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Autore: MatteoMongy94    21/08/2010    2 recensioni
Luane Leopold. 45 anni. Crocefissa all'interno di un cimitero londinese. Kaytlin Barjac. 26 anni. Impalata all'interno di una chiesa. Marie Clouseu. 31 anni. Sgozzata e appesa per i piedi nella sua camera d'hotel. Doriane Medit. 16 anni. Congelata in un frigorifero. Quattro ragazze violentate e barbaramente uccise. Solo una persona può fermare il massacro. Edward Bale si trova a dover indagare su un killer e stupratore seriale, prima che la stessa fine possa toccare a Elizabeth, la propria fidanzata.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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La mente di un assassino. Folle. Contorta. Complicata. Quasi impossibile da comprendere.

***

-Mi chiamo Edward Bale. Sono alto circa centonovanta centimetri, peso settantotto chili. Ho i capelli e gli occhi castani. Ho venticinque anni. Professione? Detective.-
Sede del Daily Mirror. Edward Bale era seduto a raccontare del suo primo successo. Un delitto passionale risolto dove Scotland Yard aveva fallito. Un intreccio di bugie e menzogne. Ma, trovato il capo della matassa, Bale aveva chiuso le indagini. Il suo volto era sulle pagine di tutti i giornali.
-Sono un tipo qualunque. Uno di quelli che la mattina si svegliano, fanno una ricca colazione, vanno a lavoro, lontano dagli stereotipi. Non sono sempre elegante, non bevo il tè alle cinque del pomeriggio. -
L’I-phone dell’uomo squillò. Era Elizabeth Mcqueen, la fidanzata.
-Ci sentiamo dopo? Sono al Daily Mirror-
Un Ok rapido, la chiamata fu richiusa subito, per tornare a come il ragazzo aveva risolto il caso.
Quarantacinque minuti dopo richiamò Elizabeth.
-Ciao cara, volevi parlarmi?-
-Sai che giorno è oggi?-
Edward guardò il suo cellulare. Giovedì 15 novembre.
-Ehm … Giovedì?-
-Si. Ma che giorno del mese è?-
-Forse il 15?-
-E non ti ricorda nulla?-
Panico. Giovedì 15 novembre. Cosa poteva essere. Fece rapidamente mente locale. Il compleanno di Elizabeth? 7 dicembre. Il loro anniversario di fidanzamento? 21 agosto. Il giorno in cui si videro la prima volta?19 giugno. Nulla. Non doveva essere importante, suppose.
-No, Liz.-
-Capisco. Comunque ricordati che questa sera siamo a cena al ristorante.-
-Ehm … certo.-
-Allora ci vediamo.-
-Certo. Ti amo Liz.-
-Anch’io, Edward.-
Merda. Il ristorante. Edward lo aveva completamente dimenticato. Aveva già preso altri impegni. Doveva disdirli. Per quanto fosse importante la sua carriera, Elizabeth veniva prima di tutto. Prese il cellulare, digitò alcuni numeri.
-Redazione del Sun? Sono Edward Bale. Devo disdire la mia intervista per la serata. Purtroppo ho avuto alcuni intoppi. Domani mattina? Perfetto.-
Chiuse la chiamata. Guardò il display del suo telefonino. Erano le 10.50. Aveva meno di otto ore per capire che giorno fosse.
Si diresse verso la sua Jaguar, quindi vi salì. Doveva andare a casa sua, un piccolo appartamento di 75 metri quadrati nel Southwark, in attesa di acquistare insieme a Liz una villa nei pressi di Birmingham..
Giunto in Oxford Street trovò un parcheggio di fortuna e scese. Sarebbe andato a trovare i suoi genitori che abitavano in Kensington Road, sperando che, nel frattempo, il traffico fosse diminuito. Proseguì in Bayswater Road, costeggiò la Serpentine Gallery, per scivolare in Kensington Gore. Pochi passi e arrivò. Suonò il citofono. Una voce gracchiante rispose, per poi aprirgli la porta. Edward entrò. Era un piccolo stabile di qualche piano. Prese l’ascensore. I suoi vivevano al quarto piano e non aveva la minima voglia di farsela a piedi. Raggiunto il pianerottolo trovò suo padre, un uomo di cinquantaquattro anni, ad attenderlo.
-Complimenti, stai avendo un grande successo Eddy.-
Eddy. Un diminutivo che al ragazzo non era mai andato giù.
-Grazie, pa .-
-Vieni dentro, che bevi qualcosa.-
Entrò. L’ingresso era su un piccolo corridoio. Svoltando a metà sulla sinistra si sarebbe andati in un piccolo cucinino,mentre andando sempre diritto si sarebbe trovato un bivio. Proseguendo vi sarebbe stato il salotto, svoltando invece ci sarebbe stato un bagno e una camera da letto. Andò in salotto.
-Ciao, micetto.-
Micetto. Il vezzeggiativo che amava dargli sua madre. E Edward lo odiava più di Eddy.
-Ciao, ma.-
Freddezza. Distacco. Quando andava a casa dei suoi genitori finiva sempre per litigare. Quel giorno non ne aveva voglia. Si limitava ad annuire e rispondere con semplici monosillabi.
-Vuoi del tè verde?-
-No-
-Tè bianco?-
-No-
-Tè oolong?-
-No-
-Birra?-
-Mi andrà benissimo un bicchiere d’acqua, mamma…-
-Sicuro? Non vuoi un bicchiere di …-
-No!-
Si stava innervosendo.Detestava ogni tipo di tè e alcolici. Ma a sua madre e a suo padre questo dispiaceva.
-Ti dispiace se fumo una sigaretta?- chiese suo padre.
-Tutte le volte lo chiedi, tutte le volte dico che non sopporto il fumo e tutte le volte fumi lo stesso…-
Era ufficiale. Sebbene fosse da meno di due minuti in quella casa, stava già dando in escandescenza. Suo padre si accese una sigaretta, mentre sua madre gli portò una tazza di tè verde.
-Ecco qui il tè verde che mi avevi chiesto, micetto.-
Silenzio. Edward si alzò dal divanetto su cui si era seduto. Afferrò il cellulare che vibrava sul tavolo. Kevin Hornett, il capo della polizia.
-Dimmi tutto, Kevin.-
-Edward abbiamo un problema … Devi venire subito.-
-Che genere di problema?-
-Conosci il Kensal Green Cemetery?-
-Ovvio.-
-Sai anche che lì è sepolta Marigold Frances Churchill, che morì a tre anni di febbre?-
-La figlia del primo ministro e Lady Clementine?-
-Proprio lei.-
-E allora?-
-Hanno commesso un delitto.-
-Di che genere?-
-Vieni e vedrai tu stesso.-
-Sono lì in men che non si dica.-
Richiuse la chiamata, salutò i suoi, uscì dall’appartemento e chiamò l’ascensore.
-A proposito- disse il padre mentre il detective stava entrando nel vano -sai che giorno è oggi?-
-Si, certo.-
-A stasera allora.-
Edward non rispose. Sapere che giorno fosse era meno importante del delitto nel Kensal Green Cemetery.
  
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