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Autore: Shadowolf    16/08/2010    2 recensioni
"Stavolta l’ha fatto incazzare sul serio. Lo sa, e in cuor suo gli dà anche ragione. È stato uno stronzo, né più né meno, e poco importa ora se tutte quelle cose non le pensa sul serio. Fatto sta che gliele ha dette." - STORYLINE!
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tomorrow There'll Be Sunshine And All This Darkness Past'
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Stavolta l’ha fatto incazzare sul serio. Lo sa, e in cuor suo gli dà anche ragione. È stato uno stronzo, né più né meno, e poco importa ora se tutte quelle cose non le pensa sul serio. Fatto sta che gliele ha dette. Peggio, gliele ha sputate addosso come fossero proiettili. E l’ha fatto tramite telefono. Cosa che odia, tra l’altro, preferisce dire in faccia la verità. O una bugia. Non fa molta differenza, alla fin fine. Sta di fatto che da quando l’altro gli ha appeso il telefono in faccia non ha più avuto il coraggio di richiamarlo, anche se sa perfettamente che avrebbe dovuto. È stato lì due giorni a pensarci su, e poi ha deciso che ne aveva semplicemente abbastanza dei telefoni. Si era fatto trovare un posto su un aereo ed era partito. Senza dire niente a nessuno.
- Drive. I’ll tell you the address in a moment.
Ovviamente piove. E come non potrebbe? In questa dannata città piove sempre. Si cerca nelle tasche, trova il bigliettino con il suo indirizzo, lo porge al tassista che parte sgommando sulla strada bagnata. Guarda fuori dal finestrino e sospira. Non ha un piano, non sa cosa farà quando arriverà a destinazione. Non sa come convincerlo a perdonarlo. Non sa nemmeno se gli aprirà la porta di casa.
Poi all’improvviso gli torna in mente una canzone, e sa che è la sua unica chance di vittoria. Prende il telefono e chiama il suo numero, sperando che risponda. Due, tre, quattro tentativi. Niente. Allora prova al fisso. Risponde dopo due squilli.
- Hello?
Comincia a cantare, dolce e piano, sillabando ogni singola parola. 

Every now and then I get a little bit lonely
And you're never coming around
Every now and then I get a little bit tired
Of listening to the sound of my tears
Every now and then I get a little bit nervous
That the best of all the years have gone by
Every now and then I get a little bit terrified
And then I see the look in your eyes
Turn around bright eyes
Every now and then I fall apart
Turn around bright eyes
Every now and then I fall apart 

Avrebbe tutte le ragioni per farlo. Per dirgli di andare a farsi fottere. Soprattutto dopo che gli ha praticamente detto che non ne può più di lui e della sua gelosia. Detto così suona male, in realtà è stato peggio. Il fatto è che gli manca così tanto che gli risulta inammissibile provare qualcosa di così doloroso all’altezza del petto. E lui non è proprio il tipo che cade in trappole del genere. È lui quello che sceglie cosa e come provare, non gli altri. Almeno, era così prima che tutto questo cominciasse. È per questo che ha cominciato ad attaccarlo, con le parole, per non dovere ammettere che stava letteralmente impazzendo dal non averlo lì con sé. Perché quando qualcosa gli va storto, o semplicemente si sente un po’ giù, ora sua moglie non riesce più a farlo stare meglio, ora ha bisogno di lui, del suo sorriso, delle sue mani tra i propri capelli.

 And I need you now tonight
And I need you more than ever
And if you'll only hold me tight
We'll be holding on forever
And we'll only be making it right
‘Cause we'll never be wrong together
We can take it to the end of the line
Your love is like a shadow on me all of the time
I don't know what to do and I'm always in the dark
We're living in a powder keg and giving off sparks
I really need you tonight
Forever's gonna start tonight

Bip. Bip. Bip. Si allontana il telefono dalla guancia, lo fissa. Il display recita: “Chiamata terminata”. Sospira. Avrebbe dovuto saperlo, era già tanto se l’aveva fatto arrivare fino alla fine del ritornello. È scoraggiato, non sa che altro tentare. Poi la voce del tassista lo richiama per un attimo alla realtà.
- Bad flight?
- What?
- I said, bad flight?
- Oh. No, not at all. Bad day.
- I’ve heard…
- Oh.
Sospira e ricomincia a guardare fuori dal finestrino, i tipici palazzi inglesi che sfrecciano sotto I suoi occhi gli danno un senso di claustrofobia che sa non appartenere agli edifici ma a sé stesso. Potrebbe mettersi a piangere incollato alla sua porta, bussando e bussando finché non la apra, anche solo per dirgli di andarsene a fanculo. Almeno vedrebbe la sua faccia per qualche istante. Ma probabilmente non gli concederà neanche quello.
- If I may say a word, fights between boyfriends happen, it’s… you know, life.
- I… I’m sorry, boyfriends?
- I mean… That was your girl, the one who you were singing to, wasn’t she?
- My g-…? Oh, yeah, my girl, right…
- Well then, if you’ve made all your way to London just to say “I love you” to her, don’t let her interrupt you, call her back!
- Should… Should I?
- Of course! Doesn’t matter what you’ve done to upset her, you’re here now, do something about it! We’re heading to her home, right?
- Right… Tell you what, you sold me, I’ll call back.
Prende il telefono e ricompone il numero.

Quando ha sentito la sua voce, così all’improvviso, avrebbe voluto dirgli che lo amava, che aveva dimenticato tutte quelle cose che gli aveva urlato contro l’ultima volta, che aveva capito, alla fine, perché lo avesse fatto. Ma la voce gli è morta in gola al solo sentirlo cantare quelle parole, e così se n’è rimasto in silenzio, incapace di fare altro, almeno finché non è venuta fuori la parola “forever”. A quel punto tutta la rabbia che aveva accumulato da quel giorno gli è uscita fuori tutta d’un botto, e c’è mancato poco che non lo mandasse al diavolo, definitivamente. Perché alla fine dei conti era stato quello il nocciolo di tutta la faccenda, un “per sempre” comune a cui sapeva perfettamente che anche lui aspirava, in cuor suo, ma che gli aveva più volte fatto capire che non sarebbe mai stato possibile, almeno nelle condizioni attuali. Ama ancora sua moglie, davvero, e lui non può farci niente, non è così meschino da chiedergli di lasciarla per continuare a stare con lui. Anche perché non è neanche tanto convinto di chi sceglierebbe, se messo alle strette. E d’altronde l’aveva saputo fin dall’inizio, che la loro storia sarebbe stata destinata a rimanere tra le pieghe di un copione, nei trailer, nei backstage delle interviste, nelle camere d’albergo. Lo sapeva e l’aveva accettato, per amore. Ma sentirsi rinfacciare tutta la faccenda, con rabbia, be’, quella era un’altra cosa. Gli era caduto il telefono di mano, e non aveva poi avuto il coraggio di richiamarlo. Se n’era rimasto lì a fissare l’apparecchio per un sacco di tempo prima di alzarsi dalla sedia sulla quale si era lasciato cadere e andarsi a fare una doccia. E ora lui lo chiama e gli dice che il “Per sempre” comincia stasera. Stronzate. Solo una canzone che gli è venuta in mente, come se non lo conoscesse. Già, intanto ci stava cascando ancora.
Il telefono riprende a suonare. È intenzionato a non rispondere. Se ne sta lì in piedi vicino alla postazione del cordless e lo lascia suonare. Fottiti, Rob, ne ho abbastanza di questa vita. Ti amo, ma forse posso imparare a far finta che niente tra di noi sia mai successo, che... Si interrompe perché la sua voce riempie di nuovo la stanza. Ovvio, il suo telefono di casa è provvisto di segreteria telefonica. Se non risponde, dopo un tot di squilli parte in automatico. Idiota, idiota, idiota, id-

Once upon a time I was falling in love
But now I'm only falling apart
There's nothing I can do
A total eclipse of the heart 

Se la prima volta è riuscito a resistere, stavolta non può nulla contro sé stesso. Si trascina lentamente verso la parete più vicina, ci si appoggia e lentamente si lascia scivolare lungo il muro, finendo con il culo per terra nel giro di qualche secondo. Comincia a piangere in silenzio, le ginocchia raccolte vicino al petto, la testa nascosta. Si dice che avrebbe dovuto staccare il telefono. Si risponde che l’avrebbe fatto, se solo avesse davvero voluto essere lasciato in pace. ‘Fanculo, Robert, sono solo il tuo giocattolo, tu te ne stai lì dall’altra parte del mondo a fare la tua vita e ti ricordi di me solo quando non ti basta e ne vuoi di più... 

Once upon a time there was light in my life
Now there's only love in the dark
Nothing I can say
A total eclipse of the heart

Lo spazio a disposizione della segreteria termina, e lui se ne rimane lì seduto per terra, a piangere.

Tre bip veloci, capisce che non è stato lui a mettere giù. Ricompone per la terza volta il numero, frenetico, sa che ormai l’ha in pugno. Ha provato ad ignorarlo e non c’è riuscito. La segreteria ha fatto il resto. Deve di nuovo attendere che parta la voce registrata per ricominciare a cantare. Che stai facendo, Jude? Dove sei? Seduto da qualche parte ad ascoltare la mia voce, incapace di muoverti? Sei ancora incazzato con me? Vuoi ancora mandarmi a fanculo? O non sai che cazzo fare? Perché in quest’ultimo caso, beh, siamo in due. Di nuovo.

 Every now and then I know
You'll never be the boy you always wanted to be
Turn around, every now and then I know
You'll always be the only boy who wanted me the way that I am 

- Sir?
La voce del taxista lo richiama per un attimo alla realtà, costringendolo a riagganciare per l’ennesima volta.
- Yes, what’s the matter?
- Road is closed, sir. They’re fixing it.
- So what?
- Well, there’s another way to get there, but it’s far too long, I’d say it’d be better if you walked instead. It’s like ten minutes, more or less.
- Oh, I see. It’s easy? I don’t wanna get lost, y’know.
- Absolutely. I’ll show you.
Accosta e gli fa cenno di scendere, lui lo segue. L’uomo punta la strada davanti a loro con il dito e parla.
- Go ahead till the end of this one, than turn right, straight for 300 feet and then the alley on the right, and there you are. Simple enough?
Fa un rapido calcolo e decide che è fattibile.
- Two times right, yep. I got it. I think I can do it. How much for the ride?
Recupera lo zaino, paga e comincia a camminare, la pioggia che gli inzuppa tutti i vestiti. Ma non gli importa, tutto gli sembra lontano anni luce ora che si sta avvicinando al suo obiettivo, e sente il cuore galoppargli in petto. Si tasta la giacca alla ricerca del telefonino, lo prende e chiama. Ancora dieci squilli, la voce registrata, e poi ricomincia a cantare. 

Turn around, every now and then I know
There's no one in the universe as magical and wondrous as you
Turn around, every now and then I know
There's nothing any better and there's nothing I just wouldn't do
Turn around, bright eyes, every now and then I fall apart
Turn around, bright eyes, every now and then I fall apart 

Corre più veloce che può, giunge a destinazione in poco più di tre minuti, bagnato fradicio. Sale i gradini che precedono la porta e bussa, a corto di fiato, il telefono ancora in mano.

Sta lì e lo sente cantare ancora, e ancora. Anche se alla fine gli è sembrato un po’ affannato, come se stesse correndo. Sì, l’ha notato. È impossibile che non noti il seppur minimo cambiamento in lui. Ormai lo conosce talmente bene che gli viene spontaneo. Che cosa vuoi da me? Spiegamelo, per favore, perché ogni risposta che mi do non sembra abbastanza. Dimmelo, ed io mi regolo. Davvero. Ma se prima mi tratti come sia una pezza e poi mi canti queste cose... Non riesco ad andare avanti, non in questo modo. Fammi capire, ti pre-
Viene interrotto dal suono di qualcuno che bussa alla porta. Getta uno sguardo all’orologio sulla parete, sono le undici di sera passate. Si chiede chi possa essere, poi gli viene in mente che potrebbe essere Ewan. È vero, l’ha chiamato nel pomeriggio per chiedergli se voleva passare la serata insieme, ma lui gli aveva risposto che aveva un impegno con il regista del suo prossimo film. Magari ora ha finito ed è passato a dare un’occhiata. Avrà intuito che c’è qualcosa che non va. Si alza in piedi, a fatica, e raggiunge la porta, asciugandosi distrattamente le lacrime sulla faccia e sospirando, dopodiché abbassa la maniglia ed apre.
- Oh, Ew-

Gli occhi rossi, la faccia bagnata, le piccole gocce sulla sua maglietta. Lo sguardo attonito quando incrocia il suo. E lui che sorride piano, riporta il telefono alla bocca e ricomincia piano a cantare, guardandolo dritto negli occhi.

 And I need you now tonight
And I need you more than ever
And if you'll only hold me tight
We'll be holding on forever
And we'll only be making it right
Cause we'll never be wrong together
We can take it to the end of the line
Your love is like a shadow on me all of the time

Le lacrime cominciano a rispuntargli quasi immediatamente, e non sa più se è per la sorpresa di vederselo tutto ad un tratto di fronte o se perché sta cantando quella canzone sillabando ogni lettera, come se quelle parole le intendesse tutte quante, dalla prima all’ultima. Rimane lì incantato, a piangere, i propri occhi completamente persi nei suoi.

A poco a poco si avvicina a lui, entra dentro casa sua e chiude la porta con un piede. Lui non si muove, non indietreggia, non fa il benché minimo movimento. Sta solo lì a guardarlo. Gli va vicino, raggiunge il suo orecchio con le labbra e gli sussurra piano la fine della canzone.

 I don't know what to do, I'm always in the dark
We're living in a powder keg and giving off sparks
I really need you tonight
Forever's gonna start tonight 

- I’m sorry, I was being a real jerk, those words… I didn’t mean any of ‘em.
Chiude gli occhi, respira il suo odore. Rimane in attesa di una risposta. Non tarda ad arrivare.
- I know.
Sorride sulla sua pelle, gli lascia un bacio veloce sulla guancia, per vedere la reazione.
- We ain’t done, are we?
Scruta i suoi occhi smerigliati striati di lacrime, sorride leggermente, in attesa della sentenza. 

Una parte piccolissima di sé è ancora là che grida di mandarlo a quel paese, definitivamente. Non deve far molto per ignorarla. Gli ha chiesto un verdetto, in definitiva. Un verdetto sulla loro storia. Gli ha passato la mano, per la prima volta da quando hanno cominciato ad essere Rob&Jude. E lui sa perfettamente la risposta che gli darà da lì a poco. Come potrebbe non saperla? È quasi un anno che aspetta di ricevere un segno, solo uno che gli permetta di capire di essere davvero parte di una partita a due. E quel segno è arrivato, adesso, è proprio qui sotto i suoi occhi. Il suo uomo è volato senza preavviso direttamente dalla parte opposta del mondo a casa sua, ha bussato, e tutto bagnato gli ha sussurrato che crede in loro due, crede in lui. Non ha bisogno di altro. Sorride a sua volta e gli risponde.
- I love you.

Il sorriso gli occupa tutta la faccia ora, senza staccargli gli occhi di dosso copre quel poco di distanza che c’è tra loro, gli prende la faccia tra le mani e lo bacia, a lungo e lentamente, riassaporando istante dopo istante tutte quelle meravigliose sensazioni che lo assalgono ogni volta che è con lui, sensazioni che solo e soltanto lui gli può dare. Sente le sue mani accarezzargli morbide i capelli, si lascia andare a quel tocco e comincia ad accarezzargli il viso, dolcemente, finché non si devono separare per riprendere aria. Allora gli getta le braccia intorno al collo, recupera il suo sguardo e, tenendo le labbra vicinissime alle sue,  gli sussurra a sua volta: “I love you.”

   
 
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