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Autore: Dolceamara    29/09/2005    4 recensioni
Una ff nata da sé, ma che ho sentito fino all’ultima sillaba
Vi sarei grata se lasciaste qualche recensione…
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete mai “volato davvero”

Ancora più bianco del bianco delle nuvole

 

 

Il lieve odore dell’erba mi riempie le narici. Lo sento, sembra volersi infiltrare dentro di me come un ago di nebbia, sembra non volersi fermare mai, o forse sono io che non smetto di prestarvi attenzione.

Vi siete mai convinti con tutti voi stessi di poter volare? Proprio mai? Nemmeno una volta? Beh, io l’ho fatto ed è stato…è stato…non so, è stato e basta. Io ho volato. Voi no.

Non importa se ora sono sdraiata qui, a sentire l’odore dell’erba infiltrarsi dentro di me…io ho volato. Avevo due ali candide, immacolate…avete mai immaginato un bianco ancora più bianco delle nuvole? Proprio mai? Nemmeno una volta? Io sì, e quelle ali erano lì, sulla mia schiena, ancora più bianche del bianco delle nuvole.

I miei piedi scalzi si sono staccati piano da terra, e poi sono tornati giù. Ma quando hanno sentito il freddo del marmo di quella stanza sono tornati a salire, e poi hanno ricominciato a scendere.

Quando le mie ali si sono aperte completamente i miei piedi hanno abbandonato del tutto la terra e io ho volato, su, su, ancora più su, e mi sono sentita vera, mi sono sentita bella, mi sono sentita bianca, ancora più bianca del bianco delle nuvole.  

Avete mai immaginato di essere un angelo? Proprio mai? Nemmeno una volta? Io sì, e in quel momento mi sono sentita un magnifico angelo con i gigli tra i capelli e la luce del cielo negli occhi. Io ho volato, voi no.

E ora sono qui, distesa, le narici piene dell’odore dell’erba.

E’ fresco. E’ pungente.

Avete mai immaginato di immergervi sotto le acque di una cascata? Proprio mai? Nemmeno una volta? Io sì, e la cascata in quell’istante mi è apparsa come un bagno d’alba, brillante sulla mia pelle, calda sul mio cuore.

Sono ancora bagnata, ma intanto io ho volato, voi no.

Avrei voluto prendere un morbido asciugamano tiepido e tamponarmi i capelli colmi di gigli, ma un altro angelo mi ha stretto la mano e mi ha portata su, dove le cascate sono ancora più smaglianti e dove la luce che cola sulla pelle ti penetra dentro e ti riempie.

Riempie la tua oscurità e la sostituisce con una bolla di sapone piena di sfavillii.

L’angelo ha continuato a stringermi per mano e già mi sembrava di vedere le nostre quattro ali ancora più bianche del bianco delle nuvole volare lontano, verso il tramonto.

Era così calda la sua mano…ora in mano ho un ciuffo d’erba bagnata. Tutto attorno a me è erba. Alta, come una muraglia verde che mi avvolge e mi culla.

L’erba dondola…è il vento a muoverla.

Avete mai immaginato di venire trascinati via dal vento? Proprio mai? Nemmeno una volta? Io sì, e quel giorno il vento mi ha afferrata dolcemente per i polsi e le caviglie e mi ha portata con lui, sopra le casette rosse, sopra i piccoli campi squadrati di tanti colori. Erano piccoli da lassù. Quaggiù invece anche l’erba sembra immensa ai miei occhi.

Ma è solo perchè io ho volato, e voi invece no.

Il vento mi ha trascinata con sé ancora a lungo…l’angelo ci ha seguiti, lo sguardo sempre dolce sui miei capelli pieni di gigli, le ali così grandi come le mie aperte come quelle di un gabbiano bianco, ancora più bianco del bianco delle nuvole.

Poi il vento è diventato più potente…e più in alto volava più forte diveniva. Mi ha portata così in alto che ho sentito la neve scendere lenta sulla mia pelle come un contatto caldo…eppure i brividi hanno percorso tutto il mio corpo.

Ho socchiuso le labbra e ho lasciato che la neve si infiltrasse nella mia bocca, leggera sulle mie labbra. Solo in quel momento ho capito che non era la prima volta che la neve si scioglieva nel mio palato. Solo in quel momento ho capito che quella non era neve.

Eppure non ho chiuso le labbra…ho chiuso gli occhi.

Avete mai preso coscienza di un evento in pochi istanti? Proprio mai? Nemmeno una volta? Io sì, e proprio in quell’istante ho ricordato che in realtà la neve mi aveva accompagnata per tutto il volo…forse era stata proprio la neve a permettere al vento di sollevarmi in aria.

Ho voltato il capo alla ricerca del mio dolce angelo, ma i suoi occhi lucenti erano lontani…riuscivo a scorgere il suo candore al di là della coltre di neve che ci separava. Le sue ali non erano riuscite a seguire il vento.

Eppure non sono riuscita a fermarmi.

Non sono riuscita a rallentare e ad attenderlo…il vento ha stretto più forte i miei polsi e mi ha trascinata più in alto, ancora di più, e io non mi sono opposta, perchè la neve sul mio volto inibiva la mia mente ed il mio corpo, rendendolo vuoto…potevo sentire la bolla di sapone ricolma di sfavillii in me rimbalzare contro le pareti della mia cassa toracica, potevo sentire la mia luce ansiosa di infrangere la bolla…

Intanto le mie ali non si muovevano più…rimanevano riverse sulla mia schiena…immobili mentre il vento mi avvolgeva e faceva di me il suo aquilone.

Ed io volavo in alto, in alto…sopra le nuvole, al di là dei confini più prossimi del cielo…e più in alto volavo meno pensieri riuscivo ad elaborare…la mia testa era divenuta lentamente una scatola vuota, colma solo di quei costanti luccichii…ero serena, completamente serena.  

Avete mai provato una sensazione di pura chiarezza interiore? Proprio mai? Nemmeno una volta? Oh, io sì, ed è…è…è, e basta. Non ci sono parole.

Ora l’erba si china lentamente su di me: una punta verde mi sfiora la guancia…mi fa il solletico…il suo odore pungente non mi lascia mai.

Mi chiedo dove sia in questo momento il mio angelo dagli occhi dolci....forse anche lui è caduto e in questo preciso istante respira l’erba così come sto facendo io su questo prato umido…forse anche lui ha perso le ali…però noi abbiamo volato…voialtri no.

Noi siamo angeli venuti al mondo nel luogo sbagliato…angeli costretti a vivere in un purgatorio che ci è estraneo e ci rifiuta…la neve è il nostro rifugio. Il nostro paradiso…

Non vi è mai stato paradiso tanto dolce quanto potente.

Perchè il  vento ha continuato a trascinarmi verso il punto più alto del cielo...la neve ha continuato a urtare le mie labbra e ad infiltrarsi al loro interno…e così io ho continuato a salire, salire…le mie ali ancora più bianche del bianco delle nuvole ormai rassegnate alla determinazione di quel soffio costante, ormai prive di vita.

Le mie belle ali…

Non potevo più volare con le mie sole forze…non c’era più l’angelo dagli occhi dolci con me…ho chiuso le labbra.

Ho aperto gli occhi.

La neve allora ha iniziato a sbattere prepotentemente contro la mia bocca…mi ha avvolta come una nebbia solida, ma non ha intaccato il mio palato. In pochi attimi tutto si è dissolto.

Neve, vento…

Nulla più mi ha trattenuta.

Avete mai perso tutto ciò che fino a quel momento vi teneva in vita in un istante? Proprio mai? Nemmeno una volta?Io sì…e sono caduta. Le mie ali non sono state più in grado di volare…per troppo tempo il vento mi aveva trattenuta tra le sue dolci spire.

Sono caduta, e ora sono qui, su questo prato umido: non vi sono più gigli tra i miei capelli, non vi è più la luce del cielo nei miei occhi. E l’odore dell’erba si infiltra in me come un ago di nebbia.

Solo ora, da quaggiù…mentre i fili verdi si piegano su di me con fare materno…capisco cosa voglia dire libertà. Solo ora comprendo questo purgatorio ingiusto…solo ora comprendo di non essere mai stata un angelo reale, ma unicamente una ragazza che voleva volare.

Solo ora comprendo che le nuvole le posso vedere anche dalla terra ferma.

Solo adesso che so non potrò mai più alzarmi in piedi.

Avete mai pensato di morire? Proprio mai? Nemmeno una volta?

 

***

 

“L’edizione serale del Tg1 si apre con una tragica perdita.

Monica Manzoni, diciottenne, ha perso la vita questo pomeriggio. Causa: overdose. Il suo corpo è stato ritrovato in un campo poco lontano da casa sua…ad appena una decina di metri di distanza un ragazzo, D.B., ora ricoverato in ospedale per uso di droga in polvere.

Un ragazzo di bell’aspetto, confermano le compagne di Monica. La giovane ne era stata subito attratta. Ed è stato così che Monica è entrata in un circolo vizioso che oggi l’ha portata alla morte.

Accanto al suo viso, in quel campo di sola erba, è stato ritrovato un giglio…un unico giglio bianco. Il primo fiore dopo la sua scomparsa.”

 

***

 

Una ff nata da sé, ma che ho sentito fino all’ultima sillaba.

Vi sarei grata se lasciaste qualche recensione…

Dolceamara.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

 

  
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