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Autore: Porsche    06/08/2010    8 recensioni
Jasper/Leah - One Shot - Sono un po' di giorni che... non so proprio come passare il tempo. Sono diventate un po' noiose le giornate da quando Alice mi ha lasciato. Ho pensato che seguendoti, forse avrei fatto qualcosa di nuovo e di inaspettato -
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jasper Hale, Leah Clearweater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Boring Days
Boring Days





Jasper si guardava intorno, seduto sul divano di casa Cullen, mentre osservava annoiato i suoi fratelli svolgere i loro consueti hobby.
Rosalie ed Alice avevano in mano la solita rivista di moda, intente a scoprire le nuove tendenze della stagione.
Avrebbe scommesso che stessero pianificando il prossimo giorno dedicato esclusivamente allo shopping.
E questo, per lui e gli altri due ragazzi della casa, significava solamente guai.
Emmett era seduto sul divano alla sua destra con in mano un controller della Playstation.
Due settimane prima era uscita la nuova edizione del gioco dedicato al wrestling e suo fratello se lo era andato subito a comprare.
Quel ragazzo era peggio di lui, avrebbe inventato qualsiasi scusa pur di menare le mani.
Per la fortuna degli abitanti di Forks, era un orso gigante e spaventoso ma dal cuore decisamente d'oro.
Edward stava suonando il suo amato pianoforte all'altro lato della stanza.
Era concentrato a scrivere una nuova melodia dedicata alla sua Bella.
Sapeva che sarebbe venuta fantastica visto che Edward sembrava ci stesse mettendo l'anima per scrivere quella canzone.
Sentiva chiaramente tutti i sentimenti che si scatenavano nel suo corpo e quello predominante era senz'altro l'amore.
Tornò a guardare davanti a sé mentre un sospiro gli usciva dalla bocca.
Tutti sembravano avere qualcosa da fare. Tutti tranne lui.
Effettivamente la sua vita, o non vita, dipendeva dai punti di vista, era diventata parecchio noiosa da quando Alice l'aveva lasciato, circa quattro mesi fa.
Aveva avuto una visione in cui si baciava con un altro vampiro e al dito aveva un anello di fidanzamento che sicuramente non aveva niente a che vedere con quello che le aveva regalato lui la prima volta che le aveva detto ti amo.
Si era sentito ferito. Parecchio.
Aveva anche rotto il tavolo preferito di Esme, procurandosi una delle sue rare occhiatacce.
Il fatto era che lei lo aveva cambiato.
Lo aveva trovato quando la sua esistenza non aveva più un senso; gli aveva guarito alcune ferite del suo passato; lo aveva fatto sentire amato anche se lui si considerava un mostro; ed era riuscita a fargli cambiare stile di vita. Niente più sangue umano.
Le doveva troppo.
Ma ormai si era rassegnato.
Se il destino aveva previsto quello per la sua piccola Alice, di certo non si sarebbe messo a combattere contro cose più grandi di lui.
Chissà, però, che cosa il destino aveva avuto in serbo per la sua di vita?
Era una domanda a cui neanche Alice sapeva rispondere.
Molte volte aveva provato a guardare nel suo futuro ma ogni volta niente, buio totale.
Questo fatto lo inquietava e non poco.
Perché mai il suo futuro non doveva essere visibile?
Si passò una mano tra i capelli cercando di mandare via quei pensieri e ritornare al presente.
Decise che sarebbe andato fuori nel bosco a cacciare qualche animale, giusto per far trascorrere un po' il tempo.
   << Io vado a caccia >>, disse a nessuno in particolare, sapendo che tutti avrebbero sentito.
   << Ehi Jazz, mi porti qualche lepre o qualche cervo? >>, gli chiese Emmett, senza staccare gli occhi dalla televisione.
   << E perché dovrei farlo? >>, domandò, con un sopracciglio alzato.
   << Perché altrimenti io dovrei alzarmi e starmene per ore fuori. E sai questo cosa vuol dire, eh? Lo sai Jazz? >>.
La discussione stava diventando decisamente troppo confusa e assurda.
   << No, non lo so. Cosa vuol dire? >>, chiese, piuttosto scettico.
   << Che dovrei allontanarmi da questo gioco! E col cavolo che lo faccio! >>, finì Emmett mentre alcuni suoni come < crac > provenivano dal joystick ogni volta che suo fratello ci posava le dita.
   << Vedrò cosa posso fare >>, concluse , infine.
Mandò un'ondata di calma verso Emmett prima che il suo entusiasmo finisse per rompere il suo amato passatempo.
Si girò verso il finestrone aperto che dava sul bosco e con un unico salto fu fuori di casa.
Tirava una leggera brezza che gli accarezzava la poca pelle scoperta e gli scompigliava i capelli.
Il vento non gli faceva più effetto da quando era diventato vampiro.
Tuttavia, mentre quelle piccole forze si scontravano contro il suo corpo, chiuse gli occhi immaginandosi quale sensazione avrebbe provato se fosse stato ancora umano.
Restò qualche secondo in quel modo a pensare.
Conosceva un buon posto dove di solito gli animali si fermavano per bere.
Era una laghetto che si trovava vicino al confine con la riserva di La Push.
Quella sarebbe stata la sua meta.
Cominciò a correre usando tutta la sua velocità di vampiro, schivando con eccellente agilità gli alberi e qualsiasi altra cosa gli si presentasse lungo il tragitto.
All'improvviso, però, qualcosa di veloce e grande gli rimbalzò davanti facendogli credere per un attimo che sarebbe andato a finirgli addosso.
Si fermò di scatto, guardandosi attorno fino a quando si trovò di fronte il muso puntato di un grosso lupo dal manto grigio.
Era senz'altro uno del branco della riserva, vista la grandezza e la velocità innaturale per un normale lupo.
Tuttavia, gli sembrava di ricordare che i lupi del branco fossero un pochino più grandi.
Cercò di analizzare le sue emozioni per accertarsi che non avesse cattive intenzioni nei suoi confronti.
Trovò rabbia, disgusto, impazienza, e di nuovo rabbia.
Cercò di smorzare la tensione.
   << Scusami, non ti avevo visto >>.
Il grosso lupo emise un suono non proprio amichevole.
   << Sei del branco di Sam, giusto? >>, chiese.
Stupido, certo che è del branco di Sam, quello è l'unico branco di La Push.
Stava solamente cercando di intavolare una discussione, ma non era facile con un lupo che non si decideva a trasformarsi.
   << Ascolta, puoi trasformarti, così possiamo parlare? >>.
Un forte ringhiare proruppe dalla gola del lupo, tanto che lasciò Jasper nella più completa confusione.
Perché mai non avrebbe dovuto trasformarsi?
Lo guardò perplesso mentre, agile, si andò a nascondere dietro un albero.
Sapeva perfettamente che quando ritornavano umani rimanevano completamente nudi, infatti, portavano sempre con sé un ricambio che legavano ad una gamba.
Attese immobile che il lupo si fosse ritrasformato e vestito e quando sentì finire il fruscio degli indumenti sulla pelle, una figura emerse da dietro l'albero.
Ci restò secco.
Non si era ricordato che nel branco vi era anche l'unica ragazza lupo.
Il suo nome era Leah Clearwater.
Non ci aveva mai fatto molto caso dato che a quel tempo stava ancora con Alice, ma ora poteva guardarla meglio.
Era molto alta, nonostante portasse ai piedi delle Converse.
Il taglio dei capelli era corto, non come quello di Alice, e meno sbarazzino.
La pelle era scura, tipica delle persone della riserva.
Sul viso un'espressione imbronciata.
Leah, dal canto suo, si sentiva terribilmente frustrata.
Solamente pochi minuti fa, aveva scoperto che suo fratello Seth era andato ad un appuntamento con una ragazza della riserva di nome Sharon che gli piaceva da quando era piccolo, ma con cui non aveva avuto l'imprinting.
Aveva deciso che l'avrebbe seguito, costi quel che costi, e avrebbe fatto di tutto affinché non fosse successo nulla.
Non perché era una sorella gelosa, ma perché si sentiva in dovere di salvaguardare la serenità di quella ragazza.
Per questo si era fatta dire a forza dalla madre dove aveva deciso suo fratello di portare Sharon, aveva legato i suoi vestiti ad una gamba e si era trasformata in lupo per arrivare il prima possibile.
Stava andando tutto liscio fino a quando aveva incontrato uno dei succhiasangue della famiglia Cullen.
Era quello con i capelli biondi, pieno di cicatrici e il viso sempre inespressivo.
Tra tutti i succhiasangue era quello che gli piaceva meno.
Dopo Edward e la bionda senza cervello, ovviamente.
   << Scusami per prima, non sapevo che fossi tu >>, disse Jasper, rompendo il silenzio.
Leah spostò il peso del suo corpo su un piede solo e mise le braccia conserte.
   << Che ci fai qui? Sei molto vicino a superare il confine, lo sai questo? >>, gli chiese svogliata, ignorando la sua precedente affermazione.
   << Tranquilla, so quello che faccio, ma'am >>, si ritrovò a rispondere con un sorriso divertito.
Era esattamente come Edward l'aveva descritta.
La sentì sbuffare in modo irritato.
   << Davvero? Peccato che quello che fai mi riguardi, soprattutto se tra i tuoi divertimenti c'è quello di prosciugare del sangue umano >>.
Decise che avrebbe lasciato perdere la sua evidente provocazione.
   << Tu cosa ci fai qui? >>, le chiese, invece.
   << Non sono affari tuoi >>.
   << Scusa se ti contraddico ma credo che mi riguardi eccome. Se ad esempio perdessi il controllo e ti trasformassi in mezzo alla gente, mi riguarderebbe eccome, non pensi? >>, le disse usando tutta la sua gentilezza da uomo del Sud.
   << Questo non accadrà mai >>.
   << Come non accadrà mai che io prosciughi del sangue umano >>, riuscì a controbattere trionfante.
Leah storse la bocca, frustrata. Quel vampiro non mollava.
   << Fa come ti pare. Io ho una cosa importante da fare >>.
Si girò incamminandosi verso l'albero di prima.
Jasper restò un po a guardarla, stava pensando che gli dispiaceva che fosse finito tutto lì.
Per una volta poteva fare qualcosa di diverso.
Quella Leah sembrava la persona giusta per trascorrere un po' di tempo insieme.
Anche se era un licantropo perché avrebbe dovuto rinunciare?
Quando Leah si fu ritrasformata scattò verso la sua destinazione.
Aveva perso anche fin troppo tempo con quel succhiasangue del cavolo, che stranamente si era fermato a parlarle.
E la stava anche provocando, sembrava che gli piacesse prenderla in giro.
Strano, visto che le poche volte che l'aveva incontrato non le aveva neanche rivolto uno sguardo.
Decise comunque di non pensarci più e continuò a correre più veloce che mai.
Il ristorante si trovava in un piccolo centro vicino a Port Angeles circondato dai boschi.
In questo modo, una volta ritrasformata e uscita dal bosco, fu facile per Leah trovare il piccolo ristorante.
Visto dal di fuori sembrava molto accogliente, ma questo non la stupiva, Seth cercava sempre di fare le cose in grande, soprattutto quando si trattava di ragazze.
Si avvicinò ad una finestra e sbirciò l'interno.
In poco tempo individuò suo fratello e la ragazza.
In verità, le sarebbe piaciuto se Seth si fosse messo con quella Sharon, la conosceva e la trovava, stranamente per lei, simpatica.
Forse era proprio per questo che non la voleva lì, se poi Seth avesse avuto l'imprinting con qualcun'altra le sarebbe dispiaciuto.
Mentre formulava questi pensieri non si accorse che suo fratello si stava avvicinando nella sua direzione per prendere posto ad un tavolo lì vicino.
L'avrebbe vista se qualcuno non l'avesse presa per il braccio e l'avesse trascinata via da lì.
Si girò veloce, pronta a tirare fuori qualche mossa di karate imparato anni fa.
Non sapeva, però, se essere più sollevata o in agguato quando si trovò di fronte Jasper.
E lui che diavolo ci fa qui?
   << Quindi è questa la cosa importante che dovevi fare >>, le disse sorridendo.
   << Sai, pedinare le persone può essere considerato un reato, inoltre non credo che tuo fratello ne sarebbe molto felice se lo venisse a sapere >>.
Quando realizzò la situazione, con uno scatto si liberò dalla presa del succhiasangue, mettendosi perfettamente di fronte a lui.
   << Ma infatti lui non lo deve venire a sapere >>.
   << No, ma se ti fai beccare... >>, la provocò per ricordarle che prima stava quasi per farsi scoprire.
   << Se ti aspetti che ti ringrazi te ne puoi anche andare >>.
Solamente in quel momento si ricordò di una cosa importante.
   << Aspetta un attimo, tu che ci fai qui? Non mi avrai mica seguito?! >>.
   << Te la prendi perché ti ho seguita quando tu stai pedinando tuo fratello? Non credi che sia un po' ironico? >>, continuò, facendola infuriare.
Leah riuscì a stento a non alzare le mani.
Quello la stava provocando. Decisamente!
Cercò di prendere dei bei respiri e di non trasformarsi lì, davanti al ristorante.
Ma era difficile con un vampiro che prima ti prendeva in giro, poi ti sorrideva davanti come se non avesse detto niente di importante.
Si girò dandogli le spalle, decisa a lasciarlo perdere.
Aveva una missione da compiere quella sera, non poteva farsi distrarre da un succhiasangue che cercava rogne proprio con lei.
Si accorse, però, che adesso non riusciva a vedere più bene tutte le mosse del fratello.
   << Dannazione >>, mormorò.
   << Vieni >>, sentì dire da dietro, prima che, ancora una volta, una mano la prese per un braccio trascinandola dentro il ristorante.
Non riuscì a dire nulla di concreto se non dopo che si erano seduti in un tavolo non molto distante da quello di Seth.
Riusciva a vederlo perfettamente adesso, ma questo non sbollì la sua rabbia.
Sentiva che poteva lanciare le fiamme se solo avesse potuto.
   << Ma sei impazzito? Tu sei completamente pazzo. Se mio fratello scopre che lo sto pedinando un'altra volta sono rovinata. E poi, perché anche tu sei qui, eh? Dimmelo! >>, si ritrovò a dire tutto di fretta.
   << Quindi non è la prima volta che lo segui >>.
Jasper l'aveva fatto apposta ad ignorare le sue domande.
La serata si stava rivelando divertente e per una volta tanto decise di svagarsi un po', anche se questo voleva dire far saltare i nervi ad un certo licantropo femmina.
Leah si sentiva ribollire.
L'avrebbe voluto picchiare, lì, di fronte a tutti, ma una vocina le diceva che non sarebbe stata proprio una magnifica idea.
Come fuori dal ristorante, prese dei bei respiri, cercò di ricordare il corso di yoga che aveva frequentato qualche settimana dopo essere stata lasciata da Sam e guardò di fronte a sé.
Jasper la osservava divertito.
   << Senti, guarda il lato positivo, da qui vedi tutto alla perfezione e poi se hai fame hai il vantaggio che puoi ordinare qualcosa >>.
E va bene, un pochettino di ragione ce l'aveva, soprattutto riguardo alla fame che cominciava a farsi sentire.
   << Se mio fratello mi becca giuro che... >>.
   << Non succederà, non preoccuparti >>, la interruppe.
   << Bene e un'altra cosa, sai quelle battute del cavolo di prima tipo quella dell'ironia? Meglio smettere >>.
Jasper rise, sereno.
   << D'accordo, ma'am >>, le rispose, procurandosi un'occhiataccia.
Da lontano potevano vedere una cameriera andare nella loro direzione, con gli occhi puntati su Jasper.
Per un attimo Leah ebbe paura che sarebbe prima o poi caduta o inciampata su qualcosa se, invece di guardare davanti, avesse continuato a guardare lui, cosa che fece ma senza cadere, per il disappunto di Leah.
   << Allora, cosa volete ordinare? >>, chiese più a Jasper che a lei, una volta raggiunto il loro tavolo.
Leah diede una rapida occhiata al menù anche se aveva già in mente cosa prendere.
   << Un piatto di lasagne, grazie >>.
   << Due >>, la sorprese Jasper.
Quando la cameriera si fu allontanata abbastanza, si girò nella sua direzione, piantando gli occhi nei suoi.
   << Tu non puoi mangiare >>, gli disse, come se gli volesse ricordare qualcosa di estremamente importante che gli era sfuggito.
   << Lo so, ma non credo che un semplice piatto di... lasagne o come diavolo si chiamano, possa saziare il tuo stomaco da lupo >>, le rispose con un sorriso, sapendo di averla sorpresa.
In effetti aveva una certa fame.
Leah rimase immobile a fissarlo.
Che diavolo gli stava succedendo a quel succhiasangue di un Cullen?
Dai vari racconti che Seth le propinava ogni volta che ritornava da una delle sue giornate trascorse a casa dei vampiri, aveva dedotto che Jasper fosse un tipo introverso e riservato, oltre che calcolatore, serio e sempre in allerta.
Ma quella sera aveva decisamente qualcosa che non andava.
Si accorse che la stava guardando curioso, in fondo era rimasta a fissarlo per tutto quel tempo.
   << Tu sei strano >>, disse, infine.
Sul viso di Jasper si dipinse un'espressione di totale confusione.
Che cosa voleva dire?
   << Dì la verità, perché hai voluto seguirmi? >>.
Jasper sospirò prima di posare lo sguardo sul resto della sala.
Molte coppie si stavano sorridendo felici o si scambiavano parole che lui poteva sentire senza alcun problema.
L'atmosfera era densa di emozioni e sentimenti che andavano dal romanticismo alla passione, dall'amore alla lussuria.
Da alcune ragazze sentiva provenire imbarazzo e felicità. Forse era il loro primo appuntamento.
Si girò verso Leah, lo stava ancora guardando paziente.
Non sapeva se dirle la verità ma ormai che c'era, cosa gli sarebbe costato?
  << Sono un po' di giorni che... non so proprio come passare il tempo. Sono diventate un po' noiose le giornate da quando Alice mi ha lasciato. Ho pensato che seguendoti, forse avrei fatto qualcosa di nuovo e di inaspettato >>.
Leah aveva capito che era stato sincero, anche se non aveva i suoi poteri di empatico.
Aveva saputo del suo divorzio con il folletto un mese fa quando Seth era ritornato a casa incredulo.
Gli aveva chiesto che cosa fosse successo e quando suo fratello gli aveva spiegato tutto, c'era rimasta anche lei.
Li aveva visti poche volte, ma ne aveva concluso che quei due erano inseparabili.
   << Non hai un hobby, qualcosa che ti piace fare? >>, gli chiese, curiosa.
Jasper ci pensò su.
   << Si, giocare a scacchi >>.
   << Wow... questo si che è deprimente >>.
Leah lo guardava come si guarda un extraterrestre.
   << Beh, è tutto qui? Questo è tutto quello che fai per passare la giornata? >>.
Jasper sorrise all'improvviso, come se avesse ricordato qualcosa di divertente.
   << No, sono anche impegnato a calmare i bollori di mio fratello Emmett ogni volta che vede Rosalie e questo succede quasi tutto il giorno >>.
   << Mi sono sbagliata prima, è questo ad essere davvero deprimente >>.
   << Non lo immagini neanche >>, ampliò il sorriso, mostrando bene i denti da predatore.
In quel momento la cameriera tornò con i due piatti di lasagne.
   << Posso portarvi altro? >>.
No, smamma.
   << Si, un po d'acqua, grazie >>, disse, invece, Jasper.
La cameriera sembrò contenta di aver attirato la sua attenzione e si girò completamente verso di lui, sorridendogli.
   << Certamente >>, gli rispose, prima di incamminarsi.
Leah guardava stupita quella ragazza allontanarsi.
Si poteva essere più patetiche?
   << Ho come l'impressione che se le avessi anche sorriso, si sarebbe immaginata che al prossimo incontro le avresti regalato la luna >>.
   << Beh, io inizio a mangiare >>, continuò, imbarazzata ad essere l'unica a mettere qualcosa dentro lo stomaco.
Dopo un po, alzando lo sguardo si accorse che la stava fissando.
Jasper si sentì in dovere di darle delle spiegazioni.
   << A volte cerco di ricordarmi com'era il cibo quando ero umano, ma non ricordo niente >>.
   << Beh, riguardo le lasagne ti basta sapere che vivrei solamente di queste, sono buonissime >>, gli disse, pensando alle lasagne che cucinava sua madre.
   << Mi dispiace non poter contribuire in questo discorso, sai com'è, ho un'altra dieta >>.
Forse questo non doveva dirlo.
La vide storcere leggermente la bocca in un'espressione disgustata.
Non era stata un'ottima mossa, considerando chi si trovava di fronte.
   << E tu come passi, invece, le tue giornate? >>, chiese, cercando di allontanare il precedente discorso, ma neanche questo sembrò funzionare.
Leah spostò lo sguardo e storse di nuovo la bocca.
Anche se faceva la sbruffona, le sue giornate non erano poi tanto diverse da quelle del succhiasangue, anzi, forse erano anche peggio.
Almeno lui aveva quattro fratelli con cui parlare e divertirsi.
Non che Seth non andasse bene, ma era sempre fuori a casa di Emily e Sam.
Col cavolo che lo avrebbe mai seguito!
Se proprio voleva divertirsi allora era meglio prendere un DVD demenziale e spararselo nella propria camera.
Ci fosse stato almeno una ragazzo a riempire le sue giornate, ma non aveva tempo per curarsi o farsi bella, ormai nessuno la considerava più in quel modo alla riserva.
Tornò a guardare Jasper, recuperando la sua solita aria arrogante.
   << Beh, sai com'è, il fatto di far parte di un branco mi prende molto tempo, tra riunioni e cose varie. Essere un lupo è stressante >>, disse, cercando di risultare convincente.
Ma Jasper non c'era cascato.
Era stato facile per lui scoprire che gli stava nascondendo qualcosa viste le sue emozioni divenute negative.
Aveva preferito, però, non insistere. In fondo si stavano conoscendo solamente da quel giorno.
Rimasero per qualche minuto in silenzio, non sapendo bene che cosa dire.
Dopo aver finito il suo piatto di lasagne, Jasper fu pronto a posargli davanti il suo.
   << Ok che ho uno stomaco da lupo ma dammi un po' di tempo prima di mangiare questo >>.
Jasper le sorrise imbarazzato, era più forte di lui, lo affascinava vedere qualcun altro mangiare del cibo umano.
Leah bevve un sorso d'acqua e ritornò a guardarlo.
   << Sai, mi chiedevo, che cosa sapete di me voi Cullen? E non mi riferisco alla storia con Sam, quella ormai la sanno anche i muri >>.
Jasper sembrò pensarci un attimo prima di risponderle.
   << Beh... che sei piuttosto antipatica e arrogante, presuntuosa, violenta, insensibile, orgogliosa... >>.
   << Ok, taglia. Sei stato poco originale. Tutte cose che già si sanno >>, lo interruppe, indifferente.
In verità la avevano infastidita quelle parole.
   << E comunque ti sei dimenticato la parolina magica >>, aggiunse.
Jasper la guardò confuso. Quale parolina magica?
   << Stronza >>, rispose Leah per lui.
Vero, quella era la sua nomina nell'intera riserva di La Push.
   << Beh, nient'altro? >>.
   << Si, che sei poco femminile >>.
La vide sbuffare annoiata.
   << Questo si che è poco originale. Solamente perché non sbrilluccico come una Star di Hollywood non vuol dire che io sia poco femminile. E poi io sbrilluccico dentro >>, concluse, trionfale.
   << Davvero? Edward ci ha detto che hai pensieri cattivi su chiunque >>.
   << Tuo fratello Edward è un idiota che non si fa mai gli affaracci suoi! >>, sbraitò, prima di cominciare a mangiare l'altro piatto di lasagne.
Jasper ne dedusse che suo fratello non le stesse propriamente simpatico.
Trascorsero altro tempo a parlare del più e del meno e Leah non si era nemmeno accorta che in tutto quel tempo non aveva neanche lanciato uno sguardo al tavolo del fratello.
Verso le 11 di sera iniziarono a suonare della musica e in poco tempo quello che era uno spazio al centro della sala si trasformò in una pista da ballo.
Leah guardò interessata quelle coppie che si alzavano mano nella mano per andare in pista a ballare un lento.
In quel momento vide suo fratello Seth e Sharon dirigersi in pista, immersi nella folla.
   << Dannazione, da qui non si vede niente >>.
Si girò verso Jasper che stava guardando, anche lui interessato, le coppie ballare.
   << Senti, io mi alzo. Voglio trovare un posto da cui posso vedere mio fratello >>.
Non aspettò la sua risposta, si alzò e si incamminò verso una colonna vicino alla pista.
Si appoggiò contro di essa e da lì vide perfettamente Seth e la ragazza abbracciati a ballare.
Si sentiva in colpa a fare quel genere di cose, se suo fratello fosse stato un ragazzo normale non lo avrebbe mai pedinato, ma era un licantropo, aveva delle responsabilità non solo con il branco ma anche con chi frequentava.
Se si fosse messo con una con cui non aveva avuto l'imprinting, un giorno l'avrebbe lasciata e Leah sapeva che non ce l'avrebbe fatta a consolarlo sapendo che aveva provocato lo stesso dolore che Sam aveva inferto a lei.
Ma ogni volta che lo pedinava si sentiva una stupida e una che non si faceva gli affari suoi.
La vita era di Seth ma il dolore per essere stati lasciati da colui che ami, quello era soprattutto suo.
   << Mi concedi questo ballo? >>.
Leah sobbalzò all'improvvisa voce alle sue spalle.
Si girò velocemente trovandosi di fronte Jasper che le offriva una mano da perfetto gentiluomo.
Aggrottò le sopracciglia, confusa da quel gesto.
   << Perché? >>, le uscì, spontaneo.
Jasper si sentì inondare da un senso di sorpresa che proveniva da Leah.
Era riuscita a stupirla e la cosa gli provocava un certo piacere.
   << Avanti, lasciati andare Darlin' >>, disse con un sorriso.
Aveva anche usato il suo accento meridionale capace di far cadere ai suoi piedi qualsiasi donna.
Leah, tuttavia, ne sembrò immune.
Decisa più che mai a sapere la verità, impuntò i piedi e mise le braccia conserte.
   << Perché mi hai chiesto di ballare? >>, ripeté, con tono ancora più sospettoso.
Jasper rifletté un attimo, poi distorse la bocca in un sorriso malizioso e si avvicinò al licantropo femmina.
   << Beh, diciamo che, a differenza degli altri, io trovo che tu sia molto femminile >>.
Un'ondata così forte di stupore e confusione lo colse impreparato mentre guardava i suoi occhi che si spalancavano di incredulità.
Si concentrò un attimo per riprendere il controllo, poi, senza che lei dicesse niente, la prese per un braccio e la trascinò in pista.
Leah era rossa dall'imbarazzo, non solo per quello che le aveva detto, ma anche perché aveva scelto il momento meno adatto per ballare.
Stanno suonando una canzone d'amore, cavolo!
Chissà, però, se si trattava veramente solo di un caso.
Il ghigno di Jasper le suggeriva che aveva architettato tutto.
Con non poco imbarazzo mise le braccia attorno al collo del vampiro mentre le mani di quest'ultimo si appoggiarono sui suoi fianchi.
Giurò a se stessa che non l'avrebbe guardato negli occhi, non sapeva perché, ma era del tutto certa che sarebbe stato meglio così.
Si sentì improvvisamente andare a fuoco, nonostante sentisse bene la pelle gelida di Jasper sotto la camicia che indossava.
Stava pensando che era da tanto, troppo, tempo che non ballava con un ragazzo.
Invece, adesso stava ballando con Jasper, un vampiro, con i capelli biondi e gli occhi dorati, i tratti scolpiti e l'aspetto leonino.
Come primo ragazzo con cui ballare dopo tanto tempo non era decisamente male, anzi.
Jasper dal canto suo, non si stava divertendo così tanto da chissà quanto. E, ne era sicuro, era tutto merito della ragazza che stringeva a sé.
Se lo avesse saputo prima avrebbe cercato un incontro con lei molto tempo fa, ma se quattro mesi di noia era stato il prezzo da pagare per quella serata, allora avrebbe rifatto tutto da capo.
Dopo la seconda canzone, la pista da ballo era ormai completamente piena, risultava quasi difficile muoversi.
Leah guardava fintamente interessata le altre coppie che ballavano. In realtà, stava facendo di tutto per non guardare in alto davanti a sé.
Con la coda dell'occhio, vide una coppia familiare avvicinarsi nella sua direzione.
Spostò meglio la testa, realizzando che si trattava di Seth e Sharon.
Trattenne per un attimo il respiro, non sapendo che cosa fare.
Si girò verso Jasper prendendolo per le spalle.
   << Dobbiamo andarcene! Ora! >>.
Cercò una via per uscire da quella folla ma era tutto inutile, non riusciva a trovare nemmeno un varco.
Spostò gli occhi verso suo fratello che continuava ad avvicinarsi.
Che cosa poteva fare? Mica poteva passare sopra le persone!
Non poteva farsi scoprire un'altra volta a pedinarlo, se l'avesse fatto, ne era sicura, non l'avrebbe mai perdonata. Non quella volta.
Dannato succhiasangue che mi ha invitato a ballare!
Ormai erano a pochi metri di distanza, sapeva che prima o poi l'avrebbe vista.
Si girò in avanti e agì distinto.
Jasper era rimasto a guardarla mentre continuava a girare la testa, cercando di trovare una via di fuga.
Ma era completamente impossibile, l'unico varco era quello che portava al fratello.
Non seppe che fare, così si limitò a guardarla.
Quello che non si aspettava però, era di sentirsi all'improvviso delle labbra bollenti sulle sue.
Era stata così veloce che neanche i suoi poteri di vampiro erano riusciti a realizzare cosa stesse succedendo.
Rimase immobile, la presa sui fianchi più stretta, mentre entrambi si guardavano negli occhi.
Leah non poteva credere a quello che stava facendo. Lo stava baciando! Un succhiasangue!
Se lo avessero saputo quelli del branco avrebbero riso di lei, ricordandoglielo per tutta la vita.
Stranamente, però, non le fregava niente, aveva ballato dopo tanto tempo con un ragazzo e l'aveva anche baciato.
Da quando non succedeva?
Proprio mentre pensava queste cose, una voce le fece venire un mezzo infarto, costringendola a staccarsi da Jasper.
   << Leah, che ci fai qui? >>.
Seth si trovava a meno di un metro da loro e la guardava con gli occhi e la bocca spalancati.
   << Seth? Ciao, ma... cosa ci fai tu qui? >>, gli disse, aggrottando le sopracciglia, pretendendo di essere sorpresa.
   << Io ho un appuntamento. Tu, piuttosto, mi stai di nuovo pedinando? >>.
Il tono con cui glielo aveva chiesto era decisamente arrabbiato, ma era quello che si aspettava, vista la situazione.
   << Ah... cosa? Certo che no! Anch'io ho un appuntamento! >>.
   << Tu? >>, le chiese, sorpreso.
   << Eh già, non vedi? >>.
Leah spostò gli occhi su Jasper indicandolo, per poi tornare a guardare suo fratello.
   << Con Jasper? Un vampiro? >>. Seth era sempre più scioccato.
   << Beh, non sei tu quello che dice sempre che nella vita tutto può succedere? >>, rispose, con un'aria superiore.
   << Tutto ma non questo >>.
Ed era vero, che sua sorella fosse ad un appuntamento, per quanto la cosa risultasse strana, ci poteva anche stare, ma con un vampiro!?
Quello era un comportamento non da Leah.
   << Rassegnati, le cose stanno così >>.
Decise, infine, di chiudere la conversazione in quel modo, stufa di tutte quelle domande.
Prese Jasper per mano ed entrambi uscirono dalla folla usando la via da dove era venuto Seth.
Quando si furono allontanati, Leah tirò un sospiro di sollievo.
Alla fine tutto era andato bene.
   << Quindi questo è un appuntamento? >>.
Jasper la stava guardando con un sorriso divertito sulle labbra.
Avrebbe tanto voluto prenderlo a schiaffi, era chiaro che si stesse prendendo gioco di lei.
Era già fin troppo imbarazzante aver ballato con lui, figurarsi il fatto che l'aveva baciato.
   << A proposito, tu baci al primo appuntamento? >>.
Cosa? Lo guardò di scatto, gli occhi divenuti due fessure.
   << Non è divertente >>.
Jasper rise, ancora più divertito.
   << Oh si che lo è >>.
Forse per lui, ma Leah non aveva certo voglia di scherzare.
Si avvicinò al loro tavolo, prese la giacca che aveva portato quella sera e uscì dal ristorante.
Passò poco meno di un minuto prima che qualcuno la prendesse di nuovo per un braccio.
Roteò gli occhi, irritata. Possibile che quello era il suo unico modo per fermare le persone?
   << Che vuoi? >>, sbottò, frustrata.
   << Ti porto a casa >>.
Stava per rispondergli quando si sentì sollevare.
Non capì cosa fosse successo se non quando riuscì a stento a vedere gli alberi che le sfrecciavano accanto ad una velocità sovrumana.
Quel bastardo l'aveva presa in braccio senza chiederle il permesso!
Come diavolo si permetteva dopo che l'aveva anche presa in giro?
Cercò di liberarsi dalla sua presa ma era del tutto inutile.
Era troppo forte e comunque, anche se ci fosse riuscita, sarebbe caduta a terra ad una velocità impressionante rischiando di rompersi qualcosa.
Sbuffò contrariata e lasciò andare la testa sul petto di Jasper, chiudendo gli occhi.
Era stata una serata strana, decisamente.
Non si aspettava niente del genere quando aveva deciso che avrebbe pedinato un'altra volta Seth.
L'unica cosa che riusciva ad immaginarsi era che l'avrebbe beccata, come faceva sempre.
Ma poi aveva incontrato uno dei Cullen, quello sempre serio e controllato, ma che si stava prendendo gioco di lei.
La irritava, ma poi erano successe tante di quelle cose che solo a pensarci le girava la testa.
Sembrava che fosse di nuovo una liceale con una vita energica ed eccitante.
Non le dispiaceva molto, in effetti.
Quando furono arrivati davanti casa sua, Jasper la fece scendere e Leah si liberò velocemente dalla sua presa, giusto per fargli capire che ce l'aveva ancora con lui.
Jasper non sembrò prendersela, anzi, quando Leah incominciò ad incamminarsi, si andò a mettere al suo fianco e la accompagnò davanti alla porta.
Si trovavano l'uno di fronte all'altro.
   << Eccoci qua >>, disse Jasper.
Sembrava come in quei film dove nel punto più bello c'era sempre la mamma di lei che apriva la porta distruggendo l'atmosfera.
Jasper pensò che fosse una situazione che gli piaceva, non l'aveva mai vissuta con Alice.
Le si avvicinò di un passo, abbassandosi.
Per un attimo a Leah sembrò che volesse baciarla e si stupì dell'improvvisa attesa che sentì durante quell'istante.
Invece, le prese la mano e la portò alla bocca, baciandola.
Il tutto continuando a guardarla negli occhi.
   << Grazie per avermi fatto passare una splendida serata, Leah Clearwater >>.
Leah cercò di ricordarsi come respirare, poi, appena dopo aver ripreso il controllo di se stessa, gli rispose:
   << Grazie per aver ordinato un altro piatto di lasagne, Jasper Hale >>.
Ma che combini?, si lamentò nella sua testa.
Jasper non sembrò disgustato dalla sua risposta, per niente, rise di gusto mentre le lasciava andare la mano.
   << Ti auguro buonanotte >>.
   << Anche a te >>, gli rispose in automatico.
Solo dopo si ricordò che i vampiri non dormivano mai.
Da bravo gentiluomo, Jasper attese che Leah rientrasse in casa.
In quel preciso istante, un pensiero balenò nella testa di tutti e due.
Forse, entrambi avevano trovato un rimedio alle loro giornate noiose.




Ma'am = signora.
Darlin' = tesoro.


Jasper e Leah.
Leah e Jasper.
Coppia più che strana ma che io adoro.
Uno, perché Leah è il mio personaggio preferito; due, perchè Jasper... è Jasper! Sarebbe un sogno per me vederli insieme *-*

Comunque grazie a chi ha letto questa one shot, per quanto sia insolita la coppia, spero che vi sia piaciuta e che commentiate.
Un bacio a tutti! :*
Porsche.
  
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