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Autore: R e d_V a m p i r e     05/08/2010    1 recensioni
"Ne, Sasuke-chan, ci divertiremo un mondo insieme!"
Le ben poco gentili pacche sulla schiena del cugino, che lo fecero finire gambe all'aria, servirono come ulteriore conferma al piccolo Sasuke dell'inizio di un incubo da cui difficilmente avrebbe potuto svegliarsi.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Di Angurie Indigeste e Babysitter Molesti







Mikoto sapeva che, se avesse mai avuto problemi di sorta per cui avesse dovuto lasciare, sfortunatamente, le mura domestiche e il più piccolo dei suoi figli, ci sarebbe sempre stato il solerte Itachi a fare le sue veci.
Certo, sapeva benissimo che il figlio maggiore era ancora, relativamente, un bambino, ma il carattere serio e pacifico faceva si che potesse riporre in lui tutta la sua fiducia.
Anche perché il burbero Fugaku si era categoricamente rifiutato di prendere il suo posto ( << Il Capo Clan degli Uchiha non può fare la ‘casalinga’ >> ) ed era quasi sicura che non sarebbe stata affatto una buona idea nemmeno quella di lasciare il secondogenito nelle goffe mani, decisamente poco avvezze alla cura infantile, dello scorbutico e orgoglioso papà orso genitore.
Però non aveva messo in conto la possibilità che il suo giudizioso ometto potesse essere irreperibile, e soprattutto, la causa del suo allontanamento dalla dimora famigliare.
<<  Kaa-san, kaa-san devi proprio andare? >>
Il pigolio sommesso del piccolo attaccato alla sua gamba, fece alzare gli occhi al cielo alla donna che si destreggiava a preparare il borsone e trascinarsi dietro quella buffa appendice in pigiamino blu con gli orsetti.
<< Per la ventottesima volta, si, Sasuke. Itachi ha bisogno di me in ospedale >>
Era stato davvero uno strano ‘incidente’.
Alla festa di compleanno di Kirimi-obaa-san il ragazzino aveva mangiato da solo un intera anguria finendo, ovviamente, per fare indigestione.
L’avevano trovato sotto un albero che si teneva il ventre con le braccia, cereo in volto, con inquietanti sfumature verdastre sulla pelle opaca e lucida di sudore freddo.
Quando Mikoto era corsa a saggiarne le condizioni, aveva fatto in tempo a sentire un indistinto “Shisui, me la paghi” prima che il pupillo degli Uchiha rigettasse davanti all’arzilla matrona del Ventaglio la cena e ciò che restava del frutto incriminato.
La donna era stata quasi contenta per lui quando era svenuto con un rantolio, mentre veniva scrollato da un imbarazzatissimo e indignato Fugaku.
Conoscendo il marito e il figlio, era più che sicura che quell’increscioso fattaccio – come l’aveva definito una divertita Kirimi il giorno dopo – sarebbe finito per diventare un onta che solo il seppuku sarebbe stato in grado di lavare.
<< Demo, proprio proprio? >>
Chiese lamentoso il bambino, tirandola per un lembo della maglia nera che indossava, i grandi occhi onice lucidi pericolosamente vicini alle lacrime.
Mikoto si bloccò un attimo, sospirando tra se e se, per poi chinarsi sul figlio e tirarlo su.
Sasuke si abbarbicò fra le braccia della madre come un piccolo koala imbronciato, strofinando il visetto rotondo sul suo petto come faceva sempre quando voleva arruffianarsela.
<< Proprio proprio scoiattolino mio >>
Il piccolo gonfiò le guanciotte, offeso.
Non amava molto che la madre gli ricordasse l’imbarazzante significato del suo nome  – anni dopo si sarebbe chiesto quale assurdo colpo in testa avessero dovuto aver preso i genitori per dare ai figli nomi tanto infausti –.
<< Kaa-san … >>
<< E poi … >>
Continuò lei uscendo dalla stanza, borsone in spalla, sistemandosi il bambino su un braccio.
Arrivati in cucina, Sasuke quasi non si strozzò con la saliva vedendo il ragazzino seduto compostamente al tavolo vicino all’impassibile Capo Clan impegnato  nella lettura di qualche rapporto della Polizia di Konoha.
<< … Shisui-kun si è offerto di farti da babysitter per questi tre giorni! >>
L’interessato scattò all’impiedi con un sorrisone da guinness, la zazzera di scompigliati capelli corvini e il nero sguardo malandrino made in Uchiha.
In realtà Mikoto, che ai suoi tempi d’oro era stata una kuinochi niente male, non aveva tardato a imputare il malessere di Itachi al suo scapestrato nipote – chissà perché, poi, Shisui c’entrava sempre in tutto – e l’aveva ‘costretto’ tramite moine e psicologia indiretta a proporsi di buona lena e senza fiatare per l’infausto compito, se non voleva che la sua kaa-san scoprisse accidentalmente che parte avesse avuto nel misfatto.
<< Certo oba-san, puoi contare su di me! Sasuke-chan è in buone mani >>
La donna per un istante parve ripensare alla punizione impartita al ragazzino, dubitando di quel suo tono così impudentemente sfacciato che nascondeva, dietro una patina di galanteria, una costante presa in giro.
Ma poi si ricredette, limitandosi a sorridere di rimando, dicendosi che, infondo, cosa mai poteva combinare un tredicenne da poco chunin?
<< Mh. Mi raccomando. Su Sasuke-kun, giù! >>
Esclamò allegramente prendendo il piccolo, che si era ostinatamente attaccato a lei, da sotto le ascelle e posandolo a terra.
Il bambino accettò il suo bacio caldo e un po’ umido senza fiatare, guardandola rialzarsi e portarsi alla porta con un certo terrore nello sguardo nero, senza voler accennare a girarsi verso il cugino ora alle sue spalle.
La Signora Uchiha guardò accigliata il marito che non aveva mosso un muscolo, schiarendosi nemmeno troppo  disinvoltamente la voce.
<< Fugaku io sto andando >>
Per tutta risposta l’uomo alzò le spalle, voltando pagina.
<< Nh, saluta Itachi >>
Una fugace scintilla omicida attraversò lo sguardo solitamente calmo della donna, ma poi, memore del fatto che non poteva certo aspettarsi di più da quello scontroso shinobi – per di più ora sicuramente offeso per dover essere abbandonato a se stesso a beneficio dell’infermo figliolo – lasciò perdere, annuendo fra se e se, andando via, non prima di aver salutato i presenti con un:
<< Ok. A dopodomani >>
<< Fai il bravo Sasuke, mi raccomando >>
e
<< Lo stesso vale per te, Shisui >>
Quando anche l’ultimo dei lunghi capelli corvini della madre fu sparito dalla sua visuale, il piccolo Uchiha si permise di voltarsi, tremante, verso il terribile consanguineo, indietreggiando istintivamente quando il viso di Shisui fu un po’ troppo vicino al suo.
<< Ne, Sasuke-chan, ci divertiremo un mondo insieme! >>

Le ben poco gentili pacche sulla schiena del cugino, che lo fecero finire gambe all’aria, servirono come ulteriore conferma al piccolo Sasuke dell’inizio di un incubo da cui difficilmente avrebbe potuto risvegliarsi.

 

§

 

Il secondogenito del Capo della Polizia Konohana – nonché stimato Capo Clan del Ventaglio, valoroso shinobi e bla,bla,bla – aveva dato fondo all’ultimo briciolo di dignità infantile rimastagli quando, avvertiti i due ragazzini della sua uscita, si era gettato in ginocchio aggrappandosi a una gamba del padre e implorandolo di non andare a lavoro, quel giorno.
Un Fugaku a disagio si era scrollato di dosso il pargolo, il viso stranamente congestionato, e un espressione decisamente più burbera del solito a voler salvare la facciata di integro uomo d’azione senza macchia ne paura.
<< Non dire sciocchezze Sasuke, e rimettiti all’impiedi. Un Uchiha non si abbassa mai a pregare … >>
La tiritera sul cosa e cosa non un Uchiha dovesse fare, aveva del tutto azzerato le speranze che il bambino aveva riposto nel genitore, così il piccolo si era ritrovato da solo con il temuto Shisui che lo osservava in silenzio con quel suo indecifrabile sorrisetto da stregatto.
<< Sasuke-chan? >>
Il bambino deglutì, indietreggiando verso la porta aperta della cucina che, in quel momento, significava salvezza.
<< C-cosa vuoi Shisui-kun? >>
Chiese di rimando il piccolo, adocchiando il corridoio, pronto a uno scatto da centometrista se la situazione si fosse fatta pericolosa – per lui –.
L’Uchiha maggiore dovette intuire i suoi pensieri – insomma, era pur sempre uno shinobi – perché si mosse con studiata nonchalance, scivolando alle sue spalle e appoggiandosi di schiena allo stipite della porta, bloccandogli così ogni possibile via di fuga, le braccia incrociate pigramente al petto.
<< Che ne dici di fare un gioco? >>
Se Sasuke avesse avuto qualche anno in più e si fosse ricordato di tutti i guai passati da Itachi proprio per colpa del volpino cuginone e le sue brillanti idee, avrebbe negato energicamente e si sarebbe andato a barricare in camera sua per i tre giorni seguenti.
Ma Sasuke era, per cognizione di causa, ancora un marmocchio e la sola parola ‘gioco’ era bastata a fargli abbassare la guardia e incuriosirlo.

Grave errore.
<< Che tipo di gioco? >>
Shisui sorrise più ampiamente, chinandosi verso il cuginetto e passandogli un braccio attorno al collo, guancia contro guancia, incurante del colorito bluastro sintomo di un inizio d’asfissia che aveva colorato le guanciotte pallide del piccolo.

<< Oh vedrai pidocchietto, vedrai >>

§

 

Shisui aveva parlato di nascondino, ma, conoscendolo, Sasuke avrebbe dovuto immaginare che la sua spiccata – e pericolosa – fantasia l’avrebbe portato a modificare quel gioco innocuo in una prova di sopravvivenza tutt’altro che tale.
Rincantucciato nel vano sotto le scale che portavano al secondo piano della villa, il morettino si chiedeva cosa mai avesse fatto di male in cinque anni di vita per meritarsi una simile punizione.
Si abbracciò le gambette magre, gli occhioni sgranati e i sensi all’erta, protesi a captare qualsiasi scricchiolio o ombra sospetta che avrebbe rivelato l’avvicinarsi del malefico parente.
Sfortunatamente il suo arsenale annoverava solo shuriken di legno e kunai di plastica, ed era quasi sicuro che dei giocattoli non sarebbero bastati a fermare un eventuale assalto.
E poi, purtroppo, aveva lasciato tutto nella sua cameretta, facendosi scioccamente convincere dal mellifluo ragazzino che non ci sarebbe stato bisogno di nessuno dei suoi balocchi per quel gioco.
<< Sasuke-chaaaaan! >>
Un brivido di terrore attraversò la schiena del bambino, che indietreggiò contro la parete, quasi sperando di sparirci all’interno.
<< Sasuke-chan sto venendo a preeeendertiiiii! >>
Cantilenò con sadico divertimento il chunin, facendo roteare con un dito un kunai che era rimasto nel fondo del suo tascapane dopo che, sotto minaccia di Mikoto-oba-san, l’aveva dovuto svuotare di tutte le sue armi che aveva poi lasciato a casa – o beh, quasi tutte –.
Sasuke si fece forza, dicendosi che l’unico modo per sfuggire al cugino fosse raggiungere la sua stanza.
Inspirò, trattenendo il fiato, uscendo dal suo rifugio.
Aveva giusto qualche secondo prima che il ninja s’accorgesse di lui.
Poteva scorgere l’ombra, proiettata dal sole pomeridiano che filtrava dalle finestre aperte,  allungarsi sul muro del corridoio precedendo il suo proprietario.
Indietreggiò, salendo cautamente di spalle gli scalini di legno per tenere d’occhio l’avanzata del cugino.
Peccato che Sasuke non fosse ancora un ninja, e , il suo onii-san glielo ripeteva sempre quando lo ripescava da terra dopo una delle sue mirabolanti cadute, era anche particolarmente goffo per essere un Uchiha.
Quindi non si accorse, troppo preso a monitorare la situazione, del pupazzo di stoffa che spuntava da uno degli scalini, dimenticato lì quella mattina mentre seguiva come un pulcino mamma chioccia, che lo fece scivolare a sbattere dolorosamente il sederino sul duro legno, oltre a fare un gran fracasso.
Per un istante, mentre tratteneva le lacrime mordendosi la lingua, il piccolo erede del Ventaglio credette che  Shisui non si fosse accorto del baccano, ma, quando vide il furbesco ghigno del ragazzo brillare a qualche metro da se, si ricredette.
E si impose di svignarsela.
<< Tanto non mi scappi marmocchietto! >>
Il bambino correva, arrancando e aiutandosi con le mani e i piedi, senza più voltarsi a guardare ciò che faceva l’altro, con solo la sua risata da pazzo psicopatico – solo di questo poteva trattarsi – nelle orecchie.
Raggiunto il pianerottolo, la porta della sua stanzetta sembrava decisamente troppo vicina per lasciarsela sfuggire, o pensare a cosa fosse lo strano filo traslucido che spuntava da un capo all’altro del corridoio, attraversandolo.
Il piccolo si fece forza, gettandosi in avanti alla conquista della maniglia, quando si ritrovò, senza sapere come, a penzolare dal soffitto a testa in giù.
Shisui si avvicinò con un ghigno ferino, calmo e pacifico, guardando il cuginetto legato come un salame che oscillava davanti alla porta con occhio critico.
<< Te l’avevo detto che tanto non mi scappavi >>
Proferì, con immenso divertimento, prima di muovere velocemente il pugnale che teneva in mano e far baluginare la lama davanti al visetto terrorizzato di Sasuke che, temendo il peggio,chiuse gli occhi.
<< Ahia! >>
Quando li riaprì era nuovamente culo a terra, seduto ai piedi del suo aguzzino che aveva tranciato con un colpo secco la corda che lo teneva sospeso a qualche decina di centimetri dal pavimento.
<< Ho vinto io >>

Il bambino cincischiò qualcosa, prima di cadere lungo disteso, svenuto per le troppe emozioni, mentre il cugino se la rideva, soddisfatto.

 

§

 

<< Allora, uhm, cosa avete fatto pomeriggio? >>
Sasuke seduto ben lontano dal cugino sbuffò qualcosa, ostentando un cerotto su buona parte del lato destro del viso.
Shisui sorrise ampiamente, scrollando noncurante le spalle e servendosi un’altra porzione di pomodori ripieni.
<< Oh le solite cose oji-san, abbiamo giocato e ci siamo divertiti davvero tanto, vero Sas’ke-chan? >>
Il piccolo interpellato alzò lo sguardo dal suo piatto, guardandolo in tralice, ma poi riabbassò il capino e si limitò ad annuire.
<< Hai, tou-san, Shisui-kun ha ragione >>
Fugaku guardò i due bambini perplesso; Sasuke in particolare non sembrava molto contento, oltre che a essere conciato davvero male – chissà che dovevano aver combinato quei mocciosi mentre non c’era –.
Ma poi scrollò anche lui le spalle, evitando di indagare oltre, tornando a mangiare.

Oh, beh, avrebbero avuto altri due giorni interi per divertirsi.

 

 

 

Angolino di  R e d_V a m p i r e

 

Che dire? Uscita così, di getto, mentre guardavo mio fratello invogliare i miei cugini a una gara di ‘chi mangia più anguria’. Ovviamente qualcuno di loro è finito male ( un po’ come il povero Itachi xD ) ma non sono qui per raccontarvi di questo.
Visto che ho notato che nel fandom non si da molto spazio ai due cugini ( di solito vediamo Itachi e Shisui, o, al più, Itachi Shisui e il marmocchietto a presso ) ho voluto pensare a questo Missing Moments come a un pezzo dell’infanzia del nostro scoiattolo.
Alquanto traumatico, vero? xD
Ma io Shisui me lo immagino così’, non ci posso fare niente.
Quindi … quindi nulla, spero che vi abbia fatto almeno un po’ sorridere e ( esageriamo ) scappare qualche risata.
Un bacio a tutti.

Ciaossu!

   
 
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