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Autore: fri rapace    08/08/2010    15 recensioni
Tonks aveva braccato Remus all’uscita della cucina di Grimmauld Place con un’unica intenzione: spogliarlo dai vestiti sotto cui era seppellito da mesi, a causa dell’inclemenza del tempo e della sua malattia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regali da spiaggia Un grazie grandissimo a Ely79 e al suo moroso per la bellissima vacanza ^^



Tonks aveva braccato Remus all’uscita della cucina di Grimmauld Place con un’unica intenzione: spogliarlo dai vestiti sotto cui era seppellito da mesi, a causa dell’inclemenza del tempo e della sua malattia.
“Remus!” gli urlò in un orecchio, facendolo sobbalzare.
“Ahi…” si lamentò lui, parandosi i lati del viso con le mani. “Ehm… cosa posso fare per te, Ninfadora?”
Fece finta di non aver notato il modo spaventoso in cui era stata chiamata. “C’è una novità”, lo informò, dondolandosi sui talloni.
“Che sarebbe…?”
Lo afferrò per un braccio, con un sorriso gioioso. “Si và!”
Remus, che non digeriva granché le Smaterializzazioni a sorpresa, oscillò pallidissimo per un po’ dopo il brusco trasferimento.
“Dove siamo?” chiese con un filo di voce, fissandosi corrucciato i piedi inghiottiti dalla sabbia fine e calda.
Lei alzò le spalle. “In spiaggia.”
“Ma dài!” esclamò lui ironico, la distesa d’acqua aperta davanti a loro che si rifletteva nei suoi occhi chiari e dall’espressione per nulla dispiaciuta.
Tonks si liberò del mantello monopolizzando l’interesse di Remus, che ora teneva lo sguardo incollato su di lei.
“Dopo il mantello viene il maglione”, le suggerì, composto come se stesse tenendo una lezione dietro a una cattedra.
“Già.”
“E poi…”
“Il reggiseno.”
Remus le sorrise, furbo. “E poi…”
“Poi basta! Facciamo una bella nuotata in biancheria intima!”
“Va bene,” fece lui contrito. “Me lo farò bastare.”
Tonks ridacchiò, un po’ stupita da tanta audacia. Remus era molto bravo a nascondere la canaglia che c’era in lui dietro l’aria pacata e gentile.
“Ma se ci tieni, tu puoi metterti tutto nudo. Io mica protesto.”
“Ok,” fece semplicemente lui.
“Sul serio?”
“Tu che ne dici?” ghignò, prendendola in braccio e lanciandosi tra la schiuma bianca delle piccole onde che rotolavano fino a riva.
Si spogliarono faticosamente a vicenda, i vestiti fradici appiccicati alla pelle che non ne volevano sapere di venire via.
“Ma ne è valsa la pena, eh?” le aveva sorriso alla fine Remus, tenendosi stretto a lei nell’acqua alta come se non sapesse nuotare.
Presero a giocare come due ragazzini: Tonks galleggiava sempre nello stesso punto regalando a Remus un bacio salato per ogni conchiglia che riusciva a rubare agli scogli.
Dovette fare la spola più volte tra acqua e spiaggia per mettere al sicuro il loro tesoro, fino a che i loro baci non occuparono tutto il tempo di cui disponevano, non lasciando che qualche minuto per la ricerca di nuove conchiglie.
Remus, vedendola a mani vuote, le chiese premendo le labbra salate contro le sue a ogni parola. “Dove le stai mettendo?”
“In un posto temporaneo e garantito a prova di ladri!”


Erano tornati a Grimmauld Place appena in tempo per partecipare alla riunione dell’Ordine. Remus si era avvicinato di soppiatto a un paio di sedie trascinandole in un angolino in disparte, mentre Tonks ne ribaltava altre due addosso a un incarognito Piton.
I loro vestiti umidi e i capelli che gocciolavano sul viso avevano attirato ben più di uno sguardo incuriosito.
Preso a cercare di mimetizzarsi con l’arredamento, Remus sulle prime non si era accorto dell’agitazione di Tonks. Non prima che lei prendesse a dimenarsi sulla sedia con tanta foga da saltargli in braccio per la sorpresa e il dolore. “Ahi!” strillò forte.
“Che c’è?”
“Mi pizzicano le chiappe!”
“Dove hai messo la bacchetta?”
“Non è la bacchetta!”
Remus ricordò che c’era qualcosa che non quadrava.
“Aspetta… dove sono finite tutte le conchiglie che ti ho regalato?”
“Sparite!” gli confessò, dispiaciuta fino alle lacrime. “Le avevo piazzate sul mio mantello, ma quando siamo tornati in spiaggia non c’erano più! Ladri di conchiglie del piffero! Me la pagheranno!” ringhiò minacciosa.
“Ma no… saranno solo scappate”, la blandì lui.
“Sei fuori? Non hanno mica le gambe!”
“Loro no, ma i loro inquilini hanno gambe, chele… l’allestimento completo. E le ultime che ti ho dato? Sai… quando eravamo troppo occupati per preoccuparci di portarle all’asciutto?”
Tonks strabuzzò gli occhi per l'orrore mettendosi a cavalcioni su di lui e attaccandosi al suo collo gridando: “Ce l’ho nelle mutande! Oh, Remus! Mi fa morire! Muoviti, svelto, svelto!”
Tutti si voltarono verso di lui, che si immobilizzò perdendo il respiro. “Si riferisce al paguro, eh…” chiarì, sforzandosi di non diventare paonazzo, mentre i chiassosi ed equivoci lamenti di Tonks lo costringevano ad armeggiare sotto i suoi vestiti. “Non penserete di certo che io…”
L’attonito silenzio venne spezzato da Sirius, che prese la parola con un tono innaturalmente pacato. “No, Lunastorta”, soffiò dolente. “Non pensavo di certo… Ma credo di interpretare il pensiero generale affermando che di tutte le maniere indecorose in cui l’ho sentito chiamare, «paguro» è decisamente la peggiore!”




   
 
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