Capitolo Primo
Era buio pesto, e faceva
un freddo da gelare l’anima.
Sembrava di essere in un
covo di Dissenatori, ma Rose sapeva che non era così.
C’era profumo di foresta ,
e di montagne.
Nell’oscurità si sentì il
rumore di un ramoscello che si spazzava sotto i piedi di
qualcuno.
Poi ci fu un urlo
agghiacciante, e il brillìo di un’improvvisa luce illuminò una radura con al
centro una torre diroccata, da cui uscì una ragazza sottile coperta di stracci.
I lunghi capelli biondo
miele un tempo dovevano essere stati belli, degni di una Veela , ma ora erano
sporchi e aggrovigliati.
Senza preavviso, la
ragazza afferrò le mani di Rose, gli occhi verdi che supplicavano aiuto.
< Rose… > sussurrò
con voce spezzata.
Tutto tornò
improvvisamente buio, si sentì qualcuno urlare < Crucio! > e altre
urla agghiaccianti riempirono l’aria.
E poi una luce abbagliante
illuminò la stessa ragazza di prima, ma con i capelli puliti e alzati sul capo
come una ballerina.
Sulla nuca esile era
tatuata una rosa, dalla quale cominciarono a cadere gocce di sangue rosso cupo…
< Rose… ROSE!
>
Si ritrovò seduta nel
letto, sudata come se avesse la febbre.
Le coperte erano un
groviglio color avorio.
Sulla soglia della camera
c’era Al, i capelli corvini spettinati, la bacchetta tesa davanti a sé.
Rose si prese la testa tra
le mani, poi cercò di sorridere al cugino che ora aveva acceso la luce e si
stava avvicinando al letto.
< Sto… sto bene Al, era
solo un incubo. Va’ pure a dormire. >
Albus si sedette sul letto
della cugina e le posò una mano sulla fronte.
< E’ successo di nuovo,
Al. > sussurrò lei dopo un paio di minuti di silenzio, con voce
spezzata,
< Succede tutte
le notti da un anno, ormai… sto impazzendo…>
Albus la strinse forte a
sé, lasciandola sfogare.
< Mi manca tanto. >
mormorò Rose debolmente.
< Anche a me Rosie. Mi
manca da morire. >
*
Scorpius Malfoy non
pensava mai.
Lavorava tutto il giorno,
dalle sei di mattino alle dieci di sera.
Quando rientrava nel suo
squallido appartamento, era troppo stanco per fare qualcos’altro che
non fosse bere whisky e fumare sigarette davanti alla televisione
Babbana.
Scorpius Malfoy non
pensava mai, e faceva di tutto per non averne il tempo, perché sapeva che se lo
avesse fatto sarebbe rimasto talmente intrappolato nel suo dolore da giungere a
conclusioni estreme.,
Lo scorso agosto, per
esempio, a furia di pensare si erta trovato sul cornicione della finestra, a un
passo dal saltare giù, i capelli biondo scuro frustati dal vento.
Cosa lo aveva salvato quel
giorno, cosa gli aveva impedito il suicidio, Scorpius non lo sapeva con
certezza. Ma aveva deciso di non correre più rischi.
Semplicemente, aveva
smesso di pensare.
Aveva smesso di
esistere.
Le uniche volte in cui si
lasciava andare erano quando il suo sguardo indugiava sulla bianca, brillante
Luna nel cielo.
Quelle volte, apriva il
cassetto di un vecchio scrittorio di legno di cattiva qualità e ne cacciava un
album di foto rilegato in pelle.
Le foto ingiallite
mostravano quasi sempre due bambini, a volte con i genitori.
Si lanciavano palle di
neve, si schizzavano nell’acqua, giocavano a scacchi, facevano merenda.
E sotto ogni foto, in un
elegante grafia femminile, c’era scritto: Sel e Scorp a Natale, Sel e Scorp al
mare, Sel e Scorp in salotto.
Selene.
Selene in greco
significa Luna.
< Mi manchi, sorellina. >
*
Anche Albus Potter aveva
un album di fotografie rilegato in pelle.
Prima di quel maledetto 3
luglio di un anno prima, Al non lo cacciava quasi mai.
Giusto il tempo, di tanto
in tanto, di infilare qualche nuova fotografia.
Ma le cose erano cambiate,
da quasi un anno a quella parte, e Al ormai era s0lito cacciare quell’album
tutte le sere prima di andare a dormire.
L0 sfogliava quasi come se
pagine fossero state ali di fata, troppo delicate persino per un Cercatore
esperto come lui.
Quell’album era la loro
storia.
C’era una foto, la prima
dell’album, sull’Espresso di Hogwarts.
Seduti in uno
scompartimento, tre ragazzi di undici anni salutavano allegri verso l’obiettivo,
la campagna inglese che sfilava fuori dal finestrino.
Albus se lo ricordava
bene, quel giorno.
Tutti gli scompartimenti
erano pieni, quel giorno, e lui e Rose cercavano un po’ di pace dai parenti.
Così si erano infilati in uno che pareva vuoto; e invece c’era Scorpius.
Mentre si presentavano,
nessuno di loro tre immaginava che sarebbero stati legati, da quel giorno, per
sempre.
Le altre foto mostravano
sempre gli stessi tre ragazzi di prima, sempre più grandi…
E in più, c’era
un’aggiunta.
Selene. Dal secondo anno,
la sorella di Scorpius era entrata a far parte del loro terzetto, trasformandolo
così in un quartetto.
Non c’era sera in cui una
lacrima solitaria non scendesse lungo una guancia di Al, quando i suoi occhi si
posavano sulla loro ultima foto insieme, nel giardino di casa Malfoy.
Era estate. Albus
ricordava il sollievo per la fine degli esami, Rose che aspettava ansiosa i
risultati, Scorpius che la prendeva in giro come sempre…
E ricordava benissimo
persino il preciso istante in cui quella foto era stata scattata.
L’erba appena tagliata
profumava. Il sole stava tramontando e una leggera brezza smuoveva i capelli
delle ragazze.
< Andiamo, svelti,
facciamo questa foto e torniamo dentro! Ho un brutto presentimento, oh, lo so!
Stanno per arrivare le lettere con i risultati e io sono sicura di aver fatto un
disastro a Trasfigurazio… AAAAARGH! Scorpius Malfoy, mettimi immediatamente giù!
>
Ma lui non l’ascoltava.
L’aveva presa in braccio come uno sposo fa alla sua sposa e aveva subito
provveduto a zittirla con un bacio.
< Sta’ zitta,
Weasley. > sussurrò contro le sue labbra.
< Mmmpf. > fu la
risposta rassegnata della ragazza.
Tzé. Provateci voi a
resistere ad un bacio di Scorpius
Malfoy.
< Quando voi due
piccioncini avrete smesso di sbaciucchiarvi, ci sarebbe una foto che ci attende!
>
Selene lanciò uno
sguardo divertito al fratello e alla migliore amica, poi sobbalzò: qualcuno le
aveva sfiorato i fianchi, abbracciandola da dietro.
< Ehi, piccola. >
sussurrò Al, la guancia contro quella di Selene.
< Ehi. > ribatté
lei, girando appena la faccia per baciarlo.
< E poi eravamo noi
i piccioncini! > disse Scorpius alzando un sopracciglio.
< Si, ma facciamo in
fretta, dobbiamo tornare dentro, nel caso arrivassero le lettere con i
risult…>
< Va bene, Rosie, va
bene! Abbiamo capito! >
Si erano messi in posa
tanto in fretta che Al era venuto con lo sguardo verso Selene, mentre
l’abbracciava da dietro, e accanto a loro Rose e Scorpius si guardavano, l’una
in braccio all’altro, lei in cagnesco, le braccia incrociate al petto, lui
esasperato, mentre però la stringeva a sé con tenerezza.
Selene era l’unica a
guardare l’obbiettivo, e rideva, rideva…
Che bel sorriso che aveva.
Era il 2 luglio.
Ciack.
< Mi manchi, piccola.
>
Spazio autrice :D
Salve gente! Allora, questa è la mia prima Fic e farà pena, lo so u.u
Sarà mooolto lunga, quindi se vi imbarcate in quest'avventura, è bene che sappiate a cosa andate in contro: non sono per niente puntuale o costante, ma poichè ho già scritto parecchi capitoli, spero di non farvi mai aspettare molto...
Insomma, che dire? Leggete, e fatemi sapere che ve ne pare, per favore, perchè così so se continuare o no!
Bacioni,
Bea.