Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Mikaeru    03/08/2010    4 recensioni
Il 2010 è stato l’anno in cui ci siamo conosciuti; un classico, amici comuni, una festa di laurea – una che noi avevamo già preso da almeno un anno: fu questo ad incuriosirci l’un l’altro, averla presa con un anno di anticipo rispetto alla media normale.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphons Heiderich, Edward Elric
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa è una raccoltina di drabble scritta per la challenge bisettimanale di it100 :3 compongono un’unica storia, la prima allegra che scrivo con questo pairing XDD aspettatevene delle altre è_é come la Caska desidera u_u

 

Struttura dell’infinito

 

Prompt: 2010

In quanto matematico, ho sempre immaginato la mia vita come un grande ammasso di numeri – l’ordine, la pulizia, la semplicità, non sono meravigliosi? – , ed è anche per questo che non ho mai scordato una data, un anniversario, un compleanno. Unito alla mia formidabile memoria, tutto ciò che è di natura matematica mi ha sempre permesso di non scordare nulla; non è sempre un bene, ma non è neppure sempre un male. Quando non ho niente da fare, quando mi siedo calmo sulla mia poltrona e mio marito dorme tranquillo, accanto a me, o legge, mi piace ricordare tutte le tappe che ci hanno portato  qui; o gli episodi divertenti, teneri della nostra storia – i giorni, ad esempio, in cui Edward si sveglia ridendo e continua a ridere, spingendomi a fare con lui qualcosa che io, di mio, per mia natura, non farei mai. Mi piace mescolare tutti i ricordi e appoggiarli davanti a me, tesserli assieme in una coperta calda.
Il 2010 è stato l’anno in cui ci siamo conosciuti; un classico, amici comuni, una festa di laurea – una che noi avevamo già preso da almeno un anno:  fu questo ad incuriosirci l’un l’altro, averla presa con un anno di anticipo rispetto alla media normale. Ci punzecchiammo tutta la sera, mettendoci in una bolla che ci isolava rispetto al resto del mondo; considerata la laurea comune, lascio immaginare di che natura fossero le domande che continuavamo a porci, come a cercare lacune nell’altro e sentirci superiori – questo è un suo difetto tipico che a volte colpisce anche me. Fallimmo miseramente entrambi.
Alfons Heiderich, piacere.”
“Edward Elric, moltissimo piacere.”
Era straordinariamente intelligente e con un sorriso altrettanto grande.

Prompt: 10

Dieci sono stati gli appuntamenti che abbiamo avuto prima di riuscire ad andare a letto assieme;  sono sempre stati tutto ciò che un film romantico non fa assolutamente mai vedere.  Tre volte mi ha abbandonato prima che riuscissi ad offrirgli il caffè:  al terzo l’ha chiamato tuo fratello perché stava molto male – Alphonse continua ad essere molto geloso di me, perché gli rubo del tempo col suo amato fratellone; quella volta era stata la sua invidia a portarlo a mentire. L’appuntamento dopo è stato colpito dalla stessa sfortuna, ma quella volta Al non mentiva, è dovuto andare all’ospedale per aver mangiato un gelato; è intollerante al lattosio – con grande gioia di Edward – e il gelato che aveva comprato, credendolo privo di latte, si era rivelato una fregatura. Al nono ho creduto di essere veramente inseguito dalla sfortuna: era lui a stare male, lui che tuttora ha il vizio di mangiare troppo di fretta, e la pizza gli era andata nei polmoni. Gli altri sette li abbiamo avuti, rispettivamente:  sull’ottovolante e con un mal di testa allucinante (primo); all’Hyde Park a giocare a frisbee, iniziato come qualcosa di molto dolce ma poi diventata una gara sanguinaria all’ultimo lancio (quinto); in un laboratorio di chimica perché voleva farmi vedere cosa gli piaceva, e con questa stessa giustificazione mi ha portato al cinema a vedere “Saw 3D” (sesto), una delle mille repliche di “Eclipse” (ottavo) per sfottere sia il film che ogni singolo spettatore, senza preoccuparsi di non farsi sentire; il secondo, il settimo e l’ultimo sono stati a casa sua, ma il secondo lo abbiamo passato ad aiutare Al a fare i compiti, il settimo abbiamo visto una parte della filmografia di Tarantino e l’ultimo, che doveva essere all’aperto, lo abbiamo passato ad asciugarci dalla pioggia torrenziale che ci siamo beccati – non c’era, forse, quel giorno, sciopero dei mezzi, ed eravamo lontanissimi da casa sua e ancora peggio da casa mia?

Prompt: 33

“Scusa, Al.”
“Come se fosse colpa tua se c’è un fottuto diluvio universale, cretino.”
“Non sapevo cosa dire per rompere il silenzio.”
“Potevi baciarmi.”
Lo feci.
Era tutto talmente tanto un cliché – noi due, soli in casa, coi vestiti bagnati, io che guardavo come fosse fottutamente sexy con la camicia bagnata aderente al petto, persino il rumore della pioggia che sembrava una strana, confusa melodia – che, probabilmente, anche il mio cervello ne fu influenzato.
“Questa notte non ti lascio andare via.”, gli sussurrai all’orecchio, stringendolo.
“Grazie, è casa mia.”, mi sorrise, baciandomi le labbra.
Adoro come sia sempre riuscito a smontare queste uscite, così da non darmi neppure il tempo di metabolizzarle e vergognarmene fino a voler sprofondare; ci rido su subito.
“Sì, lo so, era nel senso…
“Stai tranquillo, ho perfettamente capito.”
In quella sola settimana, abbiamo usato trentatré preservativi.

Prompt: 1

Una è l’ora che mi ci è voluta per innamorarmi di lui. Non mi sono mai considerato un tipo particolarmente sognatore, o di quelli che si illudono, che credono nelle favole, eccetera; ma dopo sessanta minuti lo guardavo – guardavo le sue labbra muoversi e i suoi occhi farsi luminosi – e immaginavo come potesse essere baciarlo, fare l’amore con lui, vivere assieme. Immaginavo sarebbe stato bellissimo; immaginavo lunghe giornate a punzecchiarci l’un l’altro, giornate a leggere e discutere, lunghissimi silenzi di quelli carichi di… boh, qualcosa. Nei film c’erano sempre; credevo che quello fosse proprio la rappresentazione del lato romantico della vita, quello che non avevo mai sperimentato – vivere con Edward mi conferma quotidianamente quante stronzate ci siano, nei film. Volevo sposarmi con lui in una giornata di primavera, non necessariamente col cielo pulito – mi piacciono le nuvole, quelle dense, rotonde; avrebbero coperto un po’ il sole e un po’ gli avrebbero lasciato l’onore di brillare sui suoi capelli. L’ho confessato ad Edward dopo un paio di anni; mi ha riso in faccia, dicendomi che lui ci aveva messo un bel po’, che prima che io gli piacessi sul serio erano passati almeno cinque mesi. Per questo io sono quello stupido della coppia, nella sua visione delle cose. Questo lo dice anche perché mi sono laureato dopo di lui, ma scorda sempre che il “dopo” equivale a “tre giorni” e, soprattutto, non è dipeso da me. Ma gli lascio credere almeno questo.

Prompt: 0

Zero sono i secondi che ci ha messo a dirmi sì.
“Edward, io ti devo chiedere una cosa…
“E dev’essere davvero importante, sudi come un pazzo.”
“Ed, cazzo, lo so anche da solo, me lo devi far notare per forza?”
“Sì, scusa, lo sai come sono.”
“Certo che lo so come sei. Ecco perché devo chiederti questa cosa…
“Non capisco il collegamento logico.”
“Ed, porca miseria, mi fai parlare?! Grazie.”
Rise. Si stava rivelando più difficile del previsto – come al solito, con lui, si stava rivelando una sorta di guerra.
“Sì, certo, scusa.”
“Allora, dunque, io…
La gola secca e le labbra appiccicate fra loro. Non credevo fosse così difficile. Pensai, fra me e me, che prima glielo dicevo prima poteva dirmi “no, guarda, mi piaci moltissimo ma non c’è dubbio che io ti sposi.”
“Tu?”
“Ed, stai-zitto.”
“Okay, okay.”
Tirai fuori ciò che ogni uomo che riceve una proposta di matrimonio desidera al mondo: la versione deluxe di Saw 3D, autografata dal regista.
“Vuoi sposarmi?”
“Sì.”
Non aspettò neppure il tempo di mettere il punto di domanda alla fine della frase. Mi abbracciò fortissimo, buttandomi sdraiato sul divano.
“Ma, d’ora in poi, sono stracazzi tuoi. Me l’hai chiesto tu di sposarmi, dovrai sopportarmi per sempre. Ah, non hai una minima idea in quale merda tu ti sia cacciato, caro mio.”

Prompt: 14

Un mattino si svegliò e stilò una lista di quattordici nomi papabili per nostro figlio, o per nostra figlia, sette per sesso.
Anne-Marie, Bernadette, Caroline, Deborah, Eveline, Francine, Georgette, Hamilton, Isaac, Jared, Lloyd, Montgomery, Nicolas.”
“Edward, fanno tutti schifo.”
“Isaac! Isaac è bellissimo!”
“No.”
“Ma io…
Offeso, accese il portatile per trovare nomi più graziosi e, quanto ne ebbe trovati abbastanza che gli piacevano tutti a pari merito, decise che il nostro pargolo avrebbe portato cinque nomi.
“Ma non c’è proprio dubbio, Edward. Non voglio adottare una povera creatura per poi rovinargli l’infanzia.”
“Ma suona bene, è così nobile! Oscar Wilde si chiamava Oscar Fingal O’Flaherty Wills Wilde! Senti qua, Michelle Anne Abigail Elenoire Justine Elric, o Heiderich! Così, se ci annoiamo di chiamarla in un modo, abbiamo almeno altre quattro scelte, più i vari soprannomi.”
“Spero tu ti renda ben conto dell’orrore.”
“Ma suonano bene…
“Ed, sei fuori di testa.”
Ma…
“Ed, piantala.”
Telefonò a suo fratello, in lacrime, solo per fargli dire quanto fossi un mostro e quanto invece la sua idea fosse meravigliosa; Al diede totalmente ragione a me, e da quel giorno non si è più azzardato a far parola della questione. Suppongo ne avesse molti di più da farmi vedere, e dai foglietti sparsi che vedo sulla sua scrivania ogni tanto ci pensa ancora. Mi piace che ancora pensi di crescere un bambino con me.

Prompt:
480

Stiamo assieme da quattordici anni, di cui sette e mezzo di convivenza; e a settembre saranno cinque di matrimonio. Ad oggi, abbiamo litigato quattrocentottanta volte: se dovessi fare un grafico delle percentuali, la motivazione più ricorrente è quella di Alphonse; quando lo si nomina, è impossibile che Edward mantenga un comportamento razionale. Al vive da solo da quando ha compiuto vent’anni, e Ed è sempre molto in apprensione per lui, ci sono dei giorni che non fa che parlare d’altro e, con tutto il bene che voglio a quel ragazzo, essere messo sotto di lui anche quando sto male è veramente il colmo – è successo più volte che le preoccupazioni sciocche di Alphonse venissero prima delle mie molto più serie.
Siamo entrambi due persone gelose, e in più lui ha la tendenza ad arrabbiarsi molto presto e non, come capita di solito, a far passare presto l’incazzo dopo un paio di urla: lui rimane arrabbiato tutto il giorno, e finché non sente le mie scuse non c’è verso di farlo ragionare. Abbiamo la fortuna che il mio, di base, sia un carattere tranquillo.
Ma le litigate più furiose sono quelle sulle teorie matematiche, fisiche, a volte chimiche; una volta non ci siamo parlati per due giorni per come aveva insultato le mie convinzioni (basate su una solidità scientifica) in merito. È stata la prima volta che mi ha chiesto scusa lui. È un evento che si ripresenta raramente.

Prompt:
120

“Lo sai che ti amo, Ed?”
“Sì, lo so.”
“Ma ti pare una risposta?!”
“Cosa devo dire?”
“Mah, chi lo sa, forse un anch’io sarebbe grazioso.”
Grazioso… ma come diavolo parli?”
“Come mi pare. E non c’entra niente col discorso!”
“Stiamo facendo un discorso?”
“No. Non stiamo facendo niente. Leggiti pure il tuo giornale, vecchia checca arida e stronza.”
“Ma come siamo permalosi di prima mattina!”
“Ma parla lui, parla! Chi è che tutto il giorno, ieri, non mi ha parlato perché ho osato dire che forse Al non riuscirà ad andare in Erasmus?”
“Lo dici come se fosse un cretino senza capacità!!”
“Non so se ti rendi conto che ho solo riportato quello che ha detto lui la settimana scorsa a cena. E solo perché non gli va di sbattersi troppo perché in Erasmus non vuole andarci, solo perché vuole rimanere vicino a quel deficiente del suo fratello maggiore.”
Tsk.”
“Comunque va, leggiti il suo giornale, accoppiati con lui stanotte.”
Accoppiati…
“Smettila di prendermi in giro per come parlo, lo sai che parlo così solo quando sono incazzato!”
“E sei incazzato? Per una stronzata così?”
“Edward, fottiti.”
“…”
“…”
Heide…
Heide una sega.”
Ma…
“Zitto e leggi.”
“…”
“…”
“Ti amo, cretino.”
“E siamo a centoventi volte che ti frego a questo modo, caro il mio genio che si è laureato prima di me.”
“Ma quanto sarcasmo in così poche parole.”
“Stare con te peggiora il mio carattere.”
“Stai zitto e fammi finire di leggere, sfigato di un extracomunitario.”
“A parte che essendo tedesco sono europeo e quindi non extracomunitario, e poi… aah, leggi, va.”

Prompt:
76

Adesso facciamo settantasei anni in due e lui un po’ sta migliorando. Mi piace pensare di avergli fatto bene, di averlo addolcito un po’. Per contro, io ho imparato a tirare un po’ più fuori le palle rispetto a prima. Prima di stare con lui non ho mai lottato tanto per qualcosa di mio, per qualcosa a cui tenevo. Se non fosse fatto così, forse ci saremmo lasciati da un pezzo, quando bastava poco per mandarlo in crisi e dirci che era meglio che ognuno prendesse la propria strada; è stato lui ad insegnarmi a prenderlo a schiaffi quando fa così tanto il coglione.
Non credo nell’anima gemella, come ho già detto la mia vita è fatta di matematica e lei non prevede assurdità come il destino, il fato, il caso. Tutto ha un senso e tutto è frutto di volontà che si scontrano; mi ritrovo spesso a ringraziare che le nostre volontà fossero così simili da volersi conoscere l’un l’altra.
(e, in fondo, in matematica il segno dell'infinito esiste, e si usa molto spesso. Quindi non vedo perché io non possa applicarlo a noi.)

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Mikaeru