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Autore: SaraShawol1994    10/08/2010    3 recensioni
nuova scuola, nuovi amici, nuovi amori....
confusioni, baci inaspettati, malinconia e tristezza
meglio una semplice amicizia o l'amore?
la mia nuova vita inizia da qui!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – Strani Incontri

Non ero una persona molto timida, anzi a dir la verità... ero molto estroversa ma il solo pensiero di ritrovarmi davanti ad altri individui, che non avevo mai visto, e con cui avrei dovuto passare il resto dell'anno scolastico, un po' mi turbava.

La mia nuova professoressa, la prof. Anna mi chiese di entrare in classe, ovviamente dopo aver ripreso alcuni studenti che stavano disturbando.

Feci un bel respiro profondo. Sembrava che il cuore volesse improvvisamente uscirmi dal petto. Ero terribilmente in ansia, cosa che non mi succedeva molto spesso. Ma niente fino a quel momento mi aveva mai fatto indietreggiare, e non l'avrei fatto neanche in quel momento. Ero la tipica persona che rischia il tutto per tutto, così dopo un altro profondo respiro, feci calmare il mio cuore impazzito e mi decisi a varcare la porta ed entrai nell'aula.

Aveva le pareti di una tinta strana uno strano tipo di grigio mescolato al beige, insomma non sapevo di che cavolo di colore era... forse era la tensione che mi offuscava la vista. Sulla parete alle spalle della prof. c'era la lavagna. Una lavagna verde (che brutta), una lavagna piena di ogni tipo di scarabocchi e disegnini idioti, che pessimo gusto in fatto di disegno avevano i miei nuovi compagni...

"Vieni avanti perfavore..." chiese la professoressa Anna facendomi cenno di avvicinarmi. Senza rendermene conto ero rimasta pietrificata a metà tra il corridoio e l'entrata dell'aula.

"...presentati ai tuoi nuovi compagni di classe. " mi chiese sorridendo. Aveva un bellissimo viso, una donna di circa venticinque anni, capelli lunghi castano scuro, gli occhi grandi e neri e una bocca ben defita dal rossetto. Era una donna davvero bella, mi chiedevo come mai avesse deciso di fare l'insegnante... era davvero carina, avrebbe potuto fare la modella o anche l'attrice... ma smisi di pensare a queste cose perchè mi stava solo distraendo...

Presi un grosso respiro e mi avvicinai alla cattedra. Il mio sguardo cadde subito su una ragazza che mi fissava con grandi occhi verde-acqua. Una ragazza molto carina, lunghi capelli biondi un po' mossi, era seduta ai primi banchi disposti vicini alle finestre, dopo un attimo mi sorrise e distolse lo sguardo da me tornando a concentrarsi sul discorso della professoressa che spiegava alla classe qualcosa di me.

Guardavo ogni studente della classe (mamma mia che entusiasmo) non c'era quasi nessuno ad ascoltare il discorso dell'insegnante.

In un attimo presi un respiro e decisi finalmente di presentarmi (perchè non volevo pensassero fossi il genere di persona timida che si nasconde appena può, anche perchè non lo ero per niente) "Mi chiamo Laura, mi sono trasferita in questa città da poco..." ecco per la prima volta mi sentii a disagio perchè avevo come l'impressione che qualcuno mi stesse fissando. Così feci girare lo sguardo e trovai, seduto ai primi banchi un ragazzo, aveva gli occhi puntati su di me... un po' mi spaventavano, erano di uno strano colore. Un miscuglio tra il castano e il rosso, davvero un abbinamento bizzarro, mi chiesi come potessero esistere occhi del genere che oltretto sembravano fulminarmi. Avevo la brutta sensazione che quell'individuo ce l'avesse a morte con me pur non conoscendomi.

La professoressa non mi fece continuare il discorso e mi chiese molto cortesemente di andare a sedermi nel posto che mi era stato assegnato, poi si diresse verso la porta e comunicò alla classe che sarebbe andata in presidenza.

Scrutai intorno per cercare il banco in cui mi sarei dovuta accomodare e mi accorsi che l'unico banco vuoto dell'aula fosse proprio vicino a quello strano ragazzo che poco prima sembrava volesse bruciarmi con il suo sguardo.

"Ok..." dissi a me stessa "...va tutto bene... non penso voglia uccidermi..." così mi diressi vero il mio nuovo banco e mi accomodai, appoggiai la borsa sulle gambe... incredibile!!! Quel ragazzo continuava a fissarmi... non ci potevo credere... cosa cavolo voleva da me???

Mi voltai verso di lui... ero una ragazza abbastanza tranquilla, però non bisognava farmi innervosire perchè se mai avessi perso il controllo, lui poteva ritrovarsi all'ospedale, avevo sempre odiato la gente che fissa... e pur avendo un grande autocontrollo sapevo che se non avessi detto niente la mia rabbia sarebbe esplosa e avrei fatto una figuraccia davanti a tutti, e questo avrei preferito evitarlo visto che ero appena arrivata.

Così interruppi il silenzio che per un attimo si era formato e diressi il mio sguardo verso quegli occhi quasi omicidi.

"Cos'hai da fissare???" dissi fredda.

Tutti si stupirono e si giravano da un'altra parte. Nessuno voleva incrociare i nostri due sguardi che si lanciavano strane occhiate quasi in cerca di sfida, o almeno, nessuno voleva incrociare il suo.

Continuò a fissarmi in silenzio. Mi stava facendo innervosire, strinsi forte un pugno quasi da farmi venire un'emorragia e mi calmai.

Si avvicinò a me la stessa ragazza bionda che poco prima mi aveva quasi salutato.

"Ciao..." disse con una voce un po' titubante "...mi chiamo Glenda... piacere di conoscerti... ti chiami Laura vero???".

Annuii... poi iniziai subito a conversare con lei, e poco dopo si aggiunsero quasi tutti i compagni.

Mi chiedavano troppe cose e non riuscivo a stare dietro a tutti, così vidi Glenda prendermi per mano e portarmi vicino alla scrivania. Salì in piedi sulla cattedra (non me lo sarei mai aspettato). Avevo quasi la bocca aperta per lo stupore, sembrava una ragazza molto timida e invece non lo era.

"Ora state tutti ad ascoltare in silenzio!!!!" urlò "...se avete domande alzate la manina come bravi bambini!!".

Stavo quasi per mettermi a ridere ma vidi tutta la classe seduta composta (quasi tutta perchè c'era un gruppetto di ragazzi che si faceva gli affari suoi)... ovviamente sembrava che il leader di quel gruppo fosse proprio lo stesso studente che mi analizzava. Non mi staccava gli occhi di dosso, i suoi occhi erano di un colore così intenso da farmi rabbrividire.

Decisi di rompere il ghiaccio e mi diressi verso di lui tutta convinta. Ma appena arrivata davanti a lui... mi fermai. Il suo sguardo non si voleva distogliere dal mio e ricominciavo ad innervosirmi, però feci un grande sforzo e senza strangolarlo gli porsi la mano in segno di rispetto cercando in qualche modo di poter far amicizia.

Lui, ovviamente, non si mosse. Anzi, si mosse eccome e si allontanò dalla classe tutto tranquillo beato, seguito dalle sue pecorelle (ovviamente alcuni nostri compagni di classe, che mi guardavano male). Ma cosa avevo fatto per meritare un simile trattamento???

Mi rivolsi a Glenda che guardava la scena con molto interesse "Ma cos'ho fatto a quel ragazzo??"

Lei divertita rispose "Non ti preoccupare, Alex non è cattivo, fa sempre così..."

Continuai per qualche istante a fissare la porta.

"Ti va di vedere il resto della scuola??" mi chiese la mia nuova amica entusiasta.

"Certo... così mi riprendo dallo shock!" forse ero stata un po' esagerata ma quel ragazzo mi aveva colpito... avrei proprio voluto conoscerlo, e capire perchè mi guardava con quello sguardo duro ma anche malinconico.

Iniziammo a percorrere i corridoi della scuola. Glenda mi fece vedere ogni angolo dell'istituto. Mi fermai davanti alla finestra a guardare il cortile. Eravamo al terzo piano. Notai alcuni ragazzi intenti a iniziare una partita di calcio.

Chiesi a Glenda di farmi fare un giro anche al di fuori dell'area scolastica. Così scendemmo giù per le scale e ci dirigemmo verso il campo per assistere alla partita.

C'erano molte ragazze che incitavano i giocatori a dare il meglio.

Il mio sguardo improvvisamente si posò su di lui.

"Laura??" ero talmente concentrata a guardare ogni suo movimento che non mi accorsi delle urla di Glenda che mi chiamava quasi preoccupata.

"Che c'è???" chiesi appena scesa dalle nuvole.

"Cos'hai??? Ti eri incantata... mi stavo preoccupando." disse lei un po' più tranquilla.

"Stavo osservando la partita." sesè come no, io stavo guardando Alex, perchè cercavo di capire i suoi movimenti, ogni suo piccolo gesto non me lo perdevo, avrei voluto giocare anchio... anzi avrei voluto giocare contro di lui, avrei voluto togliergli quel ghigno compiaciuto che aveva sulla faccia ogni volta che segnava un goal e anche quall'espressione di superiorità che aveva sempre.

Li vidi fermare il gioco, così mi diressi verso il campo, trascinado per un braccio anche Glenda con me.

"Hey... che fai??? Non mi tirare... " disse la ragazza in preda al panico.

"Vieni con me... fammi questo piacere, dopotutto sono nuova." che bella scusa avevo trovato, ma non ero ne imbarazzata ne niente. Volevo solo il sostegno di un'amica che avrebbe potuto aiutarmi a convincere i ragazzi a farmi giocare con loro.

"Scusate..." chiesi a voce molto alta, la determinazione non mi mancava di certo "...potrei giocare anch'io??"

"Che vuoi???" sentii una voce molto fredda e profonda che mi fece sobbalzare... ecco ci mancava solo lui... era tornato a fissarmi con quello sguardo di fuoco.

Iniziammo ad osservarci, l'aria era diventata secca e tutti si erano ammutoliti.

Ad un certo punto i nostri sguardi erano talmente intensi che mi sembrava di essere rimasta da sola con lui. Ad un certo punto iniziò a camminare verso di me.

Venne sempre più vicino. Aveva cambiato espressione. Sembrava stesse sorridendo e senza rendermene conto, stavo sorridendo anch'io.

Si avvicinò al mio orecchio e con una voce quasi irriconoscibile mi chiese "Vuoi ancora giocare??" me lo chiese con una voce completamente diversa da qualche istanti prima.

Il suo tono era più gentile, calmo, lo sguardo nei suoi occhi era... pieno di vita... sembrava intenzionato a sfidarmi e ovviamente, voleva battermi, ma io non mi sarei lasciata incantare dai suoi occhi... e senza pensarci due volte, con un cenno compiaciuto e un sorriso stampato sulla faccia accettai quella sfida.

"Bene tu starai..." ma non gli diedi il tempo di finire la frase che subito avevo messo le cose in chiaro... volevo un uno contro uno... senza altre persone, noi due da soli sul "campo di battaglia"...sapevo che lui sarebbe stato un avversario temibile, avevo osservato ogni sua singola mossa ed era davvero bravo... ma ero completamente sicura che l'avrei battuto, lui non sapeva ancora... cosa lo aspettasse...

   
 
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