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Autore: Cruel Angel    14/08/2010    5 recensioni
“Non ti preoccupare, Severus, non ti succederà nulla” gli disse con voce rassicurante. L’altro annuì senza convinzione. Silente gli sorrise e si girò. La professoressa McGranitt si sedette su una poltrona vicino al camino, come se non fosse successo niente. Sentirono delle voci concitate e dei passi avvicinarsi velocemente. Piton si aggrappò al braccio di Silente, sussurrandogli con voce tremante: “Non voglio tornare ad Azkaban” “E non ci tornerai, Severus” gli rispose serio l’altro. Gli Auror irruppero nella stanza, si guardarono attorno e si diressero subito verso l’ex-mangiamorte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole stava tramontando oltre le sponde del Lago Nero, riflettendo i suoi ultimi raggi sulla superficie ferma e tra le fronde degli alberi della Foresta Proibita, regalando un’atmosfera surreale. La fioca luce entrava nello studio dando un color oro e arancio a tutti i particolari oggettini disposti sul tavolo, donando un’atmosfera tranquilla alla stanza. In quel momento il Preside stava discorrendo piacevolmente con la professoressa di Trasfigurazione, mentre giocavano ad un’agguerrita partita di scacchi.

“Cavallo in F3”. La pedina nera si mosse nella casella indicata e distrusse  un alfiere che tentò di difendersi invano.

“Bella mossa, mia cara” esclamò il Preside, battendosi una mano sul ginocchio e Minerva sorrise compiaciuta.

“E allora io…” continuò, ma si dovette fermare sentendo dei passi affrettati  salire le scale oltre la porta della studio. Entrambi si alzarono per vedere chi sarebbe entrato. Una frazione di secondo dopo una figura nera sbatté la porta con violenza, catapultandosi letteralmente nello studio. Si girò ansante e con un balzo si buttò fra le braccia di Silente. I due si guardarono allibiti da quel comportamento. Certo non era da lui.

“Severus” esclamò il Preside, stringendolo a sé, cercando di rassicurarlo “Che cosa è successo?” continuò pacato.

“Loro, stanno arrivando” rispose con voce rotta, sperando che il Preside capisse subito.

“Loro chi, Severus?” chiese preoccupato allontanandolo quel poco per guardarlo negli occhi.

“Loro… gli Auror” rispose agitato l’altro, mentre la voce diventava sempre più un sussurro roco.

“E perché sono venuti?” chiese seccata la professoressa.

“Per prendermi, per portarmi ad Azkaban!” esclamò l’uomo, mentre gli occhi diventavano lucidi. Silente lo prese per le spalle.

“Non succederà, Severus. Te lo prometto, ma ora calmati” cercò di tranquillizzarlo l’anziano Preside “Ora,  per favore, mettiti vicino al quadro del Preside Dippett, dietro alla mia scrivania e Minerva potresti essere così gentile da procurare una sedia per il nostro collega?” Minerva annuì seria e fece comparire una poltrona piuttosto rigida. Piton si era seduto dietro la scrivania e fissava la porta tremando. Silente se ne accorse  e gli si avvicinò.

“Non ti preoccupare, Severus, non ti succederà nulla” gli disse con voce rassicurante. L’altro annuì senza convinzione. Silente gli sorrise e si girò. La professoressa McGranitt si sedette su una poltrona vicino al camino, come se non fosse successo niente. Sentirono delle voci concitate e dei passi  avvicinarsi velocemente. Piton si aggrappò al braccio di Silente, sussurrandogli con voce tremante:

“Non voglio tornare ad Azkaban”

“E non ci tornerai, Severus” gli rispose serio l’altro. Gli Auror irruppero nella stanza, si guardarono attorno e si diressero subito verso l’ex-mangiamorte. Silente li fermò con gesto della mano, sapeva come farsi rispettare. Dietro l’insegnante di Pozioni per poco non cadde dalla sedia per lo spavento.

“Miei cari signori, non è educato entrare in una stanza a questo modo senza prima spiegare una valida motivazione di questo gesto” disse pacato il Preside. Un’Auror si degnò di spiegargli:

“Silente mi dispiace, ma dobbiamo portare via Severus Piton”. Quest’ultimo soffocò a stento un gemito.

“E posso sapere perché?” chiese gentile il Preside.

“Lo sai bene perché, Albus. E’ un mangiamorte” l’aggredì un altro Auror.

“Mi sembra di aver già discusso di questo” rispose serio.

“Abbiamo l’ordine preciso del Ministero di catturare il Mangiamorte Severus Piton. Quindi fatti da parte e lasciaci svolgere il nostro lavoro”. Piton continuava a spostare nervosamente lo sguardo dal Preside alla porta, come calcolando in quanto tempo poteva fuggire. Minerva nel frattempo si era alzata dalla poltrona e si era spostata lentamente davanti al professore di Pozioni e aveva avvicinato la mano al mantello, avendo già capito le intenzioni degli Auror.

“Oh, lo farei volentieri, ma avete preso la persona sbagliata” rispose con un sorriso Silente. Gli Auror sfoderarono le bacchette minacciosamente.

“Non costringermi ad usarla, Albus” minacciò ancora l’auror. Dietro Minerva rise silenziosamente Sfacciati.

“Posate le bacchette” avvisò Silente, senza nessun sorriso.

“Ci hai costretti”    

“Stupeficium!” esclamarono all’unisono tre auror. Silente non si mosse né tentò di prendere la bacchetta e Piton stava per estrarre la sua, ma fu preceduto dalla Vicepreside che trasfigurò i tre incantesimi in un delizioso colibrì a pochi centimetri dal viso del Preside.

“Grazie, Minerva. Ottimi riflessi”. Piton si era alzato tenendo le mani sui braccioli della sedia, come pietrificato.

“Lo dico per voi, tornate indietro e spiegherò tutto io al Ministro” avvisò per l’ultima volta.

“Expelliarmus!” urlò un’auror più giovane, evidentemente preso dall’eccitazione della prima missione. L’incantesimo deviò verso il pavimento e rimbalzò come una pallina da tennis fino ai piedi di Silente. Rimasero tutti in silenzio. Nessuno dei tre professori  si era mosso, ma qualcuno era riuscito a deviare l’incantesimo senza muoversi. Il preside estrasse la bacchetta insieme a Minerva. Piton mise mano al mantello, ma fu fermato con un gesto della Vicepreside.  Sulla stanza calò un silenzio tombale, rotto dall’esclamazione di un auror:

“Non vorrete battervi solo voi due contro noi sette?!?”. Di nuovo silenzio.

“Rischierei di farlo, se non ve ne andrete e lascerete stare Severus” rispose l’altro, ma con in mano la bacchetta.

“Non dire sciocchezze, Albus!” esclamò lo stesso Auror “Siete solo in due”. Era evidente che avevano paura, ma non volevano darlo a vedere. Volevano convincere il potente mago e non passare ad un duello, sapendo che sarebbero stati sconfitti.

“Sai, a volte il numero non conta. E questo è uno di quei momenti” ribadì gelida la professoressa. Aveva ragione. I due maghi più potenti, oltre a Lord Voldemort, erano fianco a fianco contro sette Auror che avevano appena completato il loro corso per diventare ciò che erano.

“Non c’è bisogno di essere così modesta, Minerva”  rise un’Auror.

“Adesso basta!” esclamò a voce troppo alta l’Auror più anziano, evidentemente offeso da quella constatazione veritiera. Non fecero in tempo ad alzare le bacchette che quattro di loro furono disarmati dalla donna, mentre i tre restanti furono lasciati a guardarsi in faccia sbalorditi.

“Non puoi opporti al volere del Ministero” sibilò a denti stretti uno dei quattro Auror disarmati.

“Io non mi oppongo al volere del Ministero, ma ad una sua decisione” rispose fermo il mago più anziano. Calò di nuovo il silenzio.

“Molto bene, Albus” decise infine l’Auror più anziano, evidentemente il capo.

“Hai preso la tua posizione, riferiremo tutto al Ministero”. Silente fece un cenno con la testa alla strega di fianco a lui. La donna restituì le bacchette con un gesto e si limitò a guardarli sdegnata, evidentemente non contenta della decisione del Preside. Gli Auror presero le bacchette bruschi e se ne andarono parlando animatamente dell’accaduto. Uscirono tutti, solo uno rimase sulla soglia. Li squadrò tutti e tre e disse con estrema lentezza fissando lo sguardo sul Preside:

“Stai attento, Albus. Sei potente, ma tutto ha un prezzo” detto questo si girò e sbatté violentemente la porta dietro di sé. I tre rimasero un attimo fermi, ma si ripresero quasi subito. Silente si girò verso Severus, che sembrava pietrificato sulla sedia fissando con i muscoli tesi la porta, come se gli Auror potessero ricomparire da un momento all’altro. Silente si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla, distraendolo dai suoi pensieri.

“Stai bene?” gli chiese gentile, sorridendogli. L’uomo annuì senza troppa convinzione, come se si fosse risvegliato da un brutto sogno. Minerva si addolcì un poco e si avvicinò anche lei.

“Vedrai, non torneranno per un bel po’ ” esclamò con un mezzo sorriso. Piton si alzò, si sistemò il vestito e si diresse verso la porta silenziosamente. Appoggiò la mano sulla maniglia, aprì un paio di volte la bocca richiudendola e alla fine sussurrò:

“Grazie”.

Le due figure gli sorrisero e per la prima volta Severus vide qualcuno che non lo disprezzava. Una lacrima gli scivolò dagli occhi e si girò, percorrendo velocemente le scale. Silente si girò verso la donna e le si avvicinò. Le prese le mani con dolcezza e le sussurrò all’orecchio:

“Sono sicuro di poterti battere a scacchi”. Minerva rise divertita, una risata piccola ed educata, ma sincera.

“Non credo proprio” rispose maliziosa sedendosi in una delle due poltrone davanti al camino. Silente la imitò, ma invece che guardare la scacchiera continuava a spostare lo sguardo. Minerva, parecchio indignata da quel comportamento, esclamò:

“Be’, che cosa stai guardando? Immagino che tu conosca il tuo studio”. Silente posò lo sguardo su di lei e le sorrise dolce.

“Certo che conosco il mio studio. Ciò che attirava la mia attenzione” disse indicando dietro le spalle della professoressa, che si girò “E’ il nuovo amico di Fanny”. Infatti un delizioso e familiare colibrì svolazzava intorno alla fenice che emetteva piccoli versi, evidentemente divertita dal piccolo volatile. Minerva rise di nuovo e Silente non poté che imitarla.

 

Piccola (si fa per dire) fan fiction da un capitolo. Spero di avervi fatto passare del tempo piacevole. Voglio assolutamente ringraziare chiunque abbia  aperto questa storia e letta fino alla fine…e ringrazio in anticipo chiunque l’abbia messa tra i preferiti e chi tra i seguiti. Ah, e poi una cosa…

GRAZIE SEVY!

   
 
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