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Autore: VikyLeah    16/08/2010    4 recensioni
"Il mio cuore le sarebbe appartenuto per sempre" Sam ed Emily, il suo imprinting che lo ha strappato da Leah Clearwater. Ma ciò che prova lo ha nascosto a tutti e deve fare una scelta definitiva.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emily era ai fornelli, come sempre.
Canticchiava una vecchia canzone della nostra gente, io la osservavo seduto al tavolo della nostra piccola ma accogliente cucina.
Era bella, bellissima.
La sua pelle era ramata e liscia, i suoi occhi castani e caldi, i capelli neri e lucidi e setosi e quelle maledette tre grandi cicatrici che le devastavano il viso e le facevano incurvare in una smorfia perenne le labbra verso il lato destro.
Mi odiavo ancora per quello che le avevo fatto, nonostante fossero passati cinque anni.
Me lo ricordo come fosse ieri; ero in procinto di trasformarmi, le sferrai un colpo al viso, facendole rimanere sulla pelle ramata le tre grandi e ben visibili cicatrici.
Ma lei non mi odiava, anzi, mi amava alla follia. Avrebbe fatto tutto per me.
Ricordo ancora la prima volta che la vidi, a casa di Leah...
Il mio cuore iniziò a martellare veloce, potente, il sangue sembrava denso e più caldo del solito. I miei occhi sgranati, il cervello liquido.
L'imprinting mi aveva catturato, anche se all'ora non sapevo bene cos'era.
Lasciare Leah fu uno strazio!
Piangeva, aveva gli occhi rossi, tremava, mi fissava con quei suoi occhi che avevo tanto amato.
Emily portò a tavola il pranzo e tornai al presente.
"Grazie tesoro", le dissi sorridente per non farle capire a cosa pensavo.
Mi sorrise e il cuore mi si spezzò, come ogni volta che vedevo il suo meraviglioso sorriso ridotto ad una smorfia.
"Ora mangia, poi devi andare da Quil e Jared. Ricordi?" mi disse gentilemente ed io annuii.
Quil e Jared... quasi mi venne da sorridere perché ingenuamente aveva creduto alla mia solita bugia.
Iniziai a mangiare, aveva preparato come se dovesse sfamare un esercito invece di un ragazzo.
Lei mangiava con calma, io mi ingozzai per uscire il più in fretta possibile.
"Io vado!" dissi alzandomi, le baciai le ciccatrici ed uscii senza maglietta, come al solito.
Mi trasformai appena entrai sotto l'mbra degli alberi del bosco.
Scrollai il pelo e sbadigliai iniziando a trotterellare verso la mia dolce meta.
Lei era lì, lo sentivo anche da lontano, sentivo il suo odore, quell'odore che mi era appartenuto per tanto tempo.
La vidi accucciata su delle foglie verdi e gialle, l'estate stava per finire - non che il tempo era mai stato dei migliori - e l'autunno stava per fare capolino a La Push.
Mosse le orecchie senza aprire gli occhi mentre mi avvicinavo e le leccavo il muso, le annusai il collo e mi stesi accanto a lei.
"Ciao LeeLee", le dissi facendole vedere la mia felicità nel vederla.
"Ciao Sammy", mi rispose con un pensiero pacato, le piaceva stare lì a crogiolarsi nel silenzio e al fresco degli alberi.
Le sfregai il muso sul collo folto e grigio, emise un latrato perché le piaceva, come sempre.
"Non lo hai ancora detto ad Emily, vero?" mi domandò senza acidità.
I pensieri e le immaginivi fluivano come un fiume lento e piatto.
"No, sai che non posso dirle dei nostri incontri. E' già un miracolo che i ragazzi tengano il muso chiuso", le risposi gentile.
Quando eravamo insieme era come se non ci fossimo mai lasciati, i nostri incontri erano sempre tranquilli, non ci eravamo mai spinti oltre a qualche bacio innocente sia da lupi che da umani.
Stavo bene, lei stava bene, non ci vedevo nulla di male.
Passammo l'intero pomeriggio stesi su quelle foglie, ogni tanto ci giravamo restando sempre a contatto, sbadigliavamo, latravamo per qualche battuta che ci veniva in mente.
Le nostre code si intreccivano, i nostri musi erano vicini, i nostri respiri caldi si confondevano.
Appena il sole incominciò a calare mi alzai stiracchiandomi, Leah fece lo stesso.
"A presto Sam", disse dandomi una leccata sul muso, "pensami" concluse e andò via correndo verso chissà chi, sapevo che frequentava un ragazzo della riserva ma non avevo ancora scoperto chi era.
Incominciai a correre anche io verso casa quando, arrivando nei dintorni, sentii l'odore di Quil.
"Maledizione!" pensai tornando subito umano e rivestendomi.
Quil era difronte a casa mia ed Emily era furiosa! Le braccia incrociate sul petto, il viso corruciato, il piede sinistro che batteva per terra.
"Ehm, ciao ragazzi..." dissi mostrandomi sorridente.
"Ciao Sam, ma dov'eri? Ti cerco da tre ore! Jake ha bisogno di parlarti però non voleva dist... trasformarsi per cercarti", disse Quil correggendosi alla fine, era un'idiota!
"Sì, Sam. Dillo anche a me dov'eri! Mi hai detto che dovevi vederti con Quil e Jared ma era una bugia, come sempre! Vero, Sam?" disse con tono severo e arrabbiato, annuii piano sentendomi in colpa.
"Scusa amore... Davvero, perdonami. Io... cioè... vedi... è difficile da spiegare", le dissi stringendo i pugni.
Quil guardò me e poi Emily, annuii e andò via. Aveva capito che dovevamo parlare da soli.
"Sam... guardami negli occhi. Dimmi che ciò che mi ha detto Quil è una bugia, una stupida bugia", il suo tono si era trasformato in un singhiozzo strozzato.
La guardai, le lacrime solcavano le ciccatrici e le rendevano lucide.
Maledissi la mia mente che non aveva nascosto le immagini dei miei incontri con Leah e li aveva messi in bella mostra davanti a tutti i miei fratelli.
"Emily, sai che amo te! Solo te. Non facciamo nulla di male, stiamo lì stesi a goderci il silenzio e il fresco. Te lo posso giurare", mi avvicinai e le presi il viso triste tra le mani, "amore mio, come potrei farti un torto? Sai che sono solo tuo, che non posso amare nessu'altra al di fuori di te" le dissi, ed in parte era vero.
L'imprinting è una magia molto potente, ti costringe ad amare solo lei, ma dentro di me sapevo di amare ancora Leah.
Annuì, "lo so Sam, ho solo paura di perderti. Non voglio perderti, lo sai. Ti amo anche io, Sam", disse poi dolcemente e mi baciò.
Entrammo in casa, mi sedetti sul piccolo divano portandola sulle mie ginocchia e coccolandola.
Intanto i pensieri vorticavano intorno a Leah, alla boccaccia di Quil che me l'avrebbe pagata e a tutto il resto.
"Mi prometti una cosa?" chiese fissandomi negli occhi. Annuii.
"Non devi vedere mai più Leah, solo con il branco o ai falò o alle riunioni. Promettimelo Sam!" disse corrugando la fronte e le ciccatrici gli fecero fare la solita smorfia.
Sospirai a fondo, chiusi gli occhi e poi li riaprii per guardarla.
"Te lo prometto Emily. Però permetti l'ultimo incontro con lei, devo spiergarle che non la potrò più vedere, ok?" le dissi cercando di rimanere caldo e freddo e mi disse di sì.
Continuai a coccolarla mentre il magone dentro di me cresceva e mi faceva male, un male che bruciava.
Trascorsero sei giorni dalla mia promessa e rividi Leah, sempre sotto lo stesso albero, sempre sotto forma di lupa. Bella.
Mi avvicinai e le leccai il muso come ero abituato a fare, ma lei alzò il muso per scrutare i miei occhi, aveva già captato i miei pensieri e ciò che stavo per dirle.
Scattò sulle zampe e guaì, "Leah mi dispiace! Ma quel cretino di Quil le ha detto tutto... la pagherà ma deve essere così. Oggi è il nostro ultimo giorno insieme", le dissi con la morte nel cuore mentre tremava e guaiva ancora.
Tornò umana per piangere, tornai umano anche io.
"Come puoi farmi anche questo? Come può farlo lei! Mi ha distrutto la vita già una volta, e vuole rifarlo", disse piangendo e con le mani sul viso. Gliele spostai e le presi il volto tra le mani.
"LeeLee, ti prego. Non piangere. Ti prego non odiarmi. Non è colpa mia, lei è la mia compagna per la vita. Lo sai meglio di me, e poi tu hai il ragazzo della riserva no?" chiesi cercando di tirarle su il morale in qualche modo.
"Sì, Sam. Ma se fossi più attento avresti anche capito chi è! Ma tu vedi solo lei e neanche ti accorgi che io ed Embry ci frequentiamo", disse cercando di non piangere più e la sua ultima frase fu una pugnalata al cuore.
Il mio migliore amico e la mia ex ragazza si frequentavano e io, egoista com'ero, non mi ero accorto di nulla.
Mi guardò, i suoi occhi chiedevano scusa ma ero io a dovermi scusare con lei per tutto il dolore che le avevo provocato e che le procuravo.
Scosse la testa e mi baciò, mi baciò con passione come faceva quando stava con me.
La strinsi tra le braccia, la feci stendere e mi stesi su di lei.
Volevo farla mia per l'ultima volta, per lasciarle un dolce ricordo dei nostri incontri giunti alla fine.
Passione, amore, voglia, tristezza, dolore, paura, odio.
Si mescolavano insieme in un vortice che mi fece perdere la testa e non controllai più le mie azioni...
Sudati ed ansimanti ci staccammo, restammo sdraiati sulle foglie per una decina di minuti per riprendere fiato.
Si alzò a sedersi e mi guardò, "grazie Sam... mi dispiace che non ci vedremo più ma forse è meglio così. Ti troverò sempre nel branco, ma io devo incominciare sul serio una nuova vita. Non ti scorderò mai, lo sai già. Ma Embry sembra la soluzione a tutte le mie ferite" disse poi alzandosi e baciandomi per l'ultima volta, "arrivederci, Sammy", furono le ultime sue parole prima di trasformarsi nella bellissima lupa grigia e correre verso Embry, ora lo sapevo.
Mi alzai, sospirai e mi trasformai per dirigermi verso First Beach.
Il mare era calmo, mi tuffai rimanendo lupo, nuotai a lungo per poi tornare a riva e sgrondare l'acqua dal mio pelo.
Corsi verso casa, c'era odore di muffin nell'aria, Emily era tornata allegra.
Tornai umano, mi misi boxer e pantaloncini ed entrai incontrando il sorriso-smorfia di Emily. Ricambiai il sorriso chiudendomi la porta alle spalle.
Addio Leah.
Il mio cuore le sarebbe appartenuto per sempre...
   
 
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