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Autore: Rosa di cenere     04/08/2010    1 recensioni
E se all'improvviso la fragile parvenza di normalità che sei riuscita a costruirti in una vita di bugie crollasse a causa di un ragazzo? E se la tua natura di mezza-vampira prendesse il sopravvento? La storia di un amore tormentato tra due razze leggendarie, raccontato da due punti di vista: quello di lei e quello di lui Questa é la prima volta che pubblico una mia storia, e spero solo che sia di vostro gradimento. Vi prego di esprimere il vostro parere in merito, anche se ci fossero commenti negativi (anche se spero di no). Un morso vampiresco dalla vostra Rosa di cenere Ps: Vi pregooooo recensite!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STEPHANIE Corro, non posso fare altro. I miei muscoli sono tesi per lo sforzo, e ho l’impressione che i polmoni possano esplodermi da un momento all’altro. Il vento mi sbatte in faccia fiocchi di neve gelata, che mi graffiano il viso come tanti piccoli aghi. Vorrei non sentire lo scalpiccio delle sue zampe sulla strada, o il suo respiro affannoso. Mi volto, e, per l’ennesima volta, questa visione mi raggela. Un rivolo di bava giallastra gli cola sul fitto pelo marrone e arruffato, dove forma una macchia scura. Le labbra sottili lasciano scoperti denti affilati come rasoi. Ma la cosa che più mi fa orrore sono i suoi occhi,uno blu e uno verde. Come può un lupo avere degli occhi così umani? Mi sento mancare la terra sotto i piedi. Dalla mia gola esce un grido di sorpresa. Ma cosa … ? Atterro con un gemito dopo un volo di un paio di metri. Per fortuna sono caduta sul morbido … Ma la mia fortuna finisce qui, perché sotto di me il terreno comincia a vibrare in modo strano, emettendo un ringhio basso e sommesso. Mi alzo di scatto, spaventata. Ma è troppo tardi, ormai sono in trappola. Sono nella tana del lupo. Intorno a me decine di enormi lupi neri mi osservano guardinghi. Uno di loro mi si avvicina. È troppo buio per capire se sia il mio inseguitore. Vorrei scappare, ma non ho scampo. Ancor prima di aver finito di formulare questo pensiero tutti i lupi, come un’unica entità, si avventano su di me. E tutto si fa buio. Mi metto a sedere, spaventata. Ancora quello stupidissimo incubo. Da quando ho compiuto sedici anni mi viene a tormentare quasi tutte le notti. Cosa darei per essere una normalissima adolescente … E invece no, sono una stramaledetta mezza vampira. Certo, questo hai suoi vantaggi … bellezza divina, immortalità, forza sovrumana … Ma il piccolo svantaggio della dieta, il sangue, non è trascurabile. Credete sia facile fingersi umani quando tutti coloro che ti circondano sono potenziali prede? Ancora mezza addormentata scendo dal letto, mi infilo le pantofole e mi dirigo con passo strascicato in bagno. Mi guardo allo specchio, e vedo un volto che probabilmente molti pagherebbero per avere. I miei occhi sono di un verde acceso, incorniciati da un viso perfetto di un pallore cadaverico. Il tutto è completato da lunghi capelli ricci e neri, unico tratto ereditato da mia madre. In meno di mezzo secondo sono di nuovo in camera mia, e mi sto cambiando. Cosa indosserò per il primo giorno di scuola dopo le vacanze estive? Opto per un paio di jeans scoloriti e una camicetta nera. Sto per scendere di sotto quando qualcosa attira la mia attenzione. La porta della stanza di mia madre è aperta. Strano, da quanto mi ricordo è sempre rimasta chiusa, da quando è morta … e visto che è scomparsa dandomi alla luce è da un bel po’ che non veniva cambiata l’aria, li dentro … senza far rumore attraverso il pianerottolo e entro nella camera buia. All’interno tutto è arredato con semplicità. Un grande letto matrimoniale occupa metà della stanza. Le lenzuola sono di un azzurro pallido, come pure le tende e il morbido tappeto. Mi avvicino alla scrivania sotto la finestra, e subito una fotografia attira la mia attenzione. Una famiglia. Un padre, una madre e due neonate. Ma la cosa strana è che le piccole, nonostante dimostrino poco più di un mese, hanno già capelli lunghi fino alla vita e denti bianchi e perfetti. Non riesco a capire. L’uomo è di sicuro mio padre, non ci sono dubbi. E una delle bambine sono io. Ma chi sono le altre? La donna assomiglia molto alla mamma, ma è impossibile, visto che è morta mettendomi al mondo. _ Stephanie, c’è qui Emily!!!¬ ¬_ Mi riscuoto dai miei pensieri. Sfilo la fotografia dalla cornice e me la infilo in tasca, così da poterla guardare con calma più tardi. Mentre mi fiondo giù dalle scale afferro la cartella, abbandonata sul pavimento. Mi fermo sulla soglia della cucina, dove mio padre sta cucinando. Adesso penserete che stia preparandosi la colazione usando la mia migliore amica … ma non è così, potete stare tranquilli. Nonostante la sua dieta “particolare” , il mio amato paparino è un cuoco eccezionale. Tutte le mattine, da quando conosco Emily (cioè da sempre), lei viene dai noi per scroccare qualcosa da mettere sotto i denti, perché, vivendo con una nonna che dimentica persino di avere una nipote, il frigorifero a casa sua è sempre tristemente vuoto. All’inizio ho provato anch’io qualche cibo umano, ma, ad eccezione della bistecca al sangue, trovo tutto alquanto disgustoso. Eravamo rimasti alla scena del padre di famiglia che prepara la colazione alla migliore amica della figlia. Dietro ad un enorme piatto di frittelle ricoperte di glassa sta seduta lei, l’unica umana al mondo che sia a conoscenza del mio segreto. I suoi capelli neri, attraversati da ciocche bianche, sono l’unica cosa che si intravede dietro quell’enorme montagna di cibo. _ Signorina Emily, non sarebbe ora di avviarsi ?_ Dico, accompagnando il tutto con uno sguardo severo. _ Sto solo mostrando il mio apprezzamento per la cucina di tuo padre, la cui fama lo precede … _ Alza lo sguardo e mi sorride, gli occhi neri illuminati dalla solita malizia_ E poi ho il mio mezzo di trasporto personale. Economico, ecologico e … veloce, estremamente veloce._ Alzo gli occhi al cielo. Forse voi vi starete chiedendo quale fantastico mezzo di trasporto usa per andare a scuola,così potreste comprarlo anche voi. Mi dispiace deludervi, ma non sono in vendita. Nemmeno nei migliori supermercati. _ Sarò anche la più veloce, ma non posso fare miracoli … la campanella di inizio lezione suona fra tre minuti e devo correre per dieci chilometri, quindi è meglio che ti sbrighi._ Lei si alza lentamente, mostrando ancora una volta il suo eccentrico abbigliamento. Il braccio sinistro è coperto fino al gomito di braccialetti di ogni forma e colore. I pantaloni, “normalissimi” jeans pieni di strappi, lasciano intravedere la punta di due anfibi neri, e una maglietta di un gruppo rock termina il tutto. _ Arrivederci signor Carter, e grazie infinite! _ _ Ciao papà! Non lavorare troppo, mi raccomando!_ sussurro io, sicura che mi possa sentire. Usciamo nel cortile davanti a casa mia. Beh, forse ho minimizzato troppo, visto ci troviamo in mezzo ad un bosco. Una stradina sterrata si perde in mezzo al fitto degli alberi, che formano un corridoio naturale. _ Sei pronta a correre come non hai mai corso prima, Supergirl?_ Mi chiede Emily, ridacchiando _ manca esattamente un minuto al suono della campanella … _ Con uno scatto me la isso in spalla senza sforzo, come fosse un normalissimo zaino. _ Tieniti forte … adesso si vola!!_ E, come promesso, corro come non ho mai fatto prima. Sento l’aria sul viso, è una sensazione stupenda … le mie gambe si muovono alla velocità della luce, senza alcuno sforzo. Intorno al collo sento la stretta ferrea di Emily, sento il calore del suo respiro sulla mia schiena. Ma, all’improvviso, l’unica cosa che riesco a percepire è il martellare incessante del suo cuore, una musica celestiale. Riesco a percepire lo scorrere lento e inesorabile del sangue nelle sue vene, per me un dolce invito. Sento la gola riarsa, ho sete, sete del suo sangue. IL dolore è talmente forte da impedirmi di pensare in modo razionale. Però, quando sto per arrendermi alla mia natura, mi tornano in mente tutte le cose belle che ho passato con lei. Ripenso al giorno in cui le ho confessato di essere un vampiro. Ricordo come fosse ieri la sua espressione soddisfatta, la sua immensa felicità. Io le chiesi perché non avesse paura, perché non corresse via urlando che non voleva essere morsa da me. Lei mi rispose che per tutta la vita aveva desiderato avere un’amica che non avesse paura di confessarle i suoi segreti più profondi. Aggiunse anche che sapeva che non avrei mai potuto farle del male, mai. Le lacrime cominciano a rigarmi le guance. Ho rischiato di fare del male all’unica persona al mondo che veramente si fida di me. Sono solo uno stupido orrendo mostro. Siamo arrivate. Sento il vociferare degli studenti, pochi metri più in la. Mi acquatto per far scendere Emily dalla mia schiena, e, dopo un attimo, sento i suoi passi barcollanti dirigersi verso il liceo. _ Mio Dio, Steph sei stata grande!! Non ti ho mai vista correre in questo modo!!_ Si volta, ma ormai io non ci sono più, sono tornata tra i miei simili, le bestie. Come nell’incubo di questa notte sento che non posso fare altro che correre. E, in un certo senso, anche adesso devo scappare da un mostro: me stessa. Traggo un profondo respiro, cercando di dimenticare quanto orrore mi faccio. L’odore della terra mista a foglie è liberatorio, riesce a stemperare un poco la fame. Ma non posso stare a digiuno, o diventerei un pericolo per tutti coloro che incontrerei sulla mia strada. Mi fermo un istante, giusto il tempo per individuare la scia odorosa di un cervo. Inspiro a fondo l’odore caldo del sangue dell’animale, poi mi lancio all’inseguimento. Quando posso salgo sugli alberi, per sentirmi un tutt’uno con la natura e dimenticare i miei problemi. Mi fermo dietro a un grosso albero e mi acquatto, in posizione di attacco. Davanti a me il cervo sta brucando tranquillamente, completamente ignaro della mia silenziosa presenza. I miei canini, di solito nascosti, escono dalle loro guaine. Tendo i muscoli e, con un salto perfetto, mi trovo sul dorso dell’animale, che comincia a dimenarsi, disperato. Senza quasi accorgermi della resistenza dell’ animale affondo i denti nel suo collo. Attraverso senza fatica lo strato di pelle, il grasso e i muscoli del suo collo, per poi arrivare ad una vena, che, trafitta, libera il suo contenuto caldo e dolce, medicina perfetta alla mia fame. Il dolore alla gola scema mano a mano che la vita abbandona il cervo e prende a scorrere dentro di me. Il suo sangue mi disseta e mi lascia completamente sazia. Ma non posso restare nascosta nel bosco per tutta l’eternità … Dopo la pausa pranzo torno alla vita “normale”. Mi sto dirigendo a passo svelto verso la mia classe quando il preside mi ferma. _ Signorina Carter, buongiorno! Passato delle buone vacanze?_ _ Fantastiche signore, la ringrazio per l’interessamento._ _ Avrebbe alcuni minuti da dedicarmi? _ _ Avrei lezione …_ _ Non si preoccupi _ dice lui cingendomi le spalle con un braccio _ ci vorrà solo un minuto._ Perché ho la brutta impressione di essere finita nei guai?
  
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