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Autore: the_cugies    07/08/2010    1 recensioni
E fu così che Ino Yamanaka, diciassette anni dal settembre scorso, si ritrovò all'aeroporto di Parigi con una grossa valigia viola in mano, maledicendo il giorno in cui aveva dato della battona alla prof. Dopo il check-in, con sotto braccio la sua Louis Vuitton, salì sull'aereo, che avidentemente doveva aver fatto diverse tappe prima di Parigi, poichè era pieno di gente di ogni nazionalità e tra questi, notò con fastidio, un chiassoso gruppo di ragazzi della sua età. -Ah, italiani...-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                   Lesson no.1:

  A group of medium, young italians on an airplane could be REALLY noisy

 

Parigi, Francia

 Il signor Inoichi rimirò sconsolato e inorridito la pagella della figlia che, oltre ad essere piena di quattro e cinque, esibiva in fondo la scritta rossa RIMANDATO. Ino lo guardò con aria innocente.                                  -Ti giuro, papà, non so come sia potuto accadere...-                                                                                     -Basta, Ino. E' ora che inizi a prenderti le tue responsabilità. Per questo io e tua madre abbiamo deciso di mandarti in un college a Brighton, in Inghilterra, le prime due settimane di luglio.-                                        -No papà deve esserci un errore perchè io quelle settimane devo partire per Ibiza con Kankuro e Matsuri!-     -Non mi sono sbagliato. Questa è la punizione per la tua pagella. Non andrai a Ibiza con i tuoi amici ma starai due settimane ad imparare l'inglese in Inghilterra.-

A 1200 km di distanza Parioli, Roma, Italia                                                                                                 -Mendokuse, mamma! Mi spieghi perchè devo andare in quello stupido collegr con quei deficienti di Naruto e Kiba?!? Inoltre avrei dovuto scegliere io la meta del mio viaggio, dato che nella mia pagella c'è la media dell'otto e mezzo pieno, non trovi?- protestò scocciato Shikamaru rivolto alla madre Yoshino.                         -Smettila di protestare! Dovresti solo ringraziarmi per i sacrifici che faccio per te!- ribattè lei acida -e poi so che la meta del viaggio deciso da te sarebbe stato il divano di casa nostra o di quella di Chouji.                      - E fu così che Ino Yamanaka, diciassette anni dal settembre scorso, si ritrovò all'aeroporto di Parigi con una grossa valigia viola in mano, maledicendo il giorno in cui aveva dato della battona alla prof. Dopo il check-in, con sotto braccio la sua Louis Vuitton, salì sull'aereo, che avidentemente doveva aver fatto diverse tappe prima di Parigi, poichè era pieno di gente di ogni nazionalità e tra questi, notò con fastidio, un chiassoso gruppo di ragazzi della sua età.                                                                                                                  -Ah, italiani...- sbuffò scocciata sentendoli parlare.                                                                                     In quel momento l'hostess le mostrò quale sarebbe stato il suo posto sul'aereo che casualmente era accanto ad una ragazza di quel gruppo di italiani che con fastidio aveva intravisto un attimo prima. Si sedette accanto al finestrino, lasciò cadere la borsa ai suoi piedi e si abbandonò sul sedile. La sua vicina subito le si presentò -Ciao io sono Sakura Haruno, vengo da Roma, e tu sei...?- Ino, già seccata per quel viaggio del tutto indesiderato, rispose freddamente con un semplice -Piacere io sono Ino vengo da Parigi- per poi aprire una rivista di moda divorando ogni singola pagina.                                                                                           La pace durò poco, infatti dopo il decollo scoppiò accanto a lei un fragoroso applauso, probabilmente rivolto al comandante per la manovra appena compiuta. Lo sgomento e l'imbarazzo di Ino erano palpabili e Sakura rendendosene subito conto si scusò per i suoi compagni di viaggio incredibilmente eccessivi -Ino scusali sono dei bambini- Lei di rimando quasi la ignorò per poi sporgersi in avanti e rivolta al ragazzo che le sedeva accanto disse -Scusami tanto vi dispiacerebbe abbassare i toni? Siamo in un aereo qui.- L'altro la guardò con uno sguardo talmente strafottente e menefreghista che le fece venire i nervi -Non mi pare che io stia urlando, rivolgiti a quel deficiente che mi sta accanto.- La risposta pronta di quel ragazzo la lasciò senza parole, ci pensò qualche minuto su prima di rispondere a quel ragazzo arrogante -Bhè scusa tanto se l'ho chiesto a te ma tanto mi pare che un italiano valga l'altro no?!- A quel punto Shika non ci vide più e notando l'accento parigino della ragazza che l'aveva appena affrontato rispose tagliente - Oh be anche voi siete tutti uguali, che siano donne o uomini scegliete tutti il cazzo- Ino rimase spiazzata e stizzita volgendo la testa altrove e facendo ondeggiare la sua folta chioma dorata gli girò le spalle, e Shikamaru ovviamente con meno enfasi fece lo stesso.                                                                                                                                        Dal sedile davanti al moro comparve Kiba Inuzuka, uno dei più fastidiosi tra i ragazzi italiani, secondo solo a Naruto.                                                                                                                                                     - Ehi, Shika conosci quella biondina?- chiese con fare interessato.                                                                - Sì da circa cinque minuti, minuto più minuto meno- fece lui ironico.                                                           - E com'è?-                                                                                                                                               - Una vera scocciatura.-                                                                                                                        Kiba ignorò la definizione che Shikamaru era abituato a dare a tutte le ragazze - Però è una figa rara- buttò lì mangiandosela con gli occhi.                                                                                                                      - Bhà, sarà..la solita francese con la puzza sotto il naso- rispose Shika sostenendo la sua opinione.                 - Ma le francesi m'attizzano- insistette Kiba. Ino scelse giusto quel momento per girarsi nella loro direzione e si accorse degli sguardi del moro dalle guance tatuate. Kiba approfittò dell'occasione per farle l'occhiolino, e lei ricambiò con un sorriso malizioso.                                                                                                     Shikamaru si sentì vagamente irritato. Si girò verso Ino. -.. e per la cronaca lui era uno di quelli che batteva le mani.- disse con aria scocciata. Ino, capendo il motivo di tanta irritazione fece un risolino - E quindi dovrei sorridere a te che non l'hai fatto?- gli sorrise maliziosa e gli fece l'occhiolino. Il moro sentì le sue guance bruciare e si lasciò sprofondare nel sedile - Non intendevo questo..- fece con molta,molta poca convinzione. Ino rise, ma senza cattiveria.

Il resto del viaggio passò lento e noioso; a volte il moro si girava a fissare la bionda francese che sonnicchiava con le cuffie dell'i-Touch nelle orecchie. Quando la voce registrata delle British Airways annunciò che l'atterraggio era prossimo, Ino si svegliò e si allocciò la cintura di sicurezza. A pochi metri da terra la ragazza si accorse con non più tanta sorpresa che gli italiani erano pronti a ripetere il gesto del decollo. Anche Sakura le sorrideva divertita con le mani aperte per applaudire " Ma non si stancano mai di fare i deficienti?" pensò la bionda allo stesso tempo disperata e divertita a sua volta, prima di rinfilarsi le cuffie a tutto volume nelle orecchie.

Quando atterrarono doveva essere scoppiato l'inferno, a giudicare dalle facce degli altri passeggeri.Ino non potè fare a meno di sorridere. Mentre scendevano dalle scalette dell'aereo, Ino si intristì un poco nel pensare che non avrebbe più rivisto quel gruppo di ragazzi con cui era stata così poco tempo ma a cui già si sentiva legata " Gli italiani si fanno voler bene con poco e in poco tempo" dovette ammettere a malincuore. Si voltò verso Sakura - Voi dove andate?- chiese. - Oh, noi? Andiamo a...- lesse un depliant paurosamente simile al suo -...Brighton, in college. Tu invece?- chiese a sua volta, amichevole.                                                     Ino era scioccata. Se li sarebbe ritrovati in college. Tutti. Il moro carino, quello scocciante e il biondo deficiente. E anche gli altri. Quanti dovevano essere? ..Trenta, quaranta? - I-io vado a-a...- cominciò ancora stordita. - Oh tu devi essere Ino Yamanaka, la ragazza di Parigi!- disse una donna dal seno prosperoso e due codini biondi - Scusa se non mi sono presentata prima, ma non ti avevo visto. Mi chiamo Tsunade, sono l'insegnante di questo gruppo. Tuo padre ti ha affidato a noi.-                                                                   Ino era ancora più attonita e sbigottita. Dentro di se maledì suo padre con tutti gli insulti che conosceva, da crotte a vait se faire futtre!, ma fuori non riusciva a spiccicare parola. Naruto l'abbracciò all'improvviso esclamando contento - Sul serio vieni con noi sorellina?-                                                                Sorellina? "Sorellina"? Da quando era diventata "Sorellina"? Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu quando quel moro insopportabile che prendeva il nome di Shikamaru avvicinò il viso al suo e disse con aria scocciata -Quindi avremo questa francese tra i piedi per due settimane?- Ah ora era così? Erano LORO ad avere tra i piedi LEI? Non poteva essere che era LEI ad avere tra i piedi LORO? Non ci avevano pensato? - Almeno comportati bene, mi raccomando- aggiunse Nara andandosene.                                                        E fu in quel momento, all'areoporto Heathrow di Londra, che Ino Yamanaka mandò a farsi fottere il buon senso, la gentilezza e le buone maniere francesi. E sbottò.

  
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