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Autore: Danya    16/08/2010    9 recensioni
Lei si aggrappò a Pai in modo spasmodico –Ti prego, non farla sembrare una separazione- -Non lo è, infatti. Io e te non siamo mai stati insieme- l’abbracciò –ma è giunto il momento di farti tornare alla realtà. Siamo agli sgoccioli, ormai. Lo scontro finale è vicino. -Ti prego, amami! Amami se hai coraggio!- lo implorò lei. Pai le sorrise amaramente –Non sono tanto coraggioso- sospirò –Cercherò di dimenticarti e tu fa lo stesso con me-
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amami, se hai coraggio

FF scritta tanto tempo fa e modificata. Triste e strappalacrime. A me piace… ci ho messo tanto per lavorarla… mi raccomando gente… commentate! Se piace questo stile, ve ne prometto tante così =) e non temete, le altre ff sono in fase di elaborazione =)

COMMENTATEEEE

PS: i dialoghi che avvengono durante la battaglia finale sono stati interamente ricopiati dall’anime italiano.

 

Amami, se hai coraggio!

 

Battaglia finale.

Mew Berry tentava disperatamente di seguire  Profondo Blu nella fortezza aliena.

-Fiocco…D’ACQUA!- ulrò Mew Lory, cercando di colpire il Chimero.

Mew Lory diede degli ordini a Mew Paddy e Mew Minto che attaccarono in Chimero con forza e rabbia.

-Tu vai, Mew Berry!- stava combattendo con grinta… non l’aveva mai fatto.

Per un attimo si guardarono. I ricordi riaffiorarono, facendo sanguinare una ferita aperta.

 

-Ti prego, amami! Amami se hai coraggio!-

–Non sono tanto coraggioso-

Con la mente tornò a indietro nel tempo

 

Inizio Flash Back

Lory correva sotto quella pioggia insistente e fredda. Trovò riparo sotto una stazione per gli autobus.

“Maledizione… proprio ora doveva inziare piovere?”

Si  chiuse nel suo cappotto pesante…e inzuppato. Stava morendo di freddo.

E non aveva neanche il cellulare per chiamare casa e farsi venire a prendere.

E oltretutto era nel quartiere di Shinjuko, conosciuto per essere il quartiere a luci rosse. Aveva sbagliato la fermata del treno.

“Sono proprio una scema” pensò, saltellando da un piede all’altro, sperando di riscaldarsi.

Tentativo inutile  e banale.

Starnutì “No ti prego, non il raffreddore!” pensò, alzando gli occhi al cielo.

La sua attenzione venne attirata da un uomo, sotto un portico.

Era sulla quarantina, grassoccio, coi capelli neri, spettinati e zuppi.

Fumava una sigaretta, tenendola su un lato della bocca e la guardava con occhi neri.

Distolse lo sguardo.

Con la coda dell’occhio vide l’uomo correre sotto la pioggia e avvicinarsi a lei.

-Signorina?- la chiamò, con voce calma.

Lory non seppe che fare. Di certo non poteva ignorarlo.

-S…si?-

-E’ sicura di stare bene? È fradicia! Sta aspettando qualcuno?-

-N…no- disse, e si diede subito della stupida.

Per una volta non poteva mentire?!

-Oh- lo sguardo dell’uomo si fece pensoso –E non ha ancora chiamato casa? Sa, questo è un quartiere poco raccomandato e lei non mi sembra in ottime condizioni…-

- No. Non l’ho fatto- disse, piano. Si strinse nel suo cappotto, sentendosi rabbrividire

-Oh- ripeté. Sembrava pensieroso –Signorina, lo vede quel locale là? Ha un telefono. Se vuole può usarlo per chiamare casa. Se io avessi una figlia non la farei mai girare per posti del genere!-

Lory ci pensò. Il locale era buio e non riusciva a vedere niente.

-Se vuole la posso accompagnare-

Senza aspettare una risposta, l’afferrò per un braccio, trascinandola sotto quella pioggia fredda.

L’uomo aprì la porta molto velocemente e  spinse Lory dentro.

E solo allora realizzò di essere nei guai.

Quel “locale” non era altro che una stanza poco illuminata e puzzolente, e non c’era l’ombra di un telefono.

Vi erano solo dei mobili scassati e vecchi: un tavolo, un comodino, uno specchio rotto. In un angolo c’erano delle coperte, e Lory temette che qualcuno ci avesse pisciato di sopra, a causa della puzza.

-I..Io…- cercò di dire, ma l’uomo chiuse velocemente la porta

-Perché non aspetti insieme a me? Prima o poi la pioggia finirà…no?-

L’uomo le posò una mano sulla guancia, strofinandola.

La pelle di quell’uomo odorava di tabacco, e Lory si scostò subito –La prego di lasciarmi andare- cercò di tenere un tono di voce fermo.

-Oh…non voglio farle del male- mentì il maniaco –Perché non si caccia il cappotto?-

Con una forza e una velocità che non si potevano dare a quell’uomo, le tolse, o per meglio dire, le strappò via il cappotto, buttandolo per terra.

-Oh..vai ancora alle medie?- chiese, guardando la sua uniforme –Sei all’ultimo anno?- Le sfiorò il maglioncino –Sai, mi sono sempre piaciute le uniformi scolastiche-

Senza sapere come, Lory si ritrovò su quel mucchio di coperte, e l’uomo su di lei.

-M…MI LASCI!- urlò, quando le afferrò i polsi.

-CI divertiremo… stai tranquilla- le disse, con voce schifosamente mielosa.

-MI LASCI!- urlò, mentre le lacrime uscivano dagli occhi blu.

-Oh…oh no…- l’uomo le tappò la bocca con una mano grossa –Non mi piacciono le bambine che piangono- disse.

Nei suoi occhi vi era un barlume di follia.

Le aprì le gambe, e con forza e tolse via i collant  pesanti, abbassandoli fino alle caviglie.

Poi lo vide trafficare coi suoi pantaloni.

-La prego…no- Lory si maledisse, nella sua disperazione.

La spilla Mew era nel cappotto, e non poteva prenderla. Era la fine.

Provò a liberarsi ma ricevette un pugno in pieno viso.

 

Rabbia.

 

-Buona, piccola- rise piano -Oh si … ma prima un po’ di…preliminari, vero? Eh si…a voi ragazze piace farlo così- fece quello, sorridendo in modo strano.

Si chinò su di lei. Sentì l’alito di tabacco sulle labbra.

Le mise con prepotenza la lingua in bocca, facendola roteare un paio di volte.

Lory trattenne il vomito.

-Con quanti hai scopato, eh, piccola?- le chiese, eccitato l’uomo –O sei ancora vergine? Uh uh, a breve lo scoprirò, non dirmi niente!-

 

Disgusto.

 

Le mise una mano sotto il maglione, e iniziò a palparle con forza il seno.

-Mi lasci…- mormorò –Per favore.. per favore…mi lasci…- ma ormai il suo era solo mormorio.

L’uomo sembrava soddisfatto.

 

Rassegnazione.

 

L’uomo si abbassò i pantaloni ed i boxer.

A quel punto, Lory voltò la testa di lato e vide lo specchio rotto.

La sua immagine era spaccata, deforme.

Chiuse gli occhi, e continuò a piangere.

Si era arresa.

L’uomo le levò le mutandine.

Lo sentì mugolare di piacere.

Sicuramente già immaginava il piacere che avrebbe avuto nel penetrare nel suo corpo inerme.

Ormai era inutile ribellarsi. Quel tizio aveva in mano la situazione. Sentì il sesso dell’uomo premere per entrare dentro di lei.

Si morse il labbro a sangue e singhiozzò silenziosamente.

Lory sentì un botto, e il peso dell’uomo sparì da sopra di lei.

A stento si mise a sedere, per vedere cosa era successo.

L’uomo boccheggiava a terra, tenendosi un fianco mentre un filo di bava gli usciva da un lato della bocca.

Gli occhi li Lory si spostarono nella stanza, e lo vide, mentre cercava di coprirsi alla meno peggio.

Le dava le spalle, ma il pallore della pelle delle braccia, del collo, e la forma delle orecchie… era inconfondibile.

In mano aveva in suo ventaglio rosso.

Stava gocciolando e le gocce di pioggia scivolavano sulla sua pelle marmorea.

-Chiudi gli occhi- le ordinò, con la sua voce profonda e percepì una nota di disgusto.

Lory lo fece, e sentì l’urlo dell’uomo. Nella stanza si diffuse un odore di carne bruciata. Riecheggiò un tuono.

Si sentì rivestire con calma, poi due braccia calde l’avvolsero, prendendola in braccio –Non aprire gli occhi. Questo spettacolo non è per te- le sussurrò, calmo

Si strinse al petto dell’alieno.

-Grazie… Pai- mormorò, prima di perdere i sensi.

 

**

Aprì gli occhi. Sentì una mano tiepida sulla guancia.

-Mmm..- mugolò piano. Si sentiva male, e solo in un secondo momento si ricordò dell’uomo, del locale abbandonato, di quella schiena salvatrice.. di Pai.

Si alzò di botto, e si rese conto di essere su un letto di una stanza d’albergo.

Pai era in un angolo, seduto su una sedia.

Braccia incrociate sul petto, occhi chiusi.

Sembrava una statua, tanto era immobile e immensamente bello.

I muscoli sempre allerta, i capelli morbidi… e quel viso…

-Ti sei ripresa?- domandò,senza aprire gli occhi violacei. La sua voce era bassa, atona.

Non rispose, e distogliendo lo sguardo iniziò a mangiucchiarsi l’unghia del pollice, nervosa.

-Non ti hanno insegnato che è poco igienico mangiarsi le unghie?- domandò ancora, distante. Aveva aperto gli occhi.

-Grazie… per avermi salvata- disse Lory, guardandolo in faccia.

Pai la osservò, accigliato –Cosa ti fa pensare- iniziò, con una calma inumana –Che io ti abbia… salvata?-

Lory rimase stupefatta –Beh… quell’uomo mi voleva… e tu l’hai..f...e...fermato- stava borbottando, non riusciva ancora a parlare, era ancora sotto choc.

-L’ho eliminato. Ma ora, umana, dimmi…- in un battito di ciglia, Pai sparì dalla sua visuale, per riapparire a due centimetri da lei -…cosa ti fai pensare che tu non sia passata dalla padella alla brace?-

Lory si sentì avvampare.

Già… che cosa?

Pai era pur sempre un alieno, un suo nemico.

Era il più forte, il più pericoloso e il più convinto che la razza umana fosse solo spazzatura da buttare via.

Già… cosa le faceva credere di essere finita nella tana del lupo?

-E allora perché mi hai salvata?- chiese Lory, guardandolo negli occhi, nonostante la paura e la vergogna.

Pai si allontanò da lei con gesti fluidi ed eleganti.

Si avvicinò alla finestra, e guardò fuori.

-Questo mondo…il tuo mondo, puzza- parlò ad alta voce, ma a Lory sembrò che si rivolgesse a se stesso –Qui, se un ladro ruba, un assassino uccide, un maniaco prende di mira una sprovveduta ragazzina,- spostò lo sguardo un attimo su di lei -rimane a piede libero. Sono gli innocenti a morire quasi sempre. Io ho semplicemente messo in atto la condanna del mio paese. Una cosa del genere costa la morte. Da voi solo qualche mese di carcere-

Lory disse –Quell’uomo… l’hai ucciso?- Pai fece un cenno affermativo con la testa –Perché?-

Il giovane si voltò completamente per guardarla –Non dirmi che ti dispiace- incrociò le braccia sul petto, aggrottando le sopracciglia.

-No- rispose Lory, non riuscendo a sostenere lo sguardo.

Le tornò tutto in mente.

La puzza dell’uomo, quelle mani, il peso del corpo flaccido.

Chissà se il corpo era ancora lì…

- No. Non mi dispiace affatto.- disse, con tono neutro, guardando nel vuoto.

Forse era la prima volta in vita sua che si sentiva così vuota e sporca.

Aveva voglia di lavare via lo sporco… voleva affogare in litri di acqua, strofinandosi la pelle fino a farla diventar rossa.

Espose il suo pensiero, con voce troppo bassa per essere udita da orecchio umano –Mi sento sporca-

Pai indicò con la testa una porta –Lì c’è un bagno-

Meccanicamente Lory si alzò ed entrò lì dentro.

Aprì il rubinetto dell’acqua e lasciò che la vasca si riempisse fino all’orlo.

Quando si fu riempita si fece una doccia (*).

Strofinò con forza la pelle. Quasi si annegò nella doccia, facendo in modo che l’acqua le scivolasse addosso, sperando che levasse via il sapore di quell’uomo.

Quando uscì dalla doccia era intontita.

Si sentiva male. Aveva voglia di sprofondare.

Si immerse nell’acqua calda della vasca.

Il torpore un po’ la fece riprendere. Ma solo per un attimo.

Perché era stata così stupida? Perché aveva permesso a quell’uomo di prenderla?

Perché era stata così stupida da non prendere subito la sua spilla Mew?

Perché non aveva il cellulare?

Perché?

Perché era così stupida?

Se non fosse arrivato Pai…allora lei…

Allora lei…cosa?

Che cosa avrebbe fatto?

Niente…

Si era già arresa prima di combattere.

Come in quel momento, che si lasciava andare, mentre la sua coscienza si affievoliva.

“Quell’uomo mi ha violentata. Sono sporca. Sporca…”

Sentì la voce di qualcuno.

Di chi era?

Due braccia la sollevarono, e le sembrò di arrivare in cielo?

Era morta?

Meglio così.

Si sentì chiamare. Che voce angelica. Stupenda…

Intravide due occhi preoccupati.

Perché l’Angelo è preoccupato?

-Lory! Lory! Apri gli occhi! Che cosa hai fatto?!-

Due occhi scuri la guardavano terrorizzati. Perché?

Non era venuto per portarla via?

Lei voleva morire… aveva tanta voglia di chiudere gli occhi e…

Nella mente le apparvero le sue compagne, i suoi genitori, quei pochi amici che aveva.

Chissà cosa avrebbero pensato di lei…

Che era una debole. Una sciocca.

Ma non era colpa sua se il Mondo era stato bastardo con lei.

Sentì qualche cosa premerle sulle labbra, spingere.

-Andrà tutto bene. Non mi lasciare- disse quella voce profonda e rotta.

Poi, il buio, di nuovo.

Fine Flash Back

 

Sentì Mew Paddy piangeva sul corpo di Tart, che lui stesso aveva ucciso.

Pai si ritrovò a fronteggiare proprio Mew Lory. Le budella si contorsero ma mantenne l’atteggiamento freddo e distaccato.

-Le guerre portano solo dolore e devastazione! È mai possibile che questo voi non riusciate a capirlo?- era disperata. Nei suoi occhi lesse il dolore.

-Forse- iniziò –Se fossimo vissuti in un epoca diversa…- la sua maschera iniziava a incrinarsi

-Come?- ora negli occhi smeraldini, un barlume di speranza

-Lascia stare, pensavo a voce alta- la guardò –E anche se questa potrà sembrare una guerra assurda, devo combatterla lo stesso perché mi hanno ordinato di farlo-

Mew Lory abbassò il capo –Mi spiace sentirti dire queste parole… ma se, come dici la tua missione è quella di combattere, allora devi sapere che la nostra missione è continuare a proteggere la Terra e i suoi abitanti. E come te, non ci arrenderemo mai finché la missione non sarà compiuta-. Aveva cambiato ancora atteggiamento. Era cresciuta. Aveva capito. In qualche modo, ne era felice.

-Bene- la voce diventò dura –Anche se un’umana è entrata nel palazzo, sono sicuro che da sola potrà fare bene poco- gli occhi diventarono di ghiaccio –Oggi qui deve compiersi il nostro destino, qualunque esso sia! Perciò adesso dobbiamo andare fino in fondo!-

Il destino… proprio lui parlava di destino?

Prima di scagliarle contro il Chimero, la guardò dentro gli occhi e Mew Lory temette le passasse l’anima da parte a parte.

 

Inizio Flash Back

-SEI UNA STUPIDA RAGAZZINA UMANA!- le urlò in faccia, quando si era ripresa –COSA VOLEVI FARE?! AMMAZZARTI?! ANNEGANDO IN ACQUA, POI!?- era livido dalla rabbia, ed era sicura che la potesse incenerire con lo sguardo –HAI O NO UNA PARTE DEL DNA DI UN CETACEO?! ERA CHIARO CHE ME NE SAREI ACCROTO! HAI INIZIATO A BRILLARE! A BRILLARE!-

Si fermò a riprendere fiato. Pai era cupo. Non sapeva neanche lui il motivo di tanta rabbia.

Sapeva solo che, vedere la ragazza che tentava di togliersi la vita era stato… terribile. Aveva cercato di rianimarla e Dio solo sa cosa sarebbe successo se…

”Stupida umana. Perché mi preoccupo per te?”

Lory era rannicchiata sul letto, con un accappatoio che la copriva.

Aveva gli occhi tristi, mortificati. Non aveva forza per piangere. Si strinse nell’accappatoio morbido.

Veramente aveva tentato di uccidersi tentando un annegamento? Non se lo ricordava molto bene.

Solo un vuoto in testa, la mancanza d’aria, la sensazione di essere sporca dentro e fuori.

-Ho veramente iniziato a brillare?- chiese, con voce piccola, come se quella fosse la cosa più interessante di tutto il discorso.

Pai si sembrò placarsi, e la guardò con occhi inespressivi.

Le si avvicinò, prendendole il viso con una mano, stringendolo forte.

-Se vuoi morire, lascia a me questo piacere, umana-. Pai rabbrividì. Lory aveva la pelle fredda… non stava bene. E non si spaventò di quelle parole. Sbatté gli occhi.

La paura era sparita, per lasciare posto a un vuoto nella testa e nel petto.

-Prima mi hai chiamato per nome- fece, sfiorando delicatamente la mano di Pai, che la mollò a quel contatto, come scottato. Lory si alzò, e si mise davanti a lui, a pochi centimetri.

-Pai… perché usi sempre la parola “umana” anziché il mio nome?- si avvicinò impercettibilmente a lui.

Che le importava, ormai?

Forse lui poteva colmare il vuoto.

-E’ la seconda volta che mi salvi- disse, a un soffio dalle sue labbra

-Ma un altro centinaio di volte ho cercato di eliminarti- disse lui, senza scostarsi da lei, apparentemente a disagio.

Occhi negli occhi.

- Rifallo-

-Cosa?-

-Ripeti il mio nome-

Pai si allontanò da lei, mettendole le mani sulle spalle, come a marcare la distanza tra di loro, mentre si alzava dal letto –Perché?-

-Pai… tu non sei cattivo come  vuoi far sembrare. Sei buono.-

Inarcò un sopracciglio -Punti di vista- rispose quello.

Lory ci pensò un attimo –Mi hai detto “Andrà tutto bene. Non mi lasciare”-

Pai si irrigidì. Era vero, l’aveva detto. Non voleva che quella ragazza se ne andasse via.

-Pai… Se…- arrossì, e si mise in piedi davanti al letto –Se non fossi una tua nemica…-

-No, toglitelo dalla testa- Pai sapeva cosa voleva dire. Sentì il suo cuore battere più velocemente del solito vedendo la ragazza nuda sotto l’accappatoio.

-Non voglio esserti nemica… ti prego… resta con me- Lory allungò le braccia, come in cerco di un abbraccio.

-E che cosa dovrei fare, per l’esattezza?- chiese, con voce apparentemente tranquilla. Ma gli occhi lo tradivano.

L’aveva salvata due volte, quella sera. E non l’aveva spinto un raptus di follia.

L’aveva seguita… si era preoccupato… perché lei era…

“Lei è Lory… la mia peggior nemica” pensò, amaro.

Lory non seppe cosa la spinse.

La disperazione?

La paura?

La tristezza?

L’amore?

Fatto sta che si avvicinò a lui, e affondò la testa nella sua maglia.

-Amami-.

Pai non rispose, rimase fermo e immobile.

Lory aveva sempre pensato che Pai fosse speciale, diverso. Il suo cuore prese a battere, forse per la prima volta quella sera.

Pai le alzò il volto… E fu così che le labbra di Lory catturarono quelle di Pai nel primo bacio.

Fine  Flash Back

 

Pai guardò la ragazza verde. Si era appena precipitata a salvare Ryan Shirogane dal Chimero ed era stata colpita a sua volta.

Mew Pam gli stava urlando qualche cosa, ma lui continuava a fissare la Mew Mew stesa a pochi metri da lui.

Eccola… eroina e dolce… sentì una morsa allo stomaco. Era stata ferita.

I ricordi riaffiorarono a quella fredda serata dove tutto era cambiato, nel suo mondo.

 

Inizio Flash Back

Pai si sentiva un po’ impacciato. La ragazza lo stava baciando e si era aggrappata a lui.

Di ricambio, Pai l’aveva stretta a sé con dolcezza.

Lory si allontanò lentamente –Perché a me?- era rossa in volto

Pai le accarezzò il viso –Perché sei una sprovveduta- le disse calmo –Cosa ti fa credere che io sia la persona giusta? Sono un tuo nemico, addestrato per uccidere gli oppositori come te-

-Perché mi hai salvato?- chiese allora lei

Pai scrollò le spalle e si allontanò da Lory –Non lo so. Ti ho vista entrare con quell’uomo e mi sono insospettito. E avevo fatto bene. Avevo  deciso di non intervenire… ma …- strine i pugni –Non sei… tu sei una sprovveduta. Ti fai avvicinare da un uomo sospetto… sei una Mew Mew ma non vuoi combattere. Cerchi di risolvere tutto con le chiacchiere- la guardò –Ti rendi conto che il mondo non è tutto rosa e fiori? E ora mi stai chiedendo di… amarti- rise amaramente –Non si può, Mew Mew… io e te siamo di due mondi differenti- si rabbuiò –E oltretutto, tu lo fai solo perché sei confusa. Non sarebbe giusto… ho anche io la mia etica, sai?- rise amaro.

Lory si avvicinò a lui –E perché mi hai baciata?- posò le mani sulle spalle –Anche tu hai provato quello che ho provato io, no?- Lory strinse la stoffa –Sarò confusa e ferita ma l’ho sentito. Mi hai baciata, hai ricambiato. Mi hai salvata. Per me questo è sufficiente-

-Lory, non posso…- sembrava frustrato –Siamo nemici naturali… sei il mio opposto per eccellenza- mentre parlava, Lory cercava lo sguardo dell’alieno. Gli posò una mano sulla guancia –Sei la mia nemica numero 1. La prima sulla mia lista nera-. L’aveva ferita, lo sapeva.

Si allontanò da lui e cercò i suoi vestiti e si chiuse in bagno.

Pai non capì subito ma appena la vide vestita con tanto di cappotto e la vide scappare via, realizzò cosa stava facendo.

Scappava via. Da lui. Beh, era naturale, cosa doveva aspettarsi?

Si affacciò alla finestra e la vide correre sotto la pioggia leggera.

Amami

Toccò il vetro, come a voler accarezzare la figura che scappava via.

“Fosse facile”.

**

Intanto Lory era scappata via. Cosa le era preso? Perché si era buttata tra le braccia dell’alieno?

Perché ti piace

Non poté negare l’evidenza. Gli piaceva. Forse per quel motivo non voleva affrontarlo in combattimento, voleva parlare con lui.

“Ha una così bella voce” pensò, mentre si fermava al semaforo rosso.

Appena fu verde, corse dall’altra parte della strada.

“Devo allontanarmi da lui… ha perfettamente ragione” e nonostante questo, nel suo cuore pianse.

**

Passò più di una settimana e nessun attacco alieno aveva rotto la pace di Tokyo. Dopo una faticosa giornata al Café, Lory si era trattenuta ad aiutare Kyle nelle pulizie della dispensa.

-Lory, cara, puoi andare, se vuoi- disse l’uomo, sorridendole.

-No, Kyle, non preoccuparti!- lo rassicurò quella.

-Allora non ti dispiacere, piccola, ma vado in cucina a vedere se c’è qualche cosa da buttare-

Detto questo, Lory si trovò sola. Impilò delle scatole, divise la farina dal lievito.

“Quanta roba” pensò, asciugandosi il sudore dalla fronte.

Dopo un quindici minuti buoni, aveva completato il lavoro.

Ad un tratto, si sentì come osservata. Si voltò di scatto. Sulla porta non c’era nessuno.-

-Kyle? Ryan?- nessuna risposta.

“Che strano, non sento le loro voci… possibile che se ne siano andati senza dirmi niente?”

-Kyle, io ho finito, ora vado a casa e…-

Una forte scarica elettrica la fece volare via, facendola sbattere contro il muro.

-Ouch…- strinse gli occhi per il dolore e per un attimo le mancò il fiato

-Solo tu ci sei? Meglio così!- quella voce… era di…

-Gish!- si mise in piedi a fatica e si guardò intorno.

Kyle e Ryan erano stesi a terra, incapaci di muoversi perché stretti nelle bolas di Tart. Il piccolo alieno galleggiava sopra i due e in mano aveva due para-para, pronti ad essere scagliati. Naturalmente non mancava Pai, che puntava il ventaglio rosso fuoco contro di lei.

-Cosa…?-

-Scappa, Lory!- urlò Ryan, cercando di divincolarsi, ma Pai lanciò contro una leggera scossa.

I tre alieni la squadrarono e Gish rise divertito –Come diamine sei vestita?-

Si guardò. Era nella sua uniforme da cameriera verde brillante.

Si mise in posizione di attacco, prendendo in mano la sua spilla Mew –Meglio di te sicuramente- rispose lei, raccogliendo il suo coraggio.

-Non conviene che ti trasformi, o incenerisco i tuoi amici-  fece Pai, senza guardarla veramente

Il cuore di Lory perse un battito guardandolo. Sia di paura, perché puntava la sua arma contro i suoi amici, sia perché… “Non è il momento di pensare a queste cose” si impose.

-Avanti, facciamo quello che dobbiamo fare- disse Tart, ridendo –Tanto lei sola non potrà mai fare niente!- concluse.

Pai le si avvicinò, con calma –Portami nella vostra base operativa-

Quella indietreggiò di un passo e guardò Ryan.

-Non farlo, Lory! Trasformati!- le ordinò il biondo.

Pai si voltò verso l’americano e schioccò le dita.

Ryan venne teletrasportato al suo fianco. Ora che lo vedeva da vicino, Lory notò con orrore che aveva un sopraciglio spaccato, sanguinante. Pai puntò il suo ventaglio contro la gola di Ryan.

-Mi accompagnerete tutti e due- guardò Kisshu e Taruto –Voi fate da guardia-

-Senti, ti porterò io al laboratorio, ma lascia stare Lory!- fece Ryan, rivolto al gelido alieno

-Se lo facessi, lei informerebbe le sue amiche e questo non posso permetterlo- disse semplicemente –Andiamo- guardò Lory –Fai strada-

Prese Ryan da un braccio e lo avvicinò al ventaglio.

Lory guardò l’alieno negli occhi e strinse i pugni, impotente.

Si voltò e si diresse verso il laboratorio sotterraneo, seguita da Pai e Ryan.

Avvertiva il passo tranquillo di Pai e quello nervoso di Ryan. “Cosa vuole nel laboratorio?”.

Sentiva la schiena bruciare. Pai la stava attraversando da parte a parte.

-Siamo arrivati- disse, fermandosi davanti alla porta di ferro pesante

-Apri- le ordinò Pai.

A Lory venne un’idea -Solo Ryan lo può fare. A noi non è permesso entrare senza di lui- bluff. Tutte le persone coinvolte nel progetto Mew potevano entrare. Bastava mettere la mano sulla piastra alla sua sinistra.

Pai valutò e spinse Ryan avanti –E’ stata una fortuna allora portarti con noi- fece, freddo e distaccato.

Ryan osservò Lory –Ho bisogno della mano libera- disse, simulando sicurezza.

Lory si fece da parte, contro il muro.

Pai sciolse le bolas di Tart e lasciò Ryan libero di avvicinarsi alla piastra. I suoi occhi seguivano attentamente le mosse lente del biondino.

Ryou mise una mano sulla piastra e la porta si aprì.

-RYAN! SCAPPA!- in un lampo di luce, Lory si trasformò, spingendo via l’amico che sotto forma di gatto se la diede a gambe.

Si lanciò contro Pai, fermando il suo attacco contro l’amico, e fu lei a prendersi la scarica elettrica in pieno.

Pai ringhiò. Prese Lory per un braccio e la costrinse ad entrare nel laboratorio con lui e urlò –FERMATE QUEL GATTO! E’ SHIROGANE!-.

Mew Lory sentì un trambusto di sopra e le urla di Kyle –No!- provò a divincolarsi dalla presa di Pai –RYAN!-

Sentì la voce di Ryan dal piano superiore –Stanno arrivando…! Ah!- un tonfo, poi silenzio.

-Tzk- Pai schioccò la lingua –Arriveranno i soccorsi a breve- la buttò dentro il laboratorio e la porta si chiuse di scatto. Nno sembrava preoccupato. Staccò il medaglione dal collo di Mew Lory, che tornò ad essere una semplice umana, gettandolo via.

-Sta ferma, non costringermi a farti del male- le disse, calmo ma nella sua voce Lory percepì una nota strana, quasi di… rammarico.

Pai si avvicinò al computer principale e aiutato da una strana sfera, riuscì ad accedere alle informazioni principali.

-Vuoi i nostri… dati?- chiese Lory, cercando con gli occhi inquieti la spilla Mew.

-Vieni qua- le ordinò –Non cercare la tua spilla. Tanto contro di me non avresti speranze, e lo sai-

“Maledizione” pensò frustrata, avvicina dosi all’alieno.

Le prese una mano e le aprì il palmo verso l’altro.

Lory sentì il cuore perdere un colpo sentendo la mano di Pai gelida.

“L’altra volta era più calda” pensò, arrossendo.

Pai la scrutò in volto.

L’ultimo loro incontro non era stato felice. L’aveva vista quasi morta e aveva quasi perso la ragione. Se ora quella ragazza era davanti ai suoi occhi, non doveva che biasimare se stesso.

La mano della mew focena era calda, morbida, al contrario della sua, fredda e abituata alle armi.

Il suo cuore prese ad accelerare.

-Pai…- era rossa in volto, agitata, confusa.

Con il suo ventaglio le procurò un piccolo taglio sulla punta dell’indice. Lory provò a dimenarsi ma Pai la gelò con lo sguardo –Ho bisogno del tuo sangue- disse, come se fosse la cosa più banale di questo mondo. Le posò il dito ferito sulla sfera (Lory la sentì tiepida).

-Ora ho il tuo DNA e le informazioni che mi servivano contro voi Mew Mew- disse Pai, mollandole la mano.

Lory la strinse al petto.

Il cuore le pulsava nella testa.

-Pai, io…- cosa voleva dirgli? –Non voglio combattere contro di te-

Quello alzò un sopraciglio –Non stiamo combattendo, infatti-

Quella scrollò la testa –No, non voglio mai più affrontarti in combattimento, ti prego!-

-E’ la guerra- asserì Pai

-E allora perché mi hai salvato, perché?!- disse con la voce piena di emozioni contrastanti. Sentiva le lacrime spingere per uscire.

-Te l’ho detto, io…-

-Bugiardo!- non resistette. Iniziò a piangere.

Si strinse il dito sanguinante –Io no voglio essere tua nemica-

-Non hai molta scelta, mi sembra- Pai non la guardò, e si girò verso la porta.

Sentì gli scontri al piano superiore –Le tue amiche sono arrivate- disse semplicemente –Sarà il caso di informare Gish e Tart del successo della mia missione-

-Mi sono innamorata di te- Lory abbassò lo sguardo, come se avesse confessato un peccato terribile –E l’ho capito… l’altra volta. Mi hai salvato… e quando ti ho… baciato… non ho fatto altro che pensare a questo. A te. Ed ho capito delle cose… Pai, mi sono innamorata di te, che sei il mio peggior nemico-

Pai non disse nulla, era girato di spalle e Lory non poteva leggere la sua espressione.

Aveva sgranato gli occhi, era impallidito. Il cuore martellava forte e sentiva la ragazza piangere.

“Pai, controllati” si disse “E’ una ragazzina umana, controllati”. Irrigidì i muscoli delle braccia –Mew mew- iniziò, sentiva la gola secca –Queste tue parole per me non hanno senso. Forse ho sbagliato a salvarti la vita, anzi, eliminiamo il “forse”. Dovevo lasciarti morire-

Quella singhiozzò forte –Pai, perché mi hai baciato, allora? Perché mi hai salvata? Perché non mi hai allontanato?-

-STA ZITTA!- urlò, voltandosi verso di lei, puntandole il ventaglio alla gola –Non costringermi a ucciderti- sibilò.

Lory continuò a piangere e posò le sue mani su quella di Pai, quella che impugnava l’arma. Si avvicinò fino a che l’arma non la solleticò sulla pelle –Costringerti? Te lo chiedo io allora, Pai- lo guardò, e i suoi erano pieni di lacrime, rassegnazione, dolore e tante altre cose che Pai non riuscì ad identificare –Uccidimi- sorrise –Sono stanca. Non sono combattiva, non sono decisa. Sono una sprovveduta, come mi hai detto tu. Volevo morire quando mi hai salvato e voglio morire pure ora. Non è giusto che mi sia innamorata di te- strinse la presa sulla mano di Pai, che la guardava allibito –Non è giusto. È dannatamente ingiusto. Uccidimi, Pai, e metti fine a me, che come ragazza valgo meno di zero e come Mew Mew sono inutile. Con o senza di me, il team andrà avanti, comunque. Non sono fatta per la guerra- sorrideva, un sorriso amaro.

Sentirono la porta cedere sotto dei colpi e pochi secondi dopo, Mew Berry seguita dalle sue sgargianti amiche, entrarono nella stanza –Pai! Lasciala subito!- lo minacciarono.

Quello abbassò l’arma e guardando Lory negli occhi disse –Con piacere- e sparì.

Sparito Pai, Lory cadde a terra, semi svenuta.

“Lo amo” pensò, mentre le sue amiche la chiamavano, la sorreggevano. Sentì due braccia che la sollevavano “Non sono come le sue” pensò, amara.

Venne adagiata su un letto.

SI addormentò. Un sonno inquieto.

Al suo risveglio, Ryan era accanto a lei. Sul sopracciglio aveva un cerotto e vedendola aprire gli occhi, le prese la mano e le toccò la fronte –Come ti senti?- era preoccupato. Le due iridi azzurre erano inquiete.

-Io… cosa è successo?- chiese, confusa. Quanto aveva dormito?

-Sei svenuta… per fortuna hai presentato solo ferite superficiali. Abbiamo recuperato la tua spilla.- la fissò –Meno male che Pai non ti ha fatto del male- sospirò –Se vuoi ti accompagno a casa-

Lei annuì, assente.

“Pai”.

Sentì male al petto.

Il giovane l’accompagnò fino a casa, reggendola con un braccio, perché si rendeva conto che Lory non era in grado di camminare diritta.

Sulla porta di casa lo salutò e si rifugiò nella sua camera.

“Pai. Pai. Pai” continuò a pensare.

-Dove sei?- disse, ad alta voce.

Non cenò, quella sera, adducendo come scusa ai suoi genitori la stanchezza.

Guardò la luna alta nel cielo dalla finestra della sua camera.

Sospirò.

Poi captò un movimento. Qualcuno era lì, nascosto dalle tenebre.

Si affacciò.

-Pai?- chiese al buio. Non ottenne risposta. Il cuore prese ad accelerare. –Pai!- esclamò.

L’aveva sentito? Era lui?

La figura si allontanò volando.

Lory si buttò giù per le scale e non sentì la madre che la chiamava.

Arrivò in strada e prese a correre per la direzione che gli sembrava avesse preso la figura.

Non seguì le indicazioni dei semafori, continuò solo a correre. Si ritrovò vicino alla sua scuola.

Si guardò intorno.

Vide una figura nera sul tetto.

Si fece coraggi e la seguì.

-Vengo da te- disse, a voce sottile.

Ma sul tetto, non c’era nessuno. Un vento gelido la investì. Scioccamente era uscita senza cappotto e sentiva freddo.

Era sola, su quel tetto.

-Che mi sia sbagliata?- si avvicinò alla ringhiera e vi si appoggiò. Si sentì vuota –Sono proprio una sciocca- pensò.

-Lo so, che lo sei- due mani si poggiarono sulle sue, chiudendole in una morsa contro il metallo freddo, mentre sentiva qualcuno che faceva aderire il petto contro la sua schiena.

-Pai…?-

-E’ stato facile portarti qui- disse e la sua voce suonava quasi alterata –Sei una sprovveduta. Potrei ucciderti come niente- strinse la presa sulle sue mani. –Possibile che non fai tesoro mai dai tuoi errori?- la stava rimproverando?

Lory chiuse gli occhi –Almeno morirò felice- disse piano –Perché sei qui, vicino a me-

Lo sentì sospirare –Ripeti cosa hai detto prima- le chiese, in un sospiro –Ripeti quali sono i tuoi sentimenti per me-

-Mi sono innamorata di te- fece lei, arrossendo mentre il cuore le esplodeva nel petto –E preferisco morire piuttosto che averti come nemico- disse tutto in un soffio.

-Lo sai che non è normale, vero?- sembrava rassegnato.

Mollò la presa e Lory poté voltarsi a guardarlo.

Il volto era serio, stanco ma una strana luce brillava nei suoi occhi.

-Perché mi hai portato qui?- chiese lei, emozionata per la vicinanza

- Non ti ho costretto- sembrò combattuto, poi disse –Volevo vedere come stavi- disse.

-Ti stai preoccupando per me?- abbassò lo sguardo –Oppure è un piano per potermi eliminare o estorcermi informazioni?-

Pai le alzò il volto con una mano –Guardami- lei obbedì e rimasero in silenzio per un minuto.

-Continueremo ad essere nemici- asserì, scuro in volto –Ma io, mi sono innamorato di te-

Lory chiuse gli occhi e sentì le lacrime bagnarle il volto –E’ questo il nostro destino? Combattere l’uno contro l’altra?-

-Mi dispiace. Ma non abbandonerò la mia gente. Questo pianeta era nostro e combatteremo per riprenderlo ed è giusto che tu lo difenda. Lory, mi spiace-

Lei aprì gli occhi.

Pai la fissava ed era distrutto. Si chinò su di lei, baciandola dolcemente.

-Mew Lory, io ti amo- disse, in un soffio.

Lei si aggrappò a Pai in modo spasmodico –Ti prego, non farla sembrare una separazione-

-Non lo è, infatti. Io e te non siamo mai stati insieme- l’abbracciò –ma è giunto il momento di farti tornare alla realtà. Siamo agli sgoccioli, ormai. Lo scontro finale è vicino.

-Ti prego, amami! Amami se hai coraggio!- lo implorò lei.

Pai le sorrise amaramente –Non sono tanto coraggioso- sospirò –Cercherò di dimenticarti e tu fa lo stesso con me-

In pochi secondi, Lory si ritrovò nella sua stanza ad abbracciare il vuoto.

Singhiozzò tutta la notte, mormorando il nome della persona amata.

Fine Flash Back

Mew Mina, Mew Lory, Mew Paddy e Mew Pam sorreggevano Ryan e guardavano la colonna di luce che stava per travolgerle.

Non avevano scampo.

Le vide stringersi l’una all’altra e a testa alta affrontavano la morte.

–Non sono tanto coraggioso-

“Lo sarò solo sul punto di morire”.

Si mise fra loro e la luce.

Valutò la situazione velocemente. Avrebbe cercato di deviare l’attacco, in modo da lasciarle illese o per lo meno, vive.

Si voltò verso il gruppo. Tutti lo fissavano stupefatti e Mew Lory lo scrutava con gli occhi smeraldini.

Le sorrise.

L’amava. Non aveva mai smesso di amarla e sapeva che la stessa cosa valeva per lei.

Per l’ultima volta, l’avrebbe difesa.

Lei era cresciuta, oramai e la notte, quando ancora la spiava, mormorava il suo nome.

Era diventata una guerriera bellissima e potentissima ma dolce e tenera, come solo lei poteva essere.

-E’ finita per me. Ormai è giunto il momento di uscire di scena, per sempre- richiamò i suoi ventagli –ELETTRO SILURO!-

E senza dargli il tempo di urlare, Pai morì.

**

Quando Mew Lory aprì gli occhi, lo vide.

Un rivolo di sangue dalla bocca, sporco, ferito.

“Pai” lacrime cristalline rigarono il suo volto.

“Mi hai ancora salvato… grazie…” e svenne, rivolgendo un ultimo pensiero alla sua compagna, che affrontava Profondo Blu.

**

Un anno dopo

Lory correva per le vie di Tokyo. Doveva raggiungere il Tempio.

Era passato un anno esatto dalla sconfitta di Profondo Blu e “..dalla partenza di Pai”.

Guardò la città, tornata alla normalità. Ormai si parlava delle Mew Mew come degli eroi lontani e quei giganteschi mostri, i Chimeri, erano un vago ricordo. Se solo sapessero cosa avevano passato quelle povere ragazze. Si recò al punto di preghiera, e giunse le mani.

“Grazie, Kami-sama, per questo anno di pace. E ti prego sempre per Pai, Kisshu e Taruto e per il loro popolo. Che possano vivere in pace… per sempre”.

Ormai la tappa al tempio era una cosa quotidiana. Forse, in fondo al suo cuore, si aspettava di rivedere il dolce e ultimo sorriso di Pai. “Non l’ho dimenticato” sospirò “Ma mi ci devo rassegnare… non lo rivedrò mai più”.

Ormai non aveva più senso piangere. Doveva essere forte. Raddrizzò la schiena, lasciò una piccola offerta al tempio e fece per andare via, ma qualche cosa la trattenne.

Aveva visto un uomo, sotto il ciliegio.

Era vestito con un semplice giaccone e pantaloni e sul viso un berrettino con la visiera che gli copriva gli occhi.

Si fermò a guardarlo. Era almeno a una ventina di metri.

Perché gli era così familiare? Forse frequentava il tempio come lei?

Inconsciamente mosse dei passi verso di lui “Cosa fai, sciocca? Non ricordi che per poco non sei stata violentata per questo?” ma si fermò solo quando fu a pochi metri da lui.

Ma l’uomo alzò lo sguardo.

Occhi violacei dentro i suoi blu.

“Impossibile… la mente mi gioca brutti scherzi…eppure…” eppure quel volto era dolce e pallido come quello di…deglutì.

L’uomo continuava a fissarla.

-Buongiorno-

Quella voce! Profonda, seria…melodiosa.

-Che c’è?- l’uomo alzò completamente la testa. Sorrideva, beffardo.

A Lory cadde la cartella per terra e le ginocchia tremavano, mentre si portava le mani alla bocca.

-Sembra che tu abbia visto un fantasma, Lory-

-Pai…- mormorò

-Allora ti ricordi di me, eh?- continuò a sorridere e la guardò, con le mani in tasca, il viso rilassato.

-Sei… tornato-

-Così sembra-

-Perché?-

Pai continuò a fissarla con serenità –Ti va di fare due passi?-

Così Pai e Lory passeggiarono per il centro di Tokyo, come una coppietta.

Lei si sentiva tesa, nervosa ma Pai era così tranquillo! Ad un certo punto le prese la mano e sfiorò il palmo con le labbra sottili, provocando il rossore e l’agitazione della ragazza.

-Sei così buffa- commentò, ridacchiando, spostandole un ciuffo dalla fronte.

Sempre tenendola per mano continuò a girare per Tokyo –Sai, è la prima volta che lo faccio. Solitamente la guardavo dall’alto- disse –E’ affollata, caotica. Più o meno come la capitale del mio Paese. Sai, la Mew Aqua l’ha reso vivibile… ha ridato vita a quel pianeta. È stato un anno molto duro, sai? Come potevano spiegare di Profondo Blu? E di voi Mew Mew? Aaah! Non mi ci fare pensare!-

Lory si bloccò di colpo –Perché sei qui? Perché sei tornato?- chiese. Il tono della voce era più freddo e distaccato di come l’aveva programmato.

Pai piegò la testa di lato –Andiamo in un posto più tranquillo- la trascinò in un vicolo e si teletrasportarono via.

Baia di Tokyo

- Com’è essere tornata una normale terrestre?- chiese Pai

Lei fece spallucce. Si voltò a guardare il mare. Le mancava la sua forma da sirena –Strano- lo guardò –Perché sei qui?-

Pai si voltò a guardare il mare –Dovevo vedere… anzi no, capire una cosa…-  la guadò –Ti ricordi, cosa dissi sulla terrazza di quella scuola?-

-Quella notte sono state dette tante cose…- fece lei, rabbuiandosi.

-Ti dissi, che saremo stati per sempre nemici, era il nostro destino…dico bene?- lei annuì –Ma ti dissi anche che ti amavo-

Lory si irrigidì –E con questo?- si stava prendendo gioco di lei?

Pai le si avvicinò fino ad essere ad un passo da lei e Lory costatò quanto era alto. Almeno più di una ventina di centimetri rispetto a lei

-“Mew Lory, io ti amo”- ripeté, quasi divertito della sua espressione passata –Che buffo… come passa il tempo… ti dissi anche che non ero tanto coraggioso da amarti- scoppiò a ridere.

Lory alzò un braccio e lo schiaffeggiò.

“Adesso basta!” pensò, mentre le lacrime iniziavano ad uscire –Sei qui per prenderti gioco di me, Pai?- gli urlò contro –Ho penato… da quella sera… ad oggi… ogni giorno io… sigh…- si asciugò le lacrime con il pugno –Io pregavo per…te…la tua…sob…gente. E non… io … io non ti ho mai dimenticato…sigh….- si coprì il volto con le mani –E tu ti prendi gioco dei miei sentimenti- singhiozzò -Vattene, te ne prego-

Le mani, le forti mani di Pai, fredde come un tempo, la presero dai polsi e le scoprirono il volto –Guardami- le disse, dolce.

Lei, controvoglia, ubbidì. L’ultima volta l’aveva rinnegata e abbandonata.

-Lory, sono tornato per vedere che effetto avresti fatto sulla mia persona, non volevo prendermi gioco di te- le disse, baciandola sulla fronte –Io ti amo ancora, Lory, non ho mai smesso di amarti, mai. Per tutto questo tempo ho pensato solo a te- non vedendo alcuna reazione da parte della ragazza sospirò –Ma se ti turbo tanto, se hai cambiato idea, me ne andrò, come hai chiesto- fece per allontanarsi ma Lory lo bloccò per un braccio –Ripetilo- gli ordinò –Ripetilo-

Pai sembrò capire –Lory, io ti amo. E ti amo in forma umana, forma mutante; amo quando arrossisci, quando dormi, quando urli, ti arrabbi; quando sei seria, ridente. Ti ho spiata così tanto, un anno fa e ora ti ho davanti a me e mi sento così vivo, adesso. Mi hai colpito nel profondo, Lory, mi hai amato come mai nessuno al mondo, incondizionatamente e in un modo così puro…- venne interrotto dalla ragazza che gli tappò la bocca con due mani

-Volevo solo sentirti ripetere il mio nome…- disse, arrossendo fino alla punta dei capelli –Ma… mi va anche bene… così…- mormorò.

Pai si sentì per un secondo, ma solo per un secondo, un perfetto imbecille e per un attimo si sentì fuori posto. Tossicchiò, nervoso –Embè?- fece, mettendo le mani in tasta.

-Amami… se hai coraggio, amami…- fece la ragazza poggiandosi sul suo petto forte 

-Lory, se me ne darai l’occasione, sarò l’alieno più coraggioso dell’intera galassia-

E rimasero così…Pai le sollevò il mento e si chinò a baciarla e Lory, forse per paura di perderlo, forse per uno strano istinto, lo afferrò per il colletto, attirandolo di più a sé e nel bacio.

Pai sorrise.

Si staccarono dopo poco e continuando a fissarsi, mormorarono l’uno all’atra –Ti amo-

 

 

 

THE END

Note:

(*) in Giappone prima di farsi il bagno ci si fa la doccia

 

 

   
 
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