Ricordi
il giallo rimbalzare sul campo rosso
nelle
mattine di primavera ebbre di miele d'acacia?
Gli
affanni e i sorrisi,
mentre
sorgevano dentro di noi
soli
in cieli sconosciuti.
Ricordi
il tempo in cui sere ambrate
coloravano
le nostre vite immaginate?
Io
le ricordo vividamente,
le
centinaia di vite
create
per gioco, ma vissute per esigenza.
Le
ricordo una a una,
nella
nostra ascesa al divino:
e
poi ricordo culle di dolcezza,
orci
di leggerezza,
piogge
di fantasia
e
infine gocce di comprensione.
E
vangate di coraggio,
per
non perdere la paura.
Ricordi
il tempo in cui non c'era la notte
e
sorgevano le albe su boccioli di timidezza?
Ricordi
ancora prima,
quando
i gigli violacei erano ancora
verdi
spighe?
Eppure
gli inverni sono talvolta più vivi
delle
primavere stesse.
Ricorda
sempre mia Shangri-La,
ricorda
sempre il passato, il presente e il futuro,
anche
quando il tempo si fermerà
e
il senso del ricordo stesso
diverrà
solo impalpabile vapore.