Perdonatemi, sul serio. Non ho resistito e il piccolo James Sirius,
da me soprannominato Jais (Jai per James e la S per Sirius), è una continua fonte d’ispirazione.
Spero che non mi sguinzaglierete contro un Ungaro Spinato per la
sciocchezza che leggerete e che lascerete qualche commentino, anche per
insultarmi solamente.
Spero vi piaccia, anche solo un pochino!
Ps: questo capitolo è dedicato al mio
piccolo cuginetto, che mi ha agghiacciata con la stessa fatidica domanda!
Hope_
Un po’ di confusione
« Teddy? » chiamò il piccolo James Sirius,
di soli cinque anni, picchiettando il piccolo indice sulla gamba del maghetto.
« Mmh? »
fece il ragazzo dai capelli turchesi, senza alzare gli occhi dal suo libro “Storia di Hogwarts”.
« Posso chiederti una cosa? » mormorò
il bambino, saltellando sul posto, impaziente di avere la totale attenzione del
giovane Lupin.
«
Dimmi Jais » si rassegnò il ragazzo,
quando il piccoletto aveva iniziato a fare verso molto convincenti.
«
Tu sei grande e sai tante cose »
«
Grazie nano, ma questa non è una domanda »
Il
bambino parve riflettere un momento sul come porre la sua richiesta, finché
parve prendere una decisione.
« Tu lo sai come si fanno i bambini? »
poteva una semplice domanda far agghiacciare un povero dodicenne metà Lupo
Mannaro?
«
Io… si, credo di si » affermò il poveretto,
maledicendo Harry per averlo abbandonato con il suo primogenito.
« Come credi? O lo sai o non lo sai! »
sbottò James, puntando i piedi e sbuffando.
«
Ecco… i bambini..uhm… » mormorò Lupin, ripensando a
qualche anno prima, quando il suo padrino aveva affrontato lo stesso discorso
con lui.
« Hai presente le api con i fiori? » il bambino fece di sì con la testa « ecco, per fare i
bambini gli adulti devono fare la stessa cosa »
concluse lui, soddisfatto di se stesso e dando dei colpetti in testa al
bambino, congedandolo con la scusa dello studio.
James,
seppur dubbioso, accettò la spiegazione ed uscì fuori
a giocare con Albus e Rose.
« Zio George? » chiamò il piccolo
James Sirius, tirando la manica dal mago con impazienza.
« Ehi James! Cosa ci fai qui dietro? Ti avevo detto di far
casino in negozio! Mi deludi, sai? »
fece in tono grave il gemello Weasley, guardando in nipote con falso
rimprovero.
«
Ma ti devo chiedere una cosa mooolto importante
» insistette il bambino, sfoderando gli stessi occhioni che sua madre rivolgeva
agli zii per ottenere qualcosa.
« Se si tratta di consigli per devastare i tuoi genitori,
sono sempre pronto! » fece fiero lui, buttando in fuori il petto in memoria del tempi lontani, quando con Fred faceva
impazzire la povera Molly.
« No. Non c’entrano mamma e papà… e comunque non mi servono
consigli! » si impuntò Jais, con
sguardo fiero, indicandosi il fondoschiena « l’altro giorno mi sono preso una
sculacciata infinita per aver fatto diventare Albus viola »
« Bravo bimbo! Continua così che farai strada » concordò George, battendo una mano sulla spalla del nipote
e tornando a sistemare il retro del suo negozio.
« Posso chiedertelo? Ti prego, ti prego, ti prego, ti preeeego! » il tono
supplichevole di James Sirius Potter era irresistibile per chiunque. Anche il
fiero ed altezzoso Kingsley era ceduto alle sue moine.
«
Dimmi Jay » si rassegnò il poveretto, abbassandosi al livello del bambino ed
aspettando la fatidica domanda.
« Tu sei grande e sei diventato papà, vero? » chiese il piccolo, con sguardo indagatore.
«
Esattamente »
« Ecco… quindi me lo sai dire come si fanno i bambini? » domandò James, facendo sbiancare improvvisamente il povero
zio. Il suo pallore paragonato al rosso del capelli
aveva un qualcosa di comico. Non aveva pensato a come affrontare un discorso
del genere, visto che Fred aveva solo tre anni.
«
I bambini… uhm… io lo so come si fanno i bambini » borbottava il povero
malcapitato, grattandosi la testa confuso. La sua ultima affermazione suonava
tanto una domanda.
«
Si, ecco… i bambini si formano come le verdure! Hai presente
i cavoli, Jay? Uguale! » affermò l’adulto, soddisfatto
di se stesso, congedando il nipote con la scusa di alcuni conti noiosi da fare.
James,
seppur dubbioso, accettò la spiegazione e tornò in
negozio a giocare con Albus e Rose.
« Zio Charlie? » chiese il piccolo
James Sirius, piazzandosi davanti al mago e puntellando la manina contro la
Gazzetta del Profeta.
«
Si, James? » disse quello,
sbuffando. Conosceva il nipote, e sapeva che non gli avrebbe più dato pace finché
non l’avesse ascoltato.
«
Ecco, tu sei grande » affermò il bambino, girandogli intorno con aria confusa.
«
Si… »
«
E sai tante cose »
«
Così dicono » Charlie gonfiò il petto tutto orgoglioso, aspettandosi degli
elogi da parte del nipote. Magari mirati alla sua passione per i draghi!
« Quindi mi sai dire come si fanno i bambini? » domandò James, sfoderando i suoi occhioni da puffskein coccolone
e congiungendo le manine in preghiera.
Charlie,
con la velocità con cui aveva gonfiato il petto, si sgonfiò e fisso smarrito il
nipote.
Merlino,
non aveva figli e non aveva mai pensato ad una cosa del genere! Come avrebbe
spiegato tutto ad un bambino di soli cinque anni, senza incappare nelle ire
della sorella e del cognato? Ma soprattutto della sorella, maledettamente brava
ad affatturare.
«
Dai zio… dai, dai, dai, dai, dai, dai ,dai » cominciò
a ripetere Jais, saltellando sul posto così velocemente da far quasi venire la
nausea al povero Charlie, già spaventato di suo.
« Ecco… ti ricordi quando sei venuto a vedere i draghi con
me? » chiese lui, prendendola molto alla larga.
« Certo che mi ricordo! Ho tentato di far mangiare Al da
uno di quelli grossi! » esclamò il bambino, fiero di
se stesso ma un po’ dolorante al ricordo della punizione.
« Ecco… ti ricordi quel drago che era salito sopra alla draghessa? » disse il mago,
sperando di riuscire nel suo intento senza la richiesta di particolari.
« Si! Quelli che facevano il trenino! »
trillò il bambino, ricordando un imbarazzatissimo Harry spiegargli quella cosa.
«
Ecco… per fare i bambini i grandi devono fare la stessa cosa » concluse Charlie,
congedando il bambino e dileguandosi velocemente dalla Tana. In caso avesse
detto qualcosa di sbagliato, voleva essere il più lontano possibile da Ginny.
James,
seppur dubbioso, accettò la spiegazione ed uscì nel
cortile della tana per giocare con Albus e Rose.
« Allora, ti hanno spiegato come si fanno i bambini? » chiese la piccola Weasley, alzandosi e togliendosi poco elegantemente
la terra dai pantaloni.
«
Si, me l’hanno spiegato Teddy, zio George e zio Charlie
» disse James, annuendo con se stesso.
«
Si, zio Charlie sa tante cose » concordò Albus,
alzandosi a sua volta e posando il suo secchiello magico dietro di loro. Era capace
di riempirsi autonomamente e di fare enormi castelli di sabbia.
« E quindi? Come facciamo a costruire i bambini di sabbia per il nostro castello? » domandò eccitata la bambina, indicando l’imponente
struttura che troneggiava al centro del trio.
«
Al, tu vai a cercare delle api, Rosie, tu prendi i
cavoli della nonna e dei fiori. Dobbiamo lavorare parecchio per fargli fare un
trenino! »