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Autore: Tulipano    05/08/2010    2 recensioni
Piccolo obbrobrio scritto per l'onomastico della mia "cara" compagna di banco.
Una ragazza parla di una sua amica del liceo e realizza di non averla mai compresa fino in fondo...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Absolutely Positive


-Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette…-
-Che cavolo stai facendo?-
-Sto contando quante formiche ci sono a terra-
-E Perché?-
-Per fare qualcosa mentre ti aspetto.-
-Potresti anche non aspettarmi, non sia mai arrivi tardi, poi come fai senza passare i cinque minuti pre-lezione con Sofia!-
-Volevo solo chiederti se mi presti  Harry Potter e il Calice di Fuoco… ho finito gli altri due libri che mi hai prestato, eccoli qui.-
-Grazie. Quando torniamo ti do  il Calice di Fuoco.-
-Non potresti darmelo adesso? Tanto è presto…-



Non avrei mai immaginato che mi sarebbero mancati piccoli episodi come questo.
Ho sempre considerato Anastasia strana, noiosa, vecchia. Però provavo (e tuttavia provo ancora) per lei una simpatia incondizionata, che me la faceva sopportare sempre e comunque, anche se lei probabilmente preferiva Sofia a me. Io ero solo quella da cui scroccare manga e libri, probabilmente.
Per questo mi ripeto sempre che non avrei dovuto provare quella sgradevolissima sensazione quando lei mi disse, come se niente fosse:
Io vado via
Così, all’improvviso. Me lo disse alla fermata del tram una tranquilla mattina di maggio durante l’ultimo anno di scuola. Si stava guardando le scarpe, quando all’improvviso alza la testa e dice che ha intenzione di andarsene. Non mi fu dato saperne il motivo, né la destinazione. Venni a conoscenza dei dettagli solo molto più tardi, a fatto compiuto.


Anastasia è sempre stata un po’ vaga quando si parlava del futuro.
Aveva (e ha) molta fiducia in se stessa, anche se qualche volta ha avuto degli attacchi di sfiducia e tristezza, i cui dettagli mi sono sconosciuti, perché con me non parlava.
D’altronde, anche io non parlavo tanto con lei delle mie cose. Le nostre conversazioni erano quasi sempre rivolte ai manga. Quante volte l’ho vista triste in un angolo della classe o addirittura a piangere? Ma per me se stava così era sicuramente per qualche motivo stupido, non l’avevo mai capita davvero.
Eppure io sono stata la prima persona cui ha detto che sarebbe ufficialmente partita.
E quando l’ha fatto, ricordo benissimo che aveva un’espressione seria, decisa, felice.
Mentre la guardavo capii che nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea;
mi chiedevo il perché di tutta quella determinazione, lei che in fondo ho sempre considerato debole e lunatica.
Mi disse che delle persone sarebbero state tristi per la sua assenza, ma che non dovevano esserlo, perché gli addii non sono delle faccende tristi. Anzi, secondo lei sono un nuovo inizio.
Questo è vero, ma secondo me sono tristi comunque… le dissi proprio questo e lei mi guardò come se fossi una povera stupida che non poteva comprendere “i grandi misteri della vita”, e mi rispose che gli addii non sono tristi perché “chi dice addio a qualcosa ha sicuramente un sogno da realizzare, e chi riceve l’addio non deve essere triste, ma felice, perché la persona a cui tiene sarà felice e di sicuro prima o poi tornerà”. In quel momento pensai che fosse totalmente andata…
Sinceramente il concetto ancora non riesce ad entrarmi in testa. L’unica cosa che so è che in quel momento avevo davanti a me una persona nuova, matura, risoluta. Una persona assolutamente positiva, che crede nelle proprie capacità e non ha paura di affrontare il mondo.

Sono passati più o meno sette anni da quel giorno, ma Anastasia non è ancora tornata. Si tiene in contatto un po’ con tutti scrivendo brevi lettere in cui non dice assolutamente se, come o quando ritornerà.
Forse non ha ancora realizzato il suo sogno o, chissà?, magari fin dal principio non aveva nessuna intenzione di ritornare.

Angolo Autrice:
Ok, questa cosa è orribile e in più odio nvu u.u devo assolutamente cambiare programma.
Il titolo non c'entra molto con la storia, ma mi piaceva così l'ho messo. In teoria dovrebbe essere colorato e centrato, ma visto che nvu mi odia ha deciso che non deve essere così e io mi scoccio di scrivere il codice a mano.
Questa è dedicata alla mia compagna di banco Virginia, che mi ha praticamente costretta a scrivere qualcosa per il suo onomastico (auguri, a proposito)... Non lamentarti se è uscita fuori una cosa obbrobriosa e incoerente.
L'idea originale era una fanfiction comico/demenziale sul manga NARUTO, ma poi ho cambiato idea perché ho scoperto che non sono in grado di scrivere quel genere di storie. E a quanto pare non so nemmeno scrivere racconti introspettivo/malinconici T__T
Sono un disastro, perdonami, Virginia!
   
 
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