Autore: Nemeryal
Titolo: Keep Smiling
Fandom: Final
Fantasy XIII
Personaggi: Hope Estheim, Snow Villiers
Pairing: Hope/Vanille
Genere:
Malinconico,
Slice of Life
Ambientazione:
Tre
anni dopo la fine del gioco
Avvertimenti: One Shot, Spoiler!, Missing Moments
Musica: Final Fantasy
XIII Original Soundtrack – Hope’s Theme
Note: Questa fan fiction
partecipa all’11 FOTM (Malinconico) indetto dal Fan Fiction World Forum. (Numero minimo di parole: 550 / Numero massimo: 1500)
E’ la prima volta che scrivo sul fandom
di Final Fantasy XIII. Forse non quel capolavoro cui la Squaresoft/Squarenix ci
aveva abituato, ma, sicuramente, dopo Final Fantasy XII questo gioco è un primo
passo per rimettersi sulla vecchia carreggiata.
Attenzione all’avvertimento Spoiler! Dato che la fan fiction è
ambientata alla fine del gioco! Quindi, non ditemi che non vi avevo avvertito!
Eviterò un riferimento vero e proprio per il finale, fate attenzione comunque..
Non so quanto questo pairing sia
apprezzato nel fandom italiano, né se viene minimamente calcolato in quello
straniero. Comunque, tentar non nuoce, no?
Numero
di parole: 552
(http://www.wordcounttool.com/)
Dedica: alla mia onei-chan! Ti prometto che riuscirò a
battere di nuovo il boss finale per vedere il filmato XD Ce l’ho fatta una
volta, posso farlo ancora!
Ringraziamenti:
alla
mia onei-chan cui rompo sempre le
scatole per farmi correggere le bozze!
Keep Smiling
Do something for me, will you? Keep smiling.
It makes me happy when you smile.
-Hope Estheim, Chapter 11-
C’era un momento, su Gran Pulse, in
cui tutte le paure si cancellavano, portate via dal vento che spirava lieve
dalla Pianura di Archylte.
Al tramonto, il sole si scioglieva in
lacrime sulle creste di roccia, e i suoi raggi scarlatti lampeggiavano
un’ultima volta contro il cielo già cupo, prima di fondersi col manto nero
della notte.
In quei momenti, quando il tramonto
tingeva di rosso la Fontana di Cristallo che avvolgeva Cocoon e lo teneva
sospeso sopra il cielo di Gran Pulse, i ricordi parevano alzarsi con un sospiro
dal terreno umido per la pioggia appena passata, tendendo le braccia impalpabili
verso la luce soffusa e riempiendosi, anche solo per qualche istante, del
colore della vita.
Fluttuavano come spiriti sopra quel
mondo selvaggio, accogliendo nel loro abbraccio tutti i sospiri, tutte le
lacrime che si alzavano, al pari di soffi gelidi, dalle case brune dei vecchi
abitanti di Cocoon, che ancora rimpiangevano le loro città, i loro cari,
persino i Fal’Cie e la vita agiata che era permesso loro di condurre grazie a
quegli esseri antichi e onnipotenti.
Con un soffio, uno spirito della
memoria carezzò gli occhi chiusi di Hope Estheim, poggiato contro la
staccionata della propria casa, il viso rivolto alla Fontana di Cristallo e i
raggi del sole che colavano vermigli dal capo e dal volto, forse a memoria di
tutte le vite che lui stesso aveva spento per rendere gli abitanti di Cocoon
finalmente liberi.
Accanto a lui, Snow Villiers ninnava
piano la piccola Neige, di soli due anni, che dormiva beata con la testolina
poggiata sulla spalla del papà e i piccoli pugni chiusi attorno al suo
soprabito chiaro.
Il silenzio li circondava con la stessa
dolcezza di una madre che abbraccia i propri figli, ed era rotto solo dal frusciare dell’erba e
dallo zampettare quieto di qualche insetto lungo le assi della staccionata, o
dal tenue pigolare di un uccello in lontananza.
-Ehi..- cominciò debolmente Snow,
scostando una ciocca di cappelli biondi dal visino arrossato della figlia –Cosa
credi che stiano facendo Fang e Vanille?-
Hope non aprì nemmeno gli occhi; un
sorriso gli si distese sulle labbra e rimase qualche istante senza parlare.
-Vanille sta sorridendo- rispose.
Snow batté le palpebre, confuso, per
poi girarsi verso il ragazzo; stava per chiedergli come potesse saperlo, come
potesse esserne così sicuro, quando vide la Fontana di Cristallo specchiarsi
nei suoi occhi limpidi, resi scarlatti dalla luce del tramonto, e il corpo teso
in avanti, come in ascolto di qualcosa, di una voce lontana. Sbuffò divertito e
scrollò il capo, solleticando con il dito la guancia paffuta della piccola
Neige.
-Hai ragione- ammise, mentre la
piccola apriva gli occhioni scuri e fissava il papà con sguardo stranito –Sta
sorridendo-
Hope annuì e prese un respiro
profondo; si allontanò dalla staccionata e si voltò, diretto a casa, quando un
ultimo soffio di vento, più forte degli altri, lo circondò, cingendogli la
schiena e adagiandosi dolcemente su di essa.
Il ragazzo aprì il piccolo cancello,
con il vento che rideva allegro e argentino accanto a lui.
Vanille, fa’ qualcosa per me, d’accordo?
Continua a sorridere.
Solo se sorridi io riesco ad andare avanti.