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Autore: BloodyRose91    10/08/2010    4 recensioni
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Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che non ho mai scritto niente che riguarda la Fruk, che sono tutti in vacanza quindi nessuno mi corregge le fan fiction. Anzi colgo l'occasione per cercare qualche buon anima disposta a leggere le mie fan fiction prima della pubblicazione. Devo essere sincera? Ho sempre odiato questa coppia, ma da qualche giorno ha iniziato ad ispirarmi e avevo voglia di scrivere. Tutto quì. Ho inserito quì un elemento di cui mi piace tanto parlare nelle mie fanfiction: il sangue. Chiamatemi deviata etc, ma lo trovo davvero poetico così come le lacrime, la pioggia e tutti gli elementi comuni delle mie fan fiction. Non ho mai studiato francese, non intendo iniziare adesso, quindi mi scuso se oltre agli errori di grammatica italiana questa volta ci saranno anche quelli in francese. Buona lettura.

 

A Niky, l'inghilterra di cui voglio curare le ferite con un'abbraccio. La mia bambina che ama la Fruk, questa è per te, dovevo scrivertela.

Le sang revient toujours.

Come sangue e pioggia per le strade percorse dalla guerra

queste anime si mescolano, questi cuori si fondono.

La notte passerà nel terrore che un nuovo giorno potrebbe non esserci.

Vagando per queste strade tra fango, nebbia e cadaveri

mi accorgo di una cosa:

Il sangue torna sempre.


Non vi erano più certezze. Andavi a letto in una notte tempestosa senza sapere se ti saresti più svegliato, guardavi l'amato andare a guadagnarsi il pane senza sapere se sarebbe più tornato. Non vi erano più certezze se non quella della morte.

Lo scenario del mondo veniva contornato da guerra,sangue e distruzione.

Il sangue torna sempre.

Il sangue era ovunque, il sangue si percepiva anche nelle cose più belle. Il giovane dai lunghi capelli dorati guardava le sue amate rose dentro un vaso, non poteva uscire: troppo rischioso.

Quelle rose rosse, erano davvero rosse? Forse un tempo, quando allegre spuntavano sui cespugli erano bianche, forse la guerra aveva colpito anche loro tingendo le rose di sangue. Erano vendicative quelle rose che a suo volta facevano sanguinare chi provava a tenerle per mano.

Gli occhi azzurri del francese erano ormai spenti, si spostarono verso la finestra. Parigi in lontananza era addobbata da fuoco e fiamme, da urla e disperazione. La sua Parigi a poco a poco veniva distrutta. Il giovane francese pensava che sarebbe stato meglio vedere Parigi in quello stato che rimanere con l'ansia di non sapere cosa fosse successo al suo amato.

Arthur, dove sei?

Sperava solo che in quel momento il volto di Arthur non fosse sporco di sangue. Continuava a chiedersi dove fosse il suo Arthur quando sentì qualcuno bussare alla sua porta. Il cuore iniziò a battere sembrava quasi che avesse deciso di abbandonare il corpo per schizzare fuori dalla gola. Il battito del cuore era determinato dal sangue, il sangue tornava di nuovo. In quei tempi anche aprire la porta era pericoloso, potevi trovarti una pistola puntata sulla fronte o un pugnale dritto al cuore. Qualcosa però quella sera fece pensare al francese che andava tutto bene, che poteva fidarsi. Aprendo la porta non riuscì a capire nulla in quelle poche frazioni di secondi. La porta era già chiusa e davanti ad essa e una sagoma coperta da un lungo mantello blu, era la sagoma di chi si era intrufolato subito in casa chiudendo la porta.

<< Sei sempre il solito, Arthur>> disse il francese riconoscendo subito la persona che si nascondeva dietro al lungo mantello.

Il ragazzo tolse il mantello scoprendo degli arruffati capelli biondi. Alzò lo sguardo serio verso Francis mostrando gli occhi che un tempo brillavano di smeraldo fuso, adesso spenti. Francis si avvicinò al ragazzo abbracciandolo sollevato, stava bene e sul suo volto non c'era alcun segno di sangue. Sentì nella stretta di quell'abbraccio che l'inglese si lasciò scappare qualche gemito di dolore.

<< Che succede mon cheri?>> chiese Francis preoccupato liberandolo dalla stretta di quell'abbraccio

<< Non è niente>> rispose l'inglese cercando di andare verso il salotto evitando gli occhi di Francis. Il francese lo bloccò per un polso costringendo Arthur a girarsi. All'altezza del cuore dell'inglese una macchia cremisi si era già allargata da un bel pò.

<< Mon Dieu! Ti hanno ferito>> disse con il cuore che cominciava a battere nuovamente in modo frenetico.

Il sangue torna sempre.

<< Ti ho detto che non è niente >> rispose il ragazzo dalle folte sopracciglia. Gli occhi azzurri di Francis divennero seri, non avrebbero accettato una risposta negativa. Prese il ragazzo e lo porò in camera da letto, iniziò a frugare tra i cassetti in cerca di bende e disinfettanti. Arthur nel frattempo aveva preso posto sul letto, il dolore era soffocante, così soffocante che aveva difficoltà a respirare. Francis tornò presto con il necessario e iniziò a medicare la ferita. L'inglese si lasciò scappare qualche gemito.

<< Pardon mon amour>> rispose con sguardo preoccuparo Francis. Improvvisamente le mani di Arthur presero le guancie dell'altro avvicinando il suo volto a quello dell'amato. Lo baciò, e fu un bacio lungo, appassionato, come se in quel singolo bacio l'inglese volesse esprimere tutto ciò che provava per quel pervertito che aveva accomapgnato i suoi giorni più belli. I giorni di pace e gioia che avevano preceduto l'inferno presente nel mondo in quel momento.

<< mon petite non mi hai mai baciato così? A cosa devo tanto amour?>>

Il volto dell'inglese divenne di varie sfumature in pochi secondi: dal pallido al rosso cremisi.

<< Fuck fottuto francese, sarà l'ultima volta che ti bacerò così>>

Francia si concentrò nuovamente sulle ferite medicandole con cura. Inghilterra lo fissò quasi a bocca aperta, non era la prima volta che francia si prendeva così tanta cura di lui.

<< Stai piangendo mon coeur?>>

Piccole e calde gocce scendevano dagli occhi color trifoglio di Arthur. Velocemente il ragazzo li asciugò.

<< Come puoi pensare una cosa simile? Non sto piangendo, mi bruciano gli occhi,tutto quì>>

Era ferito gravemente e Francis lo assecondò, non gli andò contro, non lo stuzzicò com'era solito fare. La verità è che aveva paura, paura di rivedere nuovamente sangue sul corpo del ragazzo. Lo guardò sorridendo preoccupato e gli accarezzò i capellu arruffati

<< dors mon amour,dors mon enfant. Je t'aime.>>

Il ragazzo lo guardò e divenne nuovamente rosso

<< Francis, potresti dormire con me?>>

<< Lo avrei fatto anche senza il tuo permesso>>

Il francese dopo quell'affermazione fece l'occhiolino al ragazzo sorridendo. Si distese accanto al ragazzo guardandolo mentre si addormentava, poi lo strinse a sè, la testa dell'inglese era sul petto di Francis che gli faceva da cuscino. Lo tenne stretto tutta la notte, e l'inglese teneva stretta la sua mano. Sussurrò un "I love you" prima di addormentarsi.

I bombardamenti su Parigi durarono fino all'alba, ciò che rimaneva era una città deserta. I venti soffiavano angoscia laddove un tempo i maliconici violini sui marciapiedi cantavano l'amore. La nebbia impediva al sole di brillare rendendo ancora buia la città che si preparava a vivere un nuovo angosciante giorno. Il sonno di Francis era stato turbato da sogni macabri e privi di significato logico, i tedeschi lo chiamavano "inconscio". La testa dell'inglese era ancora sul suo petto e le mani si stringevano ancora. Qualcosa non andava, nonostante le coperte Arthur era gelido, gelido come un cadavere. Quel giorno Francis rimase a letto fingendo di dormire. Gli occhi chiusi, però, non impedirono alle lacrime di uscire. Sapeva che se avesse aperto gli occhi la realtà di fronte a lui sarebbe stata più terrificante di qualsiasi altro incubo. Il sangue si era fermano, il sangue non circolava più. Rimase a letto tutto il giorno a stringere quel corpo apparentemente addormentato.

<< Quello era davvero l'ultimo bacio...>>

  
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