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Autore: Invader_from_Hell    02/12/2003    6 recensioni
Una città che giorno dopo giorno si perde per le sue strade e tra la sua gente, sicura di quella che farà, ma ignara di ciò che fa. Una città che va verso l'inevitabile. E io. E quello che penso mentre cammino. Psichedelico.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Firenze 2004

 

Questa città è sempre più sporca. Non so più cosa aspettarmi da queste strade. Un tempo avrei fatto di tutto per non incontrare una faccia conosciuta. Adesso mi trascino lungo gli itinerari abituali e non, nel disperato struggimento di chi si risveglia da un’ibernazione lunga un secolo, e svegliatosi, abbandonato a sé stesso vaga per le strade che non gli appartengono più nel vano tentativo di risalire alla fine che hanno fatto i volti che un tempo scaldavano il suo cuore. Cuore ormai intrappolato nel liquido criogenico che nutre le sue ore.

Fantasia Techno-Metal – sentirsi chiusi in un cubo di psichedeliche speranze vanificate dall’incontro con un professore delle medie che si sorprende della tua conoscenza del giapponese-

Fantasia Post Grunge – sentirsi troppo sicuri del proprio itinerario su questa terra, incapaci di capire che diventare adulti è un processo che passa traverso la consapevolezza di essere soli e abbandonati-

Fantasia Psycho-Funk – entrare da Edison e acquistare un libro di Yukio Mishima sentendosi profondamente colpiti dalla suadente recensione della tua amica. Iniziare a leggere il libro e trovarlo meraviglioso-

Fantasia Trash – vagare in questa città con uno scopo nel mondo ma senza uno scopo nell’immediato e nel non troppo immediato-

Love song together – stupirsi di capire una strofa di una canzone dei Luna Sea, vedere il volto della persona amata in una nuvola che si ribella senza troppa fortuna al cielo grigio e in collera-

Warui Tenki Da Ne +speed metal sinphony+  - capirsi senza riuscire minimamente a capire gli altri che tuttavia attandono al tuo capezzale una sciagura per sentirsi vicini a te e per mettersi in pace l’animo-

Orchestra sinfonica – tuoni e fulmini coronano con sapiente senso ritmico un disagio profondo che gli psicologici americani amano così tanto descrivere in ammirevoli saggi. Ma capire anche che dai tempi di Keruac non è cambiato assolutamente nulla. Capelli strinati-

Passi falsi – contare le gocce di pioggia senza paura di sbagliare. Perché ogni goccia che ti penetra è un ricordo in più che ti inebria per un istante-

Continuo a camminare, come se potessi fermarmi da un momento all’altro. Ma semplicemente è per camminare che siamo nati, per coprire ogni giorno quelle colate che chiamano strade con le suole delle nostre scarpe, con il nostro fetore, con la nostra pallida illusione di essere vivi. Non lo siamo. Ci sentiamo fuori dalla massa consumista perché fa parte del gioco della massa stessa. Potrebbero esistere un consumismo e un’omologazione generale senza una frangia di omologati che non si dichiara omologata?

Ma a questo punto.. non sto esagerando? Non dovrei essere più contenuto nel mio giudizio? Non dovrei presentare il mio disagio adolescenziale con rabbia e delusione? Non dovrei dire che sono incazzato perché il mondo mi guarda male se bacio il mio ragazzo in pubblico? Non dovrei essere indignato? Non dovrei… gridare?

No.

Dovrei semplicemente scrivere.

 

Umiliazioni odierne in un giorno di pioggia.

  
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