accorse che
– volente o nolente – c’era qualcosa che non andava.
Si
fermò, guardandola serio.
«Rima,
che hai?» chiese senza premesse.
Lei
lo guardò spiazzata, i loro occhi di sfumature diverse di azzurro che si
immergevano gli uni negli altri come a volersi parlare senza parole.
«Nulla,
Senri. Sei forse paranoico?» disse lei fredda.
«No,
non lo sono, Rima. E non sono neanche stupido» sentenziò lui, deciso a non
mollare.
Perché
poi gli interessasse, tutto ad un tratto, così
tanto la salute di Rima era qualcosa che neanche lui capiva fino in fondo.
«Sono
solo un po’ stanca. Soddisfatto?»
Lui
la guardò ancora un po’, come se volesse capire se quella fosse la verità, poi
volse lo guardo altrove.
«Vieni
con me» disse semplicemente.
Senza
più pronunciare parola, i due vampiri giunsero in un posto abbastanza isolato
dietro il grosso palazzo grigio della scuola. Da lì si poteva avere una vista
spettacolare del verde che l’avvolgeva e all’orizzonte, il sole stava calando
dietro la linea che divideva cielo e terra. Alzando gli occhi si poteva
scorgere un così armonioso connubio fra l’oro e il rosso dipinti come su una
tela, senza alcuna nuvola a deturparli e qualche uccello lontano che volava,
puntino nero nell’immensità del nulla - immagini da mozzare il fiato.
Shiki
e Rima rimasero per un po’ in silenzio, seduti sul prato a guardare l’orizzonte
e godersi la lieve brezza che muoveva i fili d’erba e con eleganza i capelli
biondi della ragazza.
«Perché
siamo qui?» chiese infine lei, guardando il rosso.
Lui
sorrise, come mai prima d’ora. Poi Rima notò che era tornato serio. Non la
guardava.
«Non
è stupendo il cielo, a quest’ora?» chiese ingenuo, contraddicendo la serietà
del suo sguardo.
«Già»
si limitò a concordare lei, senza capire.
«Il
rosso e l’oro che si mischiano tanto bene, sono uno spettacolo che
difficilmente puoi descrivere» continuò lui e a Rima era quasi venuto l’impulso
di chiedere a sua volta se Senri stava bene. Ma rimase in silenzio – sentiva il
dolore allo stomaco acuirsi.
«Cos’hai
Rima?» chiese per la terza volta Shiki.
«Non
so, Senri… è uno strano, lieve dolore alla bocca dello stomaco» confessò infine
lei, senza neanche sapere perché avesse ceduto con tanta sincerità proprio in
quel momento.
Lui
sorrise di nuovo ed il dolore della vampira divenne più forte e allo stesso
tempo più debole.
«Sai,
anch’io sento un lieve dolore, Rima. Qui.» e sfiorò il proprio petto con le
dita bianche e affusolate, all’altezza del cuore.
Lei
lo fissò, il suo sguardo era più indecifrabile del solito. Cosa stava dicendo?
«Shiki…
cosa stai…?»
«Sshh…
non dire nulla Rima» sussurrò lui interrompendola.
Poi
le si avvicinò e poso le sue labbra su quelle della vampira, con leggerezza,
come se stesse baciando una rosa – e poteva dire che la morbidezza era la
stessa. Rima rimase per qualche istanza senza capire nulla, ferma, con le
labbra di Shiki sulle sue, lo stomaco che si chiudeva ancora di più, il cuore
che batteva all’impazzata. Poi schiuse le labbra con le palpebre abbassate
sugli occhi azzurri.
Entrambi
potevano vedere come, più continuavano a conoscere le labbra dell’altro, più i
loro lievi dolori si attenuavano, fino, poi, a dissolversi del tutto.
Shiki
fece stendere Rima sull’erba senza staccare le labbra dalle sue. Gioia e dolore
che si mischiavano, invogliavano e stancavano. Non si erano mai sentiti così.
Il
vampiro aveva ragione – rosso ed oro erano un connubio che difficilmente poteva
essere descritto.
Unico.
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Salve, gente!! Se
speravate di esservi liberate di me, sbagliavate!! *risata maligna*
(Come se poi ne avessi
pubblicate centinaia di ff in questo fandom… xD)
Ok, mi ricompongo,
tranquilli. ^^ Ehm… che dire??? Innanzitutto spero che questa Shot non vi sia
sembrata tremendamente OOC… è il mio più grosso timore, nonostante la cara
Luna95 dica che non ci sono problemi… a proposito di Luna… questa ff è dedicata
a lei, dato che mi ha fatto conoscere VK e mi ha fatto innamorare della coppia
Shiki/Rima. Nonostante non sia molto informata a proposito, Luna mi aveva
chiesto di scriverci su…e quindi ecco qui questa schif…shot. ^^
Ah, ora è lei a doverne pubblicare
una per me xD
Ok, la smetto con questo delirio… È la
mancanza di sonno che mi fa questo effetto. =.=’’’
Spero che la Shot vi sia piaciuta.
Ringrazio i lettori, coloro che recensiranno e la metteranno fra le
preferite/da ricordare (se mai ce ne saranno)
Alla prossima, un bacio…
La vostra Alchimista <3<3