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Autore: engel_k    13/08/2010    0 recensioni
...sono costretta a bloccarmi. Lo sguardo fisso e penetrante di una ragazza mai vista mi investe come un macigno. Sono costretta a guardarla scrutando ogni dettaglio del suo viso. La pelle dorata, i capelli neri, gli occhi scuri. Il fisico perfetto e quello strano modo di atteggiarsi. Sembra in un altro mondo, tutto suo. Distoglie il suo sguardo dal mio, riesco a muovermi ora a comandare la mia mente ormai libera di quel peso. [...]...Ma io continuo a guardarla, continuo a seguire questo dovere che mi è stato iniettato nelle vene, non riesco a farne a meno è un’abitudine, un qualcosa che non posso controllare e che devo fare poiché altrimenti rimango vuota e quasi prima di forze.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Stefania… ~

Passano i mesi e la strana ragazza si presenta spesso davanti ai miei occhi, senza un nome o un’età.

Almeno fino ad oggi.

Stranamente sono a casa di Sara, la sorella del famoso Dj del paese.

Seduta al suo tavolo mangio tranquilla la mia pizza ridendo con Francesca del suo piede ingessato.

Qualcuno poi suona alla porta.

-La mia cognatina!-

 
Urla Sara contenta.

Rido pensando a quale stupida ragazzina sta per entrare ma proprio in questo momento ho capito quella famosa frase che dice “Ride bene chi ride ultimo”.

Mi si blocca il respiro, inizio quasi a tremare alla vista di LEI.

Saluta tutti con un sorriso e si siede accanto a me.

La sua presenza mi rende nervosa, in soggezione.

-Stefania vuoi una birra?-

-Ma si, tanto domani è la mia fine…-

Sara e Stefania, così si chiama questa ragazza, intraprendono una discussione sugli esami.

Riesco a rilassarmi sentendola parlare, o almeno fin quando non si rivolge a me

-Ei, vuoi tu la birra?...Non ne vado matta…-

Guardo i suoi occhi profondi e il suo viso perfetto.

Quel sorriso, è la prima volta che lo vedo, è magnetico.

-Si. Grazie…-

Sorrido anch’io, tremando.

La serata passa lenta col peso della sua presenza.

Riesco a parlare comunque, scoprendo qualcosa su di lei.

Poi, finalmente, esce dall’enorme casa lasciandomi respirare.

  
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