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Autore: waytotheend    06/08/2010    19 recensioni
Patrick sorrise. “Sei ubriaca.”
“Può darsi.” La risposta della ragazza arrivò dopo qualche istante di silenzio sembrando improvvisamente e soltanto brevemente, vulnerabile. “Devi tornare.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Drunk
Fandom: 10 Things I Hate About You
Personaggi: Patrick Verona/Kat Stratford
Warnings: Missing-Moment/OneShot
Summary: Patrick sorrise. “Sei ubriaca." “Può darsi.” La risposta della ragazza arrivò dopo qualche istante di silenzio sembrando improvvisamente e soltanto brevemente, vulnerabile. “Devi tornare.”
Note: Ho appena finito di guardare questo splendido telefilm e devo dire che non ne posso più di network che cancellano gli shows così all'improvviso. Almeno c'è una sorta di Happy Ending in questo =)
Dunque, Kat&Patrick sono assolutamente fantastici assieme, mi sono piaciuti fin dalla prima puntata e quel "Do you mind?" di Kat e il modo in cui Patrick l'ha guardata dal casco. Detto questo, ho deciso di scrivere questa piccola OneShot che è un missing moment dell'episodio (You Gotta) Fight for Your Right (To Party) di quando Kat chiama Patrick al cellulare! E' la prima storia che scrivo su questo telefilm!

Il telefono vibrò nella tasca della sua giacca di pelle scura. Per qualche secondo Patrick si chiese se volesse veramente rispondere o meno ma infine infilò la mano nella tasca e tirò fuori il cellulare.

Il nome Kat lampeggiava sul piccolo schermo e il ragazzo sospirò guardando verso l’oceano prima di decidersi finalmente a rispondere.

“Io non sono perfetta,” fu la prima cosa che si sentì dire senza aver neanche avuto il tempo di dire pronto.

“Kat…”

“Dico sul serio. Se io fossi perfetta…” la frase restò sospesa mentre Kat, distesa sul dondolo fuori casa, cercava di mettere in ordine le proprie idee.

Patrick sorrise. “Sei ubriaca.”

“Può darsi.” La risposta della ragazza arrivò dopo qualche istante di silenzio sembrando improvvisamente e soltanto brevemente, vulnerabile. “Devi tornare.”

“Tornare dove?”

“Qui. C’è una cosa che devo dirti.”

“Dimmela adesso,” Patrick le disse in risposta.

Kat rise cominciando a giocare con l‘orlo della sua camicia. “No no no c’è una cosa che ti devo dire. Viene qui.”

“Perché dovrei tornare a casa tua? Parlare con te è…”

“Ma perché te la voglio dire di persona.”

“Kat…” Patrick sospirò ma si ritrovò comunque a girare le chiavi nella moto. “Perché dovrei venire?” chiese ancora.

“Ma perché si. Dai vieni!”

Patrick le sentì dire a Bianca che non poteva aiutarla perché era al telefono e sorrise divertito. Era chiaro che Kat aveva bevuto talmente tanto da non essere più in sé. Alla fine, si disse, le importava cosa pensava la gente di lei.

“Ok, arrivo subito.” Le disse in fine. Sentì un urlo di gioia provenire dall’altro capo prima che linea fosse disconnessa.

Scosse la testa mentre si infilava il casco e voltava la moto verso la strada.

Quando aveva lasciato casa Stratford, era arrabbiato, perché Kat non gli aveva lasciato l’occasione di spiegarsi e perché per una volta ci teneva che qualcuno non pensasse fosse davvero un criminale.

Senza pensarci troppo era arrivato alla spiaggia dove era già da un po’ ormai che tentava di portare Kat e pur guardando verso l’Oceano, continuava a pensare proprio a lei.

In poco tempo si ritrovò di nuovo fuori casa di Kat. La festa stava ancora andando al massimo e si chiese che fosse successo mentre era stato via.

Si tolse il casco e andò sul retro certo che avrebbe trovato la sua ragazza lì.

La vide stesa sul dondolo, in una camicia troppo grande per lei, con i Ray-Ban infilati sul naso e calzettoni bianchi ai piedi. Rise avvicinandosi.

Si doveva essere addormentata nel tempo che gli ci era voluto per tornare da lei. Delicatamente, le spostò una ciocca di capelli sul viso come aveva fatto la settimana prima al ballo della scuola.

Kat mugugnò qualcosa prima che le sue labbra si curvassero in un sorriso. “Sei venuto!” disse felice prima di mettersi a sedere e lanciargli le braccia al collo. “Devo dirti una cosa,” bisbigliò come se fosse sul punto di rivelare un gran segreto e poi rise.

Patrick le tolse gli occhiali e la guardò sorridendo. “Dimmi, Pazza.”

“Io non sono perfetta. Mi so cacciare anche io nei guai e so essere divertente. Cameron dice che sono molto divertente,” annuì convinta con la testa prima di mettersi in piedi. “Quindi non darmi più della perfettina che vive rinchiusa nel suo mondo perfetto e…”

Patrick si alzò dal dondolo e le prese il viso tra le mani. “Perché mi hai fatto venire qui? Queste cose me le hai già dette per telefono.”

“Si ma dovevo guardarti in faccia mentre lo facevo…” scosse la testa per riordinare i suoi pensieri. “Così…”

Il suo discorso fu interrotto dalle labbra di Patrick che si incollarono alle sue in un bacio profondo. Come durante il loro bacio sul letto, lasciò andare il viso di Kat e la strinse contro di sé.

Passarono diversi minuti prima che Kat riuscisse a tirarsi indietro. Rise, ora ubriaca anche del bacio. Si tirò su la manica della camicia e guardò dritto negli occhi Patrick.

“Leggi.”

Il ragazzo spostò gli occhi dal viso della ragazza al suo braccio dove c’era scritto con la penna Kat <3 Patrick.

“Sei totalmente ubriaca e ti odierai per le cose che stai dicendo.”

“Io cuore te,” disse ridendo. “E’ vero. Sono seria,” cercò di assumere un’espressione severa ma durò soltanto per qualche istante prima che scoppiasse ancora a ridere. “Perché non torniamo di sopra in camera mia?”

“Kat…” Patrick le prese il viso tra le mani di nuovo ma questa volta per essere certo di avere la sua attenzione. “E’ meglio che io vado adesso. Domattina, dammi retta, ti sentirai uno schifo.”

“E’ per questo che devi restare.” Kat si sollevò sulle punte dei piedi e lo baciò per un istante prima di farsi indietro per poterlo guardare negli occhi. “Se resti con me, mi sentirò meglio.” Poggiò la testa sulla spalla di Patrick e lo abbracciò forte.

I suoi respiri divennero lenti e pesanti e Patrick capì che ormai stava per addormentarsi. “Ti porto in camera va bene?”

“No,” fu la mugugnata risposta. “C’è gente che pomicia e io non ho con chi pomiciare… restiamo qui.”

“Come vuoi,” Patrick fece qualche passo indietro sedendosi sul dondolo e portando Kat con sé.

Kat appoggiò la testa sulla spalla di Patrick e sospirò. “Grazie per essere venuto. Dovevo dirti una cosa importante.”

“Lo hai fatto,” risse il ragazzo.

Restarono per qualche secondo in silenzio prima che Kat disse, “Tienimi i capelli indietro.”

Patrick corrugò la fronte. “Scusami?”

“Tienimi i capelli indietro mentre vomito.”

   
 
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