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Autore: Aredhel Demonia NP    20/08/2010    2 recensioni
"La fronte resa regolare diventava più scura, dopo due passate di cotone. Gli occhi adornati di nero e blu divennero piccoli. Davano l'impressione di perdersi nel viso. Il naso, come la fronte, divenne subito un poco più scuro. Le labbra rese falsamente carnose tornarono piccole e tenere. Pochi semplici gesti che lo spaventavano a morte, che mostravano il tempo." Il più grande desiderio di Mana e un affetto non ricambiato.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Notte nel vampiresco antro, nel buio rifugio

Era ormai notte nel vampiresco antro, nel buio rifugio della sua casa: la parte riservata a lui e a pochi altri. Nessun occhio indiscreto avrebbe potuto guardare, nel momento più odioso della giornata: ora Mana avrebbe visto il suo volto non più giovane, togliendo il trucco che nascondeva i segni del tempo. Il mascara, l’ombretto e la cipria compatta che lo rendevano invidiabile da quasi vent’anni. La bambola perfetta

 

La giornata passata veniva dimenticata, in quel momento, talmente si sentiva a disagio con se stesso. La parte più dura per la sua psiche stava per arrivare.

 

Davanti all’ampio lo specchio ovale, poteva vedere la sua figura dal busto in su e ammirare la sua linea sempre impeccabile, ammirarla meglio dopo essersi sfilato la veste da camera. La pelle sempre diafana e mantenuta liscia da costose creme, il fisico magro e privo di muscoli lo rendeva delicato, insieme ai piatti capezzoli.

 

Tolse le lenti a contatto. Gli occhi tornarono scuri e non erano più messi in risalto dal trucco.

 

Prese un dischetto di cotone e lo struccante. Con delicatezza ora rimuoveva la sua maschera diurna.

 

La fronte resa regolare diventava più scura, dopo due passate di cotone.

Gli occhi adornati di nero e blu divennero piccoli. Davano l'impressione di perdersi nel viso.

Il naso, come la fronte, divenne subito un poco più scuro.

Le labbra rese falsamente carnose tornarono piccole e tenere.

 

Pochi semplici gesti che lo spaventavano a morte, che mostravano il tempo.

 

Negli ultimi tempi credeva che con la notte arrivassero davvero i demoni: erano tutte le persone senza trucco. Molti gli avevano detto di smetterla, che le sue erano solo fisime, eppure continuava a non sopportare che il suo volto perfetto fosse stato ferito dalle appena accennate rughe. Voleva mettere fine al tempo, governarlo come i Moi Dix Mois, la sua linea di moda e il suo lavoro in generale.

 

La vasca di marmo nero era già piena. Vi si immerse liberando i capelli dalla lacca, purificandosi con sali e saponi inebrianti finché l’acqua non era fredda. Profumi riempivano piacevolmente l’aria, rilassandolo. Osservare il suo corpo gli permetteva ancora di potersi vantare della sua bellezza. Ogni centimetro del suo corpo era perfettamente liscio, proporzionato come a lui piaceva.

 

Cercava sempre di temporeggiare: temeva lo specchio, inevitabile ostacolo da lì al sontuoso letto a baldacchino. A volte arrivava ad avere la pelle d’oca prima di alzarsi, asciugarsi e andare a coricarsi. Prese coraggio, si alzò e si asciugò in fretta per evitare lo specchio. Non si rimise la veste da camera.

 

Aveva sempre un escort per passare il tempo. Gli asciugava i capelli con dolcezza e poi a volte facevano l’amore, a volte semplicemente dormiva. Si era particolarmente affezionato a un certo Shinji, che cercava di avere disponibile ogni notte. Nessuno lo possedeva bene come lui, con tutte quelle cure e attenzioni.

 

Anche quella notte era lì per lui, per renderlo felice. I tinti capelli color platino si confondevano con la pelle grazie alla luce soffusa delle candele. I tratti del viso erano meravigliosi: occhi a mandorla e mascelle forti. Gli aveva detto di essere per metà tedesco.

 

Mana si lasciò asciugare i capelli, tra baci e carezze provocanti. Cercava di scostare le sue mani: quella sera si sentiva particolarmente giù di morale.

 

Finito il lavoro col phon, Shinji cercò di convincerlo a parole.

-Non ti fa bene caro. Se solo mi permettessi di entrare dentro di te, forse potresti rilassarti…-

Lo fece coricare con le buone ma Mana si mise su un fianco, dandogli le spalle.

-Voglio morire Shinji. Non voglio morire più vecchio di così.-

Il biondo lo fece voltare tirandolo per la spalla. Era la prima volta che parlava davanti a lui.

-Mi ucciderai tu? Sei così caro, ma non abbastanza.-

Schiettezza lacerante l’animo. Mana era fatto così: ormai non usava mezze parole da molto tempo.

-Vuoi piacere anche al tuo assassino, essere un idolo anche per lui? Per me già lo sei…-

Lo strinse a se, avvicinandosi a un suo orecchio e mordendolo.

Mana si spostò i capelli, permettendogli di morsicarlo meglio: -sarebbe un favore. Potresti salvarti solo se il conte Dracula mi mordesse e mi rendesse immortale e bello per sempre.-

-Potresti morire così allora, dissanguato…-

 

Iniziò a morderlo. Un uomo sconosciuto apparve dal nulla. Fulmineo, saltò su di lui.

 

Non ci volle molto. Entrambi lo morsero, succhiarono forte uno dal collo, l’altro dal petto. Lo sconosciuto ferì il suo petto e attirò violentemente la bocca di Mana verso il sangue libero di uscire.

 

Sentiva i suoi sensi svanire, la morte giungere…

 

-… Mana… Svegliati tesoro, non è nulla!-

 

Si svegliò tra le braccia di Shinji. La luce del sole entrava a stento dalle finestre socchiuse.

 

-Devo andare a lavoro, è già molto tardi. La colazione dovrebbe essere ancora calda-, lo baciò in fretta sulla guancia, -spero di rivederti stanotte-.

 

Se ne andò via. Teneva tanto a lui e nemmeno lo aveva consolato.

 

Uscì sul terrazzo. Il sole bruciava la sua pelle sempre protetta, ma non moriva come i vampiri.

Quanto avrebbe voluto essere cenere.

 

“Fiorendo in abbondanza, stanotte manderò tutto a monte

E mostrami la prova della tua realtà, ora, davanti ai miei occhi

Il maligno riflette nel tremolio delle fiamme

E se loro cancellano l’ombra, lui la vomita…

Ora, come nel raduno della luce?”

Moi Dix Mois, Dixanadu

 

 

 

 

   
 
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