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Autore: nina and his smile    03/08/2010    8 recensioni
-Seamus non ha una grande considerazione delle nostre piantine, vero?- chiese dolcemente la Sprite.
Neville scosse il capo e farfugliò: -Nessuno ha una grande considerazione di loro-
-Beh, è un peccato- ribatté la Sprite cercando di incrociare lo sguardo del ragazzo, fisso sul pavimento. –Ma non dirmi che mollerai tutto per questo sciocco motivo-
Neville osò nuovamente alzare lo sguardo e trovò gli occhi verdi della professoressa ad aspettarlo.
Era sempre stato timido, e parlare non era decisamente la sua specialità. Toccare certi temi, poi, era un’impresa quasi impossibile. Tuttavia, quell’argomento gli esplodeva dentro da ormai troppo tempo…

Una piccola, grande chiacchierata tra Neville e la Sprite.
[Quarta classificata al Chocolate Contest indetto da Maeve_ e Mizar19]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Pomona Sprite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Felici “La felicità sta nel gusto e non nelle cose; si è felici perché sia ha ciò che ci piace, e non perché si ha ciò che gli altri trovano piacevole. (François De La Roche Foucauld)”


La porta della serra si aprì scricchiolando. La professoressa Sprite le dava le spalle, ma ormai era abituata a riconoscere ogni suono del suo regno. Durante le lezioni poteva correggere uno studente guardandone un altro: dal rumore della paletta sapeva dirti con esattezza se avevi esagerato con il concime, e contemporaneamente consigliare al tuo vicino di versare più acqua. Nel corso degli anni aveva imparato a distinguere il rumore dei passi sui pavimenti sporchi delle serre; diceva che ognuno fa un suono diverso camminando sulla terra. La maggior parte degli studenti si portava l’indice alla tempia, ma la Sprite continuava ad indovinare e a sorridere di fronte allo stupore degli increduli. C’erano, in particolare, delle camminate che non confondeva mai.
Neville lo sapeva, così trattenne il fiato aspettando che…
-Ciao, Neville-
Sul volto del ragazzo si dipinse un piccolo sorriso soddisfatto. –Buonasera, professoressa-
-Buonasera? Vuoi dire che è già sera?- chiese la donna, la voce appesantita dallo sforzo di spostare un grosso vaso.
-Sono le sei e mezza- precisò Neville lanciando uno sguardo all’orologio. Proprio in quel momento lo scoccare del grande campanile della scuola giunse a dargli ragione. Richiamata dai tocchi pesanti, la professoressa Sprite abbandonò i vasi a cui stava lavorando. Velocemente ripulì le mani dalla terra, poi si passò un polso sulla fronte sudata.
-Dovrei proprio smettere, per oggi ho fatto abbastanza-
Neville rimase a guardarla in silenzio mentre riponeva gli spessi guanti e gli attrezzi da lavoro. Nonostante fosse una donna piuttosto cicciottella, la Sprite si muoveva tra i tavoli e le piante con sorprendente agilità. Come aveva raccontato più volte a Neville, quelle serre erano la sua casa. Aveva dedicato loro tutta la sua vita: dall’inizio degli studi a Hogwarts all’assegnazione della cattedra, e poi ogni giorno per anni e anni. Osservandola in silenzio, Neville pensò che la ammirava. Da ragazza si era innamorata delle piante e aveva preso sul serio la sua passione; aveva coltivato il suo sogno con la stessa cura che riservava ai suoi fiori, e nessuno era stato in grado di rubarglielo. Neville aveva rimuginato a lungo su questo. Era buffo immaginarsi la professoressa da giovane. Di che colore era la nuvola di capelli ormai grigia? Com’era quel volto senza rughe? Come andava a scuola, che cosa faceva con i suoi amici?
-Eccomi, sono tutta per te-
La Sprite si avvicinò a Neville esibendo il suo miglior sorriso cordiale. Il ragazzo sentì gli angoli della bocca sollevarsi da soli, in maniera piacevolmente naturale. La professoressa adocchiò con interesse il vasetto che Neville teneva tra le mani.
-Ah, il Frullobulbo! Come sta? L’hai già innaffiato oggi pomeriggio?-
-No, la terra mi sembra ancora umida- rispose Neville alzando il vasetto in modo che la Sprite potesse osservarlo meglio.
-Non importa, ti conviene innaffiarlo comunque- decretò la professoressa controllando alcuni tentacoli. –Vedi? Queste punte sono già secche-
Neville arrossì. –è vero- ammise, mordendosi leggermente il labbro inferiore.
-Poco male, facciamolo subito riprendere!-
La Sprite prese un piccolo innaffiatoio di latta e lo riempì al lavabo. Mentre Neville dissetava la sua piantina, la professoressa esaminò meglio i tentacoli che ondeggiavano pigramente.
-Cos’è successo qui?- chiese ad un tratto, indicando una propaggine rovinata e penzolante.
Le guance di Neville si imporporarono ulteriormente. –Niente- borbottò in fretta.
La Sprite lo guardò con attenzione, inclinando la testa come sempre faceva quando si concentrava. Conosceva il suo alunno troppo bene per credergli.
-Sicuro, Neville Paciock?-
Neville alzò velocemente la testa e la abbassò subito dopo, come scottato dallo sguardo dell’insegnante.
-Neville…?-
La Sprite rimase in attesa, i grandi occhi verdi fissi sul ragazzo.
-Mmmh…-
-Avanti, cosa c’è di così terribile? È solo un tentacolo un po’ abbattuto, possiamo rimetterlo in sesto in un istante-
Neville rimase indeciso per un po’, spostando il peso da una gamba all’altra e tenendo lo sguardo fisso al pavimento. Alla fine si decise a vuotare il sacco.
-L’altro giorno Seamus l’ha arrotolato- ammise in fretta, incespicando nelle parole. -L’ha annodato, ci ho messo un secolo a farlo stare fermo per scioglierlo!-
La Sprite rifletté un istante, poi chiese: -Seamus Finnigan?-
Neville annuì.
-Lascialo perdere- sbuffo seccata la donna. -Dovrebbe pensare ai suoi quattro, piuttosto che ad annodare i Frullobulbi-
Neville osò alzare di poco il mento. Il rendimento di Seamus in Erbologia era decisamente scadente, mentre lui stava faticosamente collezionando una serie di bei voti.
La Sprite si portò una mano sul fianco e scompigliò i capelli di Neville con l’altra. Il ragazzo si concesse un sorriso timido, intimamente inorgoglito da quella tenerezza.
-Seamus non ha una grande considerazione delle nostre piantine, vero?- chiese dolcemente la Sprite.
Neville scosse il capo e farfugliò: -Nessuno ha una grande considerazione di loro-
-Beh, è un peccato- ribatté la Sprite cercando di incrociare lo sguardo del ragazzo, fisso sul pavimento. –Ma non dirmi che mollerai tutto per questo sciocco motivo-
Neville osò nuovamente alzare lo sguardo e trovò gli occhi verdi della professoressa ad aspettarlo.
Era sempre stato timido, e parlare non era decisamente la sua specialità. Toccare certi temi, poi, era un’impresa quasi impossibile. Tuttavia, quell’argomento gli esplodeva dentro da ormai troppo tempo…
-È… difficile- balbettò nervosamente.
-Cosa è difficile, Neville?-
-Le piante… cioè, a me Erbologia piace tantissimo-
Neville parlava in fretta, le guance rosse per lo sforzo.
-Però agli altri fa schifo, e quando ne parlo mi guardano tutti come se fossi matto. La nonna dice che nella vita i fiori non mi serviranno a niente, e che dovrei prendere esempio dai miei genit…-
La voce di Neville si spezzò e il ragazzo si lasciò sfuggire un piccolo singhiozzo. Vedendo che non riusciva a proseguire, la Sprite lo attirò a sé con un braccio e lo strinse con tutta la goffa delicatezza di cui era capace. Lasciò che il ragazzo si sfogasse contro il suo grembiule da lavoro per almeno un minuto, accarezzandogli i capelli chiari con le dita tozze.
-Neville, ognuno ha talenti diversi- sospirò. –Se fossimo tutti uguali la vita sarebbe davvero noiosa. Devi solo capire quali sono i tuoi punti forti e le tue debolezze, così potrai rafforzare i primi e accettare serenamente le seconde. Non importa se non hai le capacità dei tuoi genitori: tu ne hai altre, e sono fantastiche-
-Non… non è vero!- singhiozzò Neville, il viso ancora stretto alla donna.
-Ma sì, sì che è vero!- sorrise la Sprite. –È solo che ti concentri sempre su quello che non sei, dimenticando quanto sei straordinario. Neville, sono la tua insegnante da ormai quattro anni. Ti fidi di me se ti dico che hai un vero e proprio talento per la cura delle piante magiche?-
Neville alzò gli occhi lucidi sul viso paffuto della Sprite.
-Ma le piante non… non piacciono a nessuno- disse, tirando su con il naso.
La Sprite sorrise con tenerezza. –Come sarebbe a dire? A te piacciono, e tu sei qualcuno. Piacciono anche a me, e siamo già in due-
I singhiozzi di Neville parvero diminuire di intensità. La Sprite allungò un braccio e frugò in un cassetto di legno, dal quale estrasse un involucro di carta colorata che porse al ragazzo.
-Ecco qui, cioccolato alle nocciole di Mielandia. Ti farà stare meglio, vedrai-
-Lo diceva sempre il professor Lupin- borbottò Neville aprendo la confezione e addentando la tavoletta. -‘azie-
-Figurati-
La Sprite sciolse lentamente il loro abbraccio, mantenendo però una mano salda sulla spalla di Neville.
-Non avere mai dubbi su questo, Neville: non importa ciò che piace agli altri, ma quello che rende felice te. Potrà anche essere qualcosa di stupido, ma cosa importa? Non esistono oggetti o occupazioni che contengono la felicità. Esistono solamente persone che si appassionano, si innamorano e sono felici in modo del tutto originale-
-È comunque difficile- farfugliò Neville con la bocca piena.
La Sprite sorrise della testardaggine del ragazzo. –Non ho mai detto il contrario. Ci sono cose, però, per le quali vale la pena di rischiare-
-Anche per questa vale la pena?-
-Te lo assicuro. Chiudi gli occhi e mastica-
Neville fece come gli veniva detto. Sentì il dolce cioccolato al latte sciogliersi tra la lingua e le guance e le nocciole incastrarsi tra i denti.
-Li senti i pezzetti di nocciola?- chiese la Sprite dopo qualche istante. -Sono appuntiti, non è vero?-
Neville annuì. –Fanno un po’ male, contro il palato-
-Esatto!- esclamò la Sprite, contenta che il ragazzo avesse afferrato subito il punto della questione.  –Fanno male, ma rendono il cioccolato più buono. In tutte le cose belle dobbiamo fare fatica e sopportare la giusta dose di dolore. Smetterai di mangiare il cioccolato solamente per i pezzetti di nocciola?-
Neville fissò la Sprite con gli occhi sgranati. –Non ci avevo mai pensato… con il cioccolato è molto più chiaro-
La professoressa ridacchiò soddisfatta, guardando Neville con un piccolo ghigno. –Altrimenti cosa sono qui a fare? Allora, abbandoneremo tutto solo perché a Finnigan non piace Erbologia?-
Neville ingoiò l’ultimo pezzo di cioccolato, si leccò le labbra e proclamò, fiero: -No!-
-Oh, così mi piaci!- esclamò la Sprite allargando le braccia. –Visto? Hai lo stesso coraggio dei tuoi genitori-
Neville le regalò un sorriso entusiasta che creò una dolce fossetta nella guancia sinistra.
-Grazie, professoressa- mormorò.
La Sprite guardò gli occhi luminosi del ragazzo e si rese conto di essere più in debito con il suo alunno di quanto lui lo fosse con lei.
Scosse la testa.
-Grazie a te, Neville-

*********************
Quarta classificata al Chocolate Contest indetto da Maeve_ e Mizar19, con giudizio complessivo di 38,25/49.
Non c'è male, non c'è male... ^^
Io sono davvero soddisfatta: non mi ero mai tuffata così a fondo in questi personaggi. Adesso voglio sapere cosa ne pensate voi! E' una stupidaggine che è piaciuta solo a me e alle giudicie? Ha un po' più di speranza? Volete lapidarmi perché vengo a parlarvi di prof in piena estate??? (Spero di no...)
Ah, ehm, un'ultima cosa... ogni riferimento a fatti, persone o dita tozze realmente esistenti è del tutto casuale u_u XD
Ciao gente!
Alla prossima,
Nina
  
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