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Autore: Malitia    07/08/2010    3 recensioni
Quando il mondo ti volta le spalle, quando l’unica cosa che ti rimane è te stessa… Vale la pena continuare ad esistere?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento che mi frustava il viso sembrava volesse sfregiarmi le guance, quasi fosse conscio che l’unica cosa che meritavo in quel momento era il dolore. Il colore sporco del mare, grigio e biancastro, il movimento tormentato dell’acqua in subbuglio, la feroce ridondanza delle onde che si infrangevano contro gli scogli mi frastornavano la mente e l’anima. Tutto la natura intorno a me partecipava a quello che mi si agitava dentro e contemporaneamente sembrava volesse accusarmi, puntarmi il dito contro, dare dimostrazione visiva dei miei peccati. Non un raggio di sole filtrava dalla coltre spessa delle plumbee nubi, non uno spiraglio di speranza avrebbe illuminato la mia giornata. Mi trovavo lì, sulla punta di quella rupe, tra cielo e terra, al confine tra la vita e la morte. Sarebbe bastato un passo, uno solo. Quando il mondo ti volta le spalle, quando l’unica cosa che ti rimane è te stessa… Vale la pena continuare ad esistere? Avevo toccato il fondo e tutto ciò che avevo era il mio corpo esile e piccolo, così ingombrante e vulnerabile. La testa cominciò a girarmi. Il respiro affannoso mi sconquassava il petto e mi opprimeva i polmoni, i piedi cominciarono a dondolare lentamente avanti e indietro, quasi contro la mia volontà, cullandomi. Quel dolce movimento mi rassicurò per pochi minuti. Un calore soffuso mi inondò piano il petto, nonostante il freddo pungente che mi screpolava le labbra e il cuore. 
La sensazione non durò a lungo. Il gracchio di un corvo mi riportò alla realtà. Avevo fame, avevo freddo, ero sola. 
E disperata. 
Forse ero già morta. Forse un angelo mi aveva spinto giù senza che me ne accorgessi e mi ero lentamente addormentata tra le braccia della più amorevole delle signore, quella che portava con sé una falce. Verificai la sensibilità delle mie dita provando a muoverle. Malgrado il gelo, non si erano ancora congelate. Dannazione, dovevo fare tutto da sola. Chiusi gli occhi, per l’ultima volta.
Era arrivato il momento di agire. 







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Angolo autrice.
Sono una persona di poche parole, volevo solo precisare che questo era un esercizietto così, svolto in pochi minuti per un corso di scrittura creativa e pubblicato solo per scrupolo...
  
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