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Autore: Diana Abigail    14/08/2010    2 recensioni
[La breve seconda vita di Bree Tanner] Non doveva morire, ecco tutto. Anche Bree avrebbe dovuto avere la sua possibilità con Diego, doveva potersi salvare, vivere ancora. La Meyer ha immaginato una brutta fine per lei, perciò ho deciso di cambiarla, riscrivendola. Questa volta, Bree Tanner avrà il suo lieto fine.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Nona classificata al contest "What if - cosa sarebbe successo se..." indetto da Dackota e Faffina nel forum di EFP

Setacciai il prato con lo sguardo. C'erano brandelli di vampiri ovunque e un enorme falò che sfolgorava rovente sotto il cielo assolato. Tra la foschia che incombeva vedevo corpi che brillavano, scintillanti, sfrecciare e abbrancarsi, tra il rumore incessante di vampiri fatti a pezzi...
La breve seconda vita di Bree Tanner - Stephenie Meyer


«Diego! Diego!» urlavo, forse inutilmente. Non riuscivo a vedere i suoi ricci neri. Continuavo a voltarmi a destra e a sinistra, ma di lui neanche l'ombra. Una testa di un neonato, uno del clan di Raoul, cadde ai miei piedi e rimasi pietrificata. Era quella la fine che mi aspettava?
Non volevo combattere, non ne avevo l'intenzione, volevo trovare Diego e correre da Fred, avremmo potuto fondare un nostro clan, in fondo eravamo vampiri più o meno docili.
Corsi al limite della radura, in modo da nascondermi e poter vedere meglio. Dove poteva essere? All'improvviso sentii una scia e il suo odore arrivò a me. Il suo dolce odore riempì le mie narici e mi sentii al settimo cielo: Diego era ancora vivo.
Lo intravidi, stava combattendo con un vampiro dagli occhi gialli, era grosso e faceva davvero paura, per un momento ebbi la sensazione che Diego non ce l'avrebbe fatta.
«Diego! Smettila di combattere!» gridai, conscia del fatto che ogni vampiro lì presente avrebbe sentito la mia supplica.
Diego si distrasse il suo nemico gli staccò un braccio. Le sue urla mi riempirono le orecchie e rimpiansi di non poter più piangere.
Corsi verso il mio amato, pronta a dare la vita, per quanto si potesse chiamare vita, pronta a salvare Diego, l'unico che si era dimostrato umano, capace di provare sentimenti veri e l'unico che si era posto delle domande.
«Aspetta!» gridai al vampiro dai corti capelli neri, a guardarlo di sfuggita mi ricordava tanto un grizzly.
Per tutta risposta lui si avventò contro di me e cercai di difendermi, ma sentii i suoi denti affondare nella mia pelle marmorea.
Come potevo evitare un combattimento?
«Non uccidermi, non voglio combattere.» provai a dire, ad occhi chiusi, cercando di ignorare il dolore che mi pervadeva. Ero sicura che di lì a poco mi avrebbe staccato una gamba.
«Mi credi così stupido, neonata?» mi disse, abbassando però la guardia.
«Lasciaci andare. Ti prego, ti prometto che non ci rivedrai mai più. Spariremo. In Canada, in Europa, vedremo, ma non vi daremo più fastidio. Parlo di me e di Diego, gli altri potete pure ucciderli tutti, non mi interessa. Loro sono animaleschi.» gli dissi, mentre mi ascoltava, fissandomi.
Lo fissai a mia volta, impaurita, avrebbe potuto non credermi e uccidermi in men che non si dica: una morte veloce, una seconda morte.
«Ti prego. Ti do la mia parola.» aggiunsi, piagnucolante. Sembrava una presa in giro, io che pregavo un vampiro dagli occhi gialli a lasciarmi andare.
Io, il suo nemico.
Lui mi prese in braccio e mi scaraventò contro l'albero più vicino, mi diede un'ultima occhiata e sparì in mezzo alla battaglia. Si avventò contro Kevin e gli staccò la testa, buttandola nel fuoco: non saprei dire che cosa lo convinse, ma riuscii a salvarmi.
Non avrei mai pensato che i vampiri fossero compassionevoli, eppure era così, erano più umani loro che alcune persone che conobbi nella mia prima vita. A nessuno era importato di chi fossi e del perché vivessi in strada. Nessuno si era mai preoccupato della mia fame, del mio dolore e della mia solitudine.
Corsi verso Diego che annaspava, cercando di superare il bruciore al braccio e cercando di recuperarlo qualche metro più in là.
«Diego, stai fermo!» gli gridai. Corsi verso il suo braccio e prenderlo mi provocò una sensazione di disperazione, non credevo di amarlo così, eppure ora era l'unica entità con cui avrei voluto passare la mia vita infinita. Sempre se fossimo riusciti a sopravvivere alla battaglia.
Riconsegnai a Diego il suo braccio e scappammo dalla radura, anche in mezzo ai boschi si trovavano vampiri del mio clan combattere contro lupi giganteschi.
Cosa ci facevano dei lupi lì intorno?
Ci fermammo un attimo, abbastanza lontani dai lupi e dai vari combattimenti, dovevamo rimettere a posto quel braccio, prima che fosse troppo tardi.
«Bree, mi potresti aiutare un attimo?» mi chiese Diego, alzando lo sguardo su di me. Annuii e mi fece tenere l'arto, vedere le smorfie di dolore sul suo viso mi distruggeva, ma non potevo fare niente per aiutarlo, così allungai una mano verso il suo viso e lo accarezzai.
«Non so come avrei potuto fare senza di te. Sono contenta che tu non sia morto, sarei rimasta terribilmente sola.» gli dissi, guardandolo con i miei occhi color rubino. C'era già abbastanza morte dentro di me, aggiungerne un'altra non avrebbe giovato alla mia esistenza.
«Ti amo, Bree.» mi disse, con naturalezza.
Qualcosa dentro di me scoppiò, come un fuoco che si accende, e mi sentii felice, felice come non mai. Forse se fossi stata disegnata in un manga, tutto intorno a me avrebbe avuto uno sfondo a cuoricini e una strana vignetta spiritosa.
«Anche io, Diego.» riuscii solo a dire, constatando che il suo braccio era già a posto.
«Il nostro club dei Ninja è ancora valido?» mi chiese, sorridendomi.
Quanto era bello il mio Diego. Mi era mancato, avevo ancora troppe domande da fargli, prima di tutte perché era rimasto tanto tempo con lei, secondo perché non aveva cercato di avvertirmi.
«Certo. Devi ancora farmi vedere il saluto segreto, ricordi? Me ne ha parlato Riley.» gli dissi, sorridendo.
«Più tardi te lo farò vedere. Ora dobbiamo andarcene via da qui oppure ci faremo uccidere. Hai un piano?» mi chiese, iniziando a correre.
Lo inseguii e decisi di usare come piano quello che avevo deciso con Fred. Non ci restavano molte ore, prima che Fred se ne andasse e rimanessimo senza una protezione. Il potere di Fred era potente abbastanza da salvarci la pelle.
Tutto ad un tratto mi bloccai.
L’umana.
«La senti?» gli chiesi, annusando l’aria.
«Bree, non ne vale la pena. Non lasciare che siano i tuoi istinti a comandarti.» mi rispose, prendendomi un braccio.
Le mie pupille si allargarono, la gola iniziò a pulsare e un ringhio mi uscì dal profondo, nonostante tutto le parole di Diego riecheggiavano nella mia mente.
«Bree… Bree, perfavore, controllati…» mi supplicava, parlando piano.
«È così buona, Diego. Non… Non ci riesco.» risposi, scuotendo la testa, rassegnata.
All’improvviso altri due odori ci invasero, facendomi accapponare la pelle, in senso figurato.
«Riley.» disse seriamente Diego.
I miei istinti si calmarono e prese posto la paura dentro di me. Uno era l’odore di Riley, l’altro era il suo odore.
Anche lei c’era.
«Diego. Diego dobbiamo andarcene!» gridai.
La discrezione non era il mio forte neanche prima.
«Bree non devi farti prendere dal panico. Sono vicino alla ragazza, non baderanno a noi.» mi disse, prendendomi dalle spalle.
Lo abbracciai, incapace di dire o fare altro. Volevo solamente raggiungere Fred e andarmene il più velocemente possibile.
«Dobbiamo arrivare in Canada prima che sia troppo tardi, o Fred non ci aspetterà.» gli dissi, allontanandomi da lui ed agitandomi.
«Fred? Cosa c’entra Fred?» mi chiese, confuso.
Era ora di parlargli del piano, ma il posto non andava bene.
«Te ne parlerò più tardi. L’unica cosa che ti serve sapere è che dobbiamo andare in Canada. Ora sbrighiamoci o il bruciore mi ucciderà.» dissi, prima di iniziare a correre il più velocemente possibile.
Incontrammo qua e là pezzi di vampiro, ci raggiunse anche l’odore acre dei lupi, ma ci allontanammo in fretta dalla cruenta battaglia.
Quando fummo abbastanza lontani mi fermai, parecchio vicina al confine.
«Hai intenzione di parlarmi del piano?» mi chiese Diego, fermandosi anche lui.
«Si, esatto. Il piano è molto semplice: Fred mi ha dato ventiquattro ore di tempo per raggiungerlo in Canada e scappare con lui, dopodiché…» dissi, prima che Diego mi bloccasse.
«Fred ti ha detto di scappare con lui?» chiese, con le sopracciglia alzate. La sua espressione cambiò, sembrava quasi adirato.
«Cosa c’è di strano?» gli chiesi, confusa. Non capivo dove volesse andare a parare.
«Sei proprio ingenua Bree. È successo qualcosa tra te e Fred che io dovrei sapere?» mi chiese, rendendomi ancora più confusa.
Un lampo, però, mi colpì e capii il senso delle sue parole. Mi stava chiedendo se era successo qualcosa di amoroso tra me e Fred.
«Ma come ti viene in mente? Non è successo nulla tra me e Fred. E tu? Hai fatto qualcosa con lei?» chiesi, incrociando le braccia al petto.
Diego scoppiò a ridere e io mi innervosii: lui poteva fare certe domande e io no?
«Perché ridi?» chiesi ancora, ricevendo in cambio un abbraccio.
«Mi sei davvero mancata, Bree. Come il sole a mezzanotte.» mi disse, sussurrandomelo all’orecchio.
«Detto da un vampiro è piuttosto offensivo.» constatai, sorridendo.
Mi baciò, con trasporto devo ammettere, e tutto intorno a me si annullò. Diego era l’unica cosa che volevo e che mi serviva. Tutto il resto non contava più niente, ormai.
«Lo vuoi vedere il saluto del club dei ninja?» mi chiese, allontanandosi da me e guardandomi con un’aria divertita.
«Non aspettavo altro.» commentai, ironica.
Mi prese la mano e fece un movimento piuttosto complicato che non sarei riuscita a copiare neanche con tutto l’impegno.
«Non potevi trovare qualcosa di più semplice?» chiesi, una volta ch’ebbe finito.
«Non mi dire così. Speravo ti piacesse.» mi disse, un po’ deluso.
Scoppiai a ridere, sperando di alleviare un po’ il suo dispiacere, ma lui parve ancora più offeso.
«Diciamo che potrebbe piacermi solo ad una condizione.» gli dissi, maliziosa.
«Stai cercando di ricattarmi, Bree Tanner?» mi chiese, incrociando le braccia al petto.
Non c’era dubbio: lo adoravo.
«Una cosa del genere. Prometti che ti metterai d’impegno e cercherai di insegnarmelo. Dovrai stare con me tutto il tempo necessario affinché io lo impari.» gli dissi, con un tono molto professionale che scaturì la sua ilarità.
«Starò con te tutto il tempo che vorrai, Bree. Appartengo solo a te, ormai.» disse, guardandomi con un’aria molto infelice.
Avevamo perso tutto, compresi noi stessi.
«Ed io appartengo a te. È una bella condizione, non credi?» gli chiesi sorridendo e avvicinandomi a lui.
Mi prese tra le sue braccia e appoggiò le sue labbra sulle mie.
«Lo so che sono ripetitivo, ma ti amo Bree.» mi disse, baciandomi la punta del naso.
Lo strinsi a me, ero contenta di non essere sola, anche se in ogni caso ci sarebbe stato Fred.
«Andiamo, dai.» mi disse, prendendomi per mano.
In poche ore raggiungemmo Fred, accorgersi di lui non fu così difficile.
«Siete arrivati, stavo per andarmene.» ci disse Fred, avvicinandosi.
Per Diego era la prima volta, non aveva mai visto Fred in faccia, o meglio, Fred non si era mai fatto vedere.
«Grazie Fred per quello che sei disposto a fare. Sapevo che non eravamo gli unici ad essersi opposti a Riley.» gli disse Diego, io annuii convinta.
«Non mi è mai piaciuto, Riley. Sono contento di aver ricevuto il dono, perlomeno mi ha concesso di liberarmi da una pessima seconda vita.» disse, Fred, serio.
Eravamo praticamente salvi. Salvi da Riley e da lei, pronti per vivere una nuova esistenza.



Ecco una nuova fanfiction su Twilight. E' così che avrei voluto che finisse il libro, ma ovviamente non era possibile :)

Erika

   
 
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