CAPITOLO 1
FuGa
Forks è un paesino di 3210 abitanti, situato nel nord ovest degli Stati Uniti.
Io abito qua, con la mia famiglia, da circa due anni.
Abbiamo scelto questo posto perchè si possono raggiungere velocemente le città vicine e perchè è molto freddo e piovoso.
Perchè stabilirsi in un posto umido, freddo e piovoso?
Bè, io e la mia famiglia siamo... vampiri!
La luce del sole ci fa brillare come diamanti, perciò... meglio le tenebre!
Piacere, mi chiamo Edward Cullen, diciassette anni da umano e centonove da vampiro, occhi cremisi, ma in pubblico verdi grazie a delle speciali lenti a contatto, capelli castano-ramati, alto quanto basta e una fedina penale che non è delle migliori.
Inoltre... leggo nel pensiero...
La mia famiglia, se si può considerare tale, è una famiglia di truffatori, anche se io la definirei più una “banda”.
La “mente” sono i miei genitori, Carlisle e Esme, che pensano dove e come si farà una rapina.
Mia sorella Alice, il fidanzato Jasper, mio fratello Emmett e la moglie Rosalie sono le “braccia”, decidono cosa rubare e la fuga.
Alcuni di noi hanno dei “doni”...
Alice vede il futuro, Jasper controlla l'umore... e poi ci sono io...
Io sono il “corpo”, colui che agisce, che ruba, che scappa, che porta a casa il bottino... coloui che se non dovesse fare attenzione passerebbe tutta la vita in galera...
Naturalmente, se riuscissero a prendermi, o meglio, a prenderci...
Di solito dissanguiamo le prede (naturalmente umani) che troviamo nelle banche e nei negozi, quindi non ci dobbiamo preoccupare, visto che nessuno di loro potrà denunciarci...
Erano i primi di giugno e quello era l’ennesimo colpo alla banca più importante di Forks, il bottino raggiungeva i cinquemila euro... troppo poco per i miei gusti.
Pensavo solo ad andare più veloce che potevo.
Fuga.
Questa era l’unica parola che regnava nei miei pensieri.
Andavo ad una velocità folle, forse 300/350 km all’ora, ma non riuscivo a fermarmi.
Sfrecciavo per le strade buie e deserte mentre una sirena suonava in lontananza; poi un attimo dopo ci furono urla, urla e solo urla.
In quel momento mi accorsi di aver investito una ragazza.
Completamente immerso nei miei pensieri non mi accorsi della ragazza, la quale tremava in preda ad un atroce dolore e ad una tremenda paura.
Vidi il suo sangue scendere lentamente dalla ferita che si era procurata sulla testa...
L’impatto è stato troppo forte e potrebbe aver avuto un trauma cranico.
Percepii l’odore del suo sangue, il più buono che avessi mai sentito, sentii la gola ardere, ma stranamente non cedetti all'istinto.
Sentii cento, mille catene che mi bloccavano, non potevo ucciderla.
<< Mi dispiace... qual'è il tuo nome? >> chiesi, sinceramente dispiaciuto.
<< Isabella... >> mormorò per poi svenire.
Osservai il suo viso insanguinato, anche in quelle condizioni era bella, i boccoli castani le ricadevano disordinatamente sul viso segnato da una smorfia di sofferenza, la carnagione, era pallida, le labbra a cuore piegate in una smorfia.
Non potevo lasciarla lì.
Per la prima volta in vita mia, mi sentivo colpevole.
Dovevo portarla a casa, dovevo curarla.
Cominciai a correre.
Quello fu il giorno più bello della mia esistenza, quello in cui conobbi Isabella Swan, il mio unico amore.
Quel giorno, capii che forse anche i vampiri hanno un cuore, perchè sentii il mio riscaldarsi e rincominciare a battere.
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Grazie a tutti quelli che hanno recensito, che hanno letto, che hanno messo la storia tra le seguite, preferite o da ricordare.
Scusatemi se ho impiegato molto tempo a pubblicare, ma ho avuto alcuni contrattempi....
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, era di passaggio, serviva a introdurre i personaggi, il prossimo sarà migliore....
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Risposta alle recensioni:
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