LA VERA STORIA DI SUBARU E SEISHIRO
Si, i personaggi non sono CHIARAMENTE i miei ma
appartengono alle Clamp, i dialoghi sono quasi tutti tratti dall’edizione
italiana di “X”, tranne quelli modificati. Ovvio è che non userò i
personaggi per fini di lucro ma per fare
ciò che quelle Put***e Bavose non hanno fatto,
strappandoci il cuore e tagliandolo fine fine fine per spargerlo al vento dalla
Tokyo Tower, insieme alle nostre speranze.
Ma noi non possiamo
accettarlo, non ci riusciamo, giusto?
Sono qui per questo, per ridarmi il dovuto equilibrio
mentale che loro mi hanno tolto.Se lo avete perso
anche voi e lo rivolete, provate a cercarlo qui.Con me.
“Il
tramonto colora il Rainbow Bridge di tinte
rossastre come il colore del sangue” pensò Subaru gustandosi l’ultima
sigaretta di quella giornata. A poco si aspettava il suo arrivo, sarebbe stato
imponente e glaciale, come si era promesso dopo la morte di sua sorella.
“Hokuto, in fondo non è per vendicare te che sono qui,
ho bisogno di rivederlo, ho bisogno di vendetta si, ma per me, per la mia
speranza.”
“Ancora
un tiro”, pensò avvicinando la sigaretta alle sue labbra, ma una mano, quella
mano afferrò la sua stranamente con molta più dolcezza di quella che aveva
sempre immaginato quando ricreava nella sua mente il loro incontro. Sentì il
suo cuore pulsare a ritmi frenetici all’improvviso ed un intenso calore
crescere sul suo volto.Girandosi di scatto vide ciò che da
tempo desiderava vedere; Seishiro era li, accanto a lui, sorridente.
Sorpreso decise di scansare lo sguardo di Seishiro che trapelava dagli
occhiali da sole, voltandosi verso il meraviglioso paesaggio che si stagliava
davanti a lui.Teso nell’imbarazzo riuscì solo a dire “La cenere…ti cadrà sulla
mano”.
“Ti
preoccupi per me?” sorrise Seishiro, ma il suo sorriso non era il solito
sorriso dolce dei vecchi tempi, quando gli stava accanto nel lavoro, di quando
erano amici, o qualcosa di più.
“Gentile
e premuroso come sempre eh?”
Subaru
sentì una rabbia crescergli dentro “gentile e premuroso”
pensò. “Gentile e premuroso! Io non sono così buono come credi, io non
sono così ingenuo, non più”.Si voltò per affrontare il volto del suo nemico e
dar voce ai suoi pensieri.
“No,
invece sono cambiato.. e sei tu.” Aggiunse cacciando
la mano di Seishiro e allontanandosi da lui.
“Sei
tu che hai determinato la mia trasformazione”.Il suo sguardo crudo e di sfida
lasciò Seishiro ammutolito, non si sarebbe mai aspettato di trovare Subaru così
determinato, e questo lo rendeva malinconicamente felice. “Anche
se a te di questo non importerà nulla.”concluse Subaru.
Immobili,
uno di fronte all’altro, in un unico respiro, si fissarono per alcuni intensi
momenti.
Poi
Seishiro rise delicatamente e allungando la mano, sfilò la sigaretta dalle dita
di Subaru e la portò alle sue labbra. Subaru non fece molto caso al gesto, fu
come rapito dall’odore del sangue che colava dalla mano del suo nemico.Non se ne era accorto prima, il contatto con Seishiro lo aveva stordito.Quella mano
insanguinata lo riportò alla realtà: Seishiro era sempre lo stesso assassino, colui che aveva ucciso sua sorella e che avrebbe ucciso
anche lui.
“Hai
ucciso qualcuno da queste parti, vero?” chiese.
Ma
la sua domanda si perse in un silenzio quasi falso, una quiete minacciosa.
Dopo
qualche istante Seishiro guardò Subaru e gli diede quella risposta che non
avrebbe mai voluto sentire “ Certo, sono un
Sakurazukamori, no?”
“Sakurazukamori”
ripeté nei suo pensieri Subaru “ …Sumeragi”
Non
si poteva più aspettare, quella mano insanguinata mostrava che Seishiro non
poteva cambiare, era un assassino, lo sarebbe stato per sempre e ne era felice.Era il momento di iniziare a combattere.
Innalzò
la barriera spirituale a forma di stella per proteggere Tokyo dalla battaglia e
attaccò Seishiro, che non si fece trovare impreparato ma schivò velocemente il
colpo per lanciarne uno a sua volta. Molte sezioni del ponte crollavano sotto
la pioggia di colpi furenti che venivano scagliati dai
due contendenti.
Seishiro decise di cambiare tattica, portando la mano accanto al suo viso e Subaru si trovò improvvisamente attaccato e bloccato da spessi rami e con petali rosa scintillanti che fluttuavano al suo fianco “Fiori di ciliegio..”pensò Subaru mentre la benda che proteggeva il suo occhio ferito, lentamente, si svolgeva. Chiuse gli occhi e afferrò un fuda dalla tasca del cappotto, poi si tagliò volontariamente il pollice della mano.
“Non
c’è bisogno che usi queste illusioni” gridò infine mentre tutti i rami e i
petali svanivano.“Io sono ancora prigioniero dei tuoi fiori di ciliegio…fin da
quel lontano giorno”.
Un
solenne silenziò irruppe tra i due, i quali si fissavano intensamente, senza
dare segni di debolezza, in un unico lungo trattenuto respiro.
Seishiro
sorrise e si sfilò gli occhiali “Il Kamui , drago
della terra me lo aveva detto” esclamò.
“Il
tuo vero desiderio solo io posso esaudirlo.Tuttavia quel desiderio sembra
diverso da ciò che mi ero immaginato”.
Anche
Subaru si tolse la benda, ora entrambi mostravano il
loro occhio cieco al nemico, ora erano più simili che mai.
“Ciò
che desideri veramente è uccidermi non è cosi?”
concluse Seishiro osservando le reazioni di Subaru.
“TI
SBAGLI!” gridò il ragazzo esasperato dalla situazione e dal discorso del suo
nemico.Non poteva sopportare tutto questo oltre, senza dire ciò che veramente
pensava. Abbassò lo sguardo e disse “Quando hai ucciso Hokuto, io ho perso
tutto”, poi si voltò dando le spalle a Seishiro, guardando verso il sole che
ormai era quasi del tutto calato dietro la linea
dell’orizzonte.
“Ma soprattutto ho perso te.Io avrei
voluto…avrei dovuto dirtelo prima.non avrei
dovuto aspettare, non avrei dovuto cercare conferme. Dovevo
fidarmi del mio istinto, del mio cuore, avrei dovuto capirlo prima. Io
ti amo!”
Seishiro
gli si avvicinò veloce alle spalle, gli afferrò il
braccio sinistro piegandoglielo violentemente dietro la schiena, come per
spezzarglielo.
“Menti!”
gli disse all’orecchio e a denti stretti, avvicinando il braccio al punto di
rottura.
Subaru
tra le lacrime provocate sia dal dolore fisico che dalla tremenda sofferenza
psicologica gridò
“DOPO
AVER UCCISO MIA SORELLA SEI SCOMPARSO E IO HO DECISO
DI CANCELLARTI DALLA MIA TESTA MA NON CI SONO RIUSCITO.” Poi, cercando di
calmarsi , ma con le lacrime che scendevano copiose ,
continuò “Nonostante tu mi considerassi meno di un sassolino, nonostante per te
fossi meno di una foglia morta, nonostante questo, o forse proprio per questo,
desideravo essere ucciso da te.”
Con
grande stupore di Subaru, Seishiro allentò la presa, e portatosi davanti al
ragazzo in lacrime, gli fermò una lacrima con un dito.
“Sei
così dolce Subaru” disse, e sul suo viso ricomparve quel sorriso che da tempo aveva celato dietro a un volto cupo e fiero.” Ma
sei un Sumeragi, ed io un Sakurazukamori, noi siamo destinati a combatterci.”
“Sumeragi?
Io non sono un Sumeragi, io sono Subaru, sono solo Subaru se tu vuoi. Il mio
cognome non conta nulla, è solo un insieme di lettere prive di
alcun senso.” Rispose Subaru cercando titubante l’abbraccio di Seishiro.
“Hai
ragione Subaru” disse Seishiro chinando lievemente il capo. “Noi non siamo che ciò che vogliamo. Ho aspettato a lungo queste
tue parole, le ho tanto attese al punto di non
crederle possibili, al punto da pensare che tu volessi odiarmi, non amarmi. E
invece tu mi amavi, davvero, nonostante tutto.” Sorrise e strinse a se il giovane Subaru, che finalmente potè
sospirare felicemente. Era tra le braccia di chi amava, nulla poteva
andare male ora.
Poi
Seishiro aggiunse “ Il mondo sta per finire Subaru, il tempo che potremo
trascorrere insieme è poco.”
“No!”
gridò Subaru “ Sono sicuro che Kamui salverà la terra
e che per noi ci sarà tempo, tanto tempo.Voglio iniziare una nuova vita,
lontano da Sumeragi e Sakurazukamori, lontano da Tokyo, lontano dal Giappone”
“Già”
concordò Seishiro “qui abbiamo entrambi troppi ricordi che vorremmo rimuovere”.
I
due si strinsero in lungo e dolce abbraccio prima che Seishiro accarezzasse le
guance di Subaru e che gli dicesse “ Anche io ti amo.”
Poi
sospesi in un istante lungo un’eternità, i due si baciarono dolcemente,
scoprendo la dolcezza del vero amore.
Decisero
di comune accordo di andarsene dal Giappone , e di
recarsi in una terra ricca di storia e di meraviglie della natura , un posto
dove potersi godere il tempo che mancava prima della fine, dove mangiare un
gustosissimo gelato alla stracciatella, buono come mai lo avevano mangiato.
E
poi la fine non arrivò. E arrivò il
nuovo millennio,e poterono passeggiare per le romantiche vie della città della
laguna,e assistere all’arrivo del loro connazionale Mark Lenders tra le fila
della Juventus e ,chissà, magari ora sono felici, presso qualche monumento, a
scattare foto e a dar da mangiare ai piccioni, felici, innamorati, ma
soprattutto vivi.