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Autore: Exuros    17/08/2010    0 recensioni
Questo è il Primo Capitolo della storia che racconta la vita di un ragazzo prima dopo e durante la seconda guerra mondiale, per il momento non c'è nulla di definitivo, quindi non preoccupatevi se troverete errori di qualsiasi genere
Genere: Azione, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo, Scorci Di Una vita Travagliata 21 Dicembre 1919, Edimburgo,  l’Atene del Nord, piccola grande città, dalle  meraviglie architettoniche e culturali uniche, patria di pietre miliari della letteratura e di cantieri navali di prim’ordine. Dal cielo, grandi fiocchi di neve si depositano sul terreno, sommandosi  alle innumerevoli quantità, che già sono caduti durante l’inverno. L’atmosfera festosa per il natale imminente è evidente in ogni strada, su ogni palazzo, luci si alternano a grandi alberi festanti e pupazzi  con il naso a carota e gli occhi abbottonati.
In un ospedale di periferia,  Mary,  dolce madre Irlandese, tiene in grembo Edward, tra esili braccia, osservandolo attraverso i suoi  verdi e brillanti occhi, pieni di incontenibile gioia e tenerezza. Poco più in la,  Nicolas Logan, scozzese tutto di un pezzo, che ricorda un poco il blasonato William Wallace delle leggende, è esitante, nel voler avvicinarsi alla piccola creatura che ha “creato”.
< Bellissimo vero?> sussurra la donna senza distogliere lo sguardo dal piccolo, Nicolas sorride, chinandosi in avanti e sfiorando con un sol dito il naso di Edward, che gli risponde con smorfia felice.  
< Una vera benedizione dal cielo > afferma l’uomo, dando un bacio sulle labbra alla moglie e accarezzandone i capelli rossi, rialzandosi infine.
 < Ora cercate di dormire amore mio, è stata una giornata pesante >.
Così dicendo, si avvia verso la porta, interrompendosi solo un istante, osservando ancora una volta la sua famiglia, che da quel momento in poi, saranno coloro senza il quale non avrà motivo di vivere.

< Aah!!! > Mary incrocia le mani tra i capelli, sguardo isterico.
 < Vattene! Non farti più vedere! > urla, tenendo in braccio il piccolo Edward, è il giorno del suo quarto anno di vita, forse non è proprio come se lo immaginava.
< Come osi…. donna… > gli risponde Nicolas a bassa voce, barcollando, tenendosi in piedi a fatica e appoggiandosi ai mobili della cucina.
< Sono io che comando qui! Io… > questa volta accentua le sue parole,  indicando se stesso. Ma non fa in tempo a dire altro che, ormai totalmente sbronzo, si lascia andare su una sedia di legno borbottando qualcosa, la moglie gli si avvicina rabbiosa rispondendo a tono:
< tu!? Non farmi ridere! Sei solo un lurido ubriacone, guardati, e ti riterresti un uomo! Mi fai schifo…> sguardo che si posa con ribrezzo su quella carcassa pulsante d’uomo, lui non risponde, il bambino non piange, è il suo compleanno, ma sicuramente nemmeno oggi avrà alcun regalo.









E’ ormai la fine del 1923 e di litigate Edward, ne ha già viste in grande quantità, in quella piccola casa di Edimburgo. Suo padre, è solito ubriacarsi ogni sabato della settimana, tutto a causa probabilmente della vita che qualche anno fa sognava diversa. Certamente non si sarebbe mai augurato di ritrovarsi all’età 37 anni, minatore, senza speranza nel futuro. Lui, che ha combattuto la prima guerra mondiale perdendo i migliori anni della sua vita, con il passare del tempo trova solo nel bere la ragione di esistere, sfogando tutto se stesso contro la moglie e il piccolo. Mary,  povera donna, nonostante tutto non può fare a meno di amare quell’uomo, di concedersi a lui come ogni notte, lo ama come il primo giorno, assuefatta da quell’individuo così rude e possessivo, ma allo stesso tempo passionale e protettivo.


< Come puoi  stare con un disperato come me > sussurra la stessa notte, Nicolas  alla moglie, oramai ripreso dalla sbornia, distesi nudi sul letto, mentre dolcemente gli accarezza i fluenti capelli con le dita e guardandola negli occhi.
< Voglio solo essere felice, con un lavoro che mi piace, una casa in un posto stupendo, lontano da qui, so che sono pensieri stupidi nella nostra situazione, ma non posso fare a meno di pensarci >.  
Questa volta è lei che non risponde, ricambiando le effusioni e limitandosi ad un timido sorriso evidenziando i suoi denti perfetti,  come la pelle, che mettono in risalto le sporadiche lentiggini che ne ricoprono il volto. Poco dopo, lasciando l’uomo dormire,  la donna si alza, indossando la vestaglia e facendo passi leggeri raggiunge la camera del piccolo, osservando il figlio con gli occhi chiusi, rintanato sotto la coperta sgualcita, per poi voltarsi e ritornare dal marito. Non sa che Edward è ancora sveglio, immerso nei suoi pensieri, sulla vita ma anche sulla morte, di cui tanto ha terrore, pregando con le braccia distese, ma con le mani al cielo, per un dio di cui solo lui è a conoscenza.

Gli anni passano, albe e tramonti si susseguono senza sosta in un mondo che tenta di riprendere a girare nel senso giusto, un pianeta in continuo mutamento ed evoluzione: 25 marzo 1925, l'ingegnere scozzese John Logie Baird inventa la televisione,  grande cosa; nel ‘26 Walt Disney crea il personaggio di Mickey Mouse, probabilmente l’unico personaggio immortale; il 25 aprile dello stesso anno si svolge la prima assoluta dell'opera lirica Turandot di Giacomo Puccini, visione miracolosa per gli occhi e meraviglia per le orecchi di intere generazioni. Non da meno, tutto viene accompagnato passo a passo da grandi eventi sportivi ed esplorativi in tutto il globo. Insomma, si potrebbe pensare ad un periodo lieto, ma sono le piccole cose che creano le grandi e purtroppo, molte di queste, che sconvolgono il periodo in questione, non sono un buon segno per il futuro. Si può partire dalla nascita e crescita del fascismo, gli attentati, per passare al malcontento del popolo tedesco, senza dimenticare il 24 ottobre del ’29, con il crollo di Wall Street,  cui fece seguito il definitivo crollo della borsa valori mondiale.



Non c’è che dire, nel 1929 gran parte della popolazione terrestre ha parecchio su cui pensare; ma in casa Logan, viene ricordato per un motivo che rimarrà nel tempo ben impresso nella mente di Edward.
E’ il 12 novembre,  il giovane ragazzo di 9 anni sta tornando a casa dopo una giornata di scuola indimenticabile, ha preso un bellissimo voto in matematica, ha vinto con la sua trottola  portandosi a casa ben tre trofei, a danno dei suoi amici e la ragazza che gli piace, Sarah, gli ha sfiorato la mano, insomma, niente potrebbe andare meglio.
Una volta varcata la soglia della propria abitazione, il giovine poggia a terra la sacca e ad alta voce chiama la madre impaziente di riferirle il voto conferitogli, non ricevendo risposta raggiunge la cucina.
< Mamma! > urla ancora, mentre piegandosi mette legna sul fuoco, si sta per spegnere, strano, solitamente è sempre ardente, tornando sui suoi passi sale le scale per andare nella stanza da letto dei genitori, fino alla sommità, è in quel momento che vede la madre, distesa sul letto, dopo un’ istante di esitazione si avvicina lentamente
< …mamma? > sussurra sfiorandone la schiena, questa si volta, rivelando un viso emotivamente distrutto, gli occhi rossi, gonfi di lacrime
< Edward…> singhiozza la donna voltandosi, sedendosi a bordo letto e abbracciandolo con forza. Il figlio, tremante e preoccupato alza il capo guardando nelle iridi Mary.
< Cosa succede…? > lei ancora lacrimante non risponde < …MAMMA!>> urla lui dando un colpo secco al petto della donna per la frustrazione.
< C’è stato un’ incidente…> inizia la madre <…alla miniera…> Edward smette di tremare <…è crollata…> il giovane si libera dall’abbraccio, facendo un paio di passi indietro e respirando a fatica, fino alla parete, dove si appoggia con la schiena “scivolando” fino a sedersi a terra. Non piange.

Nicolas muore insieme ad altri sei colleghi, durante gli scavi nella miniera di carbone fossile, in cui lavorava da sei anni. Dicono che all’improvviso, a 650 metri di profondità, una parete sia crollata, riversando una grande quantità di terra e fango sui sette minatori, senza lasciare scampo e possibilità di soccorso.  Ora è stata chiusa, i corpi sono ancora li, o almeno quel che ne rimane.
E’ il 21 dicembre 1929 e Edward resta in silenzio nell’osservare la bara, vuota, che simbolicamente viene riposta nella buca del cimitero, la madre come da un mese a questa parte, rimane muta e inespressiva, il prete prega, per il defunto e per la sua famiglia, probabilmente l’unico regalo che oggi riceverà.
   
 
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