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Autore: RoloChan105    12/08/2010    17 recensioni
Si alzò in piedi e fissò la luna. Attenta, l'osservai mutare…le sue spalle che diventavano più grandi, il suo bel viso allungarsi, i denti divenire affilati e il corpo ricoprirsi di una fitta peluria. Sentivo i suoi gorgoglii nel trasformarsi…chissà, forse era doloroso? Si chinò a terra in ginocchio quando finalmente finì.
Alzò lo sguardo verso di me e l'osservai sbalordita. Un essere metà lupo e metà uomo…Ergendosi in piedi in tutta la sua statura, si avvicinò infine a me. Mi alzai anche io e mi paragonai a lui. Era strano…molte persone si sarebbero sicuramente spaventate nel vederlo. Titubante, mossi una mano e la portai sul suo petto, accarezzando la sua pelliccia e constatando la sua morbidezza. Il suo manto all’ombra sembrava nero come la pece e invece era di un grigio scuro…
Sicuramente Zoro, era una delle cose più belle che avessi mai visto.
( Dato che me lo chiedono in molti, ripeto e ribadisco, che la storia è ZONAMI. C'è del LAWNAMI? Si. Perchè all'autrice piace. Se volete una trama avvincente -per quanto posso- abbiate fede e soprattutto PAZIENZA.)
Genere: Parodia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo
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Cappuccetto rosso

Cappuccetto rosso

 

 

A Tsukichan

Per il suo compleanno.

 

 

 

 

 

 

-Ricordi-

 

 

Erano passati anni da quella vicenda ormai…

Eppure, la ricordavo ancora come se fosse ieri…

 

 

Da piccola, all’ età di sei anni, abitavo nella campagna inglese assieme a mia madre e a mia sorella maggiore Nojiko. Eravamo vicine ad un piccolo paesino di contadini e non ci mancava mai nulla.

Nostro padre mancò per un malore e anche tutt’ oggi, posso avvertire questa sua mancanza.

Ottenni un soprannome da parte dei paesani.

Mia madre un giorno, mi confezionò una mantellina di colore rosso e questa, scatenò la fantasia delle persone ad affibbiarmi il soprannome di cappuccetto rosso.

Anche quando non lo portavo, si ricordavano chi ero. Il colore dei miei capelli, che tendeva al rosso, mi etichettava a miglia di distanza.

Per cui, quando andavo in paese, sentivo urlare “ è cappuccetto rosso! Nascondete le caramelle…”.

Queste però, venivano casualmente lasciate ogni volta sui banchi dei loro negozi o tavolini e io, sorridente, le prendevo e ringraziavo.

Mi volevano bene…insomma, come potevano voler bene ad una bimba di sei anni…

 

Un giorno mia madre, preparò un cestino da picnic e mi chiese il favore di andare a portarlo alla nonna.

Lei abitava nel bel mezzo del bosco…ricordo che era un po’ pazza, ma a quell’ età, non tutto si recepisce. Solo ora mi rendo conto che nonna Kokoro, era per metà del tempo in cui era sveglia, sbronza.

Accettai con enorme entusiasmo di andare a portare quella cesta piena di leccornie a mia nonna. Quando mi preparò il tutto, mi misi addosso la mantellina e la salutai spalancando il cancellino e avviandomi verso la strada.

L’ avevamo fatta insieme un sacco di volte, la ricordavo a memoria.

Mi fermai però. Mi fermai perché per una bimba di sei anni, quello era un tragitto veramente lungo. Appena vidi uno spiazzetto, pieno di fiori e con qualche pietra abbastanza grande da poterci appoggiare il mio cestino, ne approfittai e mi misi a sedere.

Sbadigliai, feci un piccolo spuntino e infine stanca, mi sdraiai in quel letto di margherite a dormire.

 

Ripresi conoscenza che era ormai buio. Mi alzai di soprassalto e controllai intorno…sentivo tanti rumori strani e la scarsa visibilità, non faceva che accrescere le mie paure.

Ricordo che piansi…piansi in modo tremendamente forte, attirando l’ attenzione di qualunque bestia, fosse stata nei paraggi.

Un suono diverso dagli altri e cioè, quello di un gufo, di piccoli roditori e rumore di legnetti e sassi che si muovevano sotto il peso di qualunque animale, attirò la mia attenzione. Smisi di respirare e trattenni le lacrime tirando su col naso.

-Chi c’è?!-Domandai titubante nell’ ingenuità dei bambini. Non ottenni subito una risposta…vedevo due occhi fissarmi…due occhi neri…

-Piccola-Una voce, morbida ma al contempo dura, mi giunse alle orecchie.-Perché ti trovi nel bosco?-

Ripresi a singhiozzare e a stento, riuscì a dargli una spiegazione.

-Stavo portando il cesto alla nonna!-Piansi disperata-Ma…mi sono messa a riposarmi e …-Mi sfregai gli occhi-Si è fatto buioo…- Percepì la creatura che mi fissava sospirare, per poi, fare dei passi avanti a me e rivelare che questo, era un uomo.

-Sai la strada?-Mi posò le mani sulle spalle inginocchiandosi di fronte a me. Asciugandomi le guance, annuì e lo vidi girarsi di schiena.-Monta, ti accompagno piccola.-

Sentita al sicuro da quel che aveva detto, mi gettai sulle sue spalle e gli agguantai il collo.

-Non scordarti il cestino!-Lo ammonì prima di partire.

Per quella strada così buia, lo sentì ogni tanto chiedermi la direzione e io, lo accontentavo appoggiando ogni tanto la testa sulla sua spalla e inspirare il suo odore.

Il suo odore mi ricordava l’ erba del bosco…era un odore piacevole…

Al solo pensarci adesso, non avrei mai accettato l’ invito di quell’ uomo, sconosciuto per di più, nell’ accompagnarmi a casa…

Chiunque avrebbe reagito scappando senza tregua da qualunque cosa esso fosse…

-Come ti chiami?-Volli lo stesso domandare.

-Non è importante credimi-Mi sussurrò avanzando sicuro nell’ oscurità.

-Ma io lo voglio sapere…-Insistetti, tirando su nuovamente col naso.

-E io non voglio dirtelo-Ricordo che mi imbronciai. Sbuffai e fissai il percorso che stavamo percorrendo. Non vedevo nulla ma per lui, sembrava il contrario. Avanzava deciso, superava i sassi, si abbassava alla vista di alcuni rami e si spostava quando c’erano delle piante…

Ricordavo vagamente come era difficile il percorso, ma quando tutto è illuminato, certe difficoltà, paiono meno difficili…

Arrivammo in pochi minuti nel piccolo giardino di mia nonna. Notammo tutte le luci accese e lei, era con in mano una torcia e una bottiglia, cercando in mezzo agli arbusti.

-Ancora non si vede!-Mormorò preoccupata a voce alta, solo dopo poco, mi resi conto che parlava a Zeff, un uomo che abitava poco distante da lei. Era un bravo cacciatore ed era sempre insieme a mia nonna all’ ora di pranzo e a cena…si tenevano compagnia.

-No niente-Gettò un fascio di luce, verso la nostra direzione. Sentì le spalle dell’ uomo sotto di me, aumentare…come ingrossarsi.

Mi fece scendere e si inginocchiò di fronte a me. Ricordo i suoi occhi neri…brillavano alla luce della luna…

-Promettimi-Parlò-Che non attraverserai mai il bosco da sola.- Lo fissai mentre vedevo che stava subendo un cambiamento…

-Perché?-Domandai innocentemente. Quasi preso dalla dolcezza della mia ingenuità, mi passò una carezza sulla testa.

-Perché è pericoloso…-

-Pericoloso?-Ripetei. Si alzò e lo vidi allontanarsi…lo afferrai immediatamente per un braccio.-Perché pericoloso?-Sbuffò di quella insistenza, ma nuovamente, si inchinò di fronte a me.

-Ci sono delle creature che possono farti del male…-Rimasi a pensare per ricordarmi gli ammonimenti di mia madre.

-Il lupo cattivo?-Un sorriso si dipinse sul suo volto, mentre vedevo i suoi denti farsi più taglienti.

-Ci sono tanti lupi cattivi…-Sospirò.-Comunque…è Zoro-

-Cosa?-

-Il mio nome…me lo hai chiesto…-Sorrisi per quella confessione e mi attaccai al suo collo.-Io mi chiamo Nami-Lo abbracciai.-Grazie Zoro…-Liberò un sospiro e ricambiò l’ abbraccio. Era caldo…da lui proveniva un bel tepore…

-Devo andare…-

-Cappuccetto rossooo!-Sentì Zeff chiamarmi.

-Namiiii-Subito dopo mia nonna-Dove sei!?-Rimase un istante con me, per poi domandarmi non capendo:

-Cappuccetto rosso?-

-è il mio soprannome-Spiegai e mi cercai il mantello sulle spalle-Oh no!-Strepitai.-Il mio mantello!-

-Fino a ora non lo avevi…-Cominciai di nuovo a piagnucolare.-Stai calma!-La sua voce assunse un incrinatura-Non piangere!-si strinse nelle spalle-Lo avrai dimenticato nel prato…-

-Devo prenderlo!-Mi alzai e immediatamente, mi afferrò per un braccio.

-Non provarci…-Mi avvertì.

-Ma me lo ha confezionato mia mamma!-Spiegai.

-Allora andrò a prenderlo io-Cercò di tranquillizzarmi-E te lo darò la prossima volta che ti vedrò…-

-Ma non posso…-Mormorai affranta abbassando lo sguardo. Parve incuriosito.

-E perché?-

-Bhe…-Nuovamente lo fissai negli occhi, ammirando la sua statura…-Mi hai detto…che non dovrò più andare da sola nel bosco…e la mamma…ci viene poche volte…te l’ ho promesso…-Nuovamente sorrise e scompigliò i capelli.

-Allora te lo porterò io…accanto casa tua…-

-Abito fuori dal bosco…-Lo vidi annuire e allontanarsi nuovamente.

-Addio…-

 

 

 

-Namiii!-Mia nonna e Zeff, appena mi videro arrivare, corsero ad abbracciarmi.-Piccola mia stai bene!?-Io sorrisi.

-Si-La fissai negli occhi-Zoro mi ha aiutato!-Ridacchiai-Mi ha accompagnato lui…-

-Zoro?-I due si fissarono negli occhi e poco dopo, mi ammonirono in tono duro.-Non avvicinarti più a lui!- Rimasi spiazzata per quella foga…perché erano contrari!? Non capivo…non poteva capire una bambina…

-E perché?-Vidi mia nonna sospirare mentre Zeff, imbracciava il fucile e si avventurava nel bosco.

-Vedi Nami…lui è …il lupo cattivo…-Inarcai non capendo un sopracciglio.

-Lupo?-

 

 

Passarono circa due giorni, prima che tornassi a casa.

Tre giorni dopo, mentre ero a giocare nel praticello di casa mia, con Nojiko, vidi svolazzare sulla staccionata il mio mantello…

-Nami-Nojiko lo indicò-Ma quello è tuo?!-Felice, corsi a prenderlo e lo indossai subito. Con speranza, cercai di cogliere nel bosco qualche presenza di lui…

Ma non vidi niente…

 

 

Fissai con aria sognante la casetta che dopo quattordici anni, tornai a vederla.

Abbandonai le valige nel piccolo giardino incolto mentre il cocchiere, se ne tornava in paese.

Presi dalla tasca le chiavi e aprì la serratura…dentro era ancora come me lo ricordavo…

 

Mia nonna Kokoro era morta l’ inverno scorso…e avevo ereditato, la casetta nel bosco.

 

 

 

-Continua-

 

 

 

 

Dedico come avete potuto leggere all’ inizio, l’ intera fic a Tsukichan.

Buon compleanno cara ^________^

 

Passo col darvi le spiegazioni del perché questa storia con questa pazza idea, è nata.

 

Cercavo una canzone…una canzone di Julietta Venegas, col titolo “ limòn y sal”.

E cosa scopro? Intanto, guardandomi il video, che c’è lei, che si innamora di un lupo mannaro…questo mi ha fatto venire in mente, anche come ambientazione, cappuccetto rosso.

Inoltre, qualche mese prima, un mio amico, mi aveva parlato ( anche lui, grande amante dei vampiri e creature sovrannaturali ) di cappuccetto rosso e del lupo che in realtà, era un licantropo.

E io: forte ! XD

Mesi ancora prima, mi stavo appassionando ai licantropi con il manga “Wolf guyOhhh quanto mi piace <3

La batosta di inspirazione, mi è venuta ricordandomi la pubblicità delle nastrine del mulino bianco con cappuccetto rosso, che abita col “ lupo” nella casetta…ah…che bella!

In altre parole…mi hanno influenzato un sacco di cose… che ieri alla fine, è sfociata in ispirazione e voglia di scrivere…

 

Spero che la fiction piaccia…

 

Ovviamente, non seguirò la trama originale anche perché, ho voluto riportare il tutto solo, si fa per dire, in una piccola parte di versione che si trova nei ricordi di Nami…

 

Che altro dire? Nulla…

Io continuo…

 

 

 

   
 
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