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Autore: endless_    07/08/2010    1 recensioni
« Ho bisogno di te » mormoro' dalle sua labbra ricoperte di lucido. « Perchè? Io non ti voglio per una.. » mentre finii di mormorare quelle parole sentii il suo calore avvolgermi, il suo respiro pompare sulle mie vene, la sua cavita' orale raggiunse in pochi secondi la mia posandomi un leggere e perfetto bacio. « adesso sei con me, siamo insieme è questo che conta »
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati ormai mesi dalla mia decisione, lasciar perdere ogni cosa e affacciarmi alla vera vita, erano questi i piani che ormai da tempo presero il totale controllo della mia mente sebbene straziasse l'anima veder volar via il mio grande amore ma era meglio cosi, volevo autocovincermi che tutto cio' fosse benevole per la mia anima e il mio essere. Non abbandono' nemmeno per pochi minuti i miei pensieri il suo folle viso cosi delicato e femminile, era cio' che di lui mi faceva letterarmente impazzire quei lineamenti cosi delicati e profondi. Quante volte lo avro' preso in giro? Tante , anzi infinite volte ,lo facevo apposta altre volte ero decisamente convinta di cio' che dicevo, per paura per far si che il suo fottuto viso abbandonasse i miei pensieri, sorrisi nel ricordare tutto cio' un leggero brivido percosse la mia schiena rendendomi debole improvvisamente. Avevo strappato ogni traccia di lui e del suo nome, cosi fastidioso pronunciarlo e ricordarlo era come una spina conficcata nella carne forse il paragone non reggeva perchè era terribilemnte devastante ricordare tutto cio' senza poterci passare nemmeno un minuto a fianco del suo magro e buffo corpo. Mi buttai sul comodo materasso innanzi ai miei occhi con una leggera lacrima sul viso, non piangevo mai e com'era possibile che piangevo propio per lui? Cosa mi aveva fatto di cosi terribile da dovermi schiavizzare al suo viso? Avevo paura della parola amare ma evidentemente era cosi, ogni singolo effetto che inniettava in me riportava a quella paurosa parola. L'ipod alle orecchie e incominciai a far danzare i mie pensieri lontani da lui, lontano da cio' che avevo provato e che volevo soffocare. Mi ricordo tutte le volte che mi hanno chiesto com'era e non rispondevo per tenere nascosto cio' che di lui pensavo, giusto o sbagliato io penso ancora tutto cio' ed ero diversa dalle altre, i suoi fottuti soldi non avevano importanza, bastava che fosse felice, la sua anima? Pf, si ho capito chi è Bill Kaulitz ma non lo racconto per cio' appena riferito nelle righe sopra. Esattamente lo stravagante cantante dei TokIo hotel aveva perforato il mio cervello, aveva consumato il mio cuore mangiandolo senza rendersi conto del male che comportava, no non era solo male era anche amore. Era snervante pronunciare quella parola senza tremare ogni volta, senza perdere battiti del mio cuore, quest'ultimo che forse non c'era piu'. Mi sentivo automatica ad ogni gesto della vita, ad ogni sensazione reagivo cosi.

****

Parto, era questa la soluzione migliore staccare da tutto cio' e andare lontano dove il suo viso non avrebbe avuto modo di proporsi. Biglietto di sola andata per New york, l'inglese non era il mio forte ma ero diventata brava negli ultimi mesi. Tutti quei mesi dalle mie amiche e dalla mia famiglia erano strazianti ma benevoli per me stessa. Che citta' meravigliosa che sarei andata a visitare, camminare sulle strade pulite e profondi di quella citta' è sempre stato un sogno e per una ragione,magari insignificante per gli altri ,il mio sogno si realizzo'; almeno uno. Era troppo tardi per tornare indietro, ormai la decisione era presa e io potevo solo comandarla. Arrivai all'aereoporto chiamando un taxi velocemente per arrivare in fretta all'alloggio, ero terribilemente stanca e frastornata, la mia mente era stranamente libera dai suoi pensieri ma non bastarono cinque minuti che in fretta il suo volto comando' l'intera mente. Non era possibile che anche a chilomentri di distanza ero schiava ancora del suo viso. Posai le valige sul comodo materasso, mi cambiai velocemente e scesi le scale entrando nel bar dell'hotel. Mia madre mi aveva fatto alloggiare in un lussuoso Hotel, uno di quei hotel per gente ricca non nascondo che mi sentivo spaesata in quel posto. Posai il mio stanco corpo su una sedia accanto al bancone sorseggiando un caldo thè lasciai che il suo profumo invase il mio corpo e lo feci scaldare da quella fragranza sostanza che sorseggiavo pacificamente. Un leggero scatto del mio corpo fece cadere a terra la mia borsa posta accanto al mio gomito fino all'attimo prima, saltai giu' dalla sedia e presi a raccogliere frettolosamente gli effetti che vi erano caduti.

« Ti aiuto io » esalo' un tono di voce sottile, leggermente maschile e gia' udita alle mie orecchie, perfetto ora sentivo pure la sua voce non bastava il suo fottuto viso nei miei pensieri ogni minuto. Tremavo, il corpo stremava nel sentir quella voce, ero finita in un incubo non potevo sentire pure la voce, presa dalla rabbia le mie lacrime uscirono lentamente bagnandomi il pallido e stanco viso.

« Non piangere, ti aiuto io a sistemare la roba » ribatte' quella fottuta voce, era immaginazione o davvero era li? Alzai gli occhi per rendermi conto che il suo magro corpo era affianco al mio. NO! Perchè? Ora che stavo cercando di dimenticarlo lui era a pochi passi da me, era quello che desideravo da sempre ma ormai era solo un ricordo, la classica star inaviccinabile, figurati se sarei riuscita mai a parlargli da persona normale, eppure in quel momento lo avevo accanto ma una smorfia di indiferrenza condi' il mio viso. Ero impassabile ai suoi lineamenti, al suo essere. Volevo esserlo non era spontanea la cosa.

« Grazie, va tutto bene tranquillo, puoi pure tornare a fare la tua vita da star » esalai dalle mie bagnate labbra con freddezza. Incamminandomi velocemente verso la mia camera.

Un leggero tocco mi fermo facendomi piantare saldi i miei piedi al suolo,

« Fermati, io non sono nessuna star » esalo' dolcemente voltando il mio corpo verso il suo.

« Credi che non lo sappia Bill? Possibile che vengo qui per dimenticarti e puntualmente ti ritrovo? Spiegami che cazzo vuoi da me, preferisci andare da chi di te non ha capito un cazzo, che vuole solo i tuoi fottuti soldi, ma no Bill solo perchè porti un capo firmato o sei su tutte le copertine tutte devono essere cosi? Vai Bill vattene a fanculo perchè tanto non saprai mai come ti vedo io, mi hai aiutato Grazie te ne sono grata ora sparisci dalla mia vista perchè è tutto inutile cercare di scambiare qualche parola con te da persona normale » affermai tutto d'un fiato senza badare a chi mi circondava, ero nervosa terribilmente nervosa, chissa' qualche buffa espressione in quel momento tingeva il mio viso.

« Parlami, per favore fallo ho bisogno di saperlo » ribatte' facendo scivolare la sua presa sul braccio, lo stesso dove avevo inciso da ormai un anno il suo nome. Silenzio, era cio' che danzava a cerchio nei nostri corpi, avevo l'oppurtunita' di potergli proferire ogni singola cosa che pensavo di lui. Mi prese dolcemente portandomi sopra nella sua lussuosa camera, mi incito' con lo sguardo a iniziare, sospirai lievemente e cominciai a parlare. Qualche sospiro blocco' il mio discorso di tanto in tanto, fino a quando non finii di pronunciare tutto che l'istinto mi fece scappare dalla sua camera portandomi le mani sul viso nascondendo le lacrime, sbattei di corsa la porta di camera mia straziandomi innanzi alla porta bloccandola, presi le mie ginocchia portandomele dolcemente al mio petto bagnandole con amare lacrime. Ero stanca, stanca di questo incubo, perchè mi ero lasciata condizionare dalla sua voce? perchè gli avevo racontato tutto? Mi maledii ripetutamente sbattendomi il pugno sulla fronte, cosi violentemente da causarmi un forte mal di testa. Quando sarei uscita da quest'incubo? Senza forza mi addormentai ancora innanzi alla porta lasciando che le lacrime bagnassero il freddo pavimento che ospitava il mio corpo.

*****

Sentii ripetutamente bussare alla porta, non avevo forze per alzarmi cercai di spingere quelle ultime forze rimaste sui miei piedi alzandomi ad aprire. Mi ero arresa, ormai lo avevo fatto era di nuovo davanti a me, cosi dannatamente perfetto da non lasciar agire il mio corpo come volevo.

« Ho bisogno di te » mormoro' dalle sua labbra ricoperte di lucido.

« Perchè? Io non ti voglio per una.. » mentre finii di mormorare quelle parole sentii il suo calore avvolgermi, il suo respiro pompare sulle mie vene, la sua cavita' orale raggiunse in pochi secondi la mia posandomi un leggere e perfetto bacio.

« adesso sei con me, siamo insieme è questo che conta » proferi' dopo aver finito di assaporare le mie labbra. Un'abbraccio concluse il mio pianto e la mia debolezza. Non potevo crederci che uno dei miei sogni si era finalmente realizzato, cosi realizzato dannatamente che stentavo a crederci, com'era possibile che la persona che amavo volesse passar un'intera vita con me? Sorrido leggermente guardando i suoi occhi cosi brillanti da farmi regalare uno dei suoi sorrisi, quei sorrisi sarebbero stati sempre miei, e cosi abbandonai new york presa dalla sua stretta, uniti in un danza dove i protagonisti eravamo io e lui..per sempre.

 

 

  
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