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Autore: Miss Moony    20/08/2010    1 recensioni
E’ passato ormai un anno da quando è morto Light, da quando un’era della mia vita è morta con lui. Un passato lontano, non lo ricordo quasi più.
Come chiamarle quelle voci che mi seguono ogni notte, che di giorno mi rimbombano in testa, senza tregua? Coscienza?

Una Misa ad un anno dalla morte di Light, molto diversa da come si presentava nella storia...o forse no?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Misa Amane
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nightmare


Le notti non passano più. Il sole non sorge, non riscalda e non dissipa le tenebre della notte.
Dicembre. Gennaio. Febbraio. Inverno, freddo e buio. Non vedrò l’estate quest’anno.

Incubi nella notte. Vicoli ciechi, mani scarne che spuntano dall’oscurità. Mi trattengono...
Assassina! Assassina!


E’ passato ormai un anno da quando è morto Light, da quando un’era della mia vita è morta con lui. Un passato lontano, non lo ricordo quasi più.
Non sono più la stessa, non sono più la ragazza che si innamora di un sogno, accorgendosi tragicamente troppo tardi che non era reale, l’amore non era ricambiato; non sono più quella che fingeva una gioia e un’allegria innaturali, estremamente forzate e false, che si attaccava alla bottiglia per non pensare al buio che dalle sue notti pian piano fuoriusciva ad oscurare il sole, che si truccava per nascondere le occhiaie di notti passate a fissare l’oscurità della stanza, tormentata da un rimorso inspiegabile eppure terribilmente pressante sulla sua coscienza.
Quella ragazza è morta con Light, scioccata dalla distruzione di un sogno. Non mi ero innamorata della persona, ma di quello che vedevo in lui, delle mie speranze...
Ma un vero sogno non muore. Una volta realizzato è lì, non scompare; se scompare non era il tuo sogno. Non lo era. E c’è poco da fare.

Pozzi neri di solitudine. Pianti, gemiti, urla. E voci.
Assassina! Assassina!


Come chiamarle quelle voci che mi seguono ogni notte, che di giorno mi rimbombano in testa, senza tregua? Coscienza? Coscienza di cosa? Non ho ucciso. Non ho ucciso...no...no?

Era così facile togliere la vita eh...non me ne accorgevo neanche...
Non lo sentivo, io, l’ultimo battito di un cuore, l’ultimo grido soffocato, lo sguardo che si perdeva nel buio...tutto questo lo pagherò ora, ma non salderò mai il mio debito con la morte. Perchè il mio sogno ha distrutto le speranze di migliaia di persone.
Assassina! Assassina!


Basta, basta! Perchè devo pagare per una colpa che non ho so di aver compiuto? Perchè non ho il diritto di vedere la luce del sole e di venirne scaldata?
A volte penso che tutta questa vita sia un incubo. Prego qualche dio di svegliarmi, ma a quanto pare lassù non ci sono dei disposti ad ascoltare me.

Vento che scuote, colpisce, trafigge con le sue lame di freddo.
Forse c’è un modo per saldare parzialmente il mio debito.


Già. Oggi gli orologi ticchettano particolarmente forte. Mi ricordano (o rinfacciano?) ad uno ad uno i secondi che posso ancora sentire.
Non più per molto.
Quest’oggi l’acqua del fiume forse laverà la mia colpa e potrò finalmente dormire serena.

Non ci saranno per me inferno o paradiso.

Però forse terminerà quest’incubo.

Addio, assassina.

Addio.
Quest’anno non ci sarà estate, né il sole sorgerà più su questo mio incubo.
  
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