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Autore: Tetide    08/08/2010    3 recensioni
Magda è una bella ragazza, che all'apparenza ha tutto; tutto, tranne ciò che più vorrebbe veramente. Così, trascina stancamente la sua vita tra il lavoro, che comunque la soddisfa molto, e gli amici, i quali la riempiono di attenzioni. Ma tutto questo non basta a placare il suo vuoto esistenziale; perlomeno, fino a che il destino...
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 CAPITOLO 6

Un’altra giornata volgeva al termine; il tramonto arrossava il cielo, dipingendolo con colori che sfumavano dal rosso fuoco all’arancione, al rosa.
Seduta sulle rocce digradanti verso la lontana valle, Magda osservava quel  magnifico scenario; sentiva il cuore leggero, per la prima volta dopo tanto tempo, sgombro da cattive sensazioni e dal dolore.
In un modo misterioso, la vita le aveva sussurrato nell’orecchio che era ora di smetterla di affogare in un dolore che non aveva più alcuna connessione col suo presente, e la cui unica via d’uscita era il voltar pagina; d’altronde, nemmeno tutte le lacrime del mondo avrebbero potuto riportare in vita Ted, e questo lei lo sapeva benissimo, da sempre. La differenza era che adesso quell’argomento da sempre così negletto al suo cuore era riuscito a penetrare le pareti del suo animo, ed a costruirvi fissa dimora, per di più in un modo quieto ed indolore: si può dire che Magda ne avesse accolto il significato completamente, non solo più in modo razionale, ma in un modo totale, che coinvolgeva il suo io più profondo, la parte più recondita della sua anima; ed era stato questo a portarle la tanto sospirata pace.
Dunque, se adesso Ted era in un luogo migliore, nel quale anche lei un giorno lo avrebbe raggiunto, perché continuare a soffrire? La sua assenza ed il vuoto che le avevano scavato un solco nel cuore erano stati all’improvviso leniti da qualcosa della cui azione lei non si era nemmeno accorta, né poteva dire che fosse stato il tempo, dato che tutti gli anni dal momento della morte di Ted li aveva trascorsi sempre nel medesimo stato. Ma davvero Ted voleva che lei dilapidasse la propria vita, immolandola ad un ricordo? Sicuramente no.
Doveva vivere, allora. Doveva farlo anche per Ted.  
“Una monetina per i tuoi pensieri”, una voce alle sue spalle la riscosse.
Si voltò e vide Andreas.
“Ti spiace se mi siedo accanto a te?” le disse, prendendo posto,
“Certo che no” sorrise lei.
Fissarono entrambi lo sguardo negli ultimi bagliori del tramonto.
Magda avvertì la mano dell’uomo prendere la sua, ed un brivido percorrerla tutta.
“Sei silenziosa, stasera”,
“Perché dici questo?”,
“Te ne stai qui da sola, invece di unirti agli altri intorno al fuoco, al campo…”,
“Beh, lo stai facendo anche tu…”,
“E’ vero! Siamo una bella coppia di orsi!”.
Andreas scoppiò a ridere e lei lo seguì.
“Ti piace qui?” le chiese poi,
“Abbastanza, sì: la quiete dei boschi è quello che mi ci voleva per staccare un po’ dal caos di Berlino”,
“Così, è tanto caotica la tua città?”,
“Che ti aspettavi? E’ pur sempre una capitale!”,
“Lo è anche Vienna, ma non è così caotica…”.
Adesso il brivido stava esagerando: la voce di Andreas si era trasformata in una calda carezza che dall’orecchio le scendeva lungo la guancia; ringraziò mentalmente il Cielo che l’oscurità fosse tale da non permettere di guardarsi in faccia.
“Non temere, ti… ti ci abituerai!”,
“Su questo non ho dubbi! Se vuoi qualcosa, niente è insopportabile! Non è forse così anche per te?”,
“Infatti…”,
“Scusa se te lo chiedo, Magda, ma… non hai un ragazzo, vero?”.
Magda sussultò.
“P-perché?”,
“Beh, sei qui tutta sola… un uomo che si rispetti non lascerebbe andare la propria compagna da sola in un luogo pericoloso come questo…”,
“Trovi che la montagna sia pericolosa?”,
“In questo modo “avventuroso”, sì!,
“Sì, hai indovinato. Non ho un ragazzo” sospirò la donna, e lui poté udire nelle parole di lei una nota di indelebile tristezza”,
“Scusami, non volevo… rattristarti. Se ho detto qualcosa di sbagliato…”,
“No, non preoccuparti. Non hai detto nulla di sbagliato. E’ solo che ricordare non è il mio… passatempo preferito, ecco”.
Andreas tacque, aumentando al contempo la stretta alla mano di lei: quella stretta era forte e calda, rassicurante ma non invadente. Per certi aspetti, le ricordava quella di Ted.
“Sai una cosa?” fece lui per cambiare argomento “Credo sia ora di tornare dagli altri, prima che facciano fuori tutti i viveri!”.
Si alzarono. Attorno a loro, ormai, era completamente buio.
“Coraggio, andiamo. Ti guido io lungo la strada, se non ci vedi”.
Magda lasciò che la mano di Andreas scivolasse lungo il suo fianco, fino a cingerlo del tutto, e ad attirarla al suo petto, che era caldo quanto la sua mano.
Stavano per incamminarsi nel boschetto per raggiungere il campo base, ma ancora esitavano; qualcosa li tratteneva in quel luogo, così appartato da tutto, quasi abbracciati, in silenzio.
“Magda? Andiamo, su!”, la esortò leggermente lui.
Lei tacque ancora.
“Lui se ne è… andato” aggiunse poi, a voce quasi impercettibile,
“Come?” fece eco Andreas,
“Il mio uomo. E’ andato via”.
Magda non poteva vederlo, ma l’uomo aveva scosso leggermente la testa. “Se ti fa male parlarne, non voglio saperlo”.
Si mosse anche lei, e si incamminarono nella boscaglia, raggiungendo il campo poco dopo, dove trovarono l’allegria degli altri intenti a cucinare il cibo.
Ingrid stava facendo gli occhi dolci a Theo, mentre gli mostrava una mela, mentre Verena discorreva con un’altra ragazza; si sedettero accanto a loro, beandosi del tepore del fuoco in quella frizzante aria di montagna della sera.
“Ecco a voi!” fece un ragazzo, porgendo loro un paio di spiedini di carne; li presero con riconoscenza.
“Magda…”, la voce di Andreas le era giunta sottotono, quasi un sussurro,
“Cosa?”,
“Se avrai bisogno di me… io ci sarò… per qualunque cosa!”,
“Grazie” annuì lei.

                                                              **********

Nei giorni successivi, Magda e Andreas continuarono a comportarsi come se nulla fosse accaduto, fra loro; e, a ben vedere, nulla era accaduto; o per lo meno, nulla di importante; ma nessuno dei due avrebbe potuto negare l’impercettibile ma vivissima gioiosa inquietudine che percorreva il corpo di entrambi, quando si trovavano l’uno vicino all’altra.

“Okay, adesso facciamo una prova un po’ più difficile!” chi aveva parlato era Theo, con la sua solita grinta “dividetevi in gruppi di due, e portate qui funghi e radici commestibili in base alle indicazioni che vi ho date iersera; avete un’ora di tempo!”.
Per loro, fu naturale fare coppia. Fu quasi automatico. Fisiologico.
“Per di qua!” Andreas fece strada a Magda lungo una sorta di pendio scosceso, sorreggendola al tempo stesso per evitarle di cadere.
“Perché di qua? E’ talmente ripido! Non potevamo prendere dalla salita, come Rolf e Astrid?”,
“Sì, che potevamo. Ma stanno andando tutti per di là, e con la ressa che ci sarà da quelle parti non avremmo trovato nemmeno una bacca!”,
“Uhm… a questo non avevo pensato! Hai ragione!”.
Percorsero un paio di metri ancora più in giù, allontanandosi dal resto del gruppo; ad un tratto, Magda perse l’equilibrio e cadde, strisciando un polso nella ghiaia con violenza.
“Ahi!” gridò. Immediatamente, Andreas le fu sopra.
“Che hai fatto?”, chiese prendendole il polso,
“Non è nulla… solo un graffio”.
L’uomo aggrottò le sopracciglia “Sarà anche un graffio, ma quanto sanguina! E’ meglio se te lo fascio”. Così dicendo, si tolse dalle spalle la sacca appoggiandola a terra, ed iniziò a frugarvi dentro, in cerca dell’occorrente per il pronto soccorso.
“Ecco” estrasse una boccetta contenente del liquido “dammi il polso, Magda”.
Glielo prese fra le sue mani, iniziando subito la medicazione; Magda sentiva dentro un mare in tempesta di sentimenti e sensazioni contrastanti.

“Ma non è possibile! Ti sei tagliata un’altra volta! Credo che, quando vivremo assieme, dovrò fare un corso accelerato di pronto soccorso, se voglio starti dietro!”.
Magda sorrise. Era incredibile l’abilità di Ted nel riuscire sempre a sdrammatizzare tutto, senza mai cadere nel superficiale: come faceva? Soltanto lui ci riusciva, a quel modo!
“E dài, è soltanto un taglio! Non mi sembra affatto il caso di farla così lunga! O no?”,
“… “Soltanto un taglio”, dice lei! Ma non vedi quanto sangue stai perdendo? Quello è un moncone di vetro, potevi farti male seriamente!”, indicò un bicchiere finito in frantumi sul pavimento,
“Il mio Ted, già premuroso come un maritino!” rise Magda.
Nell’altra stanza, il salotto, Beate e Kurt stavano sistemando gli ultimi pacchi sotto l’albero di Natale, mentre Karl provava le luci e deponeva ramoscelli di abete un po’ dappertutto: diffondevano il profumo del Natale, diceva lui.
E quello sarebbe stato il loro Natale più bello.
Ma nessuno immaginava che sarebbe anche stato l’ultimo, per Magda e Ted.
“Ecco!” Ted aveva finito il suo lavoro da infermiere improvvisato “Adesso, ti siedi laggiù, e finisci di sbattere la maionese al posto mio; mi occupo io delle stoviglie. O.K.?”.
La voce di Ted, di solito così dolce, esprimeva di rado quel timbro tanto deciso, ma quando ciò avveniva, c’era sempre un buon motivo.
“Come vuoi” sbuffò Magda “annoiamoci pure a muovere le uova!” aggiunse.
“Et voilà!” la voce di Karl giunse chiara e forte dal salotto fino in cucina, adorna di una sfumatura di trionfo “Il mio capolavoro è finito! Chi vuole vederlo?”.
Immediatamente, Magda e Ted si alzarono e raggiunsero gli altri.
“Karl, sono senza parole! E’… bellissimo!” Magda girava gli occhi in aria.
Dappertutto, appese alle pareti, all’albero e persino al lampadario, decorazioni dorate e rosse, di ogni foggia e colore, sembravano comporre la scenografia di una rappresentazione Natalizia, tanto erano disposte bene.
“Qui ci vuole un brindisi!” Kurt aveva preso la bottiglia dello spumante, aprendola,
“Sì, mio fratello ha ragione!” Beate lo aveva seguito a ruota, prendendo i bicchieri dalla credenza.
In pochi istanti, il frizzante liquido dorato riempì i calici.
“A noi cinque!” fece Beate ad alta voce “Alla nostra squadra invincibile, sempre insieme!”.
Cinque calici tintinnarono nell’aria.

Una lacrima traditrice corse giù dagli occhi di Magda.
… Sempre insieme…
“Ehi, Magda, ti sto facendo troppo male?”,
“Cosa? N-no, Andreas”.
Lui le lasciò andare il polso per prenderle il viso tra le mani.
“Cosa c’è, allora? Pensi ancora a lui, vero?”.
Magda annuì.
“Possibile che continui a pensarci? Anche dopo che ti ha lasciata?”,
“Non puoi capire, Andreas…”,
“Io capisco solo che ti stai consumando il tempo e la salute appresso ad un tizio che non ti merita”,
“Non è come credi…”,
“E com’è, allora? Spiegamelo!”.
Magda tacque. La verità era così semplice, eppure così difficile da dire! Quella parola, che le faceva tanto male ad uscirle di bocca…
“Ted non era… la persona che pensi”,
“Magda...”,
“Ted è morto!”,
“Cos…”.
Silenzio. Le mani dell’uomo erano ricadute lungo i suoi fianchi.
“Non lo sapevo. Perdonami, Magda”.
La donna non si mosse.
“Però…” Andreas le posò ora le mani sulle spalle “… questo non significa che tu non debba vivere, Magda! La vita è fatta di attimi preziosi, che non vanno mai sprecati; ed il tuo… Ted, vero?... da lassù non sarà affatto contento di vederti così!”,
“Così come?”,
“Arresa. Sconfitta. Come se dalla vita non avessi più nulla di buono da aspettarti”.
Era stupefatta: in pochi giorni, Andreas era riuscito a leggere dentro di lei quello che anche agli amici più cari aveva richiesto mesi per venire alla luce! C’era in lui un qualcosa di… familiare, lo aveva già detto; ma non si trattava di un qualcosa di superficiale, o di detto tanto per dire: era qualcosa di più, che descriveva la vera essenza del loro rapporto nascente: l’essersi già conosciuti, in un tempo ed in un luogo sconosciuti.
Era questo di lui, che la faceva sentire a casa.
Solo da pochissimo tempo, Magda stava tornando ad accettare la vita; ed anche questo era successo quando era apparso lui. No, non era un caso, non poteva esserlo.
“Quello che dici è vero” Magda si stupì per come la voce le uscì così rotta e ferma al tempo stesso “Io non vivevo. Da anni, ormai. Da quando lui se ne era andato. Però, in questi giorni  sta avvenendo un cambiamento in me… è come se un altissimo, impenetrabile muro stesse all’improvviso sgretolandosi… non saprei dire perché, ma da quando sei qui con me, io… non sono più la stessa! Sento che la frattura in me si sta lentamente colmando, che il dolore si allontana… E ci sei… tu!”.
Andreas l’aveva ascoltata con la bocca semiaperta “Anche per me è così…”.
Lui fece qualche passo in direzione di lei; poi le prese il viso tra le mani; c’era, tra loro, una tensione forte come una corrente elettrica ad alta tensione, che non poteva passare inosservata a nessuno dei due: i loro sguardi si attrassero immediatamente come la calamita ed il metallo… un’attrazione impalpabile, ma irresistibile, irrefrenabile; si avvicinarono fino a far coincidere i loro respiri, il soffio delle loro anime, rimanendo poi a contemplarsi l’un l’altra per alcuni, eterni istanti… entrambi desideravano bere l’uno il soffio dell’altra, assaporarsi con il respiro, prima ancora che con le labbra…
Si avvicinarono lentamente, quasi senza accorgersene. E vi fu un leggero sfioramento di labbra, una pressione appena, che diveniva ogni istante più decisa, più intensa, fino a sfociare in una fusione di labbra umida e totale, le punte delle lingue che ora continuavano l’opera di esplorazione già iniziata dai fiati… Ed il bacio continuò, lungo e languido, mentre tutto il resto, attorno a loro, lentamente scompariva.

                                                            **********

Magda non aveva davvero  mai creduto seriamente di poter tornare a vivere; e non così presto, poi.
Aveva creduto a quello strano sogno, è vero, ma non era mai riuscita a convincersene fino in fondo, razionalmente almeno; una parte di sé, non ne era convinta del tutto: la sua era più che altro una speranza, la ricerca della luce dopo anni di buio.
Ma adesso, la realtà smentiva il suo scetticismo, meravigliosamente.
E le stava riportando la vita.
E questa volta, lei non l’avrebbe lasciata fuggire via.

Sorrise ad Andreas, che con la scusa di aiutarla a tagliare il pane le stava accarezzando leggermente il dorso della mano. Gli occhi di lui, i suoi bellissimi occhi azzurri, racchiudevano una nota di dolce protezione, quasi come a dire, in silenzio, “di me ti puoi fidare”.
E lei si fidava. Ogni volta che si sentiva accarezzare da quello sguardo, da quel sorriso, le sue paure residue si scioglievano come neve al sole, e lei si sentiva al sicuro. A casa.
“Ecco a voi!”. Magda osservò le mani di Andreas distribuire il pane ed il salame alle persone sedute in cerchio con loro attorno al fuoco: mani forti, curate, che trasmettevano un senso di sicurezza… ma sapeva che quelle stesse mani erano capaci di accarezzare, vezzeggiare, coccolare… un brivido le attraversò il cuore. Un brivido dolce come la lieve scarica elettrica che pervade il cuore di chi si innamora: misto di gioia e timore per ciò che non si conosce, e si tema che possa farci soffrire. Dolcezza e trepidante, impercettibile ansia.
Prese la sua porzione, senza smettere di guardarlo negli occhi, sorridendogli.
E lui ricambiò il suo sorriso, complice.

Quella notte, una tenda rimase vuota. Quella di Magda.
La giovane donna, finalmente, stava riassaporando il calore del contatto con il corpo di un uomo; e questa volta, ne era consapevole, diversamente di come era stato con il povero Kurt, annebbiata com’era dai fumi dell’alcol e dei ricordi.
Adesso, in questa lunga notte, tra le braccia calde di Andreas, stretta al suo petto nudo, assaporava appieno quel senso di protezione, di casa, che di lui l’aveva colpita sin dal primo istante; osservava l’uomo addormentato, ricordando come, fino a poco prima, l’aveva amata con passione, coprendola di attenzioni e carezze; ancora le sembrava di avvertire il fuoco delle labbra di lui scenderle dal collo alla schiena, una lunga scia di dolce lava incandescente che le strappava gemiti e sospiri nascosti, mentre le mani di lui si facevano strada in luoghi di lei inesplorati…
E sorrise.
Quasi l’avesse vista, lui allungò una mano, facendola risalire dalla schiena fino ai capelli di lei, affondandovi dolcemente; e Magda si beò di quel contatto, socchiudendo gli occhi e scivolando in un tranquillo sonno.
Il domani, per loro, era pieno di promesse.

Questo è il penultimo capitolo di questa storia;sono riuscita a pubblicarlo abbastanza presto, e spero di avervi fatto un regalo prima delle ferie; a tutti quelli che vorranno leggere e lasciare un commento, GRAZIE in anticipo.
Dedico questo capitolo a Ninfea Blu.
Ninfea Blu: come vedi ce l'ho fatta a pubblicare prima della tua partenza...! Se volessi dare una letturina, prima di partire... P.S.: per quelle cose di cui ti ho parlato, scrivimi pure via mail e sarò felice di risponderti. Buone vacanze e fammi sapere!
Kikkisan: il "ritorno alla vita" di Magda, come vedi, prosegue; anzi, si definisce ancor meglio in questo capitolo... e su Andreas avevi visto giusto!! ;-)
Livia: probabilmente sei già in ferie, ma se passassi di qua, sai che commenti e suggerimenti sono sempre ben accetti... in ogni caso, BUONE VACANZE!!
Un salutone a tutti e buone vacanze. Tetide.
  
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