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Autore: DeaEris    13/08/2010    1 recensioni
Shaka è malato.
Sembra strano, ma è così.
I Gold Saint si occupano di lui con dedizione, ma solo uno di loro rimane infine a prendersi cura del giovane..ma sarà solo amicizia o è l'epifania (manifestazione) di un sentimento più forte?
La storia comincia con il raiting verde, ma è possibile che io decida di aumentare il raiting a seguito degli altri due capitoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Virgo Shaka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Miei cari lettori vi imploro di perdonare questo mio ritardo mostruoso nell'aggiornare, ma ho avuto un calo d'ispirazione e del resto questa coppia è abbastanza complessa da analizzare e su cui scrivere, quindi è normale che io non abbia particolare ispirazione o ci metta un poco a mettere nuove parti della storia, ma son felice di ricominiciare questa storia con il secondo capitolo.
Cosa nonriesce a fare il programma "Nati per Uccidere" ovvero un simpatico programma sugli animali che si nutrono di altri animali ora parla di vegetali che sono in grado di reagire al contatto, chiamato hydra!
Ora passiamo al capitolo!


Al Grande Tempio vi era la pace dopo tante battaglie, distruzione e sofferenza.
Finalmente il Mondo era in pace e per gentile concessione di Zeus i Gold Saint erano tornati.
Le Grandi Case dello Zodiaco erano tornate alla vita ed i loro abitanti avevano scoperto con loro rammarico di dover ricostruire dopo l'ultima battaglia.
Il silenzio fasciava la Terra in un'alba dai colori tenui e delicati, le cui sfumature rosate erano quanto di più intenso e meraviglioso sul mare, ancora neppure gli operai assunti da Lady Saori erano al lavoro.
Tutti riposavano tranquilli chi nei propri letti chi in quello di qualcuno con cui condivideva un destino e un qualche sentimento.
La macabra colonna con le fattezze dei Gold Saint era stata demolita, al suo posto un monolito a perenne monito e per i posteri.
Tutto era pace e tranquillità, fuorchè in una Casa ove la tensione era veramente percebile fin dall'ingresso.
Un cavaliere era desto, ben desto, immobile nel pensare.
Shaka di Virgo, l'uomo più vicino alla Divinità, l'uomo la cui calma era invidiabile ed era oggetto di leggende presso i compagni, la cui impassibilità era frutto di anni d'addestramento e di meditazione, era agitato.
Non più riusciva a meditare, dappoicchè la sua meditazione veniva sovente disturbata da un pensiero fisso, da un viso noto, da occhi di smeraldo che prepotenti si insinuavano sempre nei suoi pensieri, impedendogli la giusta concentrazione e la meditazione di conseguenza falliva miseramente.
Provava e riprovava ancora a meditare, ma il suo pensiero era fisso a qualche tempo prima, a pochi giorni prima, quando Mu lo aveva aiutato e poi baciato.
Non era il primo fatto a stupirlo, visto che era abituato alla presenza di Mu, alle sue richieste di aiutarlo, ma era tanto la seconda a stupirlo e levargli quel poco sonno che si concedeva, visto che solitamente lui era uno tra i primi a destarsi.
Shaka aveva evitato ogni contatto con esseri viventi, dopo quanto era accaduto, non che di solito lui vivesse a stretto contatto con le persone, ma si era ancora isolato in maniera ancora più eccessiva del solito, impedendo anche con il Cosmo le entrate dei colleghi, specie di colui che era al Primo Templio.
Si era rifugiato nei meandri della Sesta, nelle Stanze Private, ove per accedere occorreva il permesso diretto del Custode e sedeva nel suo letto nella posizione del loto frontale.
Il pensiero di Shaka era sentire e tentare di comprendere ciò che doveva fare in quel preciso istante.
Aveva affrontato molti pericoli e nemici, ma quella era la prima volta che doveva compiere una scelta di quel tipo, il pensare che dalla sua risposta dipendesse la felicità di Mu era un peso, ma vi era anche altro.
Mu era speciale, lo era sempre stato, unico tra tutti e che si elevava sopra chiunque fosse al Grande Tempio, anche per spirito affine al suo.
Eppure, temeva quasi di soffrire.
Era angosciato da quei sentimenti, ai quali non era abituato ed ancora di più non amava palesare, fortunatamente però non permetteva a nessuno di entrare nelle sue Stanze.
Un particolare vi era al Grande Tempio, se il Gold Saint non apprezzava la visita di un suo pari o se vi fosse stato un nemico, poteva celare la presenza della porta che conduceva alle Stanze e che quindi impediva di entrare a chiunque.
Come rinunciare alla preziosa amicizia di Mu?
Come poter rinunciare a lui, che era il suo unico amico?
Lui era cresciuto con l'idea o meglio con il fermo pensiero di essere perfetto, di non necessitare di alcun aiuto e di non sentire alcuna voce attorno a lui, ma era mutato leggermente: sopportava qualcuno, pochissime persone, ma si era leggermente aperto nei confronti di qualcuno, il che per lui era strano.
Era sempre stato timido, introverso ed assolutamente poco portato alle interazioni sociali, se da piccolo questo era solo una caratteristica, da adulto si era reso inavvicinabile, causa della sua luce di perfezione, che spingeva le persone a guardarlo da lontano con ammirazione e con curiosità, a volte con irriverenza, ma comunque lo lasciavano in pace.
Shaka aveva da sempre evitato la compagnia di chiunque, ma aveva sempre permesso a Mu di parlare con lui, di ricercarlo e di parlare con lui, senza contare che era l'unico con il quale gli facesse in verità piacere parlare anche di facezie.
Non aveva mai rifiutato la compagnia di Mu e sapeva che il giovane lo cercava da una settimana, spingendosi alla Sesta, ma rimanendo bloccato davanti al loco ove sapeva vi era l'ingresso alle sue Stanze.
Cercava di meditare, ma ogni volta veniva disturbato.
Era in preda all'angoscia, quando percepì un Cosmo familiare.
Non era Mu, altrimenti non avrebbe permesso di entrare e non gli avrebbe neppure mostrato la porta.
Era qualcuno con cui ogni tanto discorreva o meglio era qualcuno con cui aveva molto in comune, a cominciare dal carattere introverso finendo con il tacere quasi sempre.
Camus era sulla soglia della sua Casa, sulla soglia della porta.
Camus era qualcuno con cui Shaka aveva diverse cose in comune e forse poteva aiutarlo, anche se gli dava un discreto fastidio ammettere di necessitare di un qualche aiuto, ma Camus in fondo aveva un carattere simile al suo.
Gli permise, quindi, di accedere alle sue Stanze, palesando l'ingresso che si richiuse ben presto, dietro alle spalle del Gold dalla fulva chioma.
Camus entrò nelle Stanze di Shaka e ne seguì il luminoso Cosmo, fino a trovarsi dinnanzi al biondo Saint.
Non disse nulla, dalle belle labbra sottili non emerse neppure un filo d'aria, gli occhi rimasero impassibili a studiare il giovane Saint davanti a lui.
Solo un millimetrico movimento del capo fu il saluto al giovane Saint biondo.
Fu un movimento impercettibile come battito d'ali di farfalla nella notte, ma il cavaliere della Vergine riuscì a percepirlo e replicò con il medesimo movimento quasi invisibile ad occhio umano.
*Benvenuto alla Sesta Casa, Camus. Qual buon vento?*
Fu la frase di benvenuto al Gold Saint dell'Aquario dagli occhi caldi tanto quanto il suo potere era glaciale.
Il viso inespressivo di Camus rimase scevro da possibili emozioni ed egli si limitò a sedersi nel loco indicatogli dal suo parigrado, mentre lo osservava e si metteva a sorbire lemme il the che il gentile biondo gli offriva.
*In verità, i nostri compagni ritengono che le mie parole possano convincerti ad uscire da codesto momento di solitudine.*
Disse in risposta il giovane dalla pelle candida come un ghiacciaio di sublime e perfetto aspetto.
Era stato particolarmente diretto nell'esporre il motivo di quella sua visita, ma era una sua caratteristica quella di non nascondersi di fronte a nulla, perciò le sue parole espresse da voce inespressiva risuonarono nella vasta Sala ricolma di libri.
*Posso assicurare che non vi è nulla che turba la mia quiete.*
Rispose il biondo, ben sapendo di mentire, ma proprio non riusciva a prender la parola e spiegare il motivo che lo costringeva a rinchiudersi in Casa e rifiutare ancora di più il contatto umano.
Camus inarcò elegantemente un fine sopracciglio, fissando il giovane con palese scetticismo.
Vi era menzogna nella voce del cavaliere della Vergine e nessuno poteva comprenderlo meglio di Camus di Aquarius, causa il suo cervello sopraffino.
Se non vi fosse stato niente che lo costringeva all'interno della Casa, allora come mai impediva l'accesso alle Stanze?
Non che lui non utilizzasse quel trucco per sfuggire ai continui assalti di un certo biondo, fastidioso, rumoroso, impiccione, deciso a fargli perdere la pazienza, con gli appetiti sessuali di un quindicenne in preda agli ormoni, anzichè di un baldo guerriero di vent'anni, con la strana abitudine e propensione a fargli perdere continuamente la pazienza, ma lui lo faceva massimo massimo per un paio di giorni e giusto per sfuggirgli appunto, in modo tale da poter riflettere e stare tranquillo.
Qualcosa gli suggeriva che se solo avesse protatto più a lungo la sua solitudine Milo avrebbe demolito la sua Dimora pur di raggiungerlo e lui non ci teneva a farsi ospitare nè dai suoi vicini, Shura ancora ancora poteva andare, anche se riceveva un po' troppe visite per i suoi gusti, Aphrodite, però, aveva un avanzo di galera, che ancora gli faceva porre il quesito del perchè Athena avesse scelto come suo paladino un essere sì volgare e poco propenso alla giustizia, nè comunque voleva farsi ospitare da Milo.
Tutto ciò passò veloce nella mente del giovane dell'Aquario, che si rivolse subito al biondino seduto come suo solito nella posa del loto frontale.
*Shaka, se fosse veramente così, non avresti avuto il bisogno di isolarti in codesto modo. Hai impedito persino a Mu di raggiungerti e solitamente lasci che le persone vengano a parlarti per poter essere un faro nella notte. Secondo Milo è successo qualcosa il giorno della febbre e devo dire che forse per la prima volta concordo con lui. Parla.*
Disse freddo, fissando il ragazzo davanti a lui con sguardo inespressivo e sorbendo lento l'ultimo rimasuglio di the.
Shaka osservò il giovane seduto dinnanzi a lui.
Era vero che era fuggito, anche se preferiva pensare di essersi rinchiuso in una sorta di nuova meditazione, ma Camus aveva centrato molto bene tutto quello che in quei giorni gli era passato per la testa.
Il viso candido si abbassò di pochissimi millimetri, giusto per mostrare che quelle parole lo avevano toccato.
Rimase impassibile e sospirò solamente, prima di parlare.
*Vero è quello che dici, Aquario. Tuttavia, non credo che esso sia un problema dei miei parigradi, neppure di Mu, che è causa del problema stesso e non sono sicuro che possa essere anche soluzione. Posso domandare da quando ti importa quello che accade attorno a te?*
Disse solamente il cavaliere dai lunghi e lucenti capelli color del Sole.
Camus si limitò a guardare il parigrado come se nulla fosse, come se quelle parole non fossero state pronunziate, in fondo non gli importava molto ciò che pensava il Gold Saint.
Lui aveva anzi provato a convincere chiunque del fatto che se Shaka non voleva vedere qualcuno, era loro preciso dovere non farne un dramma e continuare la loro vita come se nulla fosse, ma purtroppo nè Milo nè alcun Gold Saint gli avevan prestato ascolto ed anzi lo avevano proposto come "sfonda parete".
Era sicuro solo di una cosa: Milo l'avrebbe pagata molto cara per quella situazione.
L'ultima cosa al mondo che Camus voleva era far intuire a qualcuno di essere interessato alle sue problematiche, ma trovarsi davanti ad un guerriero che si rifiutava di parlare e con cui insistere era quanto di più contrario vi fosse alla sua indole.
Si limitò muovere il capo in un movimento elegante e posare la tazza di the sul tavolo al centro esatto, incurante arbitro di quel dialogo imbarazzante sotto molteplici punti di vista.
*In verità, non mi importa niente. Son convinto che prima o poi saresti uscito anche da solo, ma mi hanno chiesto delle persone a cui non è possibile dir di no.*
Disse secco e gelido nel tono e nei modi di porsi, mostrando così tutto il suo disinteresse e la voglia di trovarsi a chilometri di distanza, possibilmente nella sua Casa ad escogitare una qualche vendetta nei confronti di un qualche Scorpione di sua conoscienza.
Shaka a quelle parole comprese non solo che Camus era lì per una forma di costrizione, ma anche che a porgergli il quesito era stato Milo in persona, probabilmente incitato dal Gold Saint di Aries.
Questo poteva essere un punto a suo favore: avrebbe potuto comprendere meglio il rapporto che legava due Gold senza dover per forza parlare di sè, quello poteva essere un ottimo piano ed un ottimo studio.
Era evidente a tutti che Milo e Camus eran Giorno e Notte per quanto erano differenti, ma allora come erano riusciti a trovarsi ed andare così d'accordo?
*Ti riferisci a Milo, non è così? Mi spieghi cosa ci trovi di così indispensabile in Milo? Siete molto diversi.*
Disse Shaka, cambiando non molto delicatamente l'oggetto della conversazione.
Camus studiò il viso di Shaka con tranquillità, benchè ci avesse messo qualche secondo e soprattutto avesse compreso appieno il bisogno di Shaka di parlare di qualcosa e non di sè stesso, cosa che sapeva gli provocasse fastidio.
Si prese qualche secondo per poter rispondere in modo preciso al quesito di Shaka, poi aprì la bocca e spiegò quella che era la risposta più corretta.
*Sai, Shaka, questo è un quesito intelligente, in quanto apparentemente io e Milo abbiamo poco o niente in comune, ma Milo è importante per me. Lui mi rende più socievole, più aperto, sovente è lui che mi aiuta in modo perfetto ad affrontare quello che devo affrontare con la sua allegria e con la sua spensieratezza. Lui è il mio opposto, ma mi completa. Tuttavia, ritengo che non ci sia solo questo tipo di relazione, quasi complementare. Tu avresti una relazione sullo stesso piano con Mu. La pensate entrambi allo stesso modo su molti aspetti.*
Disse Camus alzandosi e stabilendo che aveva finito di compiere la visita di cortesia, per costringere Shaka di Virgo ad uscire dal suo antro.
Shaka ascoltò attentamente quelle parole per poi sobbalzare alla fine, eppure sapeva bene che Camus era indifferente a tutto, ma con questo sentiva e sapeva tutto proprio perchè non prestava attenzione a nessuno, ma memorizzava ogni cosa.
Quasi gli venne da aprire i cerulei occhi, ma si tratenne e si limitò ad osservare il viso perfetto del giovane per poi notare che si era levato in piedi.
*Chi ha detto che riguarda Mu?*
Disse con un tono di voce sul polemico.
Camus si volse leggermente con il capo, in modo che l'occhio sinistro si posasse sul viso del suo interlocutore.
*Non è così?*
Domandò solamente, concludendo la visita, girandosi nuovamente con un fluido movimento elegante e lasciando solo il biondo guerriero.
Shaka ora era nuovamente solo e non sapeva come agire.
Era vero che tra lui e Mu vi era stata complicità, causa della somiglianza di ideali, causa della comune passione per la meditazione che li teneva abbastanza uniti e causa della saggezza e maturità che da loro si diramava in maniera quasi eccelsa.
Shaka non poteva sopportare quella sua nuova indecisione, che lo rendeva debole e fragile, in preda a dubbi tremendi da superare con le sue sole forze.
Non era mai stato bravo il biondo Gold ad affrontare taluni problemi, perchè mai la persona più simile ad una Divinità doveva innamorarsi stupidamente di qualcuno che era incapace ed inferiore rispetto a lui?
Eppure Mu non era per nulla inferiore a lui, anzi, era l'unico che Shaka considerasse come suo pari e non come un qualcuno di inferiore a lui.
Cosa fare quindi?
Come affrontarlo?
Perchè riusciva ad affrontare chiunque con fermezza e con decisione, conscio del suo immenso potere, ma non riusciva ad affrontare una conversazione con qualcuno.
Era giusto che una Divinità concedesse i suoi favori ad uno qualunque?
Erano tremendi quesiti per la sua mente troppo razionale.
In quel momento quasi desiderò di essere un poco di buono, quale Death Mask, lui era molto deciso e sapeva esattamente cosa voleva, anche se come servitore di Athena era penoso ed era assolutamente privo di eleganza, educazione, buona creanza e disponibilità di sacrifizio, ma almeno aveva le idee chiare dal punto di vista sentimentale, anche se era tremendamente inferiore a chiunque fosse un minimo degno di considerazione.
Il viso di Mu tornò a farsi largo tra i suoi pensieri.
Certo.
Mu era un punto fermo per lui fin dalla più tenera età e l'idea di averlo vicino come compagno lo aveva sovente aiutato a comprendere meglio, ma non sapeva come agire comunque.
Mu era una figura per lui importante, ma se lo avesse rifiutato?
Cosa avrebbe fatto?
Sapeva che Mu era fermo come intenzioni e si fidava di lui, ma con questo non era propriamente sicuro.
Passarono le ore e Shaka non si mosse da quel tavolino, mentre le ore del giorno passavano.
La mente del biondino era distratta da quei pensieri, totalmente indecorosi per lui, un Gold Saint di Athena.
Si alzò con un movimento elegante, dopo ore di pensieri e si diresse verso l'uscita.
Il giorno aveva logicamente lasciato il passo alla notte e Shaka decise di scendere attraverso le Sei Case che lo separavano dalla sua meta per poter pensare e nel caso cambiare idea.
Aiolia lo accolse in maniera tranquillo, i corti capelli scarmigliati, in quanto si era appena svegliato e quando Shaka passò tornò all'interno della sua Casa.
Death Mask accolse Shaka con una sequela molto colorita di vari insulti in italiano, greco e già che c'era anche un poco di dialetto siciliano.
Shaka lo osservò per un minuto scarso, beccandosi un'occhiataccia dal giovane dagli scarmigliati capelli grigi, per poi notare che si era infilato un paio di boxer al contrario e di uno strano azzurro chiarissimo, che difficilmente potevano esser suoi.
Poco dopo, difatti, lo raggiunse Aphrodite coi lunghi boccoli arruffati, che guardò Shaka un istante con uno sguardo di superiorità.
Shaka arrossì leggermente ed uscì dalla Quarta intuendo l'occupazione dei due guerrieri.
Kanon lo accolse sulle scale di collegamento tra la Quarta e la Terza con un'occhiata seccata, fulminando l'interno della Casa, dalla quale poco dopo uscì un trafelato Aiolos che scomparve sui gradini del Templio per raggiungere la sua Casa.
Shaka comprese che il baldo eroe tornava alla sua Dimora, prima che fosse giorno.
La camminata del prode Shaka proseguì, mentre il suo cervello era diviso tra desiderio di far finta di nulla e tornare da dov'era venuto ed andare da Mu.
Aldebaran lo lasciò passare senza dire o fare alcunchè, solamente era quasi sicuro di esser stato osservato più a lungo del solito dal Brasiliano.
La Casa del Montone Bianco, infine, comparve agli occhi celati dalle delicate palpebre dell'indiano, che entrò nel silenzio più totale.
Un uomo uscì da dietro una colonna e Shaka si volse verso di lui, riconoscendone il profilo, la camminata e il portamento.
Mu era dinnanzi a lui ed ora che incrociava lo sguardo con quegli occhi di smeraldo non sapeva nè cosa dire nè cosa fare.
*Buonasera, Mu.*
Disse solamente in un sussurro freddo e distaccato.
Mu sorrise delicatamente, mentre osservava il giovane indiano.
*Buonasera, Shaka. Finalmente siamo riusciti a stanarti.*
Disse solamente con calma, guardando il giovane e studiandone la delicata fisionomia.
Annuì il biondo guerriero e non disse nulla.
Si limitò a portare il braccio destro sull'avambraccio sinistro, catturando tra le dita sottili la carne chiara.
*Qual buon vento ti porta, Shaka?*
Domandò Mu all'improvviso, guardando il giovane in preda alla curiosità divorante di ricevere una qualsiasi risposta a quanto era successo tra loro poco tempo prima.
Gli occhi di smeraldo seguirono il movimento di quella mano, ma Mu rimase lontano, sapendo non solo quanto a Shaka desse fastidio il contatto fisico in generale, specie se in seguito ad un gesto intimo, ma anche perchè voleva che Shaka spiegasse senza avere un qualche incitamento da parte sua, conscio della difficoltà del biondo ad esporsi.
Rimase, perciò, in silenzio in attesa che l'altro rispondesse.
Shaka era in dubbio nuovamente.
Avrebbe tanto voluto che Buddha gli avesse consigliato cosa dire per avere un piccolo aiuto, ma comprendeva che quello era un banale sogno ad occhi aperti, perciò raccolse le idee e decise di provare ad esser chiaro.
*Dunque, Mu, ho riflettuto su quanto hai detto e dopo aver analizzato vari nostri compagni son giunto qui per darti una risposta. Ho consultato numerosi manuali della mia enciclopedia per giungere a questa risposta, perchè ritengo sia importante spiegare. L'amore è un sentimento intenso e profondo, di affetto, simpatia ed adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale. L'amore "romantico" ha un significato, o almeno un significato preciso; quando l'amore fra due esseri umani assume caratteristiche riconducibili al romanticismo struggimento, comunione, affetto, passione anche fisica, questo viene definito amore romantico, per distinguerlo dal sentimento d'affetto verso i membri di una famiglia o verso altri esseri umani, o anche tra esseri umani e animali domestici. Il termine amore viene anche utilizzato per definire l'intensa passione per qualcosa, un'attività, un oggetto, o come forma di dedizione totalizzante a un ideale, per es. spirituale o religioso. Il gesto della condivisione disinteressata di qualcosa di proprio con un altro, è solitamente inteso come un gesto d'amore. Ritengo che il nostro possa esser definito come amore platonico. Amore platonico è il modo in cui comunemente si definisce una forma di amore sublimata, che esclude la dimensione sessuale e passionale. Questa formula in realtà scaturisce da un contesto filosofico in cui l'amore, inteso come moto dell'animo e non come forma di relazione, viene interpretato come impulso al trascendimento della realtà sensibile, del mondo delle apparenze, capace di muovere la conoscenza verso l'assoluto, permettendo così all'uomo di ricongiungersi con il divino, attuando cioè un processo di indiamento.*
Tacque Shaka, dopo aver detto tante parole, esattamente quante ne sprecava con i suoi discepoli quando doveva spiegare una qualsiasi nozione.
Mu aveva ascoltato tutto con un mezzo sorriso, come al solito Shaka si era messo nei panni del maestro, che doveva spiegare ad ogni costo, però aveva anche spiegato ciò che intendeva ed in un certo senso lo aveva ricambiato proprio come sperava.
Si avvicinò, quindi, al biondo e gli cinse le spalle con le braccia più robuste rispetto a quello del biondo, spingendoselo contro in un abbraccio.
*Ho compreso perfettamente, Shaka.*
Disse solamente.
Shaka si ritrovò tra le braccia di Mu e sorrise.
Fece per volgersi per allontanarsi dalla Casa e fu colpito da quelle parole e dal gesto.
Si lasciò stringere ed portò i polsi poco avezzi ad un qualsiasi lavoro fisico sulle spalle di Mu in un morbido abbraccio delicato, dolce e cortese.
Quando l'abbraccio finì, Shaka fece per voltarsi e tornare alla sua Casa, ma Mu gli prese il polso e lo strinse leggermente.
Shaka fu costretto ad un mezzo giro e si ritrovò contro il corpo dell'Ariete.
Confuso guardò il guerriero dell'Ariete direttamente negli occhi di smeraldo, essendo alti in maniera identica.
Si perse in quegli occhi, senza mostrare i suoi.
Amava il dover per forza tenere gli occhi chiusi, poichè era un modo per fuggire anche dallo studio psicologico di chiunque, anche se sapeva che Mu era in grado di legger i suoi pensieri.
Fu in quel momento che le labbra di Mu si posarono sulle sue e il cavaliere lo sollevò di peso, trascinandolo poi in camera da letto.

Note dell'Autrice:
Che dire di questo capitolo? Io spero che vi piaccia, visto che ci ho messo un bel po' a scriverlo, quindi mi aguruo che vi piaccia, perchè mi spiacerebbe di non riuscire a farvelo piacere. Motivo che mi ha spinto a sciegliere Camus anzichè qualcun altro è proprio la sua somiglianza caratteriale con Shaka, in fondo si somigliano parecchio. Camus è freddo e silenzioso, mentre Shaka è altrettanto silenzioso ma per il carattere introverso. Credo di aver detto tutto.
Risposta alle Recensioni:
Aoede:
ciao mia cara! Sono proprio contenta che questa storia ti piaccia, visto che so benissimo la passione che hai per questa coppia. Sul fatto che a Shaka sia complesso leggere il cuore, visto che non permette a nessuno di avvicinarsi a lui, se non a pochissimi eletti che già nel manga si vede che sono due: Mu ed Ikki, anche se Ikki è più un discepolo, mentre Mu...beh è Mu...il più caro "amico" di Shaka! Sono meravigliosi e come sai io e te la vediamo sullo stesso piano su questa coppia e su tutte le altre! Spero ti piaccia anche questo capitolo!
Sakura2480: Ciao mia cara! Grazie mille per la tua recensione, che so benissimo che ti è difficile leggere ed apprezzare lo yaoi, perchè so che sei una fan delle etero, personalmente sai bene che è raro che mi piaccia una etero o per meglio dire in Saint Seiya sono più propensa nel pensare ad un paio di coppie etero che sono abbastanza fisse, ma questo è anche per lo yaoi! Le cure di Camus sono drastiche e questo compare anche nel fumetto e nell'anime, cioè congelare il tuo discepolo perchè frigna è un rimedio drastico...non trovi? XD! E difatti, dopo che fa ste belle cose è necessario che Milo spieghi quello che stava facendo. Ecco il continuo! Un bacio!
Camus: Ciao cara! Personalmente credo che i due caratterini siano in realtà uno solo, visto che Shaka è molto introverso e non fa capire a nessuno che è timido ed anzi  è quello che preferisce non farlo vedere, piuttosto che mostrarsi introversissimo e decisamente poco propenso ai rapporti d'amicizia intensa, per questo io Shaka lo vedo molto passivo, questa non è distinzione solo a livello sessuale, ma anche caratteriale. Un bacio e grazie per la recensione!
BlackVirgo: Ciao! Grazie mille per la recensione. Scoprirai che il mio stile è questo e non ho particolare intenzione di cambiarlo. Se ripeto qualcosa è per sottolinearlo e quindi così, ma grazie per aver detto che l'idea di base è carina. Per quanto riguarda i soprannomi...beh che dire...non  è colpa mia se hanno per davvero certe caratteristiche ed anzichè continuare a nominare il nome, preferisco dare "soprannomi", quale "moro" o cose simili. Per quanto riguarda i nomi della nazionalità...Death è Italiano, quindi...lo chiamo così molto spesso, visto che lo è...di fatto non è un errore. Shaka lo chiamo il "biondino" perchè personalmente mi fa tenerezza: è dolce, anche se non sembra, delicato..mi da l'idea di qualcuno di dolce ed, inoltre, è un ragazzo che pesa 68 chili per 79 centimetri, quindi per essere maschio è basso e magrissimo. Mi spiace moltissimo dirlo, ma temo di non poter accontentare i tuoi gusti per farti piacere la mia storia, ma ti ringrazio per i consigli.
MisiaAmaru: Ciao cara! Grazie mille per la recensione! Per quanto riguarda Shaka Seme, io lo vedo terribilmente uke, in quanto secondo me non ha proprio esperienza, gli da fastidio il contatto fisico, ha poca empatia nei confronti degli altri ed è molto introverso, quindi non riesco a vederlo seme, perchè sono tutte caratteristiche di un uke, ma comunque capisco perfettamente anche il tuo punto di vista sisi! Mu invece secondo me non è dolce come sembra, anzi...è un carattere deciso, orgoglioso e testardo, tipico di un ariete. Se non faccio apparire i Gold Secondari, non riesco a proseguire perchè non riesco a scrivere particolarmente di loro due, questa è la mia prima storia che li riguarda in modo più approfondito. Aiolia non penso che abbia il potere di abbassare la temperatura, cosa che serve per far passare la febbre, infatti Aiolia usa un potere tutto suo e anche Degel è stato usato a suo tempo per abbassare la temperatura corporea di Cardia, anche se pure a quel tempo c'era Regolus! Il motivo che mi ha spinto ad ignorare Aldebaran e Dohko era molto semplice: Aldebaran non sapevo come farlo apparire, visto che non aveva senso alla Sesta Casa, mentre Dohko lo ammetto mi sta ampiamente sulle scatole...diciamo che lo odio!  Grazie mille per i complimenti!
Un grazie a: Aoede, cb4ever, Lady Uruha (Preferiti); cb4ever (Ricordata); Aoede, Koln1750, MaryMari, Sakyura2480, Siberian Wolf, Yami Hihara (Seguita)
  
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