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Autore: MkBDiapason    12/08/2010    8 recensioni
[Star Trek TOS]Kirk/McCoy/Spock. Ambientata durante la fine dell'episodio "The Man Trap" e dopo. “Ma non lo vede che così ucciderà Jim?!”Sì, lo vedo. Chiaramente. Distintamente.Osservo quella Vita, il mio capitano, il mio compagno. Sento il suo grido, davanti a me, riversarsi tra le mani sul suo viso.I suoi occhi muti sembrano spiarmi tra le dita. Sembrano urlare in un sordo appello. Ma non voglio ascoltare e così mi volto ad osservare la creatura che mi ha condotto a questo punto, ad un passo dall’ucciderLo. La creatura che mi ha dimostrato quanto labile è la mia volontà.Come posso alla luce di questo credere in me?Dio, quanto Loro possono fidarsi di me?! E alla fine sarà lo stesso Jim a dissipare ogni dubbio e dare lui conforto...
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incredibile ma vero. Sono riuscita a scrivere un'altra fic, ma cosa mi succede?XD 

Questa è stata scritta di getto al mare e mi rincresce davvero dovervi ammorbare con questi "scarabocchi" XD Spero che nonostante tutto la possiate trovare gradevole >w<

L'ho ambientata durante la fine del'episodio "The Man Trap", un episodio a mio parere terribile (non riesco a guardarlo senza piangere. Guardare Bones in quello stato è straziante T.T)e siccome il finale non mi ha per nulla soddisfatto, ho cercato (e forse esagerato XD) di mettere in luce i suoi pensieri in modo triste e angosciante e poi ho voluto dare un tocco sentimental-romantico alla fine XDD. insomma. Ho veramente esagerato -.-"

Abbiate pietà di me.XD

Ora.

Prima che iniziate a leggere vi dico che canzoni ho ascoltato per scriverla (beninteso, non c'è alcun connubio testuale tra quello che ho scritto ed i testi della canzone, se non sporadiche frasi o parole)

Per la prima parte(fino con i 3 asterischi): "Numb" e "In the End" dei Linkin Park 

Per la seconda: "Ain't no Reason" di Brett Dennen

E con questo termino il mio sproloquio e vi lascio a questa "storia" -.-"

(Vi ringrazio anticipatamente per tutto quello che direte ^v^)

Alla prossima!!!

 

Ain’t no Reason

 

 

 

“Ma non lo vede che così ucciderà Jim?!”

 

Sì, lo vedo. Chiaramente. Distintamente. Le mie mani immobili, la mia mano disobbediente non accenna a smuoversi.

Le sento tradirmi.

Loro che più di ogni altra mia parte anatomica dovrebbero essere lo strumento attraverso il quale mi è concesso di preservare la Vita, di proteggerla, di curarla.

Esitano ora a salvare una vita.

E non una vita qualunque.

La Vita alla quale ho votato la mia fedeltà.

La Vita che le mie mani hanno il dovere di accudire, cullare, salvaguardare.

La Vita alla quale le mie mani sono consacrate.

 

Ma ora è finita.

 

Osservo quella Vita, il mio capitano, il mio compagno.

Sento il suo grido, davanti a me, riversarsi tra le mani sul suo viso.

I suoi occhi muti sembrano spiarmi tra le dita.

Sembrano urlare in un sordo appello.

Ma non voglio ascoltare e così mi volto ad osservare la creatura che mi ha condotto a questo punto, ad un passo dall’ucciderLo.

La creatura al cui inganno non sono riuscito a sottrarmi.

La creatura che mi ha dimostrato quanto labile è la mia volontà.

Come posso alla luce di questo credere in me?

Avere fede in ciò che sono?

Se le mie azioni possono essere manipolate, cambiate di verso sino a questo punto, quanto posso fidarmi?

Dio, quanto Loro possono fidarsi di me?!

 

Spock mi scruta con occhi di belva.

Scuri di una profondità tale da -paradossalmente- poterne distillare ogni rimprovero.

Rimproveri assordanti che i miei occhi non possono tollerare.

Nulla mi è più tollerabile.

Sento di precipitare nell’abisso della mia inettitudine e una volta piombato, con quale coraggio potrei uscirne?

Con quale coraggio Loro dovrebbero riaffidare le loro Vite ad uno come me?

 

Mi trovo ancora qui. Ad un passo da Loro.

I miei occhi ancorati alle loro figure.

Il mio corpo incatenato alla parete di questo mio alloggio.

Una catena invisibile i cui anelli straziano ogni mio muscolo e mi concedono appena un respiro.

L’estremo anelito della vergogna che mi attanaglia.

 

Osservo in silenzio.

E Loro in silenzio soffrono e mi rimproverano.

Deve essere senz’altro così, perché l’aria è satura di delusione.

Sebbene non veda Jim, dal volto di Spock colgo ogni monito ed anche stupore.

Ed io sono sorpreso quanto lui, e forse di più.

 

Non sono degno di Loro.

Della loro fortezza di spirito, della loro incorruttibilità, della loro grandezza d’animo, della loro fierezza, della loro fermezza, della loro forza.

Quest’uomo debole non è degno della Loro considerazione.

L’uomo dei mille fallimenti.

Ho fallito in tutto.

Cosa rimane di me a questo punto?

Tutto ciò che rende un uomo un relitto di sé.

Scarnificato di ogni virtù.

 

Perdonatemi...

 

Percepisco ancora Spock ed i suoi ammonimenti mi colpiscono ancora e ancora. Come lame roventi marchiano a sangue la pelle.

Poi indifferenza.

Spock rinuncia a torturarmi e semplicemente ignora ciò che rimane di quest’uomo.

I miei occhi smettono di vedere. A forza si serrano e sento le palpebre tra di loro cucirsi.

Nonostante la mia rinuncia alla vista Lo sento attraversare la porta del mio alloggio con Jim fra le braccia e rabbrividisco quando una delle sue mani incoscienti sfiora le mie dita al contrario troppo consce e sensibili, indegne di quel tocco.

 

La catena rallenta clemente la sua morsa donandomi una libertà non meritata.

E così mi abbandono a terra.

 

***

 

I miei occhi lentamente, cautamente si schiudono e improvvisamente si aggrappano, s’incatenano ad uno altro sguardo chino su di me.

Il Suo sguardo dorato che tanto mi è mancato in queste ore e che tanto ho sognato con il terrore di averlo su di me.

Stranamente leggo in quest’oro liquido il languire di una dolce comprensione, una tranquillità che mi culla e mi confonde.

“Bones...”

Le sue labbra amorevoli sussurrano sulle mie.

“Come ti senti?”

Mi domanda.

Io trattengo a stento una risata.

“Dio,Jim...ma come?Questa è una domanda che dovrebbe porgerti il tuo medico...”

Scherzo amaramente.

“Io sto bene, Bones. Voglio sapere appunto come sta il mio primo ufficiale medico. Il mio Amico.”

Mi dedica questa premura ed io distolgo lo sguardo appendendolo ad ombre irrequiete sulla parete. Animate in un tumulto simile al mio.

“Non ho buone notizie per entrambe, Jim...né per l’ufficiale medico né per il tuo amico...”

Mormoro l’ultima parola con il mio sarcasmo congenito.

Jim mi sorride deliziosamente, ma il suo volto s’adombra appena con un triste velo.

“Davvero?C’è qualcosa che posso fare per loro?”

Asseconda il mio gioco infelice.

“Non c’è niente che puoi fare per loro. Il tuo amico poi...di lui non è rimasto niente...Non è più degno di te. E se ne vergogna...”

Mi metto a sedere e affisso il mio sguardo alle lenzuola disordinate come i pensieri.

“Non è stata colpa loro...”

Mi dice.

“Cazzate...”

Rispondo.

“Perché sei così severo?”

Mi domanda.

“Perché sono due imbecilli...”

Rispondo.

“Io invece credo siano un ottimo medico e un ottimo amico...”

Crede di rincuorarmi, ed io piego il capo. Il mento affonda nel petto spinto dal senso di colpa.

“Hanno permesso a quel mostro...di toccarti...ti hanno quasi ucciso...”

Protesto.

“Ma io sono qui.”

Continuo a spingermi nel petto.

“Come puoi ancora avere fiducia in loro, Jim? Perdonare loro questo?”

Chiedo.

“Infatti non li perdono...”

Una risposta corretta. Giusta. Mi solleva.

“Visto? Bé...mi sta bene...saprò convivere anche con questo...”

Anche con quest’ennesimo fallimento. Ne sono ormai avvezzo.

“Non li perdono, Bones, perché non c’è nulla da perdonare...”

Esplodo.

“Perché dici questo?! Preferisco mille volte di più che tu mi odii, piuttosto che concedermi il perdono in questo modo. Sarebbe mille volte più accettabile!”

M’inabisso sempre di più nel petto.

“Bones...”

Lo interrompo.

“Jim, io non ce la faccio! Non riesco nemmeno a guardarti per quanto mi sento...marcio. Smettila...”

Non capisco il suo atteggiamento.

Sono sempre costantemente preparato ad accusare ogni colpa.

Accolgo i fallimenti con rassegnata accettazione, senza possibilità di redenzione.

E sapere che Lui me la offre così...

E all’improvviso sento le sue braccia avvolgermi ed il mio volto, d’istinto, si solleva di poco per trovare rifugio nel Suo di petto.

“Non sono nemmeno riuscito a prestarti soccorso quale medico che sono, e non ti sono stato accanto quale amico che sono. Cos’altro potrei offrirti dopo essere venuto meno ad ogni mio dovere verso di te? Cos’altro? Dimmi,Jim...”

Alzo gli occhi verso il suo sguardo tanto limpido quanto bello.

“Bones...”

Mi sussurra troppo gentilmente.

Lo guardo e gli mostro le mani traditrici.

“Queste mani...queste mani non ti hanno aiutato, Jim”

Le odio.

Lui invece le prende tra le sue, le scruta, sorride e ne carezza il dorso, il palmo solleticandolo, le dita baciandole...

“Io Adoro queste mani, Bones...ed il suo proprietario...”

I suoi occhi si solidificano con le parole e la dichiarazione si consolida con essi e così mi appare certa, Vera.

“Jim...”

Sento un dolore ed una commozione calda solcare il mio viso.

Mi libero.

“Ora perdonati, Bones...”

“Jim...perdonami...”

“Non c’è alcuna ragione per la quale dovrei perdonarti, te l’ho già detto...”

 Mi sciolgo nel tepore del suo abbraccio che dissipa ogni mio dubbio.

“Non c’è alcuna ragione...”

E le sue parole mi cullano, mi viziano con la loro dolcezza.

Ora mi rimprovera giocosamente.

Rimprovera la mia stupidità.

 

Ed ora Spock appare da quella porta e mi osserva.

I suoi occhi mi scrutano da lontano e anche loro mi sgridano.

Rimproverano la mia stupidità. Il mio umano, insano, illogico masochismo.

E infine mi abbracciano anche loro.

Timidamente, silenziosamente.

 

E capisco che non c’è ragione alcuna di continuare a biasimarmi...

Non c’è ragione alla luce di questo.

E chiudo di nuovo gli occhi, delicatamente.

Piacevolmente chiusi.

E mi sento cullare, ancora, ancora e ancora...

 

“Non c’è ragione, Bones...”

 

E mi sento libero.


   
 
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