A FADING KI
Non riusciva a dormire. La sua mente ancora bruciava dal
giorno della battaglia. Li avevano uccisi tutti...il Namekkiano,il Saiyan e i quattro umani. Gli idioti. Pensavano di
poterli uccidere. Salvare il
mondo,magari. Quei deboli. Uno di loro,il mezzo
saiyan,era scappato,ma lo avrebbero trovato
presto. E una volta trovato,ucciso.
Oggi era stato un gran giorno.
Dr. Gero ne sarebbe stato lieto,sebbene a loro non fregasse. La battaglia era stata vinta,nient’ altro importava. Avevano tutto il mondo da devastare.
…Ma,per qualche ignota ragione,che nemmeno lei sapeva
spiegare,non riusciva a rilassarsi. Ancora non riusciva a dimenticare uno di
loro…
Chiuse gli occhi,cercando qualche aura. Ormai non era
difficile. C’erano davvero molte aure deboli in quel mondo distrutto,ma quella forte che lei cercava era assai fioca. Quasi
svanita,ma lei sapeva che colui che la possedeva era
ancora vivo. Ne era certa.
C’era un aura che si muoveva. Poche miglia da lei,ed assai
piccola,ma c’era. Si muoveva così lentamente che pareva sul punto di morire. In
meno di un’ora sarebbe morta,stimò.
Lo lascio morire e basta.. pensò
a se stessa stiracchiandosi e mettendo le mani dietro la testa. Precisamente
non sapeva perché mai gliene fregasse. E odiava assolutamente essere incerta.
Che mi frega? pensò
indifferente. Non ho alcun rapporto con lui. Che…mi frega?
Si sedette e guardò il suo gemello,già
addormentato nell’angolo dell’edificio distrutto,dove avevano deciso di passare
la notte. Se se ne fosse andata non
se ne sarebbe accorto,e avrebbe potuto
tornare tranquillamente la mattina
dopo.
No .decise,sdraiandosi. Non
aveva un valido motivo per farlo. Sarebbe stata solo una totale e
inutile perdita di tempo.
Chiuse gli occhi,e pensò. A chi
di loro aveva ucciso. La sua mente tornò alla battaglia. A colui che non riusciva a dimenticare. Perché pensava ciò?! Aveva ucciso centinaia,migliaia di persone dopo la battaglia! Quindi perché non
riusciva a togliersi di testa quel piccolo umano?
Se quindi fosse morto?Non sarebbe cambiato nulla se
anche non lo fosse. Lei non sapeva nemmeno come si chiamava...
Ha
tentato di ucciderti.. pensò rivolta a se. Come gli altri . Ma
noi,17 e io,gli abbiamo eliminati a loro volta.
Non vi era alcun motivo per pensarci ancora. Tutti erano
morti.
Tutti. ricordò Tutti ma quello là….
Sospirò e cercò di ricordarselo. Cercava di ricordare quello strano umano che
tanto aveva catturato la sua attenzione. La faccia tonda,e
quei grandi occhi gentili,che guardavano lei anche nel cuore della
battaglia, ma con quali sentimenti? Compassione? Simpatia?
Le aveva detto qualcosa. Cercò
di ricordare quello che disse. Fece infuriare il Saiyan...che disse?
Fu allora che ricordò.
Basta! aveva detto,stringendo i pugni. Non dobbiamo lottare. Non stiamo davvero
cercando di ucciderli!Fermatevi,così ognuno avrà la
sua pace!
Ha!
rispose il
Saiyan, Vegeta . Parla
per te,verme!Avrò un gran piacere nel togliere dalla
faccia della terra quei mostri meccanici!!!
Idiota. pensò,sorridendo ironicamente. Lo
aveva zittito. Quello che trovava patetico,assai
più dell’orgoglio di quel Saiyan,furono queste parole
da parte del piccoletto.
Vi prego! scongiurò,e
stavolta le parole erano dirette a lei. Il suo volto era carico di serietà e di
sincerità; i suoi occhi neri brillavano di una tenue speranza. Vi
prego!Fermatevi...non voglio lottare contro di voi...vi preg...
Lei rispose alla proposta sparandogli un colpo allo stomaco. Non al cuore,o alla testa. Non dove di sicuro lo avrebbe
ucciso. Non sapeva perché. Lei non era tipo da
torturare così le sue vittime,come invece faceva
17.
Il suo attacco fece reagire gli altri,e la battaglia iniziò. Nessuno di
loro aveva la minima possibilità,sin dall’inizio. Uccise per ultimo Vegeta,con la garanzia di divertirsi di più. Ebbe il piacere di vedere il suo
orgoglioso volto impallidire,mentre entrava in agonia.
Diede il colpo di grazia a tutti, tranne al ragazzino che riuscì a
fuggire. 18 andò a vedere se il nanerottolo era ancora vivo. Aveva cercato,ferito gravemente,di aiutare i suoi amici in battaglia. Inutilmente. Gli arrivò
appresso e lo vide traballante .
P...perchè
fate questo? chiese per poi crollare in terra
ansimante,sanguinando notevolmente e facendo una grande fatica a parlare.
Perché io devo esser un vostro nemico?
Lei guardò il piccolo guerriero con aria di sufficienza.
Perchè non dovrei? gli chiese. Che
farei se non lo facessi?Se non distruggo, chi mai avrebbe cura
della mia esistenza?
Io lo farei!!!
rispose
BUGIARDO!!! urlò stizzita,e con
un colpo lo finì. Quasi.
Per qualche ragione era sopravissuto. E quella
fioca aura era la sua. Il piccoletto pelato. …qualunque fosse stato il suo nome.
18 visualizzò la sua scheda tramite gli occhi. - Crilin. Un ex monaco del tempio Orinji. Allenato
per quasi tutta l’infanzia da Muten,assieme a Son Goku. Approdato su Namek. Il più forte
umano purosangue. Status: Nemico..
Sì,era proprio lui. Riconobbe la foto ID che le appariva davanti
tramite qualche misterioso meccanisimo.
Crilin.
Incapace di star ancora sdraiata si alzò. Quello che voleva fare le fu
chiaro. Ci mise pochi attimi a
decidersi. Non era il tipo di persona da restar indecisa tra delle
scelte... anche se queste fossero irrazionali...
Camminò verso la finestra,che non aveva più il vetro. L’attacco alla città
aveva devastato persino gli edifici in cemento; nulla di così fragile come il
vetro era rimasto. Guardò il fratello dormente. Non sarebbe stato
svegliato stanotte. Non avrebbe saputo che era andata via.
Prese il volo nel cielo. Nero e pesante,anche l’atmosfera pareva triste. I suoi
eroi erano caduti. Che speranza poteva esserci?
Volando tra le città e le pianure, si tenne nella mente quella piccola reazione
vitale. 18 era sicura che sarebbe resistito fino al suo arrivo,ma,anche se,che
ci avrebbe fatto con lui dopo? Era indecisa. La prima cosa che le
veniva in mente era il perchè soccorrere lui . Crilin. Perchè non l’aveva
ucciso? non sapeva. Perchè andare da lui? non trovava risposta.
E il fatto di non sapere il perchè la faceva infuriare.
Finalmente,raggiunse il campo di battaglia. Era una radura aperta,lontana
dalla città. I guerrieri terrestri li avevano “inseguiti” con l’intento di
salvare degli innocenti. 17 e 18 lo sapevano,ovviamente,ma volevano giocare.
Gli avevano accontentati.
Enormi tagli sul terreno testimoniavano i colpi. Un grande cratere conteneva il
corpo carbonizzato di Vegeta. Gli altri erano qua e la. Uno di loro era
completamente distrutto,e di lui non restava altro se non un mucchietto
indefinito di cenere. Un paesaggio orribile.
Atterrò tranquillamente a terra,come se fosse un parco pubblico. “Mangia
e basta.Non ti serve per vomitare il tuo stomaco.” le insegnò suo
fratello,mentre un giorno investiva gli umani con una macchina. E aveva
ragione.
A breve distanza dal campo di battaglia,trovo chi stava cercando. Un
piccolo corpo per terra. Il suo vestito arancio risaltava con il color
marrone della terra bruciata. Così il sangue:tutto intorno vi era
una pozza
cremisi,e si notava bene.
Si mise accanto al corpo,e con un piede lo girò supino.Il suo volto era
contorto dal dolore,ma era ancora vivo. Lo sentiva respirare flebile,e così il
suo livello di energia vitale si stava abbassando inesorabilmente.
Incrociò le braccia. E ora?
lo aveva trovato. Che poteva farci? Non voleva ucciderlo; non sarebbe
stato utile nemmeno aver cominciato. Sarebbe morto comunque se non avesse fatto
nulla.
Se non lo aiuto...
Scosse la testa inconcludente. Qual era il nocciolo della questione?
Mi ha detto che non voleva lottare
le ricordò il suo subconscio.
Bah. sbottò. Mentiva senza ombra di dubbio.Certo che
mentiva....
Ma se avesse detto sul serio?
Non importa .Non ho bisogno di lui. Sa
badare da solo a se stesso!
Ma ora chi
sta mentendo? le disse la sua
coscienza.
Lei scosse la testa. Perfetto. Ora stava parlando da sola. La
sua pazzia era da considerarsi completa. E chi ha causato tutta questa
confusione? Non aveva mai dubitato di se...
Lanciò un’occhiata gelida al piccoletto. Idiota. Era colpa sua. 18 chiuse
gli occhi. Dovrei ucciderlo e
basta,piuttosto....
Aprì gli occhi e continuò a fissarlo male. Poi,molto
lentamente,sbollì,e si inginocchiò verso di lui.
Posò una
mano sulla sua faccia livida,constatando dal calore che non era ancora morto.
Mi sarà utile,forse.... concluse.
Il nanerottolo la confondeva,era un nemico. Il perchè non volesse
affrontarla
era un mistero per lei,ma...
...Ma aveva detto che importava. Anche se non avesse più ucciso e distrutto.
“Ok” disse scegliendo cosa fare. Per ora lo avrebbe salvato fino ad un altro
giorno.
D’altro
canto,se fosse morto,lei avrebbe perso mezza nottata per niente...
Lo sollevò da terra prendendolo per un braccio. Allora prese il volo verso un
posto a lei conosciuto.
Il
laboratorio del dottor Gero.
*****
Atterrò quindi su uno spiazzo su una montagna. Conosceva il posto come le sue
tasche. Sapeva dove trovare l’entrata,cosa che per altri sarebbe stata
impossibile. Lei e suo fratello avevano messo il posto in disordine,dopo
aver eliminato Gero. Un buco buio segnava il punto dove giaceva il
laboratorio.
18 si mise a camminare sul passaggio scavato nella pietra. Poteva sentire la
forza vitale del terrestre sempre più fioca. Non poteva vivere a
lungo. Perforò l’entrata,rendendo agevole il cammino. Quindi camminò sopra
dei pezzi di vetro e di metallo rotti,fino a giungere davanti ad una scrivania.
Su di essa vi erano pile di progetti,e con una manata li buttò giù,posando sul
tavolo il terrestre.
Libera dal ragazzo camminò dall’altro lato del laboratorio, controllando le
celle di cura cercando di trovarne una integra. Finalmente,la trovò. Un
gigantesco pezzo di metallo era caduto su di essa,danneggiandola un po’.
Afferrò quindi la lastra e la lanciò lontano come se pesasse come carta. Si
mise a controllare i comandi. Il piccolo schermò si illuminò di verde e segnalò
il suo
corretto funzionamento.
Non era proprio perfetto,ma si poteva usare. Compose degli ordini per
preparare un nuovo trattamento,e in meno di cinque minuti fu completo.
Sorridendo,aprì la cella e si diresse verso il terrestre,portandolo al suo
interno. Il piccoletto aveva un corpo così piccolo che non occupava nemmeno la
metà del macchinario.
Patetico pensò. Lo aveva
salvato. Sarebbe sopravvissuto. La cella di cura fornisce al corpo i nutrienti
necessari per vivere. Poteva curare le sue ferite,col tempo. Sarebbe
sopravvissuto. Ma sarebbe rimasto intrappolato li, in un sonno eterno,fino
al giorno in cui sarebbe stato utile per lei.
Questo la
rendeva felice,per il fatto che finalmente avrebbe potuto dormire senza problemi.
Soddisfatta della soluzione,18 potenziò al massimo la macchina e fece per
andarsene. Si girò poi verso di lui, ricordando la situazione di lei e
17,suo fratello,che anche loro avevano vissuto. Era tutto risolto,lo aveva
salvato, ma se mai lo avesse svegliato, che reazione avrebbe avuto nel vedere
l’assassina dei suoi amici e saper di esser in cattività? Quando lei
venne svegliata dal suo creatore,
lo uccise...
No. pensò. Probabilmente
non lo farò mai più uscire da li...
Mentre stava per andarsene,nella sua mente apparve un allarme.
Si chiese cosa stesse succedendo,e poi capì.
L’androide
17 è stato abbattuto.Soggetto:Son Gohan
Abbattuto. Quella parola fu come una doccia fredda.18 si mise a volare in preda
al panico per
l’improvvisa notizia.
Volò a velocità incredibile verso il luogo dove stava suo fratello,travolgendo
incurante ogni cosa.
No! urlò. Non era
possibile...suo fratello,il suo gemello,morto... ucciso dalle mani di Son
Gohan,il saiyan mezzo-sangue che assieme all’altro era sfuggito alla
distruzione.
Travolse come una furia un fiume,spruzzando acqua ovunque.Il suo cuore iniziava
a battere forte.
Che cosa faccio?Junanago...17...mio fratello...è morto!!!
Non poteva vivere senza il gemello! Era parte di lei.Vivere senza di lui
era un assurda impossibilità. Come poteva? Come poteva completare il
piano…il piano di eliminare ogni essere
umano dalla
faccia del pianeta e vivere con lui per sempre?
La risposta? Non poteva. Non poteva farlo senza di lui.
Dove sei, Junanago?Dove sei andato,lasciandomi indietro? pensò,accellerando
così veloce
che il vento negli occhi poteva farla lacrimare.
Finalmente,al limite della velocità,atterrò. La sua mente era caos. La
sua freddezza era stravolta.
Abbassò la testa e crollò a terra,affaticata psichicamente.
Suo fratello era così dannatamente arrogante. Se avesse aperto gli occhi,anche
solo per un attimo,avrebbe evitato l’attacco suicida di Son Gohan. Ma
NO! Era stato così superbo da venir ucciso. Lo maledisse. “Idiota! Perchè non mi ha mai ascoltato
quando lo avvertivo se la situazione non era solo...divertimento??!”
Scaricò dei dati nel suo cervello. Le ultime cose che 17 aveva visto.
Morirai stavolta,androide! urlò Gohan infuriato. Erano passati
parecchi anni dalla sua fuga. Così tanto tempo... E i due androidi
erano ancora vivi. Erano sempre uguali,perchè il loro corpo non risentiva
dell’invecchiamento. Il saiyan,invece,era molto cresciuto.Non più un
bimbo,ma un uomo.
”Ti ammazzerò per ciò che hai fatto!” aggiunse infuriato. “Per
mamma,Piccolo,Vegeta,e Crilin...
TU MORIRAI,17!!!!”
Lui ricambiò con un gesto di sfida. Fin troppo ovvio che lui non poteva
competere.
17 accettò la sfida,stufo di massacrare niente altro che dei rifiuti.
Lascialo a me, Juhachigo. si
sentì dire. Voglio divertirmi un po’..
Vide i due avvicinarsi,e il ragazzo
dai capelli viola che li guardava lontano cercando di non
aver paura.
Magari mi diverto a vederli lottare.
avrebbe detto 18,se non avesse saputo il destino dei due.
La lotta iniziò prima del previsto. Il saiyan fece cenno al ragazzo di stare
lontano,e come pendesse
dalle sue labbra obbedì. Nello stesso momento si scagliarono uno contro
l’altro.
Il fratello schivava ogni offensiva con naturalezza.
Come suo solito fare,quando diede cenno di stanchezza,lo colpì con un colpo e
lo stese
al suolo,ferendolo.
Oh,via,è così noioso...ho lottato
meglio con persone assai più deboli. Dov’è la sfida?
Lo provocò 17 con il suo tono borioso.
Son Gohan si rialzò lentamente dalla polvere.
Sensei! Stai bene? urlò il
ragazzino iniziando a correre verso di lui. Ma l’altro lo fermò.
Non osare muoverti, Trunks. Ordinò,e così si bloccò di colpo. Quindi si
voltò verso il nemico e
si rialzò completamente.
Junanagou atterrò davanti a lui. Sei
troppo lento per me...dimmi...prima che io ti uccida,vuoi
esprimere un desiderio? chiese con un ghigno.
Certo!Chiudi gli occhi... rispose
semplicemente il guerriero, affaticato.
Cosa? domandò 17,con un viso dubbioso.
Mi hai sentito. Chiudi gli occhi.Ti
sfido,o forse hai paura?
Il fratello sorrise e lo accontentò.La sua presunzione lo avrebbe portato alla
tomba.
Il saiyan allora si mise a raccogliere la sua forza,in un gesto di pura follia.
17 teneva ancora
gli occhi chiusi,non sapendo cosa avesse in mente.
18 potè vedere la scena nitida. Il fratello sorrideva,tenendo presuntuosamente
gli occhi chiusi.
Era certo di poter vincere. Non c’erano paragoni....
E così accadde. Una scena che la sorella,una volta vista,avrebbe ricordato
per sempre,fino alla
fine del tempo.
Il saiyan,completata la sua raccolta di energia,si mise a correre verso il
fratello,che stava immobile.
17 aveva l’idea di colpirlo di sorpresa,non appena si fosse avvicinato
abbastanza.
Ma le cose non andarono così. Gohan raccolse tutta la potenza possibile e gli
fu alle spalle.
Allora il gemello aprì gli occhi di colpo,ma non fece in tempo a reagire che le
braccia del saiyan
gli cinsero gli arti,bloccandolo. Il saiyan iniziò a raccogliere le energie,e
tutto si mise a tremare.
17 capì all’ultimo momento cosa volesse fare,ed assunse un’espressione
terrorizzata,cercando di
divincolarsi dalla presa. Ma ormai era tardi...
No. mormorò 18 una volta arrivata a quella scena
Sensei! Urlò Trunks.
Gohan sorrise al suo allievo,e con un urlo assordante,rafforzato dal grido di
terrore del cyborg,
generò una
colossale luce,che poi esplose sorda tutto attorno,sbalzando all’indietro il
ragazzo.
L’esplosione,quando svanì,rivelò il corpo carbonizzato di 17. Era morto. Son
Gohan si era fatto
esplodere...portando con se anche il cyborg...
La scena si
interruppe bruscamente,e 18 rimase attonita. La scena che aveva visto era la
verità,ed
era successo tutto circa 10 minuti prima.
“17...che
ti hanno fatto...” mormorò stringendosi il labbro. Sollevò poi la testa e i
suoi occhi bruciavano di collera,come mai prima d’ora.
“Maledetti...Ti
vendicherò,Junanago...!!!”
*****
In quello stesso momento,non distante,Trunks si stava riprendendo dallo
scontro.
Appena fu lucido,ricordò in un lampo ciò che era accaduto.
Colpì la
terra con i pugni,spaccando il suolo.
”Dannati!!!” urlò, rabbioso.
Gohan. Il suo Sensei, e il suo vero amico. L’unico amico che mai aveva
avuto. Era morto! Si era ucciso per distruggere il cyborg. Perchè Sensei? urlò nella mente.
Potevamo trovare un altro modo
per distruggerli!!!Potevamo!!!Perchè l’hai fatto??!
Le lacrime scesero. La persona che più gli era vicina,dopo sua madre,non c’era
più.
Si era ucciso per salvare il mondo dal cyborg,ma a costo della sua vita.
Lui aveva fallito. Non era riuscito a fermare il Sensei.
Un immensa responsabilità gravava ora sulle sue spalle,e sapeva che non ne era
pronto. Rimaneva ancora 18. Non voleva esser lui da solo a proteggere l’intero
mondo. Nemmeno ora che uno dei due gemelli era morto.
E ora era solo. A causa del suo fallimento,
E solo da lui dipendeva la salvezza dell’intero,stupido,mondo...
*****
Sei mesi dopo...
Il sole stava appena tramontando nei monti a ovest, colorando l’orizzonte di
bellissime sfumature rosse,arancio e viola. La bellezza pareva così
insolita in quel mondo morente. Nulla era più
conosciuto del dolore.
Qualcuno si muoveva ancora nella città deserta. Nel buio si vedeva
chiaramente la figura di una donna. I suoi capelli biondi e setosi
svolazzavano, nessuna emozione traspariva nel suo volto gelido. Era seduta sul
ciglio di un palazzo,con il mento posato sulle ginocchia.
Era stati mesi interminabili per
lei. Non aveva fatto altro che volare senza meta,pensando. La
solitudine iniziava a farsi sentire. Non si era mai sentita
così. Nemmeno quando voleva star lei da sola.Era sempre assieme a
17. Sempre. Ora si sentiva vuota,senza un senso.
Arrivò la notte e finalmente si alzò in piedi:non poteva starsene per sempre
li.
Bene,18. pensò amaramente. Finalmente
potrai stare da sola....
Sospirò tristemente. Non sarebbe stata una cattiva idea parlare con qualcuno,ma
non aveva nessuno... Tutti nel pianeta erano suoi nemici. Tutti lo
volevano essere.
La sua mente ricordava ancora ed ancora la scena della sua morte.
Juhacigo sospirò ancora. Non poteva certo incolpare suo fratello di essere
morto,sebbene lui fosse stato un idiota. Ma nemmeno poteva
biasimarlo... Frattanto,il piccoletto ancora dormiva nella cella. Da quel
giorno non poteva più parlare con nessuno...nemmeno con...
Istantaneamente,un pensiero ridicolo le balenò la mente. Il
piccoletto! Era vivo. Non le aveva detto che non voleva essere suo
nemico? E dato che lo aveva salvato,non le sarebbe stato riconoscente?
Il pensiero era folle,lo sapeva. Ma nelle sue condizioni non poteva
fregarliene.
Si alzò e spiccò rapida in volo. Perchè non ci aveva pensato prima?.
Non era sola,pensandoci bene...
*****
18 atterrò alla base. Camminò rapidamente verso l’ingresso. Un
groviglio di piante e di radici era cresciuto in mezzo,bloccando la porta.
Non curante,con un colpo incenerì gli arbusti e si spianò la strada.
Il laboratorio era simile ad una discarica. In cattivo stato. La sua
scorsa intrusione aveva rotto la porta e lasciato il luogo in balia degli
elementi. Il risultato era un mucchio di spazzatura. 18 storse il
naso. Non era una grande fan del disordine,amava la comodità. Ma non
intendeva certo riordinare. Era solo passata di lì per riprendere una ‘cosa’
che avava conservato in caso di bisogno...
Passando per il laboratorio,non potè non notare una cella con scritto ‘17’. La
guardò e le tornarono
in mente i ricordi di suo fratello. Ma poi scosse la testa. Lui non c’era
più,quindi non doveva continuare a pensarci. Un certo umano poteva aiutarla a
metter in atto il suo piano...
Ti vendicherò,fratello. concluse
voltandosi e proseguendo.
Quando arrivò a una cella intatta,si fermò. Era quella? Di
sicuro,dato che il monitor segnalava il
suo corretto funzionamento e il fatto di essere occupata.
18 si avvicinò e toccò il pannello con una mano. Con la pressione di un
bottone,la capsula vibrò
facendo diventare il vetro trasparente, permettendo così di esaminare la
persona al suo interno.
Dopo averlo visto,assunse un’espressione sorpresa. Era proprio
lui. Crilin. Ma era un poco cambiato da quando lo vide per l’ultima
volta. Era uguale di corporatura,e la macchina lo aveva immobilizzato. Questo
era giusto. Lei stesso aveva ordinato di preservarlo fino al giorno della sua
visita. Aveva guarito ogni sua ferita,arrestando il suo processo di
invecchiamento. Ora sulla sua testa erano cresciuti una notevole quantità di
capelli neri. Durante quei mesi,oltre a venir curato del tutto,gli erano
ricresciuti
Davvero. pensò. Perchè ti rasavi?Come se non fossi
abbastanza ridicolo....
Quindi,scannerizzò il ragazzo. La sua energia vitale era sulle
centinaia. Sollevò il coperchio dei comandi per fermare la macchina e
liberarlo. Appena lo avrebbe premuto,sarebbe tornato libero.
Il suo dito esitò,stava decidendo definitivamente se liberararlo,oppure di
lasciarlo prigioniero per
sempre.
Un momento...che sto facendo? disse a se stessa. Davvero voglio liberarlo?E se mi si
rivolterà contro una volta sveglio? Noi,io e 17,abbiamo ucciso il nostro
creatore una volta fuori da quegli
aggeggi! Gli abbiamo spappolato il cervello...
Naturalmente il piccoletto non avrebbe avuto la possibilità di farle
male,ma...se la prima cosa che le avrebbe fatto sarebbe accusarla di aver
ucciso i suoi amici? Allora le sue fatiche sarebbero state sprecate.
Tuttavia,aveva detto che anche se lei lo avresse ucciso e torturato,non le
sarebbe mai stato nemico. Non poteva essere una balla...
E se così non fosse? Cosa potrei
fare?Ucciderlo? .
Fai la cosa giusta;Resta da sola. rispose il suo sub-conscio. Se anche ti si voltasse contro,tu rimarresti
sola comunque. Perchè esiti?
Taci!. urlò. Lei sapeva
che non era un buon segno cominciare a parlare da sola,ma da quando
suo fratello era morto,non riusciva a fare altro.
Finalmente,decise...tanto,non aveva nulla da perdere. Quindi,prese un
respiro e disattivò la cella.
Dopo che ebbe premuto il pannello,esso esplose tra le scintille,ustionandole la
mano.
Fissò la scena stupita. L’intero macchinario stava collassando,e i fili
andavano a staccarsi,
lanciando scintille ovunque.
No! pensò preoccupata Così ucciderà l’umano!!!
La porta della cella si aprì leggermente con un rumore insopportabile,e non come avrebbe
dovuto fare,silenziosamente. Sistema in allerta.. Malfunzionamento accertato. Il soggetto è stato liberato
dalle protezioni. Fusione del sistema imminente. Annunciò una voce
computerizzata che 18 conosceva come la registrazione di quella di Gero.
“Rapporto danni.” Ordinò la donna,tossendo per il fumo.
Computer Data danneggiata. Computer
Memory danneggiata. Environment Control danneggiato. Contollo
soggetto è dann…
“Intendo l’umano!!!Stupida macchina!!!” gridò.
Subito dopo,il pannello in fiamme venne spento da una speciale schiuma,tramite
un meccanismo di sicurezza. La porta della macchina,piena di fumo, era
leggermente aperta, e 18 si mise a fissarla
senza vedere alcuna reazione.
Soggetto intatto.Scansione danni in
preparazione. ci fu un suono simile ad un ronzio,che coprì alcune parole.
Rapporto danni al
soggetto…buzzzzzzzzzzzz…Consegue…Riprendendo
coscienza…Shock…buzzzzzzzzzzzz…Sistema ristabilizzazione rotto… … Trauma…
Ment...buzzzzzzzzzzzz… il
programma terminò e il pannello si spense definitivamente.Ora
era tutto silenzioso,e si poteva sentire solo il respiro della donna.
18 fece un paio di passi verso la cella. Non aveva capito lo status del
soggetto,quindi non poteva sapere se fosse ancora vivo,tantomeno sveglio. Il
vetro trasparente si era di nuovo fatto nero,
quindi non riusciva a vederne l’interno.
Stava per correre a forzare la porta, poi però sentì qualcosa al suo interno. Un
leggero suono,come
il lamento
di qualcuno che si risveglia da un brutto incubo. Gli occhi della donna
non si staccarono un momento dalla porta. Subito dopo un paio di piccole
mani uscirono dalla porta,cercando di aprirla. Questa si sollevò abbastanza da
far vedere la piccola figura uscire faticosamente.
Lui guardò le sue ginocchia a terra, con un’espressione indecifrabile sul
viso. Non le pareva spaventato,o arrabbiato come si aspettava. Al
contrario,i suoi occhioni la guardarono in volto
con aria confusa.
“Chi...sei?” le domandò con voce
confusa, cogliendo 18 alla sprovvista,tanto che non riuscì a
rispondere. Non si...ricordava di lei?
Il piccoletto si guardò intorno confuso. Poi si guardò le mani.
“CHI SONO IO?” domandò guardando il suo stesso corpo.
La bocca di 18 si spalancò,shokkata. Non ricordava chi fosse!? Che
gli era successo la dentro?
Il rapporto
diceva qualcosa riguardo alla rottura del ristabilizzatore...
L’esplosione gli aveva fatto una cosa così pesante da fagli perdere la memoria?