Morte

Quasi morire non cambia niente. Morire cambia tutto.

Sapere di stare per morire cambia la visione che hai del mondo. Assapori la vita in tutte le sue forme, scopri cose di cui non conoscevi l’esistenza, vedi colori che prima non vedevi, solo perché hai scoperto di non poterlo più fare.

Sei mesi, un anno, due anni; il tempo è un concetto relativo, ma continua a non essere abbastanza, scoprire tutto ciò che c’è nel mondo è un privilegio concesso a chi se ne frega, a chi semplicemente non sa, a chi non ha il tempo per ammirarlo.

Se c’è qualcosa che può andar male, senza ombra di dubbio lo farà, non puoi fare nulla per impedirlo. Puoi chiamarlo destino, karma, il grande disegno, questo significa che non puoi cambiare il futuro se non lo conosci, poiché, anche se fosse scritto non avresti la facoltà di conoscerlo, non avresti la facoltà di cambiarlo senza cambiare ogni altra vita che incontreresti o avresti dovuto incontrare. Questo si chiama effetto farfalla: una farfalla sbatte le ali a New York e a Singapore si scatena un uragano a causa delle correnti d’aria che si scontrano e vengono sconvolte a causa di quell’unico battito d’ali. Il futuro è già scritto e noi siamo gli artefici del nostro destino. Noi lo stiamo scrivendo mentre viviamo.

Il grande disegno si va delineando mentre io scrivo, voi leggete, ignorate o schernite questo intervento, ma tutto si andrà scrivendo delineando così un preciso decorso delle nostre vite. Come un trailer di un film e la sua trama: uno serve a introdurlo fornendo spezzoni di video con frammenti di audio incoerente con le immagini e l’altro a spiegarlo cercando di riassumere tutti gli sguardi e le parole sulla carta; quello che noi stiamo pensando in questo momento del nostro futuro è solamente il trailer, tutto è imprevedibile, ogni disegno fa parte di qualcosa di più grande che, in bene o in male, ci riguarda tutti.

Tornando alla prima frase (prima che finisca la mia fugace ispirazione), sta di fatto che: una persona che si riprende da un attacco cardiaco, da una qualsiasi ferita di vario tipo, non cambierà una persona se non nel tempo che viene identificato con il concetto di memoria a breve termine. Perdere una persona invece lascia un vuoto incolmabile, difficile da riempire, ma una volta superata la fase dell’accettazione il dolore diminuisce leggermente; anche se non scompare mai completamente può essere addolcito dall’amore delle persone che ti stanno accanto.

Novokane