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Autore: Sayaka3DG    17/08/2010    7 recensioni
"I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l’ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c’è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l’insoddisfazione per l’esistenza del mondo."Citazione di Fernando Pessoa. Con questa frase introduco la mia nuova storia, fatta di emozioni, alta velocità, playa, dolcezza e SasuHina. Buona lettura
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU, Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’amore, vittima del destino.

 

1. Inizio…

 

L’amore non esiste è solamente una cosa chimica, un’azione involontaria, niente di più… Eppure è la cosa più bella che mi sia mai accaduta…

[Hinata Hyuga]

Non credevo nel destino… Credevo nelle coincidenze… E la coincidenza più bella della mia vita ha preso il nome di Hinata ed è scolpita ancora nel mio cuore…

[Sasuke Uchiha]

 

Cambiava scuola per la decima volta. Suo padre non la lasciava un attimo in pace e al minimo pericolo si allarmava e le faceva cambiare scuola; era così da anni ed anni.

- Oggi è il tuo primo giorno di scuola. Hai preso i fazzoletti?- chiese Hiashi fissando la strada davanti a sé, correndo con una costanza di 50 km/h.

- Si.- disse Hinata accanto al padre, dritta con la schiena, stretta al suo maglione, come se avesse un freddo tremendo.

- Il fodero per gli occhiali?- chiese ancora il padre continuando a guidare ed Hinata annuì.- Il collirio?- Hinata annuì ancora.- L’inalatore?- l’altra rispose di nuovo annuendo.- Le gocce per le corde vocali?- annuì per l’ennesima volta.- Bene. Ricordati di chiedere di non farti mettere ai posti più vicini alle finestre, a proposito te la sei messa la crema solare?

- Si, padre.- disse con voce debole la ragazza.

Il padre alla fine si fermò e scese dalla macchina, andò allo sportello di Hinata e la fece scendere aiutandola con la mano e chiudendo successivamente la macchina, prese la figlia per la vita guidandola fino alla porta del grande edificio scolastico, mentre sguardi di tutti i ragazzi la fissavano straniti: chi distoglieva subito lo sguardo, o per rispetto, o per paura.

- Dunque hai preso tutto? E’ tutto okay?- la ragazza annuì talmente tante volte che le faceva male il collo.- Bene. Ricordati di chiamarmi quando devo venirti a prendere.- disse infine, si voltò e si diresse con passo svelto fino alla macchina nera lucida in fondo al vialetto e ripartì. Come al solito Hinata non riuscì a salutarlo. 

Si voltò sconsolata, si sistemò gli occhiali e il maglione grigio ed entrò nell’istituto. Un lungo corridoio di marmo si faceva largo davanti a lei, colmò di ragazzi, chi parlava in portineria, chi correva verso le scale, chi si era fermato per salutare vecchi amici. La ragazza con passo titubante andò in portineria e aspettò che i ragazzi della fila davanti finissero di parlare, poi quando finalmente fu il suo turno si sporse alla fessura della vetrata.

- Sono una nuova studentessa…- disse con voce quasi sussurrata, facilmente sovrastata dalle risate degli altri ragazzi.

- Scusami cara, cosa hai detto?- chiese sorpresa la portinaia allungandosi verso la fessura.

- Io, sono una nuova studentessa.- balbettò cercando di alzare un po’ la voce, mentre le sue corde vocali le provocarono un leggero pizzicore di avvertimento.

- Oh, sei una  nuova studentessa?- Hinata annuì sorridendo leggermente e la portinaia cominciò a cercare negli archivi scolastici.- Sei Diana Fukuda?- Hinata fece cenno di no e la portinaia continuò a cercare.- Allora sei Hinata Hyuga!- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

- Si!- sussurrò sorridendo un po’ goffamente.

- La prima ora la passerai nell’aula al terzo piano, penultima porta a destra; tieni l’orario e questo è un volantino dei vari corsi che offre la scuola. Avviati con l’ascensore, è a sinistra vicino alle scale di là!- indicò la signora agitando il braccio e facendo automaticamente dondolare gli orecchini vistosi.

Hinata fece un piccolo inchino e ringraziò sottovoce, poi andò verso l’ascensore e premette il tasto rosso chiamando l’ascensore che arrivò in fretta ed egli entrò dentro premendo successivamente il tasto del terzo piano sotto lo sguardo interrogativo ed irritato di altri studenti che si avviavano alle scale di marmo. Ci era abituata oramai, il fatto che fosse diversa dagli altri, trattata come una persona andicappata da odiare. Si era praticamente convinta di essere una persona invalida, da gettar via.

Arrivata alla porta della sua nuova classe trovò un professore che dava il bentornato a tutti gli studenti che vi entravano.

- Oh, tu devi essere Hinata Hyuga.- si avvicinò l’uomo sorridendo un po’ a fatica, probabilmente per un professore giovane vedere una ragazza così malconcia gli faceva ribrezzo ed oramai Hinata ci era avvezza.- Vieni. Questa sarà la tua nuova classe.- fece entrare gli ultimi studenti e poi la scortò dentro.

Il giovane professore si sedette alla cattedra ed Hinata rimase vicino alla cattedra in piedi un po’ ingobbita.

- Ragazzi, questa è la vostra nuova compagna di classe, si chiama Hinata Hyuga.- qualche sussulto e qualche mugugno di noia riempì il rispettoso silenzio.- Siediti pure lì, Hyuga.- disse il professore indicando il banco vicino alla finestra.

Hinata sobbalzò e si chinò sul professore spiegando il problema.- Oh, allora Mizuhashi spostati al banco vuoto alla finestra, porta tutte le tue cose e lascia il banco ad Hinata.

Il ragazzo sbuffò prese tutti i libri e si spostò all’altro banco, Hinata ringraziò sottovoce e poi andò a sedersi composta al banco seguita dagli sguardi disgustati di quasi tutti.

Presero a far lezione e alla fine di questa tutti si alzarono per cambiare aula, due ragazzi, uno moro dallo sguardo di ghiaccio e un altro dal ghigno sghembo, passarono accanto al banco della ragazza e il biondino ghignante le fece cadere i libri a terra ridacchiando come un idiota.

- Quanto sei brutta!- esclamò e rise di cuore andandosene via con il moro che l’aveva fissata per tutto il tempo con odio.

Hinata senza dire niente si chinò e raccolse i libri ed uscì dall’aula, chiudendo la porta. Continuarono a farle gli scherzi e ad insultarla fino all’intervallo, Hinata rimase nell’aula della lezione successiva aprendo il suo book e cominciando a disegnare: come al suo solito. Le piaceva disegnare, le faceva staccare la mente dalla realtà per dedicarsi al suo, di mondo, dove sicuramente non la prendevano in giro… Si distolse dal suo lavoro per alzarsi ed andare in bagno prima che la campanella suonasse e andando per il corridoio incontrò quei due ragazzi di prima Uchiha e Hozuki. Il primo si accorse della ragazza immediatamente, al contrario di come sperava Hinata, e diede una gomitata ad Hozuki che subito entrò all’azione facendole lo sgambetto, facendola rovinosamente cadere a terra con un forte tonfo.

Il ragazzo rise di gusto.- Grassona! Senti che cazzo di rumore che hai fatto!- rise altamente divertito dal tutto e Uchiha accennò un ghigno beffardo, mentre i ragazzi più bulli si riunivano a guardare la beffa ad Hinata, che tremava a terra, senza alcuna voglia di alzarsi. Inoltre gli occhiali erano a terra volati più in là da lei che strizzava gli occhi, mangiata viva dal terrore.

- Andiamo alzati stupida!- la prese per i polsi e l’alzò, si accorse di quanto era leggera, forse non era tanto grassa come sembrava… Ma comunque fece finta di tirarla su a fatica gridando.- Mamma mia che faticaccia! Grassona schifosa!- gridò e poi lasciò la presa ed Hinata cadde di nuovo sbattendo forte la testa ed entrò nel panico. Cominciò a respirare a bocconi: l’asma.

Sgranò gli occhi viola chiarissimo, bellissimi, sconvolgendo un attimo l’Uchiha, che però non si mosse. Hozuki entrò in tensione e scappò via, insieme a tutti i ragazzi che prima ridevano fragorosamente divertiti ed in contemporanea la campanella suonò e qualcuno avrebbe voluto avvicinarsi ad Hinata, ma non lo fece per via della presenza oscura dell’Uchiha.

Hinata intanto si sentiva mancare, aveva bisogno del suo inalatore!

- Idiota.- il ragazzo si avvicinò.- Tu puoi respirare, finiscila! Respira! Idiota di una Hyuga! Respira!- ma Hinata non respirava ed era scossa dai brividi di terrore, questi vedendola in quello stato si accigliò e andò tranquillamente all’aula lasciandola ansimante lì a terra che già temeva il peggio.

L’Uchiha tornò, con l’inalatore e lo mise accanto a lei, un po’ lontano.- Prendilo e salvati… ancora una volta.- disse tra i denti, arrabbiato, girandosi e andandosene definitivamente in classe.

La ragazza nel panico si voltò dove aveva sentito il rumore dell’inalatore posato e cominciò a tastare il pavimento con ancora gli spasmi dell’asma. Lo trovò e subito lo usò, ritornò a respirare come prima e riuscì a riprendere fiato, le gote arrossate e il respiro ancora un po’ affaticato…

Una figura si avvicinò ad Hinata e prese gli occhiali e glieli mise nella mano libera, facendola sobbalzare.- Grazie.- sussurrò balbettando ed arrossendo.

- Non c’è di che!- esclamò il giovane, aiutandola ad alzarsi ed Hinata completamente rossa in viso inforcò gli occhiali visualizzando il ragazzo davanti a sé: biondo, occhi azzurri, pelle abbronzata e un sorriso dolcissimo. Arrossì ancora di più e si nascose nel colletto della camicetta sotto il maglione pesante.- Mi chiamo Naruto Uzumaki, tu sei nuova non è vero?- fece una stretta di mano.

La ragazza annuì nervosa.

-… Il tuo nome?- chiese Uzumaki.

- Hinata Hyuga.- sussurrò.

- Ehi, non parlare così piano non mangio mica!- un momento di silenzio.- Oh, ehm questa dev’essere la fame, volevo dire “non mordo mica”!- Hinata lo fissò un momento, poi scoppiò in una piccola risata cristallina, anche se la gola le doleva un po’.- Ehi, ehi! Non ridere!- ma Hinata sorrideva ancora di più ed era sicuramente più guardabile.- Mi sono fatto riconoscere subito, eh? Beh, mia cara Hinata, io vado a mangiare un panino e poi vado in classe! Per qualsiasi cosa basta che fai un fischio, sono della sezione C! Mi raccomando!- disse ed Hinata ancora sorridente annuì.- Allora ci si vede! Ciao!- e andò via.

Il suo cuore batteva talmente forte da scoppiare. Il primo ragazzo nella sua vita che le rivolgeva la parola in quel modo ed era anche terribilmente carino! Oh Cielo! Le sue gote andavano a fuoco! Senza rendersene conto corse verso la sua aula ed entrò, subito fissata da due sguardi in particolare: l’Hozuki la guardò sorpreso e l’Uchiha irritato. Sorrideva teneramente e per il resto del pomeriggio tenne il dolcissimo sorriso che aveva…

Alla fine delle lezioni appena uscita dall’istituto chiamò suo padre avvertendolo di venirla a prendere, poi incontrò Naruto.

- Ehi Hinata ciao!- esclamò, si volse un attimo chiedendo ai suoi amici di aspettarlo un istante.- Senti ti andrebbe di venire a pranzare con noi? Sono tutti simpatici non ti preoccupare!

Hinata stette per dire qualcosa, quando Uchiha Sasuke apparve dietro di lei.- Lei viene con me a pranzo. Giochi sporco Uzumaki?

Naruto lo guardò severo.- Dovrei dire la stessa cosa di te… Sasuke.- disse fulminandolo con lo sguardo.

L’altro rise sghembo.- La nuova arrivata sarà mia, stai certo.- disse convinto della sua affermazione.

Naruto strinse i pugni.- Vedremo… Hinata, vieni stasera alle dieci alla spiaggia, vicino al molo. Deciderai lì da che parte stai.

Hinata sgranò gli occhi.- Ma veramente io non posso!- esclamò sottovoce.

- E perché?- chiese freddamente Sasuke.

Hinata ebbe un brivido di paura e ingoiò a vuoto.- Verrò.- balbettò abbassando il capo.

In quel momento il padre della ragazza apparve e prese Hinata stringendola a sé e guardando male Naruto e poi si soffermò su Sasuke e sgranò un attimo gli occhi.- Hinata vai in macchina.- le disse e lei obbedì.

Appena entrata volse lo sguardo a suo padre e lo vide sbraitare qualcosa contro Sasuke Uchiha e questi stare fermo fissando con odio profondo l’uomo che lo stava attaccando, poi lo vide voltarsi verso di lei e rimproverarla con lo sguardo mentre suo padre saliva in macchina. Mise in moto e stranamente partì bruscamente e da 50 km/h passò ad 80 km/h, sorprendendo Hinata completamente terrorizzata.

- Hinata. Non devi assolutamente parlare con Uchiha Sasuke. Non ti avvicinare a lui, per nessun motivo. Mi hai capito bene?- disse quasi gridando e spaventando di più la figlia che annuì freneticamente.

Arrivati a casa Hinata in silenzio andò in camera, abbassò le serrande e pulì gli occhiali, si mise poi a disegnare e s’addormentò poi sullo scrittoio, dimenticandosi dell’incontro alla spiaggia …

 

E questo era il primo capitolo!!! Spero davvero vi piaccia <3 Un grazie per chi legge!

  
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