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Autore: LoveChild    08/08/2010    2 recensioni
Partecipante al contest 'One day: raccontami...' di Fabi_Fabi. Nona classificata (pari merito).
A quanto pare Draco Malfoy non è il primo della sua famiglia a trovarsi davanti ad un Armadio Svanitore… Anzi si direbbe che i Malfoy decidano dei momenti più importanti della loro vita proprio davanti a quegli oggetti. C’è una storia che non è mai stata raccontata, una storia che giace sepolta nella memoria di Lucius Malfoy…
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Slytherin' Pride'
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono (esclusi gli eventuali OC, ovvio, e chi me li tocca lo mangio u.u), ma sono proprietà di Madam J.K. Rowling (beata lei...).



Autore: LoveChild
Personaggi principali: Lucius Malfoy, Senja Andreevna Todorova
Pairing: Lucius/Senja
Genere: Triste
Rating: per tutti
Avvertimenti: /
Introduzione: A quanto pare Draco Malfoy non è il primo della sua famiglia a trovarsi davanti ad un Armadio Svanitore… Anzi si direbbe che i Malfoy decidano dei momenti più importanti della loro vita proprio davanti a quegli oggetti. C’è una storia che non è mai stata raccontata, una storia che giace sepolta nella memoria di Lucius Malfoy...

 

 

 

 

Senja Andreevna Todorova

 

 

 

 

Lucius Malfoy era sempre stato un uomo dalla facciata irreprensibile. Appartenente ad un’antica famiglia purosangue aveva sposato una donna degna della sua posizione, una donna ricca, una donna purosangue, l’incarnazione della perfezione: Lucius Malfoy aveva sposato Narcissa Black.

Ma come ogni facciata irreprensibile, quella di Lucius Malfoy possedeva minuscole, invisibili crepe che la solcavano e la deturpavano in ogni punto. Sotto questi labili solchi, cresceva il male, il marcio, la muffa che si cibava di tutte quelle piccole debolezze e nefandezze cui Lucius si dedicava con dedizione.

Erano omicidi, minacce, raggiri, usure, … erano tutto ciò che un buon mago avrebbe disdegnato, ed erano tutto ciò di cui lui non necessitava, eppure vi era legato, erano la sua droga, la sua fuga dal mondo perfetto dei purosangue. Perché essere perfetti e vivere una vita di inibizioni, quando si può semplicemente pretendere, far credere di esserlo? Così aveva vissuto la sua vita, dai tredici anni in su, da quando era stato abbastanza fortunato da cogliere suo padre in fallo, da quando aveva capito che la perfezione era solo un mezzo, non un obiettivo.

 Quando il vecchio Abraxas Malfoy fu colto in flagrante reato di adulterio dal tredicenne Lucius, l’atto in se non provocò nessuna reazione nel ragazzo, che era ben conscio che i matrimoni tra purosangue erano alla stregua di un contratto di compravendita edile, furono, invece, una serie di particolari a stuzzicare l’attenzione dell’astuto Serpeverde.

Maggy White lavorava al Ministero, nel Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica, più precisamente nella divisione Amministrativa di Supporto del Wizengamot. Maggy White non era una purosangue. Maggy White non era neppure una mezzosangue, peggio, molto peggio, era una nata babbana. Se non fosse stato intelligente abbastanza, Lucius Malfoy si sarebbe chiesto perché mai suo padre si abbassava a toccare quella feccia, invece il ragazzino lo capì facendo semplicemente mente locale. Doveva essere per quella questione delle pozioni fuori legge, evidentemente Maggy White poteva fare qualcosa per risolvere quella piccola questione… A quanto pareva suo padre gli aveva dato, inconsapevolmente, una grande lezione di vita: il fine giustifica sempre i mezzi; anche se i mezzi sono feccia, è il fine che conta.

Così, quando il primo settembre, prese l’Espresso per Hogwarts lo fece con rinnovato vigore. Stava tornando a scuola, come sempre, bello, capriccioso, impeccabile, solo un po’ più furbo, un po’ più scaltro, un po’ più crudele…

 

***

 

Durante gli anni di scuola molti pensarono che non ci fossero state particolari azioni spregevoli da parte del rampollo dei Malfoy; niente di più che le solite cattiverie, il solito orgoglio e disprezzo per coloro che gli erano inferiori, niente di più. Ed effettivamente era stato così, fino al settimo anno di scuola. Fino a che, alla schiera dei Corvonero, si era unita Senja Andreevna Todorova.

A dispetto del nome russo Senja Andreevna aveva per metà sangue inglese, era, infatti, la pronipote di Sinister.  Parlava correntemente inglese, russo e francese, era stata educata secondo la rigida etichetta russa e sarebbe rimasta con piacere nel suo paese d’origine, se i suoi genitori non fossero stati costretti a trasferirsi in Gran Bretagna per sfuggire al governo russo. Nessuno seppe mai il motivo di tale fuga.

Senja aveva attirato l’attenzione di tutta Hogwarts, quando era entrata a passo sicuro, con la schiena dritta e lo sguardo orgoglioso nella Sala Grande, per essere smistata. Non accadeva spesso che una quindicenne fosse smistata, a novembre, per giunta. Aveva attraversato la sala come una regina, prestando attenzione soltanto allo sgabello su cui era posto il cappello parlante, come se non vi fosse nient’altro nella sala, e questo Lucius Malfoy l’aveva notato, e apprezzato. Il serpeverde si disse che aveva trovato una buona preda, non sapendo ancora che i Todorov erano gli unici a cacciare. Notò lo sguardo di disprezzo che Narcissa Black, la sua futura sposa, riservò alla nuova corvonero e ne fu sadicamente divertito: sarebbe stato il tramite di una guerra, la guerra tra due Regine.

 

***

 

Senja Andreevna aveva dimostrato velocemente di essere una degna Corvonero. Aveva guadagnato numerosi punti per la sua casa e i suoi voti raramente scendevano sotto l’Eccezionale, era riuscita perfino ad ottenere il ruolo di riserva nella squadra di Quidditch. La sua bellezza non era prodigiosa come quella di Narcissa Malfoy, ma attirava lo stesso numero di sguardi. Aveva capelli corvini che le arrivavano sulle spalle, grandi occhi neri leggermente a mandorla e un colorito roseo, la bocca era carnosa e sensuale, il naso forse un po’ troppo lungo; fisicamente s’intuiva che era leggermente tendente alla pinguedine, ma era una ragazza florida con gambe lunghe e tornite, i fianchi, il seno e le cosce piene e il ventre piatto; le mani erano piccole e leggermente paffute, per nulla sgraziate, anzi agili e gentili, oltre che estremamente curate. Nonostante quest’apparenza gentile Senja era forte e dura, di costituzione e di carattere; aveva fatto amicizia solo con una ragazza, Catherine, l’unica che apprezzava veramente.

Fu un giorno di dicembre, poco prima delle vacanze natalizie, che Senja conobbe Lucius Malfoy. Lui le si avvicinò di soppiatto mentre si trovava seduta sulla neve nel Parco di Hogwarts.

-Ciao! Fa freddo qui, cosa ci fai seduta sulla neve?

-Hai mai sentito il freddo della steppa?- si limitò a rispondere la ragazza fissando il volto di lui.

-Non sono mai stato in Russia.- affermò lui con indifferenza.

-Non ne dubito, saresti morto assiderato. Sei di costituzione eccessivamente debole, oltre che di abitudini troppo comode… In Russia saresti considerato un inetto.

-Sai chi sono io? La mia famiglia ha un certo potere. Sono caposcuola….Potrei toglierti dei punti per la tua impertinenza… Potremmo però fare un patto…

-Lascia andare Malfoy. I Todorov non si minacciano, l’ultima volta che qualcuno ci ha provato è stato impalato su una delle trigoviste davanti al castello di famiglia.- la sua voce era minacciosa, ma il suo corpo tranquillo e rilassato; gli rivolse una smorfia –Conosco la tua famiglia fanno spesso affari con la mia… e quindi so di non essere carne buona per te! Sono una mezzosangue, e tu non mi puoi toccare.

Lucius Malfoy le disse maliziosamente sfiorandole i capelli: -Potrei fare un’eccezione…

Senja gli afferrò la mano e si alzò, puntò gli occhi neri in quelli del ragazzo.

-Questa è una battaglia Malfoy. La tua futura sposa mi attacca da ogni lato, ma sarà sempre lei preda, e io rimarrò la cacciatrice… Se comincerai questa battaglia con me, sarò comunque cacciatrice, i Todorov non sono mai il trofeo di una battaglia. Giochiamo per vincere.

Un ghigno increspò le labbra di Lucius Malfoy: - Vedremo, Senja…- disse sicuro di se, poi si chinò all’orecchio della ragazza e sussurrò insinuante –Stanotte, all’una, al settimo piano. Sii puntuale.

Detto questo le voltò le spalle e rientrò al castello.

Senja si sedette di nuovo sulla neve fresca. Era cominciata la stagione di caccia, a quanto pareva.

 

***

 

Da quella notte, quasi ogni notte, per un anno intero Senja Todorova e Lucius Malfoy s’incontrarono nella Stanza delle Necessità.

Erano due fiamme che si battevano: Lucius fuoco incandescente, Senja fiamma fredda. La loro passione bruciava e travolgeva qualunque cosa e se avessero continuato la lotta fuori da quella stanza, nulla sarebbe rimasto intatto. Invece si limitavano a possedersi senza tregua, violentemente a volte, per il bisogno folle che avevano di sentirsi una cosa sola.

La prima notte fu la prima battaglia, Senja vinse Narcissa, ed ogni notte successiva fu una conferma della prima.

Da quella notte, quasi ogni notte, per un anno intero Lucius Malfoy tradì la sua famiglia, la sua fidanzata, i suoi principi. Lucius Malfoy tradì il suo sangue.

In cuor loro, perché checché ne dicessero tutti, loro lo avevano un cuore, entrambi si erano chiesti cosa era in realtà la loro relazione, ma nessuno di loro aveva voluto scoprirlo davvero. Parlando dei loro genitori una notte Senja aveva detto a Lucius “Non fare delle domande, se non vuoi avere davvero delle risposte”. Così entrambi avevano evitato di chiedersi chiaramente e limpidamente la natura del loro rapporto. Certo se non vi fossero stati vincoli… ma i vincoli c’erano, forti e indissolubili. Lucius era promesso a Narcissa, il sangue di Senja non era puro per quanto il suo lignaggio e la sua ricchezza avrebbero ben potuto essere un’attenuante, ma soprattutto il vincolo più grande coinvolgeva Lucius e Voldemort, il potente mago oscuro che, si diceva, avrebbe surclassato perfino Gellert Grindelwald e che la ragazza non apprezzava per ragioni che neppure Lucius era riuscito a capire.

Fu una notte di fine maggio, Lucius arrivò in ritardo nella Stanza delle Necessità: la trovo totalmente vuota tranne che per Senja e un vecchio armadio.

Storse leggermente il naso, ma si avvicinò sensualmente alla ragazza ignorando il pezzo d’antiquariato.

-Hai in mente qualche gioco nuovo?- le chiese maliziosamente baciandole il collo.

-Fra qualche settimana finirai la scuola.- costatò semplicemente lei, mentre lui continuava a baciarle il collo. - Quell’armadio, è un Armadio Svanitore.

La curiosità di Lucius fu d’improvviso risvegliata, si piantò di fronte a Senja e la scrutò. Lei si limitò a togliersi una piccola chiave dalla scollatura. Lucius ghignò leggermente: ere più forte di lei, doveva sempre ammiccare e provocarlo con quella sua sensualità procace e senza fronzoli.

-E’ la chiave di Magie Sinister. Lì c’è l’altro Armadio, prima di arrivare ad Hogwarts avvisami con un gufo.

-Senja… cosa ti fa supporre che verrò? Finita la scuola dovrò pur diventare un uomo rispettabile…- lui stesso ghignò a quella stupida parola “rispettabile”.

Senja non gli rispose, gli riservò semplicemente uno sguardo eloquente.

Ancora una volta Senja aveva vinto la sua battaglia.

 

***

 

 Passò un anno, e poi un altro ancora, finché non arrivò la fine di maggio.

Anche quella sera Lucius arrivò in ritardo, e anche quella sera trovò la Stanza delle Necessità semivuota. Capì all’istante cosa significava e istintivamente si tolse la chiave del negozio dalla tasca. Come ipnotizzato ripeté i gesti di quella notte di due anni prima, le si avvicinò lentamente e cominciò a baciarle il collo, come in un rito magico. Poi, lentamente, fece scivolare la chiave di Magie Sinister tra le mani di Senja. Solo allora la ragazza si voltò verso di lui, Lucius le prese il viso tra le mani e la baciò voracemente.

-Fra un mese mi sposo, Lucius.

L’uomo la guardò attonito, sapeva che di lì a una settimana sarebbe comunque finito tutto fra loro perché lui si sarebbe sposato, ma non credeva che anche lei si sarebbe sposata. Non l’avrebbe mai ammesso, ma in cuor suo aveva sperato che la loro relazione sarebbe continuata anche dopo il suo matrimonio.

-Non credevi che anche io mi sarei sposata? Ho anche io delle attrattive, sai? E il fatto che tu venga qui costantemente ne è la dimostrazione.

-Hai diciassette anni, Senja. – rispose lui infastidito.

-E’ Narcissa l’eccezione, non io. Lei ha aspettato che tu fossi pronto ma mio marito ha trent’anni, è pronto da un bel po’.

-Chi è?

-Vasilij Zverev.

-Torni in Russia?

-Si, per essere precisi Irkutsk in Siberia.

-In Siberia! Vai via dalla Gran Bretagna, in Siberia! Cambi continente! E me lo dici come se si trattasse di una gita a Diagon Alley! Da quanto lo sapevi? Da quanto sapevi che ti saresti sposata e trasferita?

-Lo sapevo già quando arrivai ad Hogwarts. I miei genitori furono costretti a lasciare la Russia per una frattura con il Ministero, per questo stipularono un accordo con Zverev: una volta finita la scuola sarei diventata sua moglie, lui da parte sua si sarebbe impegnato a risolvere la questione fra i miei genitori e il Ministero.

-Mi hai mentito Senja.- ringhiò Lucius afferrandola per un braccio.

-No, non me l’hai mai chiesto…- lo guardò con aria di rimprovero –Credevi che avresti avuto l’ultima parola, vero? Credevi che saresti venuto qui la mia ultima notte a scuola, mi avresti detto addio e ti saresti tenuto la chiave di Sinister. Così, nei momenti di bisogno saresti sgattaiolato direttamente nel negozio per incontrarmi. Ti ho preceduto, Lucius.

-Credevo che saremmo rimasti legati! Credevo che lo volessi anche tu!- le rispose irato, strattonandole il braccio.

-Viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte”.- rispose lei serafica.

-Non nasconderti dietro citazioni assurde!- le urlò a un centimetro dalla faccia –Non posso davvero credere che tu non mi abbia detto nulla!

-Lucius,- gli disse accarezzandogli la guancia come se nulla fosse, per blandirlo –è la nostra ultima notte, vuoi sprecarla così?- gli occhi neri vibrarono di passione e Lucius Malfoy non poté far altro che piegarsi alla sua carnefice.

La prima volta che si erano parlati Senja gli aveva detto “I Todorov giocano per vincere”; così era stato anche quell’ultima notte: Senja aveva vinto l’ennesima battaglia, e quella notte Senja aveva vinto la guerra.

 

***

 

Lucius Malfoy giaceva nella sua cella ad Azkaban, molti si chiedevano quali pensieri tormentassero un Mangiamorte perseguitato dai Dissennatori. Omicidi? Tradimenti? Ingiustizie? Qualche animo in vena di sentimentalismi fuori luogo e che non conosceva abbastanza l’uomo aveva persino supposto qualche adulterio, qualche figlio illegittimo, nessuno sapeva che Lucius non aveva mai tradito Narcissa,o meglio, che non aveva mai tradito Senja.

Lucius Malfoy aveva il cuore di pietra, e per questo non erano gli omicidi e le sue azioni illecite a tormentarlo, era il rimpianto. “Grottesco” si diceva nei rari momenti di lucidità. Era grottesco che un pluriomicida del suo calibro, mentre si trovava ad Azkaban, fosse tormentato semplicemente da un rimpianto. La presenza dei Dissennatori gli faceva rimpiangere costantemente quegli occhi neri e infuocati, quella ragazza che, forse, andando via aveva definitivamente trasformato il suo cuore in quello che era. Non era un uomo che amava rischiare, nonostante le apparenze, ma durante le lunghe notti insonni in prigione un pensiero lo assillava continuamente “Non avrei dovuto sposare Narcissa, avrei dovuto fermare Senja!”; lo assillava il pensiero che, nonostante tutto, nonostante amasse sua moglie, Senja sarebbe valsa mille volte più di qualsiasi altra cosa possedesse.

Senja superava qualsiasi fattore di rischio che la mente umana potesse prendere in considerazione.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

Note dell'autrice: Come sempre ho l’orripilante impressione di aver arronzato il finale… Ammetto che non avevo mai preso in considerazione l’idea di scrivere su Lucius Malfoy e quindi la cosa mi ha contemporaneamente stuzzicata e lasciata perplessa. Come sempre ho usato il mio subdolo trucchetto, quello che mi permette di scrivere più agevolmente una storia “su commissione”: ho inventato un nuovo personaggio. Purtroppo la citazione non sono riuscita a inserirla come richiesto e quindi risulta forzata... Migliorerò! XD

A mio parere urgono una serie di precisazioni.

1. E' per me molto difficile riuscire ad accettare che esistano persone totalmente prive d'amore, credo che ognuno di noi sia capace di provare, almeno per una volta, amore verso una cosa o una persona. Ho sempre pensato che il rapporto tra Lucius e Narcissa fosse particolare, non amore nel senso tradizionale del termine, non ho mai creduto che si amassero come Hermione e Ron, o Tonks e Lupin; semplicemente credo che la loro sia una di quelle unioni che si cementano con gli anni, dove si crea un affiatamento e una sorta di affetto che, talvolta, può assumere i toni dell'amore. E' per questo motivo che trovo che vi sia una basilare differenza tra l'essere un Black e l'essere un Malfoy: i primi sono attaccati solo alle loro idee ed al loro sangue a dispetto di qualsiasi agente esterno, i secondi collocano la famiglia al primo posto, prima delle idee, prima del sangue e della società, perfino prima di se stessi.

2. Non è un caso che Senja, che solitamente si lascia andare poco alle confidenze, dia a Lucius tante informazioni su ciò che le accadrà dopo aver lasciato la scuola. Nella mia fervida immaginazione ho pensato che entrambi fossero riluttanti a lasciarsi, e che entrambi avessero sperato fino a quel momento che uno dei due si decidesse a fare davvero il primo passo in direzione dell'altro. D'altra parte, per come ho concepito entrambi i personaggi, questo non sarebbe mai potuto accadere per due motivi basilari. Il primo riguarda il carattere di entrambi: rompere "le righe" sarebbe stato un atto di debolezza, e l'orgoglio per alcuni supera di gran lunga qualsiasi altra cosa. Il secondo motivo è che, in fondo, il loro voler restare insieme non era dovuto ad un amore nascente ma soltanto ad un'insana curiosità, per non parlare poi del divertimento nel creare scompiglio, motivazione che il diciannovenne Lucius non trova sufficiente.

 

 

Posto qui il giudizio della giudicia:

nono Posto (pari merito): Senja Andreevna Todorova -LoveChild-

Grammatica e sintassi: 8/10
Qualche errore, ti faccio un paio di esempi: ‘Se’, nel senso di ‘se stesso’, va con l’accento. ‘si erano chiesti cosa era in realtà la loro relazione’, 'fosse' è più indicato. ‘ti ho preceduta, Lucius’, che è chiaramente una distrazione, ma mi ha fatto ridere.
Trovo che manchi qualche virgola.

Stile: 8.5/10
Il tuo stile è buono, ma ogni tanto fai un po' di confusione: non ho capito il significato dei tre puntini di sospensione che ci sono nel secondo paragrafo.
Ogni tanto, non è chiaro quello che intendi dire: mi spiego. Ad un certo punto dici: 'Sarebbe stato il tramite di una guerra', cosa intendi per ‘tramite’, punto in comune? Perché non ha il senso giusto nella frase.
'Perché essere perfetti e vivere una vita di inibizioni, quando si può semplicemente pretendere, far credere di esserlo?' Qui mi hai dato l’impressione di aver usato la parola pretendere nel suo significato inglese: pretend, che starebbe un po’ per fingere. Nel contesto fingere sarebbe stata più adeguata.

Originalità: 9.5/10
Mi è piaciuto il modo in cui hai ‘portato’ l’armadio svanitore a Hogwarts. L’utilizzo di un personaggio originale ti regala sicuramente qualche punto in originalità.

Caratterizzazione dei personaggi: 14/15
Sei stata l’unica a scegliere di inserire un oc. Non l’avevo vietato, e hai dimostrato una buona fantasia: hai caratterizzato bene Senja, almeno fisicamente, le hai dato un carattere duro, lei ha molti segreti, una famiglia pericolosa. È scontrosa, molto bella e intelligente. Il suo comportamento alla fine mi convince poco: perché si ferma a parlare con Lucius dei fatti suoi? Non vuole che lui la cerchi. Non lo vuole più vedere. L’avrei fatta sparire nel nulla. Lucius è quasi perfetto. Quasi perché secondo me non è il tipo da arrabbiarsi nello scoprire che lei ha deciso di lasciarlo. Lui ha un matrimonio. E non è tipo da lasciarsi andare alla passione rischiando di perdere tutto. Credo che Lucius sarebbe stato felice della cosa. Zero problemi.

Attinenza alla citazione e sviluppo della trama: 9/14
- “Viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte”.- rispose lei serafica.
-Non nasconderti dietro citazioni assurde
Ecco: questa parte del dialogo non funziona. Chi direbbe una frase del genere? Nessuno. L’ho trovato un modo un po’ forzato di inserire la citazione nel dialogo. La trama è lineare, ma non noiosa.

Gradimento personale: 8.5/10
Leggo raramente storie con OC. È difficile trovarne uno credibile, almeno io ho faticato fino ad oggi. Tu hai dimostrato una capacità descrittiva notevole nella creazione del personaggio, e l’hai reso coerente, apprezzabile, anche se è presente in lei una piccola parte da MarySue.
Il tuo Lucius è molto lontano da quello che immagino, ma è una mia idea. Nessuno può sapere davvero se Lucius amasse Narcissa o se si sia adattato a lei per convenienza.

Bonus Luogo/oggetto: 1 punto

totale 58.5

 

 

Mi raccomando commentateeeeeeeeeeeee!!! ^.^

Bisous,

    Ottavia 

 

 

   
 
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