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Autore: Mary15389    04/08/2010    0 recensioni
E' il primo Natale del piccolo Henry. I suoi genitori lo aiutano a scartare i divertenti regali dei colleghi.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jennifer JJ Jareau
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The first Christmas Spoiler: No Spoilers
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
Note: Fanfiction scritta per un contest natalizio sul forum del telefilm. Il prompt indicato era Apriamo i pacchetti. La storia è raccontata dal punto di vista di William LaMontagne jr.
 
The first Christmas
 
Nevica. Adoro questo tratto caratteristico del Natale a Washington. Un tipico venticinque Dicembre immerso nella neve. La osservo cadere all’esterno, mentre aspetto che questa stanza venga riempita dalle altre due persone che abitano questa casa con me da poco più di un anno.
Sento il rumore della porta che si apre lentamente e mi volto abbozzando un’espressione dolce in direzione delle figure che stanno varcando quella soglia. Il bambino si agita sorridendo con lo stesso sorriso che mi ha fatto innamorare di sua madre. È il primo Natale del nostro piccolo Henry, la prima volta che vede i regali circondare il nostro albero. Il ricordo della sua espressione soddisfatta rimarrà nella mia mente per sempre.
«Hai visto? Sono tutti per te...» gli sussurra JJ schioccandogli poi un bacio sulla testa cosparsa di capelli biondi. Come quelli di sua madre.
Li raggiungo sorridendo a mia volta. «Buon Natale!» auguro carezzando amorevolmente la guancia di quella piccola creatura che mi ripaga con uno sguardo e un verso che io interpreto come una risposta.
«Buon Natale anche a te...» mi risponde Jennifer poggiando delicatamente le labbra sulle mie.
Rimaniamo in silenzio assaporando l’emozione del momento. Poi decido di parlare, «Vogliamo vedere cosa contengono quei pacchi colorati?» chiedo a mio figlio che si agita felice di poter mettere le mani sui suoi regali.
La mia compagna si porta più vicina all’albero sedendosi a terra sul tappeto che abbiamo predisposto nelle sue vicinanze. Il piccolo Henry tra le sue gambe non smette di ridere e battere le mani.
Compio rapido i miei passi per accomodarmi di fronte a loro, in una posizione strategica per poter porgere uno ad uno quei doni.
«Con quale vuoi cominciare, Henry?» chiedo, lasciando che sia lui a indicarmi la scelta. Il suo volto si illumina verso un pacco in carta fucsia e fiocco nero. «Questo?» domando afferrandolo per avere conferma. Lui risponde con una sonora risata.
«E sia.» interviene sua madre allungando le braccia verso di me per esaminare la confezione.
«Io non credo che ci sia bisogno di leggere il biglietto per capire chi l’ha fatto.» ironizzo perdendomi poi nel blu degli occhi di quella donna che sorridevano più delle sue stesse labbra.
«È di Penelope...» dice ilare al bimbo ansioso di scoprirne il contenuto.
Le veloci mani di Jennifer iniziano a strappare la carta mentre Henry si allunga verso di lei come a volerla aiutare. Lascio scappare una risata per la dolce scena che si sta svolgendo davanti ai miei occhi.
«Non ci posso credere!» afferma la donna quando ha finalmente visto il contenuto della scatola. Allunga entrambe le mani, mantenendo all’interno di questo abbraccio suo figlio, per tirarne fuori il regalo e un biglietto, «Raggio di sole, credo che questi si abbinino perfettamente con il giubbotto di pelle. Buon Natale mio peluche pacioccone!» legge ad alta voce, provando poi a Henry gli occhiali da sole modello Aviator, regalo della stravagante tecnica informatica.
«Devo dire che ha gusto...» sciorino trattenendo una risata per la versione da macho che viene fuori di mio figlio.
«Prossimo.» ordina sorridente la mia compagna riponendo il tutto di nuovo nella sua scatola che sistema poco distante da sé. Segue un pacco in carta rossa con fiocchi di neve bianchi. Il cordoncino applicato sopra crea una cascata di riccioli dorati con cui solletico il viso di mio figlio nell’atto di porgerlo a JJ. Ridono entrambi di gusto.
«Questo è dei nonni...» dice la donna cominciando il rituale di apertura del nuovo regalo. La vedo tirarne fuori un cappottino impermeabile con sul retro il nome di nostro figlio. Henry se lo lascia provare con il luccichio ancora presente nelle sue iridi blu. «Direi che è perfetto!» esclama lei riempiendolo ancora una volta di baci. Sospiro voltandomi alla ricerca del successivo dono.
Faccio ricadere la mia scelta su una confezione rettangolare non molto spessa. La carta riflettente che la avvolge è verde. La tiene dalle quattro parti un nastro giallo che si chiude in un ampio fiocco al centro. La porgo gentilmente alla madre di Henry che la scarta con attenzione. Guarda poi interrogativa la scatola nera che tiene tra le mani rivolgendomi uno sguardo dubbioso.
La invito con la testa ad aprirne il coperchio e lei lo solleva per poi sorridere mentre lo ripone a terra. Al suo interno una felpa blu e un bigliettino che Jennifer si avvia a recitare, «All’agente speciale Henry LaMontagne, con un sincero augurio di buon Natale.»
La vedo spostare il cartoncino per lasciarsi andare ad una sonora risata. Volta verso di me la confezione mostrandomi il logo della BAU stampato sul petto.
«Sembra che David abbia già deciso il tuo futuro.» mi rivolgo a mio figlio che ispeziona con le sue mani curiose il tessuto dell’indumento contenuto in quella scatola. Poi sorride e cerca con un linguaggio che è ancora conosciuto solo a lui di dirci qualcosa.
Io e sua madre ci guardiamo intensamente negli occhi. «Io credo che gli piaccia.» osserva dolcemente JJ, spostando poi la confezione insieme agli altri pacchi già aperti e attendendo che gliene passi un altro. «Quello!» mi dice improvvisamente protendendo in avanti l’indice della mano destra, «Per una volta scelgo io.» mi risponde mostrandomi la lingua.
Afferro il regalo indicatomi da lei. Una confezione dorata con al centro una grossa coccarda rossa. «Aprilo tu..» mi invita la donna che amo. Lascio quindi scorrere le dita fino a trovare il punto da cui iniziare a tirar via la carta. In poche frazioni di secondo resta tra le mie mani solo la custodia di un dvd e un biglietto di auguri.
«È di Hotch.» le dico leggendo poi quello che aveva scritto. «Un classico Disney. Il primo cartone che ha visto Jack. Spero piaccia anche a te. Auguri!» sollevo gli occhi verso Henry che mi osserva con il capo inclinato. Serio. Come se abbia realmente capito ogni singola sillaba che avevo pronunciato.
«Fa vedere.» dice allegra Jennifer allungandosi verso di me e distogliendo la mia attenzione dalla venerazione di quel pargolo. Le cedo gentilmente la copia di “Pinocchio” che osserva portandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli che gli era scivolata sul viso. «Io aspetterei ancora un po’ a farglielo vedere. Voglio che sia in grado di capirlo veramente.» riflette ad alta voce riponendolo poi alla sua destra.
«Vai con questo.» le dico spingendo verso di lei un pacco azzurro con un enorme fiocco bianco. «Il biglietto è fuori.» le comunico mentre già lo sta prendendo tra le mani e si appresta a leggerlo.
«Ti consiglio di osservare attentamente la somiglianza. Felice Natale. Emily» JJ inizia a scartare la confezione mentre mi interrogo su cosa possa voler dire quel messaggio. Vedo la mia compagna tirar fuori dalla scatola un piumone per il letto di Henry. Del soffice colore di un cielo cosparso di rade nubi. E con diversi angeli bellissimi. Biondi. E con gli occhi azzurri. Ci guardiamo sorridendo perché entrambi avevamo capito a cosa si riferisse la dolce collega. «Andrà benissimo fra qualche anno per il letto nuovo che gli abbiamo regalato noi.» mi dice e io rispondo con un cenno del capo. Vedo mio figlio accarezzare dolcemente la morbida pelle del viso di sua madre. Poi mi volto.
«Ne sono rimasti solo due.» osservo indicando sotto il nostro albero. Fuori la neve non aveva smesso di cadere.
«Prima quello.» mi asseconda la mia compagna indicando il regalo avvolto da una carta variopinta e cosparsa di disegni di dolcetti caratteristici di quel periodo dell’anno. Continuando poi a sottostare al delicato tocco del bambino.
Inizio a togliere la carta di quel pacco, trovandomi infine davanti un paio di guanti di lana. Ma non erano classici guanti per bambini. Avevano la forma dei guantoni da pugile. Nel sollevarli dalla confezione, vedo un foglietto scivolare sul pavimento. Prontamente Jennifer lo afferra e legge, «Per difenderti dalla vita. Buon Natale. Derek.»
«Vieni qua campione.» mi sporgo in avanti per metterglieli alle mani. Gli calzano benissimo. Mi diverto a guardarlo osservarsi interrogativo le mani avvolte da quegli strani guanti. Poi prende dimestichezza e li agita davanti al mio viso e a quello di sua madre.
«Si, sono meravigliosi.» gli dice con voce cantilenante JJ, sfiorandogli il viso con il naso.
«L’ultimo.» annuncio allungandole il pacchetto con tante figure di Babbo Natale e una coccarda argento. «Sarà di Reid.» le comunico.
La mia compagna si sistema meglio sul pavimento con il regalo tra le mani e si avvia per l’ennesima volta al rituale di apertura della confezione. Ne viene fuori un grosso volume finemente rilegato. Lo osserva e ne apre la copertina. «C’è una dedica.» mi informa prima di leggermela mentre il piccolo è intento ad osservare curioso i disegni. «So che Henry non è ancora in grado di leggere, ma vi prego di farlo voi per lui. Queste fiabe gli faranno scoprire il mondo, attraverso le vostre parole che lo culleranno ogni volta che ne avrete voglia. Buone feste. Spencer Reid.» conclude così richiudendolo e guardando a sua volta le figure colorate che avevano attirato l’attenzione di nostro figlio.
«I tuoi colleghi hanno fatto dei regali bellissimi. Tutti, dal primo all’ultimo.» affermo con convinzione mentre la mia compagna inizia a separare i doni da quello che rimaneva delle loro confezioni. Mi alzo per avvicinarmi e darle una mano.
In breve tempo l’intero tappeto è libero e Jennifer si accomoda nuovamente vicino all’albero permettendo a Henry di giocare con gli addobbi e i ramoscelli più bassi. Io li osservo sorridendo. Adoro la mia compagna che gioca con suo figlio, si illumina di una nuova luce ancora più luminosa di quella che emana normalmente.
Mi volto per guardare fuori la neve che imbianca l’atmosfera poi li raggiungo di nuovo afferrando prima il libro di fiabe. «Che ne dite di leggerne qualcuna?» chiedo sedendomi per terra. JJ mi raggiunge immediatamente poggiandosi contro di me.
«Dico che è un’ottima idea.» mi dice sistemando anche il piccolo accanto a noi.
Comincio a leggere, lasciando che la mia voce si diffonda in quella stanza dove c'è tutto quello di cui ho bisogno. Il più bel regalo che la vita mi potesse fare.
  
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