15/08/2010
5 recensioniShinsekai ~ Eustass Captain Kidd
Nonostante quel maledetto arcipelago fosse ormai lontano, e quindi di conseguenza avessero finalmente terminato di arrancare sul tappeto di viscide radici come scimmie ubriache, Eustass Kidd seguitava a osservare quella linea sottile all’orizzonte, dove poco prima era sparito quel luogo di follie, come se fosse ancora ben visibile, stagliato contro il cielo turchino.
Dopo l’esecuzione di Portgàs D. Ace e le immagini di Marineford, pochi li avevano seguiti per mare: quel bastardo doppiogiochista di X Drake se ne stava ancora in ammollo nella Zona Senza Legge, mentre tutte le altre Supernovae erano scomparse.
O perlomeno quasi tutte.
Stringendo lo sguardo all’orizzonte, Kidd ripensò alle ultime parole che quell’avanzo di mare gli aveva rivolto, prima di sparire con tutta la sua ciurma di pagliacci.
« Se lo uccidessero non sarebbe leale. Ed io non mi divertirei ».
Un tono strascicato e sottile, parole carezzate da un ghigno che gli deformava la faccia, senza estendersi agli occhi ferrigni e scavati, perennemente statici.
Era un po’ come se ci fossero due anime a contendersi quel volto, che si perdeva tra ombre e allegria oscena senza che una delle due prendesse il sopravvento a inquadrarlo in qualche modo.
Fottutamente inquietante.
Aveva sempre pensato che i suoi modi da subdolo serpente, associati alla sua impertinente condotta, fossero due motivi più che sufficienti per fargli provare un vago senso di prepotente disgusto per lui e tutta la sua banda. E la sua seppur giusta considerazione, rendeva ancora più fastidioso il comportamento da leale pirata dei suoi stivali che Law aveva deciso di parodiare durante la guerra di Marineford.
Non che a lui fregasse un accidente di quello stupido chirurgo, fosse chiaro.
Tuttavia non c’era nulla di coerente nelle sue azioni e ciò lo disturbava enormemente.
«Kira, abbiamo notizie di tutti quegli altri novellini?» Grugnì, girandosi verso il suo secondo.
L’uomo mascherato fece un passo avanti, scuotendo il capo «Le uniche notizie certe che alcuni hanno attraversato la Red Line come noi, ma non sappiamo di preciso chi siano».
Kidd tornò a fissare il mare tranquillo, mentre un lento ghigno si disegnava sulle labbra colorate di rosso cupo: probabilmente sarebbero morti tutti, attanagliati dalle soffocanti acque di quel luogo infernale, prima ancora che i grandi cambiamenti derivati dalla Guerra irrompessero a sfasciare vecchi equilibri; oppure avrebbero capito, una volta per tutte, che quel mare non era roba da tutti.
Ogni onda sembrava sussurrare di misteri indicibili, nascosti tra le maglie dei fondali oscuri, invischiati nel sangue di un mondo selvaggio.
Quello era un luogo fatto apposta per lui: violento, pericoloso, esagerato – estremo, estremo e impegnativo, tanto da costringerlo a utilizzare ogni goccia di se stesso, solo per sopravvivere.
Il Nuovo Mondo non era un posto per indolenti piratuncoli senza sogni.
Senza un sogno era osceno persino pronunciarla, la parola “Shinsekai”.
Ora si chiedeva se tutti quei bastardi, pirati come lui partiti da chissà dove, chissà quando – alla ricerca di un tesoro che faceva tremare i polsi – sarebbero sopravvissuti per incontrarlo di nuovo, ai primordi della Nuova Era.
Uno sguardo che sembrava fatto di silenzio affiorò tra le maglie dei suoi pensieri, liberando rivoli di eccitazione che gli s’infilarono sotto la pelle, fino ad attaccare le ossa.
Forse sì.
Forse, tutto sommato, c’era gente pronta per quel mare, pronta come lui e per lui.
Quello squilibrato di Mugiwara e la sua irritante schiettezza sembrava uno di quelli, per esempio, così come Bandiera Rossa e il Monaco Pazzo.
E poi c’era lui.
Uno stupido chirurgo che aveva deciso di buttarsi impudentemente nella mischia, solo per un effimero e seccante ideale come la lealtà, perdendo l’occasione di prendere il largo approfittando del caos provocato dalla guerra. E che ancora non si faceva rintracciare, nascosto chissà dove.
Ma, dopotutto, non erano un po’ tutti molesti gli ideali dei Pirati?
Un tempo, un uomo era morto per quello stupido ideale chiamato Libertà e ancora tutti loro lo inseguivano scioccamente, come pervertiti attaccati alle sottane di una bellissima e impietosa donna.
In fondo, pensò di poter sopportare – ancora per qualche tempo – lo sconsiderato comportamento di Trafalgar Law e le sue manie da bastardo sognatore.
In cambio di vederlo, un giorno, soccombere al proprio potere, esalando l’ultimo respiro alle sue orecchie eccitate.
Allora – solo allora – avrebbe gustato tutta la passione che quel mare disumano era in grado di offrirgli.
N/A
No, vabbè, questa roba è illeggibile.
Facciamo finta che ci sia la parolina “nonsense”, così posso vagamente salvare questo scritto da una brutta fine.
Diciamo che doveva essere diverso, diciamo che io non sono per niente sicura di poter gestire quei due, diciamo che mi piacerebbe e vorrei impararlo.
Nel frattempo vi sorbite i miei esperimenti. XD
Questa era nata come una cosa totalmente differente – come al solito – con un prompt particolare, ma non mi è riuscito. Ora però nata un’altra idea, purtroppo per voi.
Per ora è una One Shot, ma ho idea che la cosa si allungherà un poco. Mmh, vedremo.
Doveva essere più KiddLaw che introspettiva e più pucci che nonsense, ma ormai è fatta.
Nonostante io sappia che farò una bruttissima fine, la dedico a Sorella Erba ♥: so che mi avevi chiesto di loro, però non avevi specificato che doveva essere una cosa decente ù_ù
Giuro che mi faccio perdonare!
Intanto ricordo che si rifà alla Saga di Marineford, subito dopo la guerra e quando Law è dalle Kuja, mentre Kidd è già salpato per il Nuovo Mondo.
Non è colpa mia se i miei neuroni lessati, alla dicitura “Nuovo Mondo”, pensano subito a introspezioneseghementaliproblemi. ò_ò
Ah già: “Shinsekai” significa “Nuovo Mondo” in giapponese ed è il nome originale della seconda parte della Grand Line.