Apri una porta. No, forse sono due. Forse non è affatto una porta.

Diamine, l’eroina fa il suo effetto. Ora potresti trovarti nel frigo, o peggio, fuori dalla finestra. No, fuori no, altrimenti saresti precipitato. Se ricordi bene la suite era al settimo piano. O all’ottavo?

Cammini ciondolando, cercando il tuo letto, ma scivoli su qualcosa di tondeggiante e oblungo, probabilmente la siringa il cui ago era conficcato nella vena del tuo braccio destro pochi minuti fa. Cerchi di tenerti in equilibrio allargando le braccia, ma cadi sbattendo a terra il fondoschiena e scoppi a ridere. Ridi come un pazzo, mentre tutto ti gira attorno.

Quando il mondo sembra fermarsi, almeno per qualche secondo, ti accorgi che Slash è davanti a te.

- Ciao! – esclami, senza smettere di ridere, cercando di aggrapparsi a una delle sue cinque braccia per alzarti.

- Sei fatto. – osserva lui, afferrando la tua mano e tirandoti in piedi. – Fatto e strafatto. -

- Sì. – rispondi e scrolli le spalle. – E tu hai due teste e tante braccia, e con ciò? -

- Sei fatto. – ripete, come se non fosse ovvio.

Lo prendi per la spalla e lo abbracci. – Oh, Saul… -

- Ma cosa stai facendo? – esclama, staccandosi da te.

- Sono fatto. – rimarchi tu, cercando di nuovo di afferrarlo, ma un paio di secondi dopo ti accorgi di avere fra le braccia un cuscino. – Eddai! – esclami, girandoti intorno per cercarlo, ritrovandoti sul letto poco dopo. Beh, menomale che era il letto e non la finestra aperta. Saresti potuto precipitare e…e… oddio, che vertigini. 

- Axl, calmati. -

Oh, eccolo. Ti sovrasta, è in piedi accanto al letto, copre il fascio di luce che arriva dall’unica lampada della stanza. Vedi la sua silhouette in controluce, come se il sole stesse tramontando dietro di lui. Ed è così bello. I suoi ricci neri, oddio. Vorresti accarezzarli. – Voglio toccarti i capelli. – dici.

- Per quale motivo? – chiede, sedendosi accanto a te. Senza rispondere, affondi una mano fra i suoi ricci, premendo sulla sua nuca fino a farlo sdraiare, praticamente su di te.

- Bill, lasciami andare! -

- Perché mi hai chiamato Bill? – sussurri al suo orecchio, stringendo i suoi polsi, in modo che non si possa divincolare.

- Non ha importanza, lasciami andare, cazzo! – grida, spostando il viso, senza cedere alle tue avances, mentre tenti di baciargli le labbra.

- No. – dici, semplicemente, chiudendo gli occhi e afferrandogli il viso con due mani, costringendolo a posare le labbra sulle tue. Cerchi insistentemente di entrare nella sua bocca con la lingua, ma tiene le labbra serrate. – Apri la bocca! -

- Per quale cazzo di motivo dovrei farlo? – ringhia, contro la tua guancia.

- Perché ho deciso che voglio scopare e voglio farlo con te. -

Ti guarda stranito. – Sei fatto, Axl, strafatto! Come puoi volere una cosa del genere? –

- Lo voglio e basta! -  gridi, baciandolo di nuovo. Dietro la sua testa vedi il mondo girare, come sotto di te. Solo Slash è fermo davanti ai tuoi occhi. O forse tutto è fermo e lui si muove? O forse tu ti muovi ma rispetto a lui stai fermo, quindi vedi il resto muoversi e lui immobile?

- Axl, togliti! – grida, dandoti un violento spintone. Ti ritrovi sdraiato a terra, inerme.

Vedi la figura sfocata di Slash uscire dalla stanza e senti la chiave girare. –Saul! – gridi, con voce roca.

- Rimarrai lì dentro, fin che non avrai smaltito gli effetti dell’eroina! Affamato di sesso che non sei altro! -

Tenti almeno di metterti seduto contro il muro, ma anche questo ti viene difficile. Improvvisamente ti accorgi delle lacrime, stai piangendo. Non sai esattamente se lo stai facendo perché sarai costretto a passare la notte chiuso in una stanza, perché sei un coglione, perché sei talmente fatto da averci provato con Slash, oppure… perché lui ti ha rifiutato.